Andava ogni giovedì pomeriggio in quel vicoletto. Lo trovava sempre lì, mentre si sedeva su un cassonetto e iniziava ad ascoltare la musica tramite un ipod bianco e le cuffie lunghe.
 
Minho si sedeva sempre pochi metri più in là, cercando di non farsi scoprire, e portava sempre con se un notebook dove iniziava a scrivere qualche frase ispirata proprio al biondino su quel cassonetto.
 
Ma il biondo, purtroppo, si era accorto della presenza del ragazzo già da qualche settimana. Ma quel giorno era diverso. Quel giovedì pomeriggio, si alzò dal cassonetto e andò incontro a Minho che cercava di far finta di nulla, guardando il suo libretto.
 
-Chi sei? Un paparazzo?- Boccheggiò il più piccolo -Vuoi dei soldi? Mi spii da settimane- Minho, confuso da quelle parole, lo guardò arricciando le labbra -Allora?- Insisteva il biondo.
 
-Sono Choi Minho, piacere- Riuscì solamente a dire, alzando di poco il braccio tendendogli la mano.  Il biondo lo guardò contrariato e incrociò le braccia al petto -Sul serio, scusami se ti ho dato fastidio in questi giorni, cercherò di non venire più- Ritirò la mano e inchinò la testa come per chiedergli scusa.
 
-Non voglio sapere il tuo nome, ma solo perché sei qui. Ho già troppi paparazzi da schivare, non seguitemi anche nei miei posti preferiti- Sospirò, lasciando cadere le braccia ai fianchi.
 
-Paparazzi? Perdonami, ma continuo a non capire- Minho alzò lo sguardo verso il viso perfetto del biondo e si morse il labbro.
 
-Stai dicendo che non mi conosci? Non conosci Lee Taemin?- Domandò stupito. Ma dopotutto, forse avrebbe dovuto capirlo. Con se, quel ragazzo dai grandi occhi a mandorla, non portava macchina fotografica ma solo un lurido notebook e una penna colorata.
 
Minho scosse la testa -Mi dispiace deluderti, ma non seguo il mondo moderno di oggi. A stento guardo qualche telefilm in tv-
 
-E allora perché sei qui a fissarmi ogni volta? Se non è per farmi foto, allora per cosa?-
 
-Sono un poeta, o almeno mi piace definirmi tale. Scrivo poesie ma non mi sono mai innamorato e quindi mi è un po' difficile renderle realistiche, piene di amore o di sofferenza. Qualche settimana fa sono stato rifiutato da una grande scuola e mi sono ritrovato in questo vico e ti ho visto. Ho pensato "Ho trovato la mia musa" perché.. Insomma, non so, quando ti ho visto mi sono passate per la testa mille e mille frasi che avrei voluto scrivere- Sorrise compiaciuto il biondino, sfregandosi le mani -Quindi, si insomma, se ti da fastidio che mi ispiri su di te, puoi dirmelo, cercherò altrove-
 
-No, ti capisco. Anche io scrivo canzoni, quando capita, ma non ho mai trovato la mia musa ispiratrice, anche se mi fa piacere di esserlo per te- Annuì convinto -Puoi venire quando vuoi..-  Acconsentì girando i tacchi per avviarsi dentro l'azienda -Devo andare-
 
-Certo! .. Grazie mille- Sussurrò, ma ormai il più piccolo era già andato oltre il portone cosicché, Minho si alzò dal suo posto, un piccolo scatolo pieno di cianfrusaglie, e se ne andò a casa con una nuova poesia tra le mani.
 
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Chissà come, chissà perché ma il rapporto tra i due era migliorato davvero tanto ed era passata solo una settimana. Un mercoledì sera, Minho era seduto al suo solito posto aspettando Taemin che, per la prima volta, era in ritardo.
 
Ma quando vide il suo viso corrucciato uscire dall'azienda, sorride appena -Ehi, Taemin, sono qui!- Agitò la mano per farsi vedere.
 
Taemin lo raggiunse, trasformando la sua espressione frustata in un sorriso aperto e sincero -Ciao! Beh, allora, come va con le poesie?- Si mise seduto al suo fianco, su una piccola sedia un po' rotta.
 
-Bene, grazie. Domani dovrei ritornare alla scuola per presentarne qualcuna, spero che vada tutto bene- Si morse il labbro sorridente, mentre sfogliava tra le mani il suo notebook lasciando vedere le sue poesie scritte con una calligrafia perfetta.
 
Il biondino annuì -Mi fa piacere e .. Fighting!- Alzò il braccio e serrò il pungo sorridendo -Andrà benissimo, non preoccuparti-
 
-Tu.. Come mai avevi quell'espressione prima? Successo qualcosa?- Arricciò le labbra per poi sorridergli rassicurante.
 
-Problemi con un tizio. E' un cantautore, un certo Kim Jonghyun. Ha portato un nuovo pezzo alla casa discografica e ora tutti vanno pazzi per lui- Scosse la testa nervoso e irritato -Per di più, mi sta rubando il posto e non scopo da mesi- Rise per sdrammatizzare la situazione.
 
Minho rise di gusto -Io non scopo da un anno, ho troppo da fare-
 
-Dovresti smetterla di venire qui a vedermi e cercarti qualcuna, sul serio- Lo prese in giro, dandogli un piccolo pugnetto sulla spalla.
 
Taemin ormai si era aperto a lui, sapeva che era diverso dagli altri e lui voleva soprattutto un amico. Non ne aveva mai avuto uno vero. Dopotutto lui era cresciuto in quell'azienda e non aveva mai fatto le sue esperienze, tranne con qualche altra cantante aperte alle esperienze.
 
Ma l'aveva capito che non erano solo le donne ad interessargli, o almeno l'aveva capito da quando aveva incontrato Minho.  Era tutto così diverso e nuovo e.. Taemin, amava provare nuove cose.
 
-Che ne dici.. Se, insomma, provassimo a scopare?- Disse con un tono tra l'ironico e il serio -Tanto è solo sesso e ci liberiamo un po'- Rise e lo guardo.
 
Minho era esterrefatto dalla cosa, lui era etero o almeno pensava di esserlo. Ma quella domanda lo spiazzò. Fare sesso, con un ragazzo.
 
-Non credo sia una buona idea- Lo guardò sorridendo e imbarazzato -Non saprei nemmeno come fare e non sono il tipo che scopa alla cazzo di cane, perdonami-
 
Taemin agitò le mani -Macché, figurati. Troverò qualcun'altro con cui fare quest'esperienza- Rise ancora per poi alzarsi dal suo posto -Devo andare, tra poco devo incontrare quel Kim- Scosse la testa irritato -Dammi la buona fortuna-
 
-Fighting- Sorrise divertito Minho, che si alzò al tempo stesso -Vorrà dire che vado anche io, finisco di scrivere al computer le poesie per domani-
 
Un ultimo sorriso da parte di entrambi e poi ognuno per la sua strada. Minho passò per il parco quella sera, voleva un po' prepararsi psicologicamente per il giorno dopo.
 
Sfogliava con le dita il notebook con la copertina di un blu intenso e teneva lo sguardo su quest'ultimo senza badare a dove mettesse i piedi fino a quando qualcosa non gli andò contro.
 
Dei lamenti e un botto a terra. Minho alzò lo sguardo dal notebook e si rese conto, solo lì, che qualcuno era caduto per colpa sua.
 
-Scusami- Si affrettò a dire, allungando una mano per aiutarlo -Ero distratto, perdonami- Minho prese a guardare la figura che gli prese la mano e me rimase folgorato.
 
Aveva dei tratti così femminili ma allo stesso tempo virili, i capelli di un biondo miele perfetto e i vestiti ben curati e alla moda.
 
-Di nulla, scusami tu- Si mise in piedi per poi lasciargli la mano -Ma.. Tu sei Choi Minho, giusto? Il ragazzo che scrive poesie!- Sorrise.
 
Minho lo guardò un po' accigliato per poi annuire -Ho letto delle tue poesie sul tuo blog, devo dire che ti ammiro davvero tanto, mi piacciono- Continuò a dire per poi, sbadato, gli allungò una mano -Piacere, comunque, sono Kim Kibum-
 
Afferrò la sua mano e sorrise compiaciuto -Grazie per i complimenti- Si inchinò appena e poi gli sorrise nuovamente.
 
Kibum ricambiò il suo sorriso, ma era ancora triste per qualcosa che volle mantenere nascosto.. Ma quei pantaloni così trasandati e non suoi erano così fastidiosi, proprio come quel cellulare che vibrava in continuazione nella tasca.