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Autore: BarelyLegal    30/09/2012    3 recensioni
Allora, sì, è un'altra Joshley...PERO' diversa dal solito...è una storia totalmente inventata, in cui i paramore non sono mai esistiti, l'unica cosa "esistente" sono i personaggi! ahahah
Spero vi piaccia :)
"Sì, avevo una vita perfetta, degli amici leali, una moglie stupenda, una figlia meravigliosa, un lavoro appagante...e forse a Dio tutta questa perfezione nella mia vita aveva iniziato a dare fastidio.
Se solo avessi saputo..."
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi Tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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 Capitolo 7 - I Know I'm Finally Yours.



I'm here again
A thousand miles away from you 
A broken mess, just scattered pieces of who I am
I tried so hard
Thought I could do this on my own 
I've lost so much along the way 

Then I'll see your face
I know I'm finally yours 
I find everything I thought I lost before 
You call my name 
I come to you in pieces 
So you can make me whole

I've come undone 
But you make sense of who I am 
Like puzzle pieces in your eye

Then I'll see your face
I know I'm finally yours 
I find everything I thought I lost before 
You call my name 
I come to you in pieces 
So you can make me whole!

I tried so hard! So hard!
I tried so hard!

Then I'll see your face
I know I'm finally yours 
I find everything I thought I lost before 
You call my name 
I come to you in pieces 
So you can make me whole
So you can make me whole

Sono di nuovo qui 
A migliaia di chilometri di distanza da te
Un disordine interrotto, solo frammenti sparsi di chi sono
Ho provato difficilmente
Pensavo di poterlo fare da solo
Ho perso molte cose lungo la strada

Quando vedrò il tuo volto
So che finalmente sono tuo
Ho trovato tutto quello che pensavo di aver perso prima
Chiami il mio nome
Vengo da te a pezzi
Così puoi completarmi

Sono venuto sfatto
Ma hai dato un senso a ciò che sono
Come pezzi di un puzzle nei tuoi occhi

Poi vedrò il tuo volto
So che finalmente sono tuo
Ho trovato tutto quello che pensavo di aver perso prima
Chiami il mio nome
Vengo da te a pezzi
Così puoi completarmi!

Ho provato difficilmente! Difficilmente!
Ho provato difficilmente! 

Poi vedrò il tuo volto
So che finalmente sono tuo
Ho trovato tutto quello che pensavo di aver perso prima
Chiami il mio nome
Vengo da te a pezzi
Così puoi completarmi
Così puoi completarmi...
 


Hayley POV


Avevo seguito il consiglio di Dakotah, cioè che non dovevo farmi bloccare dai pregiudizi e che dovevo provare a dargli una seconda chance, e non me ne ero pentita.
Ma alla fine io non sapevo nulla di lui, se non che appunto fosse di Nashville e che avesse lo studio di registrazione RageSound, e la non tanto meno importante casa Discografica Plus Sonic.
«Abbiamo ancora mezz’ora» gli sussurrai ad un soffio dalle sue labbra.
Sorrise appena «Però poi abbiamo l’altra ora» annuii piano «Già...» mi allontanai spostandomi dalla mia parte di letto e tirando con me gran parte delle lenzuola. Lui si sollevò appena guardandomi, l’espressione velata di preoccupazione «Cosa c’è?» chiusi gli occhi «Di solito me ne frego della vita dei miei clienti...cioè, sempre, sia perché non mi interessa minimamente, basta che mi lascino i soldi, e sia perché il proprietario non vuole...ma devo chiedertelo. Sei fidanzato?» mi guardò abbastanza sorpreso da quella domanda, sembrò impietrirsi.
«Cazzo, sei fidanzato» mi venne spontaneo guardando la sua espressione. Mi stavo per alzare ma lui mi fermò sporgendosi appena «Aspetta, no! Non sono fidanzato» sembrò serio. Guardai le mani, all’apparenza nemmeno nessuna fede.
Parve accorgersene «N...non sono nemmeno sposato. Cioè, sono divorziato, e...ho una figlia» sembrava non sapesse nemmeno lui cosa stesse dicendo. Ma dovevo credergli?
Alla fine mi aveva detto di avere una figlia...se proprio avesse dovuto nascondermelo avrebbe nascosto anche lei, no?
«E quanti anni ha?» sorrise «4 compiuti da poco» mi fece cenno di avvicinarsi a lui e lo feci, sistemandomi fra le sue braccia «Sai...non dovrebbe nemmeno interessarmi della tua vita, cioè...non stiamo insieme alla fine. Ci sono un sacco di uomini che vengono da me e sono sposati da anni, ma non gli dico niente, solo che con te...» mi strinse di più a se «Posso esserti sincero? Fossero state libere, avrei preso tutte le 5 ore, infatti non so come farò sapendo che dopo di me verrà (nota autrice: nel vero senso della parola ahahahahahah ok ok, scusate) un altro, già pensandoci sto impazzendo»
Fra me e me sorrisi «Sei diverso John» rise «In che senso?» mi scostai appena dal suo abbraccio per guardarlo «In un senso buono» mi sistemò piano una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
«Hem...ok, allora...penso che tu debba iniziare ad andare» sembrò rimanerne abbastanza dispiaciuto, soprattutto perché mi ero scostata dalla sua mano, ma annuì senza fare storie.
Si sollevò scendendo dal letto e iniziò a rivestirsi, e lo stesso feci io.
Stava per uscire dalla porta, io avevo poggiato il piede su una sedia per sistemarmi le calze, quando mi venne incontro sollevandomi il mento e posando delicatamente le labbra sulle mie.
 Mi guardò dritto negli occhi, un lieve sorriso sul volto «A dopo Hayley» abbassai appena lo sguardo e lo ripuntai nel suo sorridendo.
Si voltò e uscì dalla stanza.
Appena la porta si chiuse alle sue spalle rimasi lì immobile.
Scossi la testa «Che diavolo stai facendo, Hayley?» mi sedetti stancamente ai piedi del letto, lo sguardo perso sul pavimento di moquette bordeaux.
Forse non era detto che io non potessi amare. Magari appena saldato il debito me ne sarei potuta andare con Josh, avere una vita normale.
Scossi la testa. Ma che diavolo stavo dicendo?
Lo conoscevo pochissimo, era un cliente, e già stavo pensando ad un futuro.
Suonò il campanello per avvisarmi che avevo 10 minuti prima dell’arrivo dell’altro cliente, Mister Hermann.
Era un tipo abbastanza particolare, voleva che mi vestissi da gatto (una sotto specie), e non era il solo a richiedere costumini del cavolo.
Ma io ero il loro oggetto, loro pagavano, quindi non potevo rifiutarmi.
Indossai il costume leopardato e presi il musetto con i baffi da uno scatolone nell’armadio.
 
Miao.


JOSH POV
 

Ero rimasto ad aspettare al locale, vicino ad Eve. Non mi andava di stare vicino a quei malati, o di rischiare che qualche ragazza mi si avvicinasse.
«E’ davvero una brava ragazza» sentii pronunciare ad un certo punto da lei.
Annuii «Lo so» lei mi sorrise «Cos’hai intenzione di fare, Josh?» scrollai appena le spalle «Non ne ho idea» «Questa non è una bella risposta» la guardai perplesso e lei si avvicinò a me «Non fare casini Josh, e non prometterle cose che non potrai darle» «Le darei tutto, se solo me lo chiedesse» lei sorrise appena «Non lo farà mai. E’ una ragazza che se l’è sempre vista per conto suo» iniziò a squillare il telefono e lei si allontanò appena per rispondere.
Dopo un paio di “Sì, Va bene, Capito” chiuse e si voltò verso di me «Josh, dovresti seguirmi, c’è una persona che vuole parlarti» mi chiesi chi potesse essere, e intanto mi stavo già accingendo a seguire Eve verso quello che doveva essere un privè.
C’erano tre uomini. Quelli ai lati, abbastanza loschi, mi guardavano fissi, la stessa espressione ibernata.
Quello al centro invece, che era accompagnato da due ragazze in topless, appena mi vide fece comparire un ghigno sulle sue labbra, togliendosi la sigaretta dalla bocca.
«Signori, signore, vogliate scusarci» tutti si alzarono ed uscirono, quello che avevo capito essere il ‘boss’ mi fece cenno di andargli vicino e sedermi accanto a lui.
Mi offrì la mano «Il Signor Farro, dico bene?» annuì «Sì...lei è?» «Gilbert. Chad Everett Gilbert, il proprietario del locale. Vi starete chiedendo cosa voglio. In realtà nulla, è una specie di abitudine per me conoscere tutti i nuovi clienti...’speciali’» lo guardai.
Quel tipo era abbastanza inquietante «Capisco signor...Gilbert» «Quindi avete scelto come ‘prediletta’ Cherry Bomb, dico bene?» rimasi perplesso «Cherry sarebbe...Hayley?» mi pentii appena pronunciai il nome, infatti la sua espressione cambiò completamente, seria.
«E lei come sa il suo nome?» deglutii pesantemente «Hem...ho fatto una ricerca, semplice curiosità» non sembrò bersela «Sapete, Signor Farro...quello che c’è con le mie ragazze nel club, DEVE rimanere nel club, non so se vi è chiaro. Lei...è davvero un ottimo cliente, e anche un personaggio importante...ma non cerchi di prendere le MIE cose» rimasi a guardarlo immobile, lo sguardo allibito «Certo che no» annuì.
Un nuovo sorriso comparve sul suo volto «Bene...ora! Se non sbaglio fra 10 minuti ha l’appuntamento con ‘Hayley’» rise.
Quel tipo mi faceva abbastanza paura.
«Su, la lascio andare. Se la goda finché può, fra poco non sarà più disponibile» mi fece l’occhiolino e lo guardai perplesso, ma non volli chiedere nulla, anche se quella frase non mi piacque granché.
Ci lasciammo con un’altra stretta di mano, e i due tipi di prima più le ragazze rientrarono, mentre io ritornai alla cassa raggiungendo Eve.
Mi sorrise «Puoi iniziare ad andare da lei, mi ha appena chiamata per dirmelo» le labbra automaticamente si incresparono in un sorriso.
Dopo tre ore anche io stavo impazzendo nuovamente dalla voglia di rivederla.
Bussai, tre tocchi precisi, ma non conclusi quasi il terzo che lei aprì, tirandomi dentro.
Risi nel momento in cui la porta sembrò chiudersi automaticamente alle mie spalle, ero già su di lei e nemmeno me n’ero accorto, forse non avevo nemmeno avuto il tempo di focalizzare il tutto.
Ma mi era tutto automatico, quasi il desiderio che avevo di lei mi facesse muovere le mani sul suo corpo automaticamente.
Un ragazzino in fase adolescenziale, non mi sentivo così vivo da non so quanti anni.
Sorrisi mentre le sue labbra giocavano con le mie.
Un bacio. Un altro. Un leggero morso al labbro inferiore. Un altro bacio più appassionato. Le mie mani che percorrevano bramose e imperterrite il suo corpo.
Le sue che con un solo gesto mi fecero scivolare la camicia di dosso. Non avevo nemmeno sentito che me la stava sbottonando.
Mi fermai quasi di colpo, tra la sua espressione abbastanza perplessa.
Le presi il volto fra le mani, piano, perdendo il mio sguardo nel suo, era così vicino che le punte dei nostri nasi si sfiorvano, anche se impercettibilmente.
Rimanemmo così non so per quanto.
Lei ad un certo punto sorrise, abbassando lo sguardo. Ricambiai per la tenerezza di quel gesto e sorrisi piano anch’io.
Non ci dicemmo nulla, forse i nostri sguardi parlavano davvero più di quanto avrebbero fatto delle semplici parole.
Posai piano le mie labbra sulle sue. Non avevo mai sentito davvero così tanto un bacio.
Fu un semplice contatto di labbra, ma che mi fece esplodere una tempesta di emozioni.
Mi allontanai appena e la riguardai, aveva ancora gli occhi chiusi, un leggero sorriso che adornava le labbra.
Li riaprì piano.
Potevo perdermi in quel verde smeraldo.
Si alzò appena e ridiede contatto alle nostre labbra, schiuse appena la bocca e lasciò che la mia lingua giocasse piano con la sua.
Fu un contrasto abbastanza strano, fra la foga che ci avevamo messo all’inizio, alla delicatezza che stavamo utilizzando ora, ma non mi dispiacque, per nulla.
Era come se avessi trovato la chiave per aprire la porta alla vita.
Forse alla vera vita, quella che non avevo avuto per la fretta nel sposare Jenna, quella che non avevo avuto perché avevo chiuso tutto il mondo esterno.
Oltre il mio lavoro e la mia famiglia non esisteva più nulla, né amici, né uscite.
Avevo affrettato troppo le cose, ma il sentirsi ripetere da tuo padre “Nella tua vita non combinerai mai niente, per te esiste solo il divertimento, non avrai mai un futuro” ...era così dannatamente frustante.
Lì, con Hayley, sembrò che il mio cuore per la prima volta stesse battendo davvero.
Lo sentivo pulsare veloce, vivo. E quasi maledissi mio padre.
Ma non sapevo se facesse provare ciò ad ogni uomo che stava con lei.
...Ogni uomo che stava con lei.
Sentii qualcosa mordermi lo stomaco.
 
“La gelosia è un mostro dagli occhi verdi, che dileggia il cibo di cui si nutre”

Then I'll see your face
I know I'm finally yours 
I find everything I thought I lost before 
You call my name 
I come to you in pieces 
So you can make me whole…
 
Poi vedrò il tuo volto
So che finalmente sono tuo
Ho trovato tutto quello che pensavo di aver perso prima
Chiami il mio nome
Vengo da te a pezzi
Così puoi completarmi...


 

******

«Dovrei andarmene, vero?»  la guardavo seduto ai piedi del letto, mentre lei si rivestiva volecemente. Io avevo finito da un paio di minuti.
Indossò la maglia e mi guardò  «Siamo a 20 minuti fuori dall’orario, se il capo lo scopre mi uccide» «Il capo sarebbe Chad?» si bloccò «Come lo conosci?» alzai le spalle «Mentre aspettavo il turno mi ha voluto conoscere...oh, ecco. Poi mi ha detto una cosa tipo che fra poco non sarai più disponibile...che significa?» la vidi abbassare lo sguardo.
«Dovremmo...dovremmo andare» mi alzai dal letto avvicinandomi a lei «Ma non hai risposto alla mia domanda» «John...» bussarono alla porta e lei sobbalzò.
«Avanti» le uscì abbastanza insicuro.
Con grande sollievo, soprattutto da parte sua, si affacciò Eve «Hey, tutto bene? Hayles, dobbiamo chiudere, e Chad non sa che lui è ancora qui...con te. Lo devi far andare via» la guardai stranito, le parlava come se io non ci fossi.
Lei annuì svelta «Sì, adesso. Dai, seguimi» uscimmo dalla stanza con Eve a seguito.
Il locale si era già svuotato, vedevo solo alcune ragazze uscire, dopo essersi rivestite normalmente.
Si bloccò girandosi, per poco non le finivo addosso «Ok, allora...io devo andare nell’ufficio, e...rimarrò un po’, quindi puoi andare. Ci vediamo» si voltò ma la bloccai per il braccio, con una Eve preoccupata che ci guardava «Mi lasci così?» strattonò il braccio per liberarselo «E come dovrei lasciarti?!» «Devi rimanere per forza tanto nell’ufficio? Altrimenti aspetto, vorrei riaccompagnarti a Franklin» aveva uno sguardo indecifrabile, fra la preoccupazione e l’indecisione «John...» Eve intervenne «Vai, finisco io in ufficio per oggi, ok?» Hayley si voltò verso Eve «Eve, no» lo disse freddo e in tono.
Eve insistette «Hayley, andate, per oggi faccio io» lei le si avvicinò.
Nonostante avesse iniziato a parlarle sotto voce, riuscì a sentire la frase “Si arrabbierà da morire, prima con te, e poi con me”.
Non capii il perché, ma non mi ci soffermai molto.
Non era il momento di intromettermi.
Poi Eve le disse qualcosa, e questa volta non sentii, ma so solo che Hayley si girò verso di me, arresa.
«Sbrigati, andiamo» la seguii senza battere ciglio, e mi dimenticai persino di ringraziare Eve.
Camminava a passo svelto, rinchiusa nella sua giacca.
Questa volta era vestita l’opposto di quando la ritrovai.
Dei semplici jeans, Chuck Taylor rosse, un maglione beige.
Arrivammo alla macchina e accesi il condizionatore, faceva abbastanza freddo, soprattutto in quel momento che non erano nemmeno le 6 di mattina.
Non parlammo per un bel po’ del tragitto, ma apprezzai che iniziò lei «Scusa...non volevo essere così...”brusca”» «Non preoccuparti, è anche la stanchezza» si passò una mano sulla fronte «Già...prendi un caffè da me?» sorrisi «Wow, ti fidi tanto da farmi vedere dov’è casa tua? E se proprio dopo mi  rivelo un maniaco?» «Dipende che tipo di maniaco» ammiccò lei con tono malizioso e voltando appena lo sguardo, sorridendo.
Fui seriamente tentato di fermare l’auto, ma il buon senso che ncora non mi aveva abbandonato del tutto ebbe la meglio.
Ricambiai lo sguardo, ma non dissi nulla. Lei di tutta risposta buttò la testa all’indietro poggiandola al poggia testa e chiudendo gli occhi.
Doveva essere davvero più sfinita di me, e dopo tre quarti d’ora di auto si era del tutto addormentata.
Mi voltai appena per guardarla.
La prima volta che la vedevo dormire, ed era qualcosa di assurdamente tenero.
Non riuscivo ancora a capire come una ragazza del genere facesse un lavoro così...sporco.
Doveva esserci una motivazione davvero importante di fondo, non era possibile che l’avesse scelto solo per la buona paga.
Non poteva essere.
I primi raggi dell’alba le si rispecchiavano addosso, facendo brillare ancor più la sua chioma rosso fiamma.
Non potetti far altro che sorridere a tale visione.
Avevo sposato un angelo, ma...sembrava proprio che mi stessi  innamorando di un ’diavolo’.
 


Hayley POV
 

Un tonfo. Mio padre a terra nel salotto, il volto distrutto, terrorizzato, sudava freddo.
Guardavo tutto dalla ringhiera delle scale, la mia espressione terrorizzata quasi quanto la sua. Suppliche, ancora suppliche.

Non volevo chiudere gli occhi. No.
Poi lo scricchiolio del pavimento in legno. Il primo. Il secondo. Sempre più vicino. Mi voltai di scatto.
Un urlo.
 
Il buio.

 

Aprii gli occhi di scatto, alzandomi di soprassalto, avevo l’affanno «Hayley!» guardai Josh, eravamo in auto. Aveva l’espressione parecchio preoccupata.
Fu totalmente istintivo il mio gesto di rifugiarmi fra le sue braccia.
Mi strinse forte a se «Hey, hey, calma, era solo un incubo» sprofondai il volto nella sua spalla.
Mi allontanai piano tranquillizzando il respiro «Siamo...siamo arrivati?» lui annuì «Sì, devi dirmi da dove devo andare adesso» annuì piano «Hem...da qui possiamo anche andare a piedi, e proprio la giù» gli feci cenno con la testa.
Si voltò in quella direzione «Ok, andiamo» scendemmo dall’auto, la differenza di temperatura fu traumatica, fortunatamente avevo nella borsa il mio vecchio cappello di lana.
Non avevo mai portato nessuno in quella mezza catapecchia/appartamento in cui mi ritrovavo a vivere. Nessuno tranne Eveline e Dakotah.
Da quando mi ero trasferita non avevo stretto molte amicizie.
Sentivo che di Josh potevo fidarmi, almeno non mi aveva dato l’impressione di essere uno stalker maniaco.
Rimase un po’ ad osservare il palazzotto, mentre io prendevo le chiavi. Evidentemente si stava rendendo conto dello schifo che era.
Salimmo al terzo piano ed entrammo nel mio monolocale.
«Fa un po’ schifo come posto...ma è tutto ciò che posso permettermi» lui si sedette sul divano-letto «Con tutti i soldi che guadagni?!» intanto avevo acceso il riscaldamento e mi ero avvicinata al cucinotto per preparare il caffè.
Dovevo spiegarglielo?
«Hem...non credere che sia chissà quanto» sembrò non bersela «Andiamo Hayley, per quanto Chad si possa prendere, almeno 1.000 $ a serata te li fai. Non dico vivere in una villa, ma...» lo bloccai «Fai sempre così tante domande??» sembrò prendersela leggermente «Voglio solo capire. In tutta questa faccenda c’è qualcosa che non torna. Tipo il perché una ragazza come te faccia un lavoro del genere» «La paga è buona» uscì automatico dalle mie labbra «Dalla a bere a qualcun altro» sbuffai.
Stava davvero facendo troppe domande.
Ma forse a lui avrei potuto dirglielo, no?
Forse.
Presi le due tazze e mi sedetti al tavolo, raggiunta poco dopo da lui.
Iniziai a bere, ma lui continuava a fissarmi.
Poggiai la tazza «Il caffè è lì di fronte a te, John» «Non bevo finché non parli» alzai lo sguardo al cielo.
Perché voleva sapere a tutti i costi?
«Allora fatti tuoi» scosse piano la testa «Comunque devi ancora rispondermi alla domanda su quello che mi aveva detto Chad»
Poggiai la tazza esausta, uscì anche un po’ del caffè.
Lo guardai dritto negli occhi
«Ok, vuoi delle risposte?! Ora le avrai».










AAAAAAAAAH! Finalmente ho aggiornato! La scuola mi sta già uccidendo ç_ç
Scusate se ve lo faccio finire così! Ma se continuavo avrei scritto tipo altre mille mila cose e non mi sarei accocchiata più (?), avrei finito di scrivere alle 5 ed è già mezzanotte e voglio andare a leggere XD
Però devo ammettere che adesso la storia mi sta prendendo un sacco *-*
Il prossimo capitolo sarà abbastanza succulento (?) :33
Cioè, tutti i capitoli dopo questo saranno abbastanza succulenti, e non mancheranno delle sorprese e della suspance! 
TA DA DAAAN! LOL Ok, bugia, fate finta di niente, non voglio promettere oro e magari poi dare latta.

Ok, la smetto.
Love yall, and Peace and LOL <3 (scusate se ci sono errori, non mi va di rileggerlo XD)

-Becky;

   
 
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