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Autore: dreamlikeview    30/09/2012    8 recensioni
Dopo le feste di Liam e Niall.. i bambini sono costretti ad andare dal dottore a causa di un gran mal di pancia generale.
Cosa accadrà da quest'ultimo?
Genere: Comico, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Baby One Direction.'
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Dopo i festeggiamenti di Liam e Niall, che si erano tenuti a distanza ravvicinata, i bambini che vivevano nella grande One Direction House, iniziavano a sentire i primi dolori, sintomi di quello che li avrebbe condotti dal dottore.
Il primo fu il piccolo Harold, che essendo il più piccolo e avendo ingerito troppi dolciumi, sentiva un fortissimo mal di pancia.
Con il visino basso e i ricci afflosciati, andò da Papà Paul, tenendosi una manina sul pancino e nell’altra stringendo il suo orsetto preferito.
“Papà Paul.. mi fa tanto male la pancia..” – disse il piccolo, mentre tenendo saldo il pupazzo nella mano, portava il pollice in bocca, tipico atteggiamento del bambino di tre anni appena.
“Non ti preoccupare! Ci pensa super Louis!” – urlò Louis mettendosi il mantello rosso e blu sulle spalle.
Corse da Harry e lo mise sul divano.
“No, no! Lewis no, no!”
“Mi chiamo Louis, ingrato!” – urlò l’altro.
Gli occhietti di Harold si riempirono di lacrime, e scoppiò in un gran pianto, a causa di Louis, ma anche a causa del mal di pancia.
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Il secondo a risentire degli effetti delle feste fu il saggio Liam, che iniziò a sentire grandi fitte alla pancia e a rotolarsi nel letto per farle smettere. Nemmeno le coccole del suo Bau riuscivano a tranquillizzarlo.
Non avrei dovuto usare il cucchiaio, lo avevo detto a Niall! I cucchiai sono cattivi! Pensò Liam, credendo ingenuamente che i suoi dolori fossero causati dall’uso di un cucchiaio e non da altro.
A piccoli passi scese anche lui in sala, sentendo Harry piangere e Louis sclerare.
“Papà Paul.. pancino..” – fece Liam con il musino da cucciolo bastonato.
“Vieni c’è il dottor Louis!” – urlò Louis attirando Liam verso di sé, lo fece sedere sul divanetto e iniziò a fare le sue diagnosi, mentre Harry continuava a piangere e Liam a tenersi il pancino.
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Il terzo a risentirne fu Zayn. Il bambino vanitoso non aveva resistito alla tentazione di assaggiare gli squisiti dolcetti comprati dal loro amato Papà Paul, e dopo essersi riempito di essi, si disperava dal dolore alla pancia.
Si guardava nello specchio piangendo.
“Bambino figo con dolori alla pancia, bambino figo con dolori alla pancia!” – urlava scalciando nel letto, stringendo lo specchio tra le mani, in modo che non potesse cadere a terra.
Louis, che ancora era sano, l’aveva sentito ed era corso da lui.
“Adesso il dottor Louis ti fa la puntura!” – urlò entrando.
“NO!” – urlò Zayn.
“Non voglio la puntura, no!” – scese con un balzo dal letto, rotolando a terra.
“Dai Zayn, non ti farai male!”
“Sta lontano dal mio sederino preferito!”
In lontananza si sentì un nuovo lamento. Un altro dei bambini era vittima di quell’epidemia di mal di pancia che dilaniava in casa.
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Il quarto ad essere vittima dell’epidemia fu Niall.
Il bambino si disperava. Infatti, mentre era sul suo letto, intento a mangiare altri dolciumi, un po’ avanzati dalle feste, un po’ rubati dalla dispensa, si era piegato sulla sua pancia, urlando dal dolore e iniziando a lacrimare.
“Non voglio morire, non voglio morire!” – urlava.
Riuscì con fatica ad alzarsi dal letto e corse in corridoio, dove incontrò un simpaticissimo Louis che gli corse incontro abbracciandolo.
“Oggi sono il tuo dottore!”
Il biondino lo guardò terrorizzato, e dopo aver dato un urlo degno di una donna in calore, corse tra le braccia di Papà Paul che lo mise sul divano insieme agli altri tre – Zayn era scappato dalla camera per paura che Louis gli facesse la puntura.
 
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Il quinto, ed ultimo, vittima di tutto questo, fu proprio il buon Louis che tutto il giorno aveva cercato di aiutare gli amichetti che si erano sentiti male, senza però buoni risultati.
Stava mangiando una carota, una delle sue amatissime carote, quando Niall gli disse di assaggiarla con la nutella, perché era più buona, e quello fu il colpo di grazia per Louis.
Scoppiò in un pianto isterico, degno di un neonato.
Iniziò ad urlare a gran voce il nome di Papà Paul, attirando l’attenzione su di sé, com’era solito fare.
“Papà Paul, Papà Paul! Di a Harold che i suoi giocattoli sono sotto il mio letto, a Niall che le sue patatine sono nel cassetto dei miei calzini, a Zayn che i suo specchio di riserva l’ho rotto e a Liam che mi dispiace di aver dato un calcio a Bau!” – urlò senza rendersi conto, a causa del dolore.
“Louis, non stai morendo, è solo mal di pancia” – disse l’omone prendendo il bambino tra le braccia e portandolo vicino agli amichetti, che avendolo sentito lo guardarono male.
“Sei un mostro Lewis!” – urlò Harry ancora con il pupazzo tra le braccia.
Liam aveva la testolina appoggiata sul dorso di Bau, e guardò Louis sorridendo.
“Tranquillo, Bau ti perdona.”
Louis sorrise all’amico, appoggiandosi al bracciolo del divano. Aveva davvero tanto male alla pancia.
“Mmh.. non ho mai provato le patatine al gusto piedi, dici che son buone Zayn?”
“Ma sei rimbambito? Che me ne importa delle tue patatine, questo.. assassino ha ucciso il mio specchio! Era il mio specchio più preferito!”
“Zayn, si dice il mio specchio preferito.”
Il moro abbassò la testa, offeso.
A nessuno interessava dei suoi amati specchi.
E lui dove si sarebbe specchiato poi?
Papà Paul, intanto, aveva preso le chiavi dell’auto e raggiunse i bambini.
“Andiamo bambini,vi porto dal dottore.”
Bastarono quelle parole per fare andare nel panico tutti.
“Ma noi siamo benissimo!” – disse Louis a nome di tutti.
“Come dice Lewis, come dice Lewis, stiamo bene!”
“Si, si!” – diede corda Niall –“noi restiamo qui!”
“Mi faranno la puntura?” – chiese Zayn a Liam a bassa voce.
Quest’ultimo annuì.
“Io sto benissimo!” – si alzò sul divano –“guardami sono..” – si piegò dal dolore alla pancia, e Papà Paul rise.
 Si avvicinò al divano e li prese tutti e cinque in braccio, dirigendosi così alla macchina.
Li mise tutti e cinque sul sedile posteriore e chiusa la porta, partì alla volta dello studio medio.
 
Qualche minuto dopo..
Papà Paul entrò nello studio medico con il piccolo Harold attaccato al suo braccio, Liam che si guardava intorno terrorizzato, Niall che si mangiava le unghie, Zayn che continuava a ripetere di non voler fare la puntura, e Louis che era attaccato alla sua gamba urlando “non voglio morire, non voglio morire!”
Arrivato nella sala d’aspetto, li pose tutti sulle sedie, mentre loro si guardavano complici e spaventati.
Non volevano assolutamente farsi visitare, avevano paura.
Era comprensibile, erano ancora piccoli.
Fu il loro turno, ed entrarono in fila tutti insieme a Papà Paul.
Si sedettero davanti al medico, che disse all’omone che li avrebbe visitati e poi li avrebbe rimandati da lui.
Papà Paul decise di lasciare il medico in balia dei bambini, almeno per mezz’ora non avrebbe sentito le loro urla, ed uscì dalla stanza.
I bambini rimasti dentro, guardavano il medico con una faccia sconvolta e spaventata, mentre il tizio sorrideva loro, cercando di tranquillizzarli.
“State tranquilli bambini, adesso chiamiamo anche l’infermiera che mi aiuterà.”
Liam si alzò in piedi sulla sedia.
“Dottore sono stati i cucchiai!”
“Avrete mangiato tanto, non dipende dai cucchiai.”
“No, io non ho mangiato!” – urlò Niall, spaventato che gli togliessero le sue merendine.
Louis si alzò in piedi.
“Non è vero sono state le carote, Harold le ha messe nel detersivo!” – urlò Louis.
“Non è vero! E’ colpa di Lewis!”
“Io non ho fatto niente!” – si difese.
Zayn, estraneo alla discussione, si alzò in piedi.
“Non voglio fare la puntura! Lontani dal mio sederino preferito!” – urlò come quella mattina in casa.
Il dottore, già esasperato, chiamò le infermiere. Cinque per la precisione, una per ogni bambino.
Le cinque donne, visti i bambini, si addolcirono e li presero in braccio, portandoli in stanze diverse.
-
Il piccolo Harold, data la sua indole, si attaccò al petto della donna, con la scusa di avere freddo.
“Oh piccolino, sei adorabile” – disse la donna poggiandolo sul letto.
Il piccolo si alzò in piedi sul letto.
“Signora, posso avere un abbraccio?” – fece allargando le piccole braccia.
La donna, commossa, lo strinse tra le braccia.
Il piccolino si alzò sulle punte e diede un bacio sulle labbra alla donna, ridendo soddisfatto.
“Sii! Ho baciato una vecchia! Adesso Lewis non mi prenderà in giro!”
Saltellò sul posto, dimenticandosi del suo mal di pancia.
“Piccolo mostro.” – fece la donna offesa.
Il dottore arrivò e gli somministrò una medicina, che fece effetto in poco tempo, e Harold ritornò agile e scattante, correndo dal suo papà Paul.
-
In una stanza accanto, il piccolo Liam era portato da una ragazza piuttosto giovane, che lo coccolava. Ma lui aveva sempre l’espressione triste, così la donna, messo il bambino su un lettino, lo guardò.
“Cos’hai piccolo?”
“Io non sono malato.. non voglio restare qui.. voglio tornare da Bau..”
Fece gli occhi dolci.
Nessuno lo sapeva, Liam aveva la capacità di convincere tutti con quegli occhi dolci e quando non voleva qualcosa, o aveva paura di qualcosa, usava quella tecnica per evitare le cose spiacevoli.
“Oh tranquillo piccolino, il dottore ti farà andare via subito.”
“Io non sono malato! Sono stati i cucchiai cattivi!”
“Invece se sei qui, lo sei. I cucchiai non c’entrano nulla.” – disse duramente.
“Ma..ma..” – Liam scoppiò a piangere. Non era abituato a qualcuno che non resistesse ai suoi occhi dolci, e si sentiva sconfitto.
Il dottore somministrò anche a lui una medicina, che in poco lo fece guarire.
Liam se ne andò guardando male la signora che non gli aveva creduto.
-
Il piccolo Zayn guardava la signora di fronte a lui, portava dei giganteschi occhiali.
Zayn iniziò a specchiarsi in essi guardando, senza volerlo, fisso la signora.
“Piccolo, non si fissa, è cattiva educazione.”
“Shh! Guardami sono bellissimo!” – fece indicando gli occhiali.
“Ti stai specchiando?”
“Si!” – continuò a specchiarsi in eterno, fino a che la donna non lo posò sul lettino e lui sbuffò contrariato.
“Mi stavo specchiando, io!” – urlò.
“Smettila se no ti faccio la puntura.”
Zayn spalancò gli occhi, e si accucciò sul letto buono. Vide che nelle sbarre di ferro del letto l’immagine veniva riflessa e si guardò in quel modo.
“NON VOGLIO LA PUNTURA!”
La donna esasperata, di già, chiamò il medico che girò Zayn abbassandogli i pantaloni.
“AIUTO, AIUTO! MI VOGLIONO FARE LA PUNTURA!” – continuò ad urlare Zayn.
L’infermiera gli diede uno schiaffo sul sederino, e Zayn scoppiò a piangere.
“BAMBINO FIGO IN PERICOLO!”
Il medico nel frattempo gli diede una medicina per il mal di pancia.
-
Louis in braccio alla donna spalancò gli occhi.
“Il mio amico ha bisogno di super Louis!”
“Resta qui, super Louis, il dottore tra poco ti porta la medicina e poi puoi andare a casa.”
Louis sbuffò incrociando le braccia.
“Signora ti ho detto che io sono superman?!”
La donna rise, scuotendo la testa.
“Allora è iniziato tutto quando ero piccolo. Un giorno bello, mi sono svegliato con tanti amichetti nuovi, si anche Harold perché voglio bene a lui, e avevo il mantello rosso e blu, come superman! Allora..”
“Louis basta sta zitto.”
“MA IO NON SONO LOUIS SONO SUPER LOUIS!”
“Oh per l’amor del cielo.”
“Il mio super oggetto sono le carote! Il mio super potere è aiutare tutti! Il mio super amico è Kevin! Il cattivo invece è Harold.”
“Ti prego sta zitto!”
“Un giorno a scuola un bambino mi ha rubato il Kevin, allora io l’ho sfidato e l’ho battuto.”
“Basta parlare!”
“Poi oggi ho fatto dottor Louis, perché i miei amici sono malati..”
“Oh mio dio.”
“E poi quando stavo mangiando le carote mi sono sentito male!”
“INSOMMA BASTA” – urlò la donna.
Louis rimase impassibile, e continuò il racconto di tutto quello che gli passava per la testa.
Il dottore in quel momento entrò riuscendo a somministrare la medicina all’iperattivo Louis.
-
Nell’ultima stanza, Niall, pur avendo il mal di pancia, aveva fame.
Si lamentava infatti con l’infermiera a chi era stato affidato.
La donna non ne poteva più.
“Ma io ho fame! Ho fame, ho fame, ho fame, ho fame!” – si lamentava.
“Ho FAMEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!”
“Ok, ok ti porto da mangiare ma smettila di urlare.”
“Ho fame, ho fame, ho fame, ho fame, ho fame, ho fame, ho fame!”
L’infermiera corse alle macchinette e gli portò dei cracker, e Niall li guardò schifato.
“Ho fame, ho fame, ho fame, ho fame, ho fame!” – continuava.
“Ma dimmi cosa vuoi!”
“Una torta!”
La donna alzò gli occhi al cielo, e aspettò il dottore, mentre Niall continuava a dire di aver fame.
Il dottore arrivò e diede la medicina a Niall.
“Ho fa..” – gli mise una caramella in bocca e il bambino si zittì.
Sorrise sornione, e tornò saltellando dagli altri.
 
Dopo essere stati guariti dal dottore, i bambini tornarono dal grande Papà Paul, che nel frattempo aveva rilassato i nervi.
Cosa successe quando tornarono a casa, quel giorno.
Ma una cosa è certa, Papà Paul aveva evitato ancora l’esaurimento nervoso a causa dei bambini.
Tutto il resto è un’altra storia.
 



NO, JIMMY PROTESTED!

buongiorno a tutti! Ahahah giorno.. alle quattro LOL 
Dovevo postarlo stamattina, ma.. mi sono svegliata alle 3 LOL LOL 
Anyway. Il capitolo di Strange Loves è quasi ultimato v.v arriverà tra un'oretta o due..
Vi è piaciuto? :3
Non son adorabili? Ahahahahah
Prima o poi andrò dalla BBC e li proporrò come sit-com. Non possono dirmi di no LOL
Adesso vi lascio, vado a finire Strange v.v
A dopo mie belle :3
Shao, :3

   
 
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