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Autore: Ordinaryswan    30/09/2012    3 recensioni
Serena, non è la solita ragazza sfigata, è bella con un autostima sotto le scarpe. Passa i giorni a studiare per non deludere i propri genitori. Non si lascia andare mai. E' all'ultimo anno di liceo, tormentata per non aver mai avuto esperienze con un ragazzo. Beh, prima che non le si presenti alla porta di casa un odioso fratellastro.
-“A casa mia, tranquilla non c'è nessuno” Se ne uscì con il suo sorriso malizioso che mi fece perdere un battito. Non doveva avere quell'effetto su di me. Non poteva. Lui era solo uno stronzo, bello e stronzo come tutti, come tutti quelli, no come tutto il genere maschile. -
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Era il giorno prima di capodanno e si poteva sentire l'elettricità nell'aria. Tutti, tutti eccitati di fare una grande festa per abbandonare quel 2012. Anche io, nonostante odiassi le feste, nonostante l'accaduto, avevo voglia di iniziare un nuovo anno. Forse il mio anno. L'anno dei diciotto, l'anno del diploma in violino. Già, tra le mie strambe passioni c'era anche la musica. Oltre all'arte e alla moda.

In tutto il paese mi conoscevano per i miei vestiti, per il mio trucco e per i capelli. Cambiavo look in continuazione, ma mi dicevano sempre che stavo bene. I capelli erano neri e lunghi, a volte con le meches rosse, blu, viola o verdi. A volte con dei rasta o delle treccine. A volte con acconciature assurde. Gli occhi grigi con qualche sfumatura azzurra e un fisico atletico. Non mi ritenevo niente di che e comunque non volevo avere attorno ragazzi.

Beh, la solita ragazza un po' scontrosa e difficile, starete pensando. Ero solo me stessa, buona con tutti tranne che con il genere maschile.

Per capodanno avrei partecipato ad una festa organizzata dalla mia classe, nella villa di un'amica. Probabilmente, sarei rimasta anche a dormire lì, ma dovevo chiedere ancora conferma a Silvia.

Mia migliore amica, nonché proprietaria (i suoi genitori) della villa.

Presi il telefono dalla tasca e la chiamai.

“Ehi stupida dimmi” rispose dopo il primo squillo.

“Dimmi, chi rimane a dormire?”

“Tutti”

“Con tutti, vuoi dire anche me?”

“Ovvio, stupida Serena” sì, le piaceva dare della stupida, ma era come un ti voglio bene, solo che era più facile e veloce da dire.

“Senti, dovrei comprare delle calze .. mi accompagni più tardi?”

“Sì, così ti costringo anche a comprare un intimo rosso, magari è la volta buona che ti fai Alessandro” Alt. Ale è il fratello di Silvia, lui è cotto di me. Io lo ignoro, come ignoro tutti del resto, ma anche se non lo ignorassi non ci sarebbe nessuna relazione.

“Magari è la volta buona che ti uccido”

“Divertirti tu mai, eh?” Alt, di nuovo. Silvia era la festa. Era il divertimento. Era una persona allegra e amante delle feste, come non mai. Beh, lei aveva un bagaglio di esperienza che la raccontava.

“Leggerti un libro tu mai, eh?” Facevamo sempre così, amiche no?

Continuammo a battibeccare un altro po' finché non arrivammo alla conclusione che avrei comprato l'intimo solo se mi fossi vestita come dicevo io.

Non mi piaceva provocare, apparire sì, ma provocare no, come se tutti non mi guardassero di già normalmente.

 

Intorno alle quattro del pomeriggio ci ritrovammo in centro.

Entrammo direttamente nei negozi interessati.

“Due paia di calze una color carne e una a rete piccola, grazie” dissi ad una commessa.

“Che te ne fai di due paia così?”

“Fusion, una gamba in un modo ed in una in un altro, cucio io tranquilla”

“Oh non avevo dubbi... e dimmi che ti metterai sopra?”

“Un maglione largo di mia nonna che lascia le spalle nude e un pantaloncino corto, contenta?”

“Beh il maglione mi fa paura, ma tanto rimani figa comunque, quindi sì” Silvia, sempre la solita che insisteva nel dire che tutti i maschi avrebbero voluto portarmi a letto.

Andammo poi a prendere l'intimo e mi affidai a Silvia, almeno per quello.

Ci salutammo ognuna alla rispettiva fermata dell'autobus.

Tornai a casa e mi misi all'opera, tanto i compiti gli avevo già finiti, tempo da perdere ne avevo anche troppo.

Dopo aver tagliato e cucito le calze me le provai e le trovai spettacolari, un contrasto netto come mi piaceva. Il maglione era abbastanza grande e non era pesante, tanto che potevo ballare tranquillamente.

Il pantaloncino era troppo corto per i miei gusti, ma d'altronde era l'ultimo dell'anno e tutti sarebbero stati più svestiti.

 

Ultimo giorno. Ultimo giorno del 2012, doveva filare tutto liscio almeno per quel giorno.

Mi svegliai a mezzogiorno, tanto per godermi la vacanza, visto che entro una settimana avrei ripreso a svegliarmi alle sei e mezza e mi feci una doccia.

Andai nel mio ufficio, così chiamavo il box della doccia, già da lì uscivano le migliori idee e le migliori cazzate, ma quella mattina era solo per puro relax, perché stranamente, mi sentivo agitata. Non andavo ad una festa dai tempi delle medie, escludendo i vari compleanni di Silvia nel corso degli anni, dove casualmente a metà serata mi sentivo male.

Non feci molto durante il pomeriggio, se non leggere, rilassarmi, ancora leggere, e poi prepararmi. Mi impegnai con il trucco, un'opera d'arte speravo, bastava che non fosse volgare.

Decisi di farmi accompagnare da mia mamma fino alla villa, perché prendere l'autobus conciata in quel modo non mi sembrava opportuno.

Arrivai prima degli altri per dare una mano alla mia amica.

“La vuoi smettere di essere bella?”

“Eh?” Alzai un sopracciglio e sbuffai.

“Se stasera non ti scopi qualcuno vado a dire a Mattia che ti piace”

“Primo:sei volgare. Secondo: Mattia non mi piace. Terzo: io stasera non scopo, scordatelo”

“Cambierai idea..” e andò a vestirsi lasciandomi ad ultimare il tavolo delle bevande.

Magari sotto l'effetto d'alcool, ma non mi sarei abbassata a tanto.

 

Il campanello cominciò a suonare ripetutamente e quell'enorme casa iniziò a riempirsi di persone, musica e alcool. Già soprattutto quest'ultimo.

Le sale principali erano due, una dove si ballava o ci si strusciava, quella non poteva essere chiamata danza, e l'altra composta da divanetti per stare in compagnia e rilassarsi magari con una fetta di dolce e un po' di spumante. Per gli altri, non per me.

Mi sedetti appunto in un divanetto isolato, meno stavo con quelle persone meglio era per la mia salute. Non mancai di salutare le mie amiche ma poi preferii starmene in disparte ad osservare, la stranezza, tutti ormai mi conoscevano per quello.

Notai che molte coppie erano già salite ai piani superiori, beh, a fare le uniche cose che si possono fare in un letto, e non parlo di dormire. Al piano di sopra c'erano una decina di camere da letto. Silvia, la trattavano proprio bene.

Sentii poi il divano sprofondare dal cambiamento di peso, qualcuno si era appena seduto accanto a me.

“Tu qui?”

“Vattene” Mattia, ancora.

“Conosci solo quel vocabolo” Mi alzai spazientita, volevo un po' di relax e mi trovavo già un Mattia che puzzava di fumo vicino. Quest'ultimo scoppio a ridere.

“Che c'è?”

“Le tue gambe!” continuò a ridere.

“Ignorante” si riferiva alle calze così strane. Rideva. E lo lasciai ridere finché non mi prese il polso.

“Dai andiamo a ballare”

“Ehi, Laura, Mattia vuole ballare con te” urlai in direzione di una nostra compagna di classe, cotta di lui. Sparii poi tra la folla con un sorriso compiaciuto sulle labbra, le aveva appiccicato una cozza addosso. Ben gli stava. Ora che avevo ottenuto quella soddisfazione decisi, che forse, potevo andare a ballare. D'altronde mi piaceva la musica.

Cercai con lo sguardo Silvia o comunque qualche amica, specifichiamo amica, con cui avrebbe potuto ballare.

La trovai per fortuna.

Mi avvicinai e per un attimo mi lasciai andare seguendo solo il ritmo della musica. Ondeggiando i capelli e muovendomi, sinuosa, con i fianchi.

“Continua che li stai facendo eccitare tutti” Silvia all'attacco parte seconda. Possibile pensasse solo a quello?

“Smettila o me ne vado adesso”

“Silvia ti posso rubare l'amica per due minuti?” Era Ale. La serata era sempre più divertente, sì. Silvia mi fece l'occhiolino e ci lasciò a ballare. Non parlammo molto, ci limitammo a farci domande molto semplici con risposte monosillabiche.

Fortunatamente dopo pochi, miseri anche se troppo lunghi minuti la padrona di casa decise di leggere i buoni propositi che ognuno all'entrata aveva messo nella cesta. Mancavano 20 minuti alla mezzanotte.

Alcune richieste erano davvero assurde.

-vorrei metter in ordine il mio disordine-

-vorrei poter stare con la ragazza che mi piace- alquanto banale.

-vorrei passare l'anno scolastico- quello lo desiderano tutti. E così via. A leggere tutti i desideri per l'anno nuovo.

 

10 ecco iniziano.

9 devono gridare così tanto?

8 Forse è meglio che mi chiuda in una stanza prima che inizi il fiume di spumante

7 Ecco appunto, mi avvio, tanto conosco la casa.

6 si sentono anche dal piano di sopra.

5 Branco di eccitati.

4 Oh la camera di Silvia, l'unica in cui me ne posso stare in pace.

3 Eh ciao, anno.

2 questo era acuto

1 Benvenuto 2013, oh cazzo.

 

“Perché mi perseguiti?” domandai a Mattia.

“Beh ti stavo per fare la stessa domanda”

“Anche tu odi i conti alla rovescia?”

“Esattamente”

“Bene me ne torno giù, contenta di aver condiviso i miei primi secondi del 2013 con te” sbottai.

Scesi di nuovo dov'erano tutti, o meglio nel fiume d'alcool. Presi un bicchiere anche io e lo buttai giù. Non ci poteva essere inizio anno peggiore.

La festa andò avanti fino alle 3 di notte e rimasi in un angolo sul divano, cercando di non fare avvicinare nessuno, avevo perso la voglia.

Altra cosa fondamentale, Silvia mi aveva mentito a dormire sarei rimasta io con altre 4 compagne di classe, Ale, Mattia e altri 2 ragazzi.

Ovvero era diventata una cosa intima, tra amici.

Quando tutti se ne andarono decisi di smettere di fare l'asociale e di unirmi alle chiacchiere altrui.

“Perché non facciamo obbligo o verità?” Silvia se ne usciva sempre con giochi pericolosi.

Iniziammo con il giro, toccò a Silvia che lo fece a Mattia, di conseguenze Mattia scelse me.

“Obbligo o verità?” Avevo paura di quello che mi avesse chiesto, quindi una o l'altra era lo stesso.

“Verità” sentenziai.

“ Sei vergine?” delle risatine partirono dagli altri due ragazzi, mentre gli altri mi guardavano curiosi. Arrossii leggermente.

“No” ero sincera, non l'avevo mai fatto con un ragazzo, fisicamente non ero più vergine, avevo preferito fare da sola, pur di non aver la prima esperienza con un ragazzo. Si me ne sarei pentita. Li lasciai un po' tutti a bocca aperta.

Toccò a me che mi vendicai scegliendo Mattia.

“Obbligo o verità?” sorrisi.

“Obbligo” Disse presuntuoso.

“Bacia un maschio, non con la lingua, ma almeno stai 5 secondi, ti do la possibilità di sceglierlo”

Mattia sbuffò sonoramente e si avvicinò a Luca, un suo amico, che mi guardò torvo. Si scambiarono quel bacio, facendo gesta disgustate tra di loro. Toccò a Luca, che si vendicò di me.

“Obbligo o verità?”

“Obbligo” Dopo quella domanda avrebbero potuto chiedermi con chi, e io la verità non l'avrei mai voluta dire.

“Bacia Mattia, con la lingua”

“Bello scherzo, dai dimmi che devo fare” contestai.

“Bacialo e basta” Deglutii a vuoto e mi avvicinai a quel ragazzo strafottente.

Lo guardai negli occhi, scontrandomi con quell'azzurro accesso. Presi un altro respiro, quasi mi girava la testa, e attaccai le mie labbra a quelle del ragazzo. Le dischiusi leggermente per permettere alle nostre lingue di assaggiarsi. Il bacio era caldo e, la sua lingua mi assaggiava ed esperta si muoveva.

Fui attraversata da un brivido, e tra imbarazzo e paura di quella sensazione mi staccai, trovando un Mattia che mi sorrideva ancora malizioso.

Fui più assente mentre il gioco continuava, poi, poi decisero di andare a dormire.

L'avevo baciato, possibile che non mi riuscivo a togliere dalla testa quella frase? L'avevo baciato.

Il mio odio.

L'aveva avuta vinta.


Here we are. Inizio già con i ringraziamenti, beh grazie per chi ha messo la storia tra le seguite e grazie per chi ha recensito ^^ Pian piano si scopre sempre qualcosa di più sui personaggi, e meno parlo e meglio è... Quindi buona giornata e spero tanto che il capitolo vi sia piaciuto. Cri :)

  
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