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Autore: _Ginny197    29/09/2012    7 recensioni
Ron e Hermione hanno litigato e lei decide di andarsene. Poco dopo, però, scopre di essere rimasta incinta. Per proteggere la sua bambina decide di insegnarle la magia da sola e non iscriverla ad Hogwarts. Ma non si può nascondere la verità per sempre, soprattutto quando tua figlia è predestinata per qualcosa più grande di lei.
[dal prologo]
Mi stropicciai gli occhi, trascinandomi in bagno. Legai i capelli in una coda improvvisata, mi guardai allo specchio ed eccomi lì: Rose Granger, diciassettenne introversa, dalla mente brillante e, a parere degli altri, molto bella. Dove tutti vedevano questa bellezza, era un mistero. [...]Al fece sventolare davanti al volto un plico di buste:"Sono di mamma. Da parte di una certa Hermione Granger"
Un silenzio quasi surreale invase la stanza.
"Quella Hermione Granger?" domandò Lily, stupefatta "L’ex di zio Ron?"
Albus annuì:"E qui arriva il pezzo forte. Quando Hermione se n’è andata, era incinta"
"COSA?!?" questa volta era stata Dominique ad urlare.
"Abbiamo una cugina, ragazzi!" Al sembrava entusiasta.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Ad Alessia, detta Hagrid,
che oggi compie quindici anni.
Sei e rimarrai la mia Potterhead preferita.

 
CHAPTER TWENTY-THREE
 
Scorpius
 
Eravamo in viaggio da più o meno due ore quando il treno che ci portava a casa per le vacanze pasquali si fermò.
Rose stava dormendo sdraiata sui sedili e aveva la testa appoggiata sulle mie gambe. Sembrava non essersi accorta di nulla.
Chiusi il libro che stavo leggendo, lasciando l’indice in mezzo alle pagine per tenere il segno e mi alzai, cercando di non svegliarla.
Aprii la porta dello scompartimento e feci uscire la testa. Alcuni studenti erano nel corridoio e parlavano tra di loro, chiedendosi cosa stesse succedendo.
<< Deve essere un guasto>> ipotizzò una ragazza di Tassorosso.
Notai alcuni prefetti, tra cui Cassidy, arrivare dalla sala macchine ed incominciare ad impartire ordini a destra e a manca.
<< Rimanete nei vostri scompartimenti e non uscite!>> urlò quello di Grifondoro.
Tutti - forse per il tono che non ammetteva repliche, forse per la preoccupazione – si affrettarono a fare come era stato loro ordinato.
Io, invece, raggiunsi la mia migliore amica, che aveva estratto la bacchetta dalla tasca posteriore dei jeans.
<< Cass, cosa sta succedendo?>> sussurrai, prendendola per un braccio.
<< Ci hanno attaccato, Scorp. Hanno ucciso il macchinista>> rispose lei, guardandosi attorno. Individuò un primino che camminava per i corridoi: << Vai nel tuo scompartimento! Ora!>> gli ringhiò contro.
Lui, spaventato, annuì e corse via.
<< Ma chi ci ha attaccato?>>
<< Indovina>>
Tempo di finire quella parola che due tizi vestiti di nero spuntarono da in fondo al corridoio. Avranno avuto sì e no tre anni più di me. Tenevano le bacchette sguainate tese davanti a loro e avevano un ghigno sadico dipinto sulle labbra.
Cass assottigliò gli occhi a due fessure e pronunciò uno schiantesimo, che i due – per loro immensa sfortuna – non riuscirono a respingere.
Cassidy Hamilton poteva diventare molto pericolosa se veniva fatta arrabbiare.
<< Dov’è Rose?>> mi chiese, mentre recuperava le bacchette dei due ragazzi.
Sbarrai gli occhi. Il libro mi cadde di mano. Rose era da sola nello scompartimento e stava dormendo!
<< Merda!>> esclamai, prendendo la mia bacchetta e cominciando a correre verso dove l’avevo lasciata.
Mentre la raggiungevo, m’imbattei in Al.
<< Sono qui per lei>> mi disse, seguendomi.
<< Lo so>>
Schiantammo altri due assalitori, ma non ci fermammo a recuperare le loro bacchette. Dovevo salvare Rose. La dovevo trovare e dovevo portarla il più lontano possibile.
Trovai lo scompartimento e, come avevo sospettato, c’era qualcuno all’interno.
Potevo vedere dei lampi di luce rossa guizzare da una parte all’altra. Se c’era una cosa pericolosa, quella era combattere in uno spazio così piccolo.
Entrai, svincolandomi dalla stretta di Al, che stava cercando di trattenermi.
<< Scorpius non fare cazzate!>> mi ammonì, tentando di riagguantarmi.
<< Quella è la ragazza che amo!>> replicai io.
Avrei preferito non aver assistito alla scena: Rose ansimante e senza bacchetta era in piedi davanti al finestrino. Un rivolo di sangue le scendeva dal labbro tumefatto. Si appoggiava al vetro di lei, ma teneva lo sguardo orgogliosamente piantato in quello della ragazza che aveva davanti. Bridgette.
Quando questa si accorse della mia presenza scoppiò a ridere divertita.
<< Oh guarda un po’ chi abbiamo qui. L’impavido Scorpius. Non te lo hanno mai detto che il coraggio è una dote da Grifondoro?>>
<< Probabilmente il Cappello Parlante ha sbagliato a smistarlo>> mormorò Rose, sorridendomi leggermente.
Bridgette smise di ridere, facendosi improvvisamente seria. Agguantò Rose, la mia Rose, per un braccio, piantandole le unghie nella carne. Il viso della mia ragazza si trasformò in una smorfia di dolore.
<< Senti, Scorpius, ora io e la tua amichetta dobbiamo andare via. Sai, abbiamo un appuntamento importante a cui non possiamo mancare>> e le sorrise, sadica.
Tornò a rivolgere il suo sguardo su di me e rafforzò la presa sul braccio di Rose. Capii all’istante quello che aveva intenzione di fare.
Allungai la mano verso di lei e sperai di riuscire ad afferrarla in tempo.
 
Rose
 
Aprii gli occhi lentamente. Ero stanchissima: avevo a malapena la forza di tenere la testa diritta.
Mi guardai intorno. Ero in un… sotterraneo? Sì, sembrava proprio un sotterraneo.
Venni scossa da un brivido di freddo, ma, non appena cercai di riscaldarmi le braccia sfregandomele con le mani, mi resi conto che avevo i polsi legati. Portai la mia attenzione alle caviglie, ma anche quelle erano bloccate.
<< R-Rose?>>
Volsi il capo a destra e vidi Scorpius, seduto a qualche metro da me. Era appoggiato alla parete e sembrava essere in condizioni peggiori delle mie.
Il suo bel viso era deturpato da un grosso livido violaceo sull’occhio sinistro, mentre un lungo taglio, che partiva dal sopracciglio, gocciolava ancora sangue.
<< Scorpius!>> esclamai. Cercai di avvicinarmi a lui, strisciando e spingendomi con le gambe.
Ci impiegai almeno un minuto e mezzo e fu il minuto e mezzo più lungo della mia vita. Mi sentivo terribilmente frustrata. Avrei voluto fare più in fretta, raggiungerlo in meno tempo. Volevo assicurarmi che stesse bene. Con un ultimo movimento di bacino gli fui vicino. Tentai di reprimere una smorfia di dolore a causa di un taglio sul fianco.
<< Ma cosa ti hanno fatto?>> gli chiesi, osservando meglio la ferita sulla sua guancia. Il sangue non voleva smettere di uscire.
<< Il livido me lo sono procurato picchiando alla babbana uno di quegli energumeni di guardia alla porta. Il taglio è stato causato da un Sectumsepra preso di striscio>> rispose con un mezzo sorriso.
<< Tu sei pazzo. Come ti  saltato in mente?>>
<< Di fare cosa? Di picchiare i nostri carcerieri o di attaccarmi a te durante la smaterializzazione? Devi ammettere che sta diventando un’abitudine>>
Sorrisi, divertita. Com’era possibile che anche in una situazione del genere riuscisse a farmi ridere?
<< Hai capito dove siamo?>>
<< Sembra un castello e sono sicuro che si trovi in Scozia. Ma non so altro>>
All’improvviso la porta si spalancò con un cigolio. Nel vano illuminato si stagliava una figura slanciata. La riconobbi subito: Bridgette.
<< La nostra ospite si è svegliata, a quanto pare>> disse, venendo verso di noi e battendo le mani. Il suono riecheggiò per il sotterraneo, scemando piano piano.
Era bella. Molto bella. Ma era una bellezza differente da quella di Dominique. Era talmente perfetta da essere glaciale.
Scorpius le rivolse uno sguardo di puro disprezzo:<< A noi non è arrivato nessun invito. Probabilmente avete sbagliato persona>>
La bionda sorrise:<< Caro Scorpius, sul fatto che sia la persona giusta non ci sono dubbi: la bacchetta non mente>> si chinò all’altezza del suo viso, fissandolo negli occhi << Ma mentre lei va a morire, noi possiamo divertirci. Cosa ne dici? Ti ricordi come passavamo il nostro tempo libero, vero?>>
Le sue dita, fasciate in un elegante guanto di raso nero, accarezzarono il suo volto.
Dentro di me la rabbia stava crescendo. Non doveva azzardarsi a toccarlo. Non doveva.
Con nonchalance avvicinò il viso a quello del mio ragazzo e un secondo dopo poggiò quelle carnose labbra dipinte di rosso sulla bocca screpolata di lui.
<< Lascialo stare stronza!>> urlai, dimenandomi << Lascialo!>>
 Se avessi avuto le mani libere, in quel momento si sarebbero trovate intorno a quel collo con tutta l’intenzione di ucciderla.
Non appena si staccarono, Scorp le sputò ai piedi, guardandola truce.                  
Bridgette sorrise soddisfatta, dopodiché mi puntò la bacchetta contro, pronunciando un “levicorpus”. Mi portò al piano superiore, mentre la voce di Scorpius che urlava il mio nome mi rimbombava nelle orecchie.
 
Fui lasciata cadere non  proprio delicatamente al centro di una grande stanza circolare.
Potevo sentire la fredda pietra del pavimento contro i palmi delle mani, su cui cercavo di farmi forza il più possibile. Non volevo mostrarmi debole.
<< Benvenuta>>
Alzai la testa di scatto verso chi aveva appena parlato, ma quel gesto così repentino mi costò una fitta alla nuca.
 Era un uomo sulla trentina, dai capelli neri e gli occhi grigi. Vestiva completamente di nero e sul suo collo poteva scorgersi un tatuaggio. Sembravano essere ritratti dei petali di rosa, ma non riuscivo a distinguere bene.
L’uomo sorrise. Era incredibilmente calmo.
<< Ti chiami Rose, giusto? Proprio un bel nome>> commentò, alzandosi dalla poltrona su cui era seduto. Fui costretta ad abbassare la testa. Non avevo neanche più la forza di sostenere il suo sguardo.
<< Sai, Rose. Ci hai complicato un po’ le cose. Insomma, se tu fossi rimasta a Londra avremmo concluso tutto questo molto prima>>
La sua voce era incredibilmente priva di qualsiasi emozione. Come diavolo faceva una persona a trasudare così tanta indifferenza?
<< Invece sei andata ad Hogwarts. Hogwarts! Tua madre sarà stata proprio contenta. Abbiamo attaccato anche lì, ma quei fastidiosi studenti hanno combattuto. Devono proprio volerti bene, vero?>>
A quelle parole i volti di tutte le persone a cui tenevo di più mi passarono davanti agli occhi: Scorpius, Albus, Dominique, Cassidy, Nate, Lily…
<< Sono una ragazza fortunata…>> risposi flebilmente.
<< Beh, non così tanto. Altrimenti la tua buona stella avrebbe fatto in modo di farti scappare da noi un’altra volta>>
<< Cosa volete da me?>> domandai, esausta. Sapevo già la risposta. Sapevo che avrei dovuto duellare, ma dovevo temporeggiare. Ero troppo stanca. Non sarei resistita nemmeno un paio di minuti.
<< La tua bacchetta, Rose. È molto semplice. Il problema è che per averla dovrò ucciderti>>
Vidi i suoi piedi davanti a me. Si piegò sulle ginocchia, raggiungendo l’altezza del mio viso e mi prese il mento tra due dita, costringendomi a guardarlo. I suoi occhi non erano come quelli di Scorp, che riflettevano ogni sua singola emozione. Erano vuoti. Freddi.
<< Ed è un vero peccato. Sei così bella>> soffiò.
Stavo per ribattere, quando un energumeno grosso quanto un armadio a due ante entrò nella sala, tenendo per la collottola Scorpius, che cercava, inutilmente, di liberarsi.
<< Mi dispiace interromperla, capo. Ma questo qui non la smette di urlare>> spiegò, buttandolo a terra.
Il mio interlocutore si alzò, allontanandosi da me. Guardò il mio ragazzo con aria di sufficienza, poi ordinò: << Dategli la sua bacchetta. Voglio vedere se scalpita tanto anche in duello>>
Mi morsi l’interno guancia per impedirmi di gridare. Non potevano farlo combattere. Non di nuovo.
 
Scorpius
 
Avere la bacchetta tra le mani mi infuse un po’ di forza. Era come ritornare ad usare la mano dopo un periodo di intorpidimento.
Mi alzai, barcollando leggermente. Lanciai uno sguardo preoccupato a Rose, che era stata appoggiata al muro. Era pallidissima e il labbro gonfio sembrava più rosso di quanto probabilmente era in realtà. Teneva a fatica gli occhi aperti, ma sapevo che mi stava guardando.
<< Bene, ragazzino>> disse quello che avevo capito essere il capo << Ora ti batterai contro la mia Bridgette. Non è una tua vecchia conoscenza?>>
In risposta sputai ai suoi piedi, mentre la bionda si levava il mantello e lo faceva cadere sul pavimento con un fruscio. Prima di sguainare la bacchetta, però, si avvicinò all’uomo e lo baciò sulle labbra.
<< Non ti deluderò Cesar >> sussurrò, ammiccando.
Lui le spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio:<< Lo so>>
Bridgette si mise davanti a me, in posizione d’attacco.
<< Preparati a soffrire, Malfoy… CRUCIO!>>
La maledizione arrivò come una scarica elettrica. Mi contorsi a terra, cercando di non perdere la presa sulla bacchetta. Sentivo le ossa sfregare le une sulle altre. Le articolazioni sembravano bruciare come a contatto con il fuoco. Digrignai i denti per il dolore, mentre continuavo ad essere scosso dagli spasmi.
Fu il grido disperato di Rose a farmi reagire. Stava soffrendo e probabilmente più di me. Cercai di impormi sulla maledizione, come se volessi respingerla. Tentai di mettermi a carponi e quando vi riuscii lanciai uno schiantesimo. Bridgette lo schivò, ma perse la concentrazione e il suo incantesimo svanì.
Cesar rise, battendo le mani:<< Che determinazione>>
Lo ignorai e passai al contrattacco.
Il nostro duello durò una decina di minuti. Offesa. Difesa. Offesa. Difesa.
Controllai che Rose stesse bene e la vidi che strizzava gli occhi. Le mani erano chiuse in due pugni e le sue labbra formavano delle parole silenziose.
Urlai “protego” senza perderla di vista. Una volpe argentea si materializzò nell’aria, per poi attraversare le mura e scomparire.
Sorrisi, pensando a quanto fosse coraggiosa. Le feci l’occhiolino, prima di accasciarmi a terra sfinito.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
GINNY’S CORNER
 
Della serie chi non muore si rivede, ecco a voi il capitolo 23!
È stato un parto, sappiatelo!
Come avevo annunciato nello scorso capitolo è arrivata la tempesta. Eeee già.
Spero che tutta questa parte molto combattiva (?) non vi abbia annoiato. Quel geniaccio di Rose, fortunatamente, è riuscita a mandare un Patronus! (è una figata poterlo fare senza bacchetta, non trovate? ù.ù)
Anyway, spero di aver soddisfatto la vostra curiosità.
Manca veramente poco alla fine *Ginny estrae un pacco XXXXXXL di fazzoletti e si soffia il naso in quello che più che un fazzoletto sembra un lenzuolo*
Voi sarete contenti! È quasi un anno e mezzo che vi scartavetro le palle con questa fanfic xD
Ringrazio infinitamente chi ha commentato lo scorso capitolo o anche chi lo ha solamente letto. E ovviamente anche chi ha inserito la storia tra le seguite/ricordate/preferite. Grazie grazie grazie!
Vi ricordo la mia pagina facebook :D
Mo’ vado a prepararmi che ho il compleanno di una Potterhead questa sera e non posso fare tardi!
Un bacione e un abbraccio stritolacostole
 
G.
   
 
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