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Autore: EuterpeIsWriting    29/09/2012    2 recensioni
E' lui. E' proprio Finn Hudson, in quella macchina, che piange.
Magari la ragazza l'ha lasciato.
O forse è lui che l'ha lasciata andare, e adesso è pentito e piange.
Piange.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Finn Hudson, Rachel Berry, Un po' tutti | Coppie: Finn/Rachel
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Dieci.


S’era stancata di stare lì seduta a guardare gli altri recitare. C’era un ragazzo, Nicholas, quello che interpretava Thénardier, che era un gran cantante, ma, per quanto ci si mettesse, non riusciva a memorizzare le battute. Così era la sesta volta che ripetevano quella scena e Ashley, la ragazza che interpretava Eponine, era praticamente esausta. Lei invece era una grande artista: aveva letto il copione un paio di volte e sapeva già cosa dire. D’un tratto, mentre Nicholas cercava di ricordare le sue parole, Ashley cadde. Tutti si alzarono, compresa Rachel, e salirono sul palco, cercando di capire cosa fosse successo. C’era Ashley, stirata sul pavimento e bianca in volto. Nicholas le teneva la testa, sventolandole il viso con uno spartito. Dopo un paio di minuti che parvero interminabili, Ashley batté le palpebre e poi aprì gli occhi, facendo sospirare di sollievo tutti gli altri.
«Portala un po’ fuori», disse il regista a Rachel, «falle prendere un po’ d’aria».
Aiutarono Ashley ad alzarsi e poi Rachel, facendola appoggiare, l’accompagnò fuori.
«Stai meglio?», chiese Rachel una volta fuori, con una punta di imbarazzo nella voce. Le due ragazze non avevano mai parlato, ma Ashley pareva un tipo piuttosto socievole. Ashley sospirò profondamente un paio di volte. «Oggi non ho avuto tempo di pranzare».
Non sembrava una ragazza che aveva problemi con l’alimentazione; il suo fisico inoltre era praticamente perfetto.
«So cosa sai pensando. Non ho problemi a fare un pasto completo al giorno, se non due, solo che oggi avevamo un’ora e mezza in più di prove, ho perso le chiavi di casa e non riuscivo a entrare, non potevo quindi né cucinare né prendere soldi per comprare qualcosa né prendere il ticket per la mensa».
«E le chiavi? Alla fine le hai trovate?», chiese Rachel, per evitare di far cadere la conversazione e per magari distrarre Ashley e fare in modo che si riprendesse del tutto.
«Sì, erano dentro casa. Sono entrata usando l’altra copia della mia chiave che la portinaia tiene nel suo ufficio. All’inizio avevo cercato di forzare la serratura con una forcina per capelli», rise. E Rachel rise con lei alleggerendo l’atmosfera.
Tornò a casa con Ashley per cenare assieme; avevano pensato entrambe che sarebbe stata una buona idea sia per ristabilire l’ordine nell’alimentazione di Ashley, sia per la vita sociale di Rachel.
Ashley cominciò a cucinare, tenendo a mente che Rachel era vegetariana, Rachel andò ad accendere il computer. Aveva una mail, da Kurt. Lei tempo prima gli aveva scritto. Forse gli aveva scritto tardi, ma era il momento in cui finalmente era sicura che da un momento all’altro non si sarebbe messa a piangere sulla tastiera o non avrebbe raccontato di New York come una prigione, dove si sta male e da soli. Gli aveva scritto del musical, del matrimonio e lo aveva un po’ aggiornato sulla scuola. Adesso lui rispondeva, dicendole che non era praticamente possibile che lei non si sarebbe potuta presentare al matrimonio e che avrebbe fatto di tutto purché lei ci fosse stata. Aveva omesso che Finn era a casa e si dedicava interamente al matrimonio dei due insegnanti.
La cena era andata bene e le due si erano anche piuttosto divertite. Rachel sperava davvero di diventare sua amica, almeno non rischiava di stare sola. Nei giorni che seguirono Ashley continuava a stare male, si sentiva debole, spossata e assonnata in continuazione, non cantava e recitava da seduta pronunciando le sue battute come fossero poesie imparate a memoria.
Poi arrivò la notizia, quella che Rachel, nonostante sapesse che sarebbe arrivata da un momento a un altro, continuava a pregare che non arrivasse:  Rachel sarebbe stata Eponine almeno per le prossime due tappe, a cui mancavano rispettivamente cinque e sette giorni. Tra cinque giorni ci sarebbe stato il matrimonio e lei era obbligata, adesso ancora di più, a rimanere con il cast. Mentre camminava tra gli scaffali di un supermercato scontato Rachel scese dai pensieri e posò casualmente lo sguardo su un flacone. Era una boccetta marrone in plastica, l’etichetta diceva GINSENG. Girò la bottiglietta e lesse: ginseng, fornisce l’incremento della resistenza fisica, migliora la circolazione, potenzia la memoria e la resistenza ai fattori ambientali negativi. Nel complesso riduce stress e nevrosi, migliora l'adattamento agli stimoli della vita quotidiana, potenzia il rendimento fisico e mentale, rafforza le difese immunitarie e abbassa i rischi di contrarre diverse malattie.
Rachel sorrise maliziosa. Prese tre flaconi di pillole, pagò l’intera spesa e usci dal market.
Incontrò Ashley giusto l’indomani. Le due cominciavano davvero a stare bene assieme, e piano piano, senza che se ne accorgesse, Rachel le parlò di Finn, del matrimonio di Will ed Emma, del suo quasi matrimonio, del suo passato e di quello che secondo la vecchia Rachel sarebbe stato il suo futuro. Quando Ashley, comprese che, non solo Rachel non poteva andare al matrimonio, ma per lei era davvero doloroso, glielo disse e si mostrò totalmente dispiaciuta per la sua situazione. A questo punto Rachel parlò della sua scoperta al supermarket, dicendole che voleva provare a far guarire Ashley, le disse che inizialmente aveva pensato di somministrarle il ginseng di nascosto, ma poi, visti i risvolti della loro amicizia e anche dopo essersi fatta un esame di coscienza, Rachel realizzò che non sarebbe stata una mossa saggia. Così le chiese se sarebbe stata disposta a farsi “curare”, o quanto meno voleva provarci, per Ashley e per se stessa.
«Non ho nulla da perdere», disse Ashley dopo aver letto le indicazioni sul retro della boccetta di ginseng e aver constatato che quella sostanza non aveva alcuna controindicazione.
Dopo quattro giorni, miracolosamente, Ashley stava già meglio. Era più in forma e piano piano cantava sempre meglio e si sentiva sempre più sveglia, attiva e partecipe della vita e non spettatrice. Le due riuscirono a convincere l’insegnante e il regista di Les Miz, dimostrando a entrambi che Ashley era tornata capace di ricoprire il suo ruolo originario. Così, dopo aver avuto il consenso dei due, Rachel poté prendere all’ultimo minuto un treno per l’Ohio.
Adesso era tardo pomeriggio, giusti l'indomani mattina ci sarebbe stato il matrimonio dei due insegnanti e Rachel era seduta sul sedile di un treno che la portava a Lima. Piano piano il treno prendeva velocità, finché non partì del tutto e Rachel si fece più tranquilla nonostante l’assaliva un prepotente e inquietante dejà vu.
Andava esattamente contro il sole calante e piano piano New York accendeva le sue luci; tra un po' avrebbe riconosciuto le luci che vedeve e in mezzo a quelle luci avrebbe riconosciuto il profilo del suo paese.


Lights will guide you home.

 
 
 
 
 
 
 
  
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