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Autore: _vdechelon    29/09/2012    1 recensioni
“Strano, mi hanno sempre raccontato che chi va in guerra soffre…”
Alzo lo sguardo e sul suo viso c’è un sorriso strano. Alzo un sopracciglio e si avvicina a me.
“Sai, non tutti hanno la fortuna di avere nell’equipaggio una bella ragazza…” Con la mano mi sfiora la guancia e solo adesso capisco la natura di quel sorriso perverso. Mi allontano e lo guardo in malo modo." (dal cap. 2)
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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“Ma cosa ti prende?”
“Oddio Sofia, mi hai spaventata!” Sofia mi ha fatto prendere un colpo, Joe mi aveva chiesto di preparare delle cose per la cena ed ero solo in cucina, immersa nei miei pensieri.
“Se fosse entrato James in quel bagno?” È arrabbiata, si vede, ma anche preoccupata.
“Non stavamo facendo niente!” Cerco di convincermi di questo, ma è impossibile riuscirci, perché quello che è successo non è niente. Sofia mi guarda con un sopracciglio alzato, sa che sto mentendo. Io abbasso lo sguardo, espirando profondamente, si avvicina a me e prende il mio viso tra le mani.
“Sei come una figlia per me, lo sai questo?” Le sorrido e annuisco e poso la mia mano sulla sua.
“Qualunque cosa stia succedendo tra te e quel ragazzo…” So che mi dirà di smettere, le regole. Sofia segue sempre le regole. La signora delle regole. “Non sopprimere i tuoi sentimenti, devi scoprirli, vai avanti!” Cosa? Sofia è impazzita. “Ma, non si può..”
“No, niente ma.” Sofia mi zittisce e mi sorride dolcemente. “Sei giovane Sarah, non puoi vivere la tua vita in questa cucina, in questo posto.” Io amo questo posto, ho incontrato persone fantastiche e poi mi piace aiutare il Paese. Sofia fa scivolare le sua mani dietro la mia schiena e mi abbraccia, e io ricambio, molto forte. “Ti voglio bene Sofia, grazie!” Stringo gli occhi e cerco di trasmettere con quell’abbraccio tutta la sincerità di quelle parole. “Anche io!” Mi da una pacca sulla schiena e si stacca da me. “Ora torna a lavoro, non vorrai far arrabbiare Joe!” Ridiamo entrambe, Sofia lascia la stanza e io ritorno ai miei compiti.
La terra trema, il rumore delle stoviglie, spari, bombe. Un altro attacco. Mi abbasso, mantenendomi al bancone, chiudo fortemente gli occhi e aspetto. Dopo qualche minuto, ritorna il silenzio. Mi alzo lentamente, mi gira la testa, poi sento le urla del capitano James. Corro immediatamente fuori, c’è fumo ovunque, copro la bocca con la mano, tossendo poi mi avvicino a Leo.
“Tutto bene?”
“Si, sto bene!” Il fumo man mano svanisce. “Dov’è Sofia?” Mi guardo intorno, poi a pochi metri da me vedo qualcosa disteso sul terreno, mi avvicino per vedere meglio. Grido per chiamare soccorso e mi getto su quel corpo. Lo giro e quando vedo il quel viso bruciato, mi si ferma la circolazione. Si avvicina Leo e mette due dita sotto al collo della donna. Lo guardo con le lacrime agli occhi e lui abbasso lo sguardo sconfitto.
“No, no..” scuoto il corpo senza vita, ormai le lacrime mi rigano il viso. Arriva il capitano James e ripete il gesto di Leo. Si avvicinano anche gli altri intorno a noi. “Fate qualcosa, vi prego!” Continuo a piangere e a lamentarmi, ma tutto quello che vedo è resa. 
“Portatela via!”
Mi sento tirare per le braccia, ma io faccio resistenza, poi perdo le forze e vengo trascinata via.
Jake mi mette il braccio intorno la spalla e stringe forte, appena entriamo nella mensa mi stacco e mi allontano per potermi riprendere. Mi metto le mani nei capelli e mi asciugo le lacrime.
“Mi dispiace…” La voce di Jake è bassa, quasi ha paura. Ricomincio a piangere e con un gesto Jake mi avvolge tra le sue braccia e stringe forte. Mi accarezza i capelli con una mano e cerca di calmarmi.
Lei doveva rimanere con me, qui. Era il mio pilastro, il mio mentore. E ora non c’è. È morta. Sofia è morta. Mi si è spezzato tutto.

“Un minuto di raccoglimento per la perdita di una delle migliori reclute del nostro corpo d’armi.” La mensa è immersa in silenzio tombale, con il capo abbassato e le mani giunte.
Un minuto da spendere per ringraziare Sofia. Non basta un minuto. Gli devo tutto.
Un lacrime scende giù sul mio viso ma subito la asciugo con il dorso della mano. Non voglio piangere. Non più.
Quando il raccoglimento finisce, il silenzio viene spezzato e tutti ritornano a fare colazione. Leo mi mette una mano sulla spalla e mi da un bacio sulla tempia. Si allontana e si avvicina il sig. James.
“Signorina Sarah, so che eravate molto legate, mi dispiace, ma la prossima volta trattenga le sue emozioni!”
Non rispondo a quella affermazione barbara e scuoto la testa allibita. Giro i tacchi e vado via. Esco fuori, dove ci sono ancora i segni dell’attacco. Scivolo giù lungo il muro e mi siedo, appoggiando la testa indietro.
Vedo che stanno caricando una cassa di legno sul furgone, chiudo gli occhi e un senso di angoscia mi travolge. Cosa faranno i figli senza la loro mamma, suo marito senza l’amore della sua vita, cosa farò io?
Guardo il cielo azzurro con qualche spruzzatina di bianco e prego.
“Mancherai a tutti lo sai?”
  
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