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Autore: WayfaringStranger    29/09/2012    2 recensioni
Sei mai rimasto sveglio di notte, fissando il soffitto mentre pensi a tutti i momenti che vorresti cambiare?
Puoi capirmi allora.
Destiny, è una povera vittima della vita. Vita che odia.
Costretta a cambiare, cambiare tutto troppe volte, troppo in fretta, troppo.
Destino.
Infame, crudele.
Si sente come se tutto il mondo fosse contro di lei.
Vuota, fredda, senza uno scopo. Senza un motivo per andare avanti.
Perché continuare ..?
E' la domanda che si pone ogni giorno.
ma..Aspettate.
Destiny sono io.
Come ci sei finito, a leggere la mia storia?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ancora un’altra fottuta canzone d’amore e mi sentirò male.

«Maaron five, voi sì che mi capite», sospirò Des.
Vodka le si accoccolò sotto le gambe, più che un Labrador quel pigrone sembrava una tartaruga in letargo.

«Destiny o fai star zitto quel coso o lo butto fuori dalla macchina.»
«Il coso a un nome, ed è il mio cane. Vodka ora stai buono buono, abbiamo un rompipalle anche qui. »
«Non sarei così se quel cane fosse più piccolo e più silenzioso. Non capisco che ci trovi in un coso bavoso che lascia peli e tracce ovunque. »
«Finiscila Will, lo so che gli vuoi bene.»
«Tra tutte le sorelle che potevo avere, proprio tu eh. » Disse sarcastico.
«E’ la domanda che mi faccio ogni giorno. Pensa a guidare, deficiente.»
«Se Vodka non mi distraesse, a quest’ora saremmo già arrivati.»
«Si si..certo. Piuttosto, non mi hai ancora detto dove stiamo andando.
Sono le cinque di mattino e già andiamo via da casa.»

William non rispose; la guardò solo per un secondo nei suoi grandi occhioni blu, e poi continuò a guardare la strada.
Aveva detto qualcosa di sbagliato..?
«Will.» disse lei cercando il suo sguardo.
Si era sempre fidata del suo fratellone.. ma ora era diverso.
Un brivido le percorse la schiena. Sentiva che stava succedendo qualcosa, lo vedeva negli occhi di suo fratello.

«Cosa cazzo sta succedendo William!?»
Ultimamente era molto strano.
Non mangiava, e stava sempre con una cartina in mano, la sua stanza era tappezzata di scritte senza senso, almeno per Des.

Infondo era comprensibile, lui c’era all’ospedale, quando la loro madre se ne andò.
Erano passati solo pochi mesi, da quando un tumore la portò via.
E da quel momento il padre si diede all’alcool.
Lo licenziarono, tornava a casa all’una, a volte non tornava neanche la notte stessa, ma il giorno dopo.
Una volta si ripresentò dopo quattro giorni, e come se non fosse accaduto nulla.
Ma i due fratelli preferivano in gran lunga quando lui non c’era, dato che passava il tempo ad arrabbiarsi pesantemente con loro due, fino al punto di picchiarli.
Ma ormai Will era grande, e si scaricava solo su sua figlia.
Praticamente era William a crescere Destiny, in quella piccola cittadina.
Lei si sentiva indipendente, non aveva bisogno delle cure dei genitori.
Vodka la teneva lontana dai guai, era libera.

«Stiamo scappando, Des. Non potevo lasciarti lì. Non resistevo più.
Non torneremo a casa.
Ho lasciato un biglietto a quel bastardo. Non so quando lo leggerà, o se lo leggerà, dobbiamo dimenticare quella vita. Almeno tu.
Hai sedici anni, sei ancora troppo piccola per restare sola.
Dovevo portarti con me. Spero tu possa capire. »

Parlò tutto d’un fiato, e la ragazza non aveva la forza di rispondere.
Capiva come si sentiva il fratello, e capiva il senso del suo gesto.
Ma.. ricominciare una nuova vita..?
Ne aveva davvero le forze?
La scuola, i suoi amici, la sua migliore amica, davvero era tutto finito?
Annuì. Incapace di muovere altri muscoli.
Le grida le si bloccarono in gola.
“Potevi avvisarmi brutto coglione, prima di sconvolgermi la vita.”
Era quello che realmente stava per dire.

«Andremo in campagna, ti piacerà casa nuova. E’ la vecchia casa della nonna di George, ora è tutta ristrutturata. Manca molto ancora, però.»
«Non posso credere che tu l’abbia fatto.»
Disse con lo sguardo fisso nel vuoto.

Vodka vedendo il suo viso malinconico le saltò addosso, e lei lo strinse forte.
Proprio come una bambina stringe il suo peluche preferito.
«Scendi ora, su.» disse rivolta al cane. Lui obbedì, e si rimise
esattamente come era prima.

«La mia vita, le mie amiche, Cassie, anche mamma, è tutto lì.
Come puoi pretendere che una ragazza di 16 anni si crei una nuova vita.
Sai cosa ho dovuto passare, per crearmi la mia reputazione.
Ora devo ricominciare. Non è giusto William.
E poi perché non me lo hai detto prima? Non ti fidavi di me?»
Lacrime amare le solcavano le guancie come cascate.
Non riusciva a trattenersi, era in preda al panico.
Non riusciva neanche a guardarlo.
Comprendeva che lo aveva fatto per il suo bene, ma in quel momento non si sarebbe mai mostrata tanto debole.

«Se.. se te l’avessi detto non saresti mai venuta. »
Destiny stava per rispondere, ma si bloccò.
In effetti se davvero glielo avesse detto, si sarebbe chiusa in camera, senza far entrare nessuno, e magari avrebbe chiamato Cassie per dirglielo.

«Oh Signore, Cassie
La sua migliore amica, oggi stesso era il loro anniversario.
Sarebbero dovute andare a mangiare insieme.
Le diceva ogni cosa, e questa era la più brutta che dovesse dire. Proprio a lei.

«Cosa?»
«Ferma la macchina.»
  
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