Fanfic su artisti musicali > Beatles
Segui la storia  |       
Autore: I_me_mine    29/09/2012    1 recensioni
Juditte Evelyn Wood : una ragazza come tante,sognava una vita come quella di tante ,una famiglia come quella di tante.
Invece il destino la ricondurrà al luogo dove tutto il suo dolore ebbe inizio anni addietro ,il luogo che la cambierà ancora una volta e per sempre.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
~Eleanor


Vidi le sue lacrime bagnare la mia gonna prima di fuggire.

Toccai con la punta delle dita quella zona umida,calda,che racchiudeva tutto il dolore di mia figlia.

Non potevo nella mia vita provare un dolore maggiore di quello provocato dalla consapevolezza di aver ferito l’unica cosa bella che possedevo.

Ma dovetti rendermi conto che io ,quella ragazza,non la possedevo affatto!

Jude era cresciuta ormai e aveva fatto le sue scelte e quelle sue scelte ora non comprendevano più Londra!

Era inevitabile,lo sapevo,ma avevo cercato di rifiutare quest’idea fino ad allora,fino al momento in cui mi ritrovai dinnanzi al fatto compiuto.

Avevo cercato di riprendere mia figlia con il metodo più crudele che potessi.

Marianne era parte della sua vita quanto me e merita quanto me l’affetto di Jude. Ma questo lo avevo capito troppo tardi.

Juditte non aveva bisogno di un padre,aveva bisogno di affrontare le sue paure.

Era per questo che avevo compiuto l’atto più difficile per me: chiamare Marianne.

Le avevo spiegato che Jude era qui da me,le avevo chiesto scusa,per tutto,e avevo finalmente realizzato quanto anche lei la amasse . Mi sentivo peggio.

Ora mia figlia era chissà dove ,in quella grande città,era sera,faceva freddo ed io rischiavo di impazzire.

“ Vado a cercarla io!” mi disse Michael una vola realizzato che Jude non sarebbe tornata ; io  piangevo e mi maledicevo.

Fu allora che bussarono.

Mi ritrovai dinnanzi tre ragazzini.

“Non ci serve niente,grazie!” disse Michael facendo per richiudere la porta .

Ma uno di quei tre pose il piede in modo da bloccarla e con sguardo serio,poggiando la mano sulla porta disse “ Ma a noi si! A noi serve qualcosa..anzi qualcuno!”

Due profondi occhi nocciola mi fissarono.

Ora avevo paura.

“Chiamo la polizia se non filate,razza di delinquenti!”

“Fermo,aspetta…chi siete voi?”  dissi. Uno dei tre ragazzi,quello dagli occhi verdi,aveva poggiato una mano sulla spalla dell’amico quasi a dargli sostegno ma al contempo a contenere il suo impeto.

“Signora” disse lo stesso ragazzo “siamo amici di Jude…non si spaventi ..noi..”

“Noi nulla! Cosa siete venuti a fare qui? Che volete da lei?” Michael si pose tra me e quei ragazzi.

“Senti tu,energumeno da strapazzo,dicci dove hai nascosto Jude e nessuno si farà male” ora il ragazzo dagli occhi nocciola aveva avvicinato il viso a quello dell’uomo che gli era avanti a mo di sfida.

“Che gran..” Michale si tappò la bocca contenendo il suo sdegno mentre i due ragazzi mantenevano l’amico dal compiere qualche atto avventato.

“Siamo giunti da Liverpool signora,la prego…Jude non ha detto nulla a nessuno,siamo stati in pensiero finchè non abbiamo costretto Marianne a rivelarci dove fosse..e le assicuro che non è stato facile!” sospirò e poi continuò “ Se è stato a causa mia devo saperlo perché voglio bene a sua figlia e non potrei sopportarlo!”

Il ragazzo magrolino che fino a quel momento era stato in silenzio disse queste parole e allora capii perfettamente.

Sorrisi rassegnata.
“Jude è fuggita…” abbassai lo sguardo provando un senso di disgusto per me stessa ”..vi prego..dovete cercarla! Con voi parlerà..non siete voi la causa del suo dolore…” mi portai le mani in viso per nascondere le lacrime.

“Cazzo!” il ragazzo dagli occhi nocciola calciò un vaso di fiori mandando in frantumi la terracotta “dobbiamo trovarla…ragazzi dividiamoci!”
Michael non ebbe nemmeno il tempo di rispondere a quel gesto sgradevole che i tre ragazzi erano spariti.
 

                                                                                      
                                                                                               ♦



~Jude


Le luci di Londra mi abbagliarono.

Era calata la notte,ma quella città era viva più che mai.

L’avevo adorata ma ora mi spaventava.

Vagai a lungo,senza una meta,con il vento che mi graffiava il viso,il passo pesante e la mente oramai vuota.

Giunsi nei pressi di un parco. Mia madre mi ci portava spesso da piccola.

Mi stesi su una panchina ed iniziai a guardare le stelle. Sotto quelle stelle sentivo una serenità inaspettata.

Pensavo alle parole di John del pomeriggio ma ancor più pensavo ai dolci occhi di George..non si poteva spiegare quanto mi mancassero! Era stato il mio primo amico all’arrivo a Liverpool e dal primo istante avevo provato un forte affetto per lui.
Mi perdevo nell’immaginare il suo sguardo,il suo modo di suonare,la sua sottile ironia,ma mi accorsi che nel ripercorrere quei ricordi l’immagine di George si confondeva con quella di qualcun altro..cosa mi era sfuggito..?

“Jude? JUDE!” forse era solo la mia mente che giocava brutti scherzi.

“Jude, cazzo,che ci fai qui,sei impazzita!?” Oh no,non era la mia mente.

“Paul? Oh mio Dio Paul” gli gettai le braccia al collo con le lacrime agli occhi.

“Non permetterti di fuggire mai più! Non immagini quanto ci hai fatto stare in pensiero…”

Abbassai lo sguardo ricordando all’istante tutto quello che era avvenuto.

“Come hai fatto a trovarmi?” fissai quel viso  che aveva assunto un’espressione dolce e preoccupata.

“Fortuna …ci siamo divisi,sono ore che giriamo per Londra..ma finalmente ti ho trovata..” arrossì e non capii il motivo “guardati,stai tremando!” si tolse la giacca e me la mise sulle spalle.

“Grazie Paul…” provai una sensazione così piacevole a quelle braccia che mi cinsero che non potei evitare di  socchiudere gli occhi per un istante.

“Dai..andiamo..saranno tutti in pensiero!”

Ripresi consapevolezza della realtà e ci incamminammo per far ritorno a quella casa che era stata teatro di tristezze.
 

                                                                   
                                                                                          ♦



“Belzejude! Ma cosa diavolo ti è saltato in testa ,eh zucca vuota?!”

John mi diede un colpetto sulla testa come si fa con i bambini. Nonostante i nomignoli insopportabili che mi affibbiava di continuo il suo tono era insolitamente tenero.

Corsi ad abbracciare George appena lo vidi sbucare dalla porta della cucina dove mia madre aveva preparato un tè a tutti loro.
“George!” lo abbracciai forte “mi sei mancato tantissimo!” ricambiò l’abbraccio stringendomi con le sue braccia dall’aspetto fragile “Anche tu Jude,anche tu..”

“Basta smancerie suvvia..direi che ne abbiamo avuto abbastanza per oggi!” aggiunse John che aveva inspiegabilmente preso a giocherellare con i capelli di Paul che dal suo canto iniziava ad irritarsi generando una cerca ilarità generale.

Fu allora che fece capolino dalla stanza anche mia madre.

I nostri sguardi si incontrarono.

Non c’era nulla da dire che non potesse essere risolto con un abbraccio.
Mi trasmise tutto il calore che poteva ed io cercai di comunicarle il mio dispiacere.

Ne seguì un discorso lungo,intenso,ma necessario ad entrambe. Ci chiarimmo e spiegammo l’una all’altra le nostre emozioni ed intenzioni.

 
Durante questo tempo i ragazzi non vollero essere d’impiccio quindi furono trasportati al piano superiore dove,palesemente scocciato,Michael si sorbì mal volentieri le loro mini esibizioni canore dovendone giudicare le capacità. Fosse dipeso da lui sarebbero stati stroncati ancor prima di nascere ma accettò di far compagnia a quelli che a lui sembravano ragazzacci di paese o forse semplicemente perché era così tremendamente orgoglioso da non ammettere il loro talento!
 

Quella sera stessa rivelai a mia madre l’intenzione di rimanere a Liverpool.

Avevo incominciato a conoscermi,a conoscere Marianne e a provare nuove emozioni delle quali ,è vero,ancora non capivo l’origine e la natura,ma che mi facevano sentire bene.

Il solo pensiero di lasciare quei ragazzi mi aveva terrorizzata e avevo capito quanto fondamentale per me fosse la loro amicizia,la loro presenza nella mia vita.

Lei comprese e accettò con dolore ma con la promessa che fossi stata presenta al matrimonio che si sarebbe tenuto a febbraio e che per almeno tre mesi l’anno fossi tornata da lei.

Mi sembrava più che giusto….era pur sempre mia madre!
 
 

Ripartimmo l’indomani ,molto presto,ma non prima di aver salutato mia madre e Michael col quale,pur sempre non nutrendo nei suoi confronti grande simpatia,mi chiarii.

“A mai più rivederci !” Disse John rivolto all’uomo che si trattenne nuovamente dal compiere gesti impropri e salimmo sull’aereo che ci riportò alla mite Liverpool.






I_Me_Mine: Ed ecco qui  xD Prometto che dal prossimo capitolo basta tristezza ,DAVVERO U.U
Ringrazio Helter Skelter e 365dayswiththebeatles che recensiscono costantemente,vi adoro <3
e ovviamente ringrazio anche tutti coloro che leggono silenziosamente :)
Perdonatemi  la mediocrità dei miei capitoli,spero comunque siano gradevoli!
Mi scuso per eventuali errori e alla prossima :)
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Beatles / Vai alla pagina dell'autore: I_me_mine