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Autore: Geliantis    01/10/2012    5 recensioni
messi alla prova dalla loro grande amicizia - o amore?
Forse aspettare in un rapporto non è sempre la soluzione migliore...
"In un altra situazione mi sarei messa a saltare di gioia perchè mi considerava ancora la sua migliore amica. Ma le parole 'questa cosa non cambierà mai' mi parvero così fredde in quel momento, così arrabbiate e distanti."
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Liam Payne
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Scusi signorina, il suo nome è..?
-Jennifer Hanson.
Ero appena atterrata a New York da dieci minuti e già la odiavo. Dopo aver ripetuto il mio nome più volte, alla fine la tizia da dietro quel vetro tappezzato di post-it e avvisi mi aveva lasciata passare, afferrai le mie valige e uscii dalla fila. Quella stazione era così caotica... Ma tutte quelle voci mi erano lontane. Non avrei mai pensato di rifinire tra la folla di New York, diretta al mio nuovo appartamento in città solo per un lavoro. Marika - una mia amica delle superiori - mi aspettava là, mi aveva anche detto che mi avrebbe chiamata e mi avrebbe fatta da navigatore, ma io ancora non avevo visto una sua chiamata... Mi trascinai le valige dietro di me, avvicinandomi ad una panchina, dopo di che estrassi il cellulare cercando in tutta fretta il suo numero. Appena premetti il verde, subito la mia amica rispose.
-Jenn! Sei arrivata?
Feci una faccia ovvia, ben sapendo che lei non poteva vedermi: -Già, sono appena arrivata. Davanti alla stazione dei treni, hai presente? Dimmi di sì, perchè non ho la più pallida idea di dove sono finita.
-Emh...- fece una breve pausa. -Sì, ma certo che ce l'ho presente! Che domande fai?- Scoppiò a ridere isteicamente. -D'accordo senti: non ti muovere: mi vesto e vengo subito a prenderti, va bene? A dopo!-
E mi riattaccò in faccia. Rimasi con un urlo in gola, che rischiava di strozzarmi se non buttavo fuori l'aria. Dopo dieci ore di aereo e due di treno sentirmi dire "non ti muovere, vengo subito a prenderti!" conoscendo Marika non era una bella cosa. Caddi con la testa tra le mani sulla panchina, nascondendomi subito dopo la faccia tra i palmi; non che volessi scoppiare a piangere, ma fin da bambina quel gesto mi aveva aiutata a rilassarmi e ad isolarmi da tutto. Così scaricavo la mia rabbia invece di rifarmela col mondo. Senza volerlo, mi tornò alla mente quel 14 Settembre di molti anni fa, quando ancora frequentavo la 3 elementare, e focalizzai la scena: sorrisi al ricordo.

Una bambina di otto anni che si era rifugiata dietro la scuola, seduta per terra, con le braccia sulle ginocchia e la testa nascosta in quel punto: non piangeva, non era una di quelle che piangeva se le si faceva un torto... Semplicemente con quel gesto si isolava e riusciva a calmarsi. Una palla rotolò ai suoi piccoli piedi, ma lei non alzò il capo neanche per sbaglio. Sentì dei passi che si fermarono davanti a lei - probabilmente il proprietario della sfera - e dopo questa domanda: -Stai piangendo?
La bambina alzò il volto con molta calma: lo fulminò con lo sguardo quasi - nonostante avesse solo otto anni sapeva come mandare occhiatacce alla gente, le mandava perfino agli adulti!
-No- rispose fredda, poi se ne tornò in quella posizione.
-Perchè allora sei qui tutta sola?- La bambina aveva notato che davanti a lei stava un bambino della sua stessa età, con i capelli color castano d'orato e gli occhi scuri, una faccia simpatica in effetti. Ma lei era lì perchè si era isolata, non voleva nessuno intorno. Era arrabbiata con tutti.

-Perchè mi piace stare sola. Te ne vuoi andare?
Il piccolo a quel punto lasciò cadere la palla ai suoi piedi, e si mise a sedere al suo fianco, lei alzò il capo e lo guardò negli occhi: sorrideva. Nessun bambino maschio prima le aveva sorriso in quel modo.
-Anche a me piace stare da solo. Stiamo soli insieme, ti va?- disse senza smettere di sorridere. Le porse la piccola mano leggermente sporca di terra. -Sono Liam.
La piccola accettò con una leggera esitazione. -Jennifer.-
Quella ero io. E quello il mio futuro migliore amico.


Con il passare del tempo io e Liam cominciammo a conoscerci sempre di più, già in quarta elementare eravamo inseparabili. Lui era sempre accanto a me in ogni difficoltà e io accanto a lui; eravamo solo noi due... Nessun altro. E questo fatto non ci dispiaceva. Ogni cosa la facevamo insieme; tutti potevano benissimo scambiarci per una coppia di fidanzati, ma noi eravamo semplicemente due grandi migliori amici. Anche quando entrammo nell'ambito "medie" ci sostenemmo a vicenda, ritrovandoci addirittura in classe insieme. Nonostante fossimo solo in due, ne facevamo di tutti i colori.

-Oh merda Liam, e adesso? Solo noi potevamo rimanere chiusi nella stanza degli attrezzi!- esclamai, battendo un pugno alla porta. Ma lui non la smetteva di ridere - rideva così forte che si doveva reggere la pancia con le braccia per riuscire a contenersi. Non riuscivo a restare seria quando faceva così, ma dovevo rimanerlo per affrontare la situazione. Eravamo lì per cosa poi? Perchè quel vecchio del professore si era dimenticato il fischietto sulla sedia. E giustamente quel furbo di Liam aveva lasciato le chiavi nella porta, per poi mettersi a darmi noia, farmi sbattere in quel punto facendola chiudere di scatto. E in quel momento si sentiva anche libero di ridere.
-Il prof. ci ammazza se non rientriamo in classe!
-Jenn, siamo rimasti chiusi! Ti prego, mettiti a urlare come fanno nei film! Oddio!- e riscoppiò a ridere.
Lo minacciai di colpirlo con un pugno sul braccio, lui fece per pararsi e si andò ad accasciare a terra. Scossi il capo sconsolata per quella visione, poi puntai le mani sui fianchi e mi guardai attorno: c'era una finestra da cui uscire in effetti, le sbarre erano abbastanza larghe per poter passare entrambi... Fortuna che per essere di seconda media ero abbastanza piccola di statura, e Liam anche se aveva un fisico allenato poteva benissimo scappare da lì con me. Provai per un ultima volta a forzare la maniglia, spingendo con tutta la forza che avevo contro di essa, ma inutilmente; perchè avevo la forza di un microbo?! Poi Liam neanche collaborava...
-Ehi, riprenditi un po'! Mi è venuta un idea- gli feci, accucciandomi davanti a lui, scuotendolo e tirandolo per un braccio per rimetterlo in piedi. Il mio amico riprese contegno e si sistemò la maglia, schiarendosi la voce.
-La tua brillante idea?- chiese guardandomi dall'alto. La differenza d'altezza tra noi due era quasi frustrante. Il mio gigante.
-Vedi la finestra? Usciamo da lì, corriamo fino ai bagni, saliamo dalle finestre e rientriamo nei corridoi. E poi facciamo una mega fuga in classe. Che ne dici?- Spiegai tutto d'un fiato, tracciando una specie di linea immaginaria con le mani davanti a me. Lo sentii soffocare una risata, si portò una mano alle labbra.
-Giuro che se ridi ti faccio diventare donna, accidenti.
-No, okay, hai ragione scusa.- Lo sentii prendermi per i fianchi e stamparmi un bacio sulla guancia, poi fece una breve corsetta fino alla finestra e la spalancò. -Vado prima io. Non fraintendermi però! Sai che sono un gentilman.
A quel punto fui io a scoppiare a ridere. -Ma smettila Payne. E muoviti, che se ci beccano non sai che culo ci fanno.-
Il mio amico saltò fuori, subito mi affacciai ritrovandolo in piedi: sarà stato circa due metri d'altezza. Liam mi porse la mano, senza capire perchè mi andò il cuore in gola e mi fermai i capelli dietro all'orecchio. Sapevo che con lui avrei potuto fare anche la peggiore figura di merda senza sentirmi in imbarazzo, ma volevo comunque dimostrargli di saper affrontare "certe situazioni." Nonostante ciò appena mi staccai dalle sbarre, strinsi la sua mano, poco dopo mi ritrovai con i piedi per terra: era la prima volta che uscivo dalla scuola in quel modo, e per di più di nascosto. Se ci avessero beccati sarebbero stati guai seri...
Corremmo tenendoci per mano fino ai bagni, lui davanti e io dietro, una volta arrivati alla finestra del bagno dei maschi vi entrò e allungò le braccia per aiutarmi, subito indietreggiai con una faccia scioccata: quello era un tabù per me.
-Io lì non ci entro- dissi mettendo il broncio e incrociando le braccia al petto.
Liam sbarrò gli occhi. -Che cosa?
-E' il bagno dei ragazzi quello! E' imbarazzante!-
-Jenn, cosa vuoi me ne freghi se è il bagno dei maschi? Falla finita e sali, muoviti, prima che ti veda qualcuno!-
-Perchè, se mi vede qualcuno lì dentro non è un guaio comunque? Io non entro!-
A quel punto Payne scavalcò di nuovo il balcone, atterrò in piedi, mi prese in braccio senza problemi e mi spinse dentro. Gli mandai chissà quanti accidenti sussurrati per paura che qualcuno ci potesse sentire, poi una volta ripreso contegno mi parai gli occhi con le mani, sentii il mio amico afferrarmi per un polso e trascinarmi fuori da lì. Era così imbarazzante stare lì.
Aveva aperto la porta, e si era affacciato nel corridoio per controllare la situazione.

-Okay, via libera- sussurrò, e fece il primo passo. Tempo di scattare verso il piano superiore che una voce ci fece gelare sul posto.
-Signorina Hanson? Signorino Payne? Siete della classe 2F, vero?- Era la voce della bibliotecaria, e ci aveva beccati mentre stavamo uscendo dal bagno dei maschi. Ecco, benissimo.
Io e Liam ci scambiammo un occhiata terrorizzata, con gli occhi fuori dalle orbite, sentivo tutti i muscoli rigidi... Lentamente ci girammo assieme.
-S-sì signora Teresa- risposi balbettando, senza incrociare troppo il suo sguardo. Non ero abituata a certe situazioni!
-Potreste chiedere alla vostra classe chi deve ancora riportare i libri? E durante l'intervallo tornate da me se necessario. Grazie mille.- La vecchia signora ci congedò con un sorriso privo di emozioni, girò i tacchi e sparì nella sua aula. Mi era sempre stata poco simpatica quella lì, forse perchè sembrava avercela con la mia classe...
-Jenn, corri!- mi strattonò Liam al mio fianco, subito scappammo al piano di sopra. Ero abituata a fare figurette con il mio compagno, ma quella sì che era stata imbarazzante... Farsi beccare nel mentre stavamo uscendo dal bagno dei maschi assieme! Assurdo! Chissà cosa avrebbe pensato. Scossi il capo per mandare via quei pensieri, poi inchiodammo davanti alla porta. Liam bussò leggermente e la spalancò, subito entrammo biascicando un inudibile -Salve prof.- per poi scivolare ai nostri banchi infondo all'aula.
-Il suo fischietto non era lì- mentì spudoratamente il mio compagno (se il prof l'avesse trovato in quell'aula ci avrebbe scambiati per degli irresponsabili che non hanno neanche voglia di cercare un oggetto come quello). La metà dei nostri compagni si stava ingozzando con la merenda - nonostante fossero solo le dieci - così io e il mio amico ne approfittammo per parlare un po'.
-Che avventura- esclamò, voltandosi verso di me con una faccia quasi affaticata. Io gli spettinai i capelli castani, poi incrociai le braccia al petto.
-Già. E' stato stressante.-

Ci guardammo. Non riuscii a stare seria vedendo la sua faccia, aveva la tipica espressione di uno che voleva scoppiare a ridere, poco dopo infatti cedette. Subito venni contagiata. Amavo la sua risata; mi faceva sentire al sicuro.

Il clacson di una macchina interruppe il mio flash back mentale, alzai di scatto la testa e guardai in quella direzione: un taxi giallo fermo dietro ad un auto di una marca che neanche riconoscevo. Non me ne intendevo di macchine, e mai me ne intenderò. Erano passati circa dieci minuti, di Marika ancora neanche l'ombra... Stavo seriamente cominciando a incazzarmi. Quella ragazza non aveva orari. E non riusciva a essere seria quando prendeva un impegno. Lei non era come Liam, che quando diceva una cosa era quella per forza... Lui ogni volta che doveva venire da me in un orario c'era sempre, ogni parola che mi diceva la manteneva, ogni promessa... Beh, ma anche Liam è umano e come tutti anche lui ha ferito. Solo una promessa non ha mantenuto; non avrei dato troppo peso a questo fatto... Ma purtroppo quella promessa, era la più importante di tutte.

Classe 3D, scuola superiore Brighit High School, aula 239, piano terra. L'ultima campanella era suonata, e io mi stavo avviando al mio armadietto per recuperare i libri e andarmene a casa. Liam quella mattina era mancato, quindi mi ero ritrovata da sola per tutta la mattina, ma non ne avevo fatto un dramma. Avevo passato la lezione con Marika, un americana della mia stessa età con cui mi trovavo abbastanza d'accordo. Non doveva essere la mia migliore amica - io avevo già un migliore AMICO e mi bastava lui - ma solo la mia compagna di banco in assenza di Liam. Bene, in quanto a Liam... In quell'ultimo periodo avevo cominciato a sentirmi attratta da lui. A dire il vero, era da un po' che questa cosa andava avanti, ma la mia mente aveva voluto accettare questo fatto da poco, quindi... Il problema di essere attratta dal tuo migliore amico è che non puoi dirgli niente, così avevo preso a parlarne con Marika - a grandi linee - e lei mi aveva ascoltata tutto il tempo senza fare storie. Era una ragazza stravagante, strana, un po' fuori dagli schermi in effetti - esuberante, estroversa... tutte queste cose che io non ero - ma si stava dimostrando una buona amica. Adocchiai due tipe che frequentavano il mio stesso corso per quella mattina, stavano parlottando tra di loro guardandomi e sul momento cercai di non dar loro peso... Sospirai nervosa, fulminandole entrambe con lo sguardo, poi sbattei l'anta dell'armadietto e Marika spuntò da dietro di esso.
-Mari, credevo tu ti fossi già avviata verso casa- ammisi, cercando di non dare peso a quelle due.
-Nah, volevo aspettarti.- Le sorrisi, e strinsi il laccio della mia cartella, quando quelle tipe ci passarono davanti ridacchiando e lanciandosi occhiate d'intesa. Dio, come non sopportavo quel genere di persone.
-A dire il vero c'è un motivo per il quale ti ho aspettata- fece d'un tratto la ragazza davanti a me, sistemandosi un ciuffo rossissimo dietro l'orecchio. -Beh, fossi in te parlerei con Liam appena lo vedo. Girano stane voci ultimamente sul suo conto.-
Subito mi feci seria, assottigliai gli occhi quasi automaticamente. -Che tipo di voci?- Io sapevo tutto di Liam, io ero la sua migliore amica. Se giravano voci su di lui era mio compito venirne a conoscenza, e in caso smentirle o sistemarle.
Marika si strinse nelle spalle distogliendo lo sguardo dal mio indagatore: era chiaro che non voleva essere lei a dirmelo.
-Mmh, tu parlaci appena lo vedi. Posso dirti che riguarda uno show televisivo a quanto ho capito... Vabbè, non vorrei sbagliarmi- scosse il capo con foga, e continuò. -Tu parlaci.-
Quelle parole mi lasciarono un po' perplessa: c'era per caso qualcosa del mio amico che io non sapevo? Il nervoso s'impossessò di me, non ero abituata a sentirmi fuori dalla sua vita in quel modo... Mi piaceva pensare che ogni cosa che mi avessero detto su di lui io l'avrei smontata con un "lo sò già", ma a quanto pare non era così. Appena tornai a casa quel pomeriggio mangiai in tutta fretta e mandai un messaggio a Liam con scritto che sarei andata da lui un ora prima (invece che alle quattro, alle tre) e una volta davanti al portone di casa sua suonai, il ragazzo subito mi aprì: indossava una maglia a maniche corte grigia e dei pantaloni della tuta neri di marca, ed era scalzo. Non si preoccupava di vestirsi bene in mia presenza, anche perchè per me era perfetto sempre.
-Ciao Jenn, portata Geografia?- mi sorrise, chiudendo la porta. Io subito lasciai la cartella a terra vicino al divano e mi ci lasciai cadere strofinandomi con le dita la fronte aggrottata.
-Ovviamente.-
-Bene. La facciamo in soggiorno, okay? Vado a prendere le mie cose su in camera, torno subito.- E detto fatto che Liam se ne sparì su per le scale. Lo guardai mentre la sua figura non si volatilizzò del tutto, poi affondai nel morbido divano lasciando andare la testa all'indietro. Soltiamente noi due facevamo la lezione insieme in camera sua. E adesso mi aveva chiesto di restare giù. Qualcosa non mi convinceva.
Feci per alzarmi, quando poggiai le mani sul cuscino però sentii uno scricchiolio di foglio, così mi voltai verso quella direzione e notai un angolo di carta sbucare da sotto di esso. Incuriosita lo afferrai tra le mani, rimettendomi in piedi con molta calma, e cominciai a leggere senza preoccuparmi se potessi o no. Le prime righe dicevano: "Cara Jennifer, ti scrivo questa lettera perchè non sarei mai stato capace di dirti tutte queste cose a voce..."
-Jenn, che fai? Ehi, dove l'hai trovata quella?- La voce di Liam mi fece schizzare sul posto e tornare alla realtà. Oh-oh. Me l'aveva praticamente strappata di mano, mentre io con un sussulto avevo sbarrato gli occhi, il cuore mi era andato in gola per la paura. Ci fissammo negli occhi, lessi nel suo sguardo confusione, quasi terrore... Non riuscivo a decifrare le sue emozioni in quell'istante.

-Hai letto qualcosa?- domandò con un filo di voce, interrompendo quello straziante silenzio.
Io presi fiato e titubante risposi (anche se il mio tono pareva strozzato): -C-che cos'è quella lettera? "Cara Jennifer"...? Che significa, Liam?-
-Non è niente, è solo uno stupido pezzo di foglio che non avresti dovuto trovare. Possiamo andare a fare Geografia adesso?- Aveva piegato il pezzo di carta e se l'era messo nella tasca dei pantaloni, aveva allungato un braccio verso di me per farmi accomodare in soggiorno, ma io schizzai all'indietro esclamando:
-No! Tu mi devi spiegazioni.- Ma si limitò a voltarsi verso di me con sguardo implorante. Sentii tutto il mondo crollarmi addosso. -Cos'è, non sono più la tua migliore amica? Non vuoi più dirmele le cose?-
-Ma che dici?! Certo che sei ancora la mia migliore amica! Ma è una cosa diversa...- Indugiò abbassando lo sguardo. Non volevo metterlo così a disagio, ma ero fuori di me... Sentivo che mi stava stava scivolando la situazione dalle mani, e la cosa non mi piaceva.
-Stamani Marika è venuta a dirmi che girano strane voci su di te ultimamente. E io non ne so niente... Perchè? Noi ci diciamo sempre tutto, giusto?- sentii le lacrime appannarmi la vista, subito mi accarezzarono le guance, le asciugai immediatamente con il dorso della mano.
-Jenn, ti prego... Non fare così.-
-Pensavo ti fidassi di me- continuavo, non ostinavo a mollare.
-Io mi fido di te! E dal momento che io mi fido, tu dovresti fare la stessa cosa! Fidati Jenn, fidati! Se ti dico di non preoccuparti, devi credermi! Ogni cosa verrà a suo tempo, devi stare tranquilla, okay? Sei ancora la mia migliore amica, questa cosa non cambierà mai!-
Quelle parole mi trafissero parte parte. In un altra situazione mi sarei messa a saltare di gioia perchè mi considerava ancora la sua migliore amica. Ma le parole "questa cosa non cambierà mai" mi parvero così fredde in quel momento, così arrabbiate e distanti. Rimasi di sasso. Non sapevo più che dire. Il silenzio cadde nuovamente tra di noi, e non solo quello: lasciai che le lacrime silenziosamente mi rigassero il viso arrossato, lui continuava a guardarmi con uno sguardo impotente.
-Scusa, ma penso che la farò per conto mio Geografia.- Mi chinai sulla mia cartella afferrandola, la rimisi in spalla e corsi fuori da lì senza preoccuparmi di chiudere la porta. Volevo solamente tornarmene a casa, strillare con la faccia nel cuscino e piangere, piangere peggio di una fontana, sperando che quello fosse solo un brutto sogno e che appena sveglia tutto sarebbe andato meglio.

-Jenn!- mi gridava la voce di Liam, ma la sentivo lontana ormai. Svoltai a destra e subito veloce verso la mia porta, entrai di scatto e mi rifugiai in camera mia. Abbracciai forte il mio cuscino, lasciandomi andare completamente. Nella mente rivedevo la scena della litigata; non riuscivo a crederci. Quelle parole scritte su quel foglio, che diavolo volevano dire? Sapeva tanto di lettera d'addio. Era come se volesse mollarmi e non essere più al mio fianco.
Piansi per tutto il pomeriggio, ma ne valse la pena: la notte dormii un sonno profondo.
Eppure quando mi svegliai la mattina dopo mi trovai comunque stanchissima.
Anche per quel giorno Liam mancò: appena mi sedetti al mio banco e vidi Marika arrivare non la degnai di uno sguardo neanche per sbaglio. Per tutte e cinque le ore non incrociai lo sguardo di nessuno dei miei compagni - se potevo evitare anche quello dei professori, non mi facevo problemi. Era come se qualcosa dentro di me si fosse spento, come se una parte di me fosse morta per sempre. Sentivo di averlo perso, non saremo mai più stati amici come prima... E quella cosa mi uccideva.
Anche quando arrivai a casa mi piantai sul divano con la mia copertina rossa di pail, accesi la tv su sky e lasciai che i programmi cominciassero e finissero sotto il mio sguardo poco attento. In quel momento era sintonizzato su un reality show chiamato X-Factor... Da quel che sembrava, chi si presentava sul palco doveva cantare ed essere giudicato da dei tizi dietro a un tavolo per passare un turno. Sospirai afferrando il cellulare, quando sentii uno degli uomini dire:
-Liam, come stai?
Istintivamente alzai il capo e nello schermo ritrovai una faccia anche fin troppo familiare. Ero gelata sul posto, non riuscivo più a respirare: quello era Liam Payne, il mio migliore amico. Gli occhi erano praticamente fuori dalle orbite, non riuscivo più a sentire niente di quello che dicevano... Senza capire come, il ragazzo al centro del palco cominciò a cantare una canzone che avevo già sentito sul suo Ipod, "Cry me a river", la sua voce mi scaldò il cuore e venni scossa immediatamente da dei forti brividi. Sapevo che Liam era bravo a cantare, ma non l'avevo mai sentito farlo in quel modo... Ci stava mettendo tutto in quella canzone, potevo sentire le sue emozioni sulla mia pelle. Appena quello spettacolo terminò la folla scoppiò in un forte applauso, gridando d'ammirazione per lui, pure due dei giudici si alzarono. Non potevo crederci: continuavo a scrutare il suo bel volto mentre era in ansia, attento a ciò che stavano per dirgli i giudici. A ogni approvazione di quelli, il mio amico sorrideva da orecchio a orecchio - era così felice. Il cuore mi batteva talmente forte quando anche l'ultimo lo lasciò passare alla fase successiva, appena Liam esultò scoppiai a piangere e la folla applaudì. Adesso era tuto chiaro: lui se ne era andato per realizzare il suo sogno. Una parte di me stava male, sentivo dentro di me un dolore lancinante, ma un altra era terribilmente contenta: ce l'aveva fatta comunque... Aveva perso un amicizia, ma aveva guadagnato un futuro.
Non guardai altro, spensi il televisore col telecomando e scappai di corsa in camera mia, chiudendomi a chiave: non volevo vedere altro. Quel programma lo aveva portato via da me... Ma dovevo essere felice per lui. Non riuscivo a smettere di focalizzare il suo sorriso a ogni "sì" nella mia mente, quelle immagini mi facevano piagere ancora di più.
Da dopo quel giorno smisi anche di guardare la televisione. Controllavo il suo profilo di facebook ogni giorno, ma non lo aggiornava spesso... L'ultima cosa che avevo letto riguardo a lui era che l'avevano messo in gruppo con quattro ragazzi che non aveva mai visto prima, ma - a sentire loro - si trovavano già bene. Sapevo che quei quattro sarebbero diventati presto i suoi migliori amici, dal momento che ormai io ero il passato per lui - e infatti subito provai odio per loro. Ma forse li odiavo solamente perchè volevo esserci io al loro posto, accanto a lui... Era passato un mese circa, mi mancava sentire la sua risata dal vivo. Mia madre aveva scoperto che Liam era a quel programma, e di tanto in tanto lo guardava, ma quando uscivo io e la trovavo alla televisione subito cambiava canale, sapeva che non volevo vederlo mentre si allontanava sempre di più da me.
Le mie giornate cominciarono ad essere vuote, trascorrevo tutto il mio tempo in camera a fissare il vuoto o a piangere, non facevo più i compiti per casa - i miei genitori vennero anche chiamati dalla coordinatrice della mia classe per parlarne, e loro provarono a tirarmi su in tutti i modi... Ma senza successo. Ricordo anche che quella donna mi fece saltare diverse ore di buco per parlarmi...
-Signorina Hanson, i suoi voti di studio ultimamente sono più che insufficenti in tutte le materie. Se continua in questo modo sarò costretta a farle ripetere l'anno- disse la vecchia signora Packwood, alzando gli occhi dal mio copito di matematica.
Sospirai sonoramente senza preoccuparmi di sembrare cortese e fissai lo sguardo nel vuoto con aria annoiata. Sempre le stesse parole, accidenti.
-Mh...- feci io in tutta risposta, incrociando anche le braccia al petto.
-Jennifer cara, tu sei sempre stata un alunna coi fiocchi...- si tolse gli occhiali a mezza luna dal naso e mi guardò preoccupata. Era passata dal "lei" al "tu"... Quello significava un discorso deprimente e toccante. -Come mai in questi ultimi tempi hai fatto questa discesa? E' per colpa dell'assenza del signorino Payne?-
Quelle parole mi fecero irrigidire sul posto, la donna se ne accorse sicuramente. Mi voltai verso di lei e le rivolsi un sorriso incredibilmente falso.
-Questi non sono affari che la riguardano, signora Packwood. Ci tengo alla mia privacy, e di certo non la sputtanerò con un prof.-
Mi alzai con sgarbo sbatacchiando la sedia, afferrai la maniglia della porta pronta ad evaquare di lì; nessuno mi aveva mai parlato di Liam, e nessuno doveva farlo. Io non avevo bisogno della compassione di nessuno, non mi serviva di essere compresa.
-Aspetta Jennifer, pensaci un attimo: se Liam fosse ancora in questa scuola ti direbbe di sicuro di provare a resistere... Di non mollare, giusto? Io so che tu ce la puoi fare a rimediare e a passare l'anno scolastico...-
Attesi qualche attimo prima di spalancarla e uscire da lì. Non che mi avesse aperto un nuovo mondo...
-Già. Ma non può dirmelo.-
Ovviamente, con molta calma, riuscii a recuperare e a passare l'anno scolastico, fino ad arrivare alla quinta superiore. Era stata dura, ma alla fine ce l'avevo fatta da sola, con le mie uniche forze. Ricordo ancora lo sguardo della signora Packwood il giorno del mio diploma; era quasi in lacrime... E io mi sentivo felice.
Liam e i suoi quattro amici erano diventati famosi una volta usciti da quel programma detto X-Factor, con un nome tipo "One Direction". Da quel che ne sapevo, piacevano alla gente; erano belli, giovani e bravissimi a cantare. Il sogno di tutte le ragazzine, insomma.
E mentre lui realizzava il suo sogno, io speravo soltanto di ricevere un biglietto per New York nel mio diciannovesimo compleanno.


-Caspita, guarda là! Allora li trasmettono davvero! Oddio, corri presto!-
Mi ripresi sentendo queste parole. Con lo sguardo confuso e corrucciato voltai il capo verso quella dirazione e notai una massa che si ammucchiava sempre di più, tutti con la testa rivolta verso l'alto. Sospirai afferrando la mia valigia e la trascinai verso quel punto; tanto non avevo nessun posto dove andare, potevo anche passare il tempo in quel modo.
Mi inumidii le labbra puntando gli occhi su uno schermo enorme stile cinema sopra di me: stava trasmettendo una diretta dall'Australia. Volevo concentrarmi su quello che diceva, ma attorno a me sentivo frasi tipo: -Wow, sono così emozionata! Non credevo mantenessero la parola!-
-Già, io credevo fosse solo un rumors!-
-Non ce la posso fare, fatemi vedere quei cinque angeli!-
Scossi il capo dopo quella frase, dedicai le mie attenzioni alla presentatrice: -I One Direction!-
Sia la folla australiana dallo schermo, che quella americana dal vivo applaudirono e gridarono: io avevo sbarrato gli occhi per quel nome. Non mi era nuovo, anzi, lo conoscevo anche fin troppo bene. Rimasi senza parole, mentre vidi un ragazzo dai capelli ricci alzare un pugno al cielo ed esclamare:
-Come andiamo, Sydney?- Un boato. -So che da tutto il mondo ci stanno guardando, quindi ne approfitto per salutare le nostre fans italiane, inglesi e americane! Vi amiamo.-
Subito sentii diverse voci gridare di amarli a loro volta, mi spinsero, ma io non staccavo gli occhi dallo schermo. Il cuore mi batteva così forte... Ero rimasta incantata. Un solo nome martellava nella mia testa, ed era quello di Liam.
Ed ecco che la visuale si spostò sul ragazzo. Ebbi un sussulto, immediatamente mi portai le mani alle labbra; Dio, era diventato così bello. Era diventato un uomo. Non aveva più i capelli a caschetto come quando eravamo ancora amici... Li aveva tirati su, in un ciuffo a dir poco perfetto, i suoi occhi erano sempre dolci come un tempo, il suo sorriso riusciva ancora ad incantarmi nonostante fossimo così lontani. Era passato così tanto tempo e non mi sarei mai aspettata di ritrovarlo lì, sopra di me in uno schermo, in Australia. Subito sentii gli occhi inumidirsi: chissà se gli mancavo come lui mancava a me.
-Prima di iniziare...- fece il mio ex-migliore amico portandosi il microfono alle labbra. -Vorrei dire due parole: mi piacerebbe dedicare Moments ad un'amica che conosco da quando ho otto anni, ma che ho perso di vista a sedici. Vorrei dirle che mi dispiace che ci siamo separati, e che mi manca da morire- fece una pausa prendendo fiato, abbassò per un attimo lo sguardo. -Le avevo scritto una lettera, ma non ho mai avuto il coraggio di dargliela per paura che non capisse i miei sentimenti... Spero solo che mi perdonerai, J.-
A quel punto rabbrividii con violenza, portandomi le mani alle labbra; le lacrime mi appannarono la vista. Sentivo il cuore martellarmi nella cassa toracica, come se qualcuno dentro di me avesse riacceso un fuoco ormai spento da tanto tempo.
-Liam...- sussurrai con voce spezzata, una lacrima mi scivolò sulla guancia, ed era una lacima di gioia. Per tutti quegli anni avevo pensato che partecipando a X-Factor mi avesse dimenticata per sempre, che per lui non sarei stata altro che una migliore amica... E in quel momento mi stava deidcando una canzone. Quella lettera che lessi... In realtà era una dichiarazione, che non ho mai letto e che faceva parte del mio passato ormai. Anche se l'avessi trovata, non sarebbe comunque cambiato molto; avrei solo avuto un resto di vita felice, ma sola.
Mentre ogni cosa stava cominciando ad avere un senso nella mia mente, i cinque ragazzi in quello schermo presero a cantare "Moments", che si rivelò una canzone magnifica. Io sorrisi con le lacrime agli occhi: nella mente lo ringraziavo, mentre mi perdevo nelle sue parole.
-Jenn! Ehi Jenn!- Marika spuntò fuori dal nulla, spingendo e facendosi spazio faticosamentre tra la folla. Mi prese per un braccio strattonandomi, io abbassai il mio sguardo su di lei: appena vide che stavo piangendo rimase quasi scioccata.
-Stai... Perchè..?- domandò con un filo di voce, io non le risposi tornando con lo sguardo rivolto verso quello schermo. Marika capì.

Non mi disse niente, mi strinse forte la mano strusciandola con pollice. Probabilmente tutte quelle ragazze che erano lì attorno a me in quel momento stavano piangendo perchè provavano il tipico "amore da fan", erano emozionate perchè vedevano i loro idoli cantare... Ma per me era diverso. Il mio amore per Liam non era quello di una semplice persona che lo ammirava per uno dei One Direction. Io lo conoscevo davvero, e lo amavo con tutta me stessa. Ma il nostro amore non avevrebbe mai avuto un lieto fine: troppo lontani per essere insieme.
-Ti amo Liam. Ti amo, ti amo da morire- sussurrai. Singhiozzai mentre sorridevo: ci stava davvero mettendo il cuore in quella canzone, come sempre...
Ero così fiera di lui.



 

Cara Jennifer,
ti scrivo questa lettera perchè non sarei mai stato capace di dirti tutte queste cose a voce...
Probabilmente questa è l'ultima occasione per farti sapere quello che provo per te, dal momento che domani avrò il provino di X-Factor (è un programma televisivo dove chi è bravo a cantare può avere un futuro. Non so se sono bravo abbastanza, ma ci voglio provare). Se mi prenderanno probabilmente non ci vedremo più, quindi ho voluto scrivere tutto qui dentro: per me non sei solo un'amica.
Ogni volta che ti vedo sorridere mi sento bene, quando piangi sento il mondo crollarmi addosso, quando sei con me mi fai sentire così vivo e tutto ciò non solo perchè siamo amici... Ma perchè mi piaci.
Penso di amarti.
Avevo paura di dirtelo prima, non ero affatto sicuro che tu mi ricambiassi, per questo te l'ho voluta dare adesso... Forse sarà troppo tardi, o forse no. Solo il tempo potrà dircelo.
Voglio solamente ricordarti quanto sei fantastica, sorridi sempre che sei bellissima e sopratuttto perdonami per averti nascosto tutto questo.
Sono un codardo, non avrei mai dovuto aspettare così tanto per mostrarti i miei sentimenti... Non volevo perderti, anche se forse succederà dopo domani.
Se un giorno dovessi dimenticarmi, se un giorno arriverai ad odiarmi... Sappi che per me sarai sempre la numero uno in tutto, avrai un posto speciale nel mio cuore, che nessuno potrà mai prendere.
Ti amo e ti amerò per sempre Jenn. E non come una semplice amica.
-Tuo Liam. xxx

  
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