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Autore: Momos    01/10/2012    1 recensioni
Fic sui Falling in Reverse
-se vuoi provarci fallo con qualcun'altra, non so se te ne sei accorto, nel caso contrario te lo dico apertamente. Mi stai sulle palle.- disse Guen scandendo bene le parole. Forse nessuna ragazza si era mai rivolta così a Ronnie, per questo si alzò nella stanza un -oooh- generale.
-Mi piacciono le sfide bella roscia- la provocò Ronnie.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Quindi lei, dal giorno in cui gli è stata portato via Brian, non lo ha più visto? Mai?- chiese Ronnie con la voce tremante.
-Mai. Tom non gli ha mai fatto sapere dove lo avesse portato. Lui è riuscito a far credere che lei fosse troppo immatura, troppo giovane e che vivesse una vita troppo sregolata con quel lavoro e che quindi non fosse in grado di prendersi cura di un bambino- spiegò Bells.
-E come ha fatto ha sopportare tutto questo per questi anni?- chiese Ryan che era arrivato a metà discorso insieme agli altri ma che aveva ben chiaro di cosa si parlasse.
-Infatti non lo sopporta. Non l’ho vista più come una volta. Lei muore dentro ogni giorno che passa, avreste dovuto sentirla i primi tempi mentre dormiva. Era un continuo urlare e piangere nel sonno, chiamava Brian- ormai Isabel aveva la voce spezzata dal pianto, ma prendendo un altro respiro profondo ricominciò a parlare –era straziante per me vederla così e non poter fare niente. Èper questo che lei dorme sempre con un cuscino abbracciato o comunque con una persona stretta a se. Dorme come quei pochi giorni in cui è stata tutta la notte stretta a Brian-
Ronnie continuava a guardare in basso lasciando che qualche lacrima bagnasse il pavimento.
-Io non voglio che lei soffra ancora. Io, voglio trovare Brian e portarlo da lei. Costi quel che costi- disse alla fine alzando lo sguardo. Isabel aveva gli occhi lucidi che si inondarono nuovamente di lacrime sentendo quelle parole. -Non voglio farlo per farmi perdonare, voglio farlo perché lei merita la felicità, quella che nonha mai avuto- finì lui. Ryan gli poggiò una mano sulla spalla
-Credo di parlare a nome di tutti- disse guardando tutti i suoi compagni –anche noi vogliamo aiutare. Guen è nostra amica- continuò lui. Ronnie sorrise e tornò a fissare il pavimento.
 
 
Continuavano a passare giorni ma niente sembrava cambiare. Guen era sempre lì, apparentemente priva di vita e Ronnie continuava a girare per tutte le case famiglie in cerca di questo Brian aiutato da Ryan e da suo zio, un prestigioso avvocato. Il tempo era nuvoloso, probabilmente avrebbe iniziato a piovere da un momento all’altro ma Ronnie e Ryan entrarono in ospedale con un sorriso raggiante.
-Non ti vedo sorridere così da quando Guen se ne è andata- notò Jacky. Ronnie lo afferrò per il gilet e lo trascinò dagli altri.
-Ragazzi buongiorno! Abbiamo una notizia meravigliosa- disse allegro Ronnie. Isabel rimase con lo sguardo basso
-A meno che voi non abbiate ritrovato Brian e abbiate convinto la casa famiglia a ridarlo a Guen non mi interessa- brontolò la bionda.
-Allora potrebbe interessarti- rispose Ryan. La ragazza alzò lo sguardo confusa. Osservava dal basso Ronnie e poi Ryan, e poi di nuovo Ronnie e poi di nuovo Ryan come per cercare una risposta.
-Si, lo abbiamo trovato! Non li abbiamo convinti a ridare a Guen suo figlio ma hanno promesso che appena lei si sveglierà lo porteranno qui per farlo rivedere a Guen. Per riaverlo dovrò parlare bene con mio zio- spiegò allegramente Ryan. Isabel scatto in piedi e strinse i due in un abbraccio.
-Grazie- furono le uniche parole che riuscì a dire.
-Ora non ci resta che sperare che si svegli presto- mormorò Ronnie –io vado dentro da lei- disse dirigendosi verso la stanza. Isabel lo afferrò prontamente per un braccio costringendolo a voltarsi.
-Che hai Bells? Lasciami- disse senza capire quel gesto.
-No Ronnie, è meglio se non vai ora- gli rispose lei
-Perché? Cosa..o meglio chi, c’è li dentro?- chiese. Isabel non rispose, non c’era bisogno di dire il suo nome. Ronnie si liberò con facilità dalla presa fragile della ragazza e a passo veloce arrivò davanti al vetro. Al fianco di Guen, seduto su una sedia c’era niente poco di me che lui, Tom. Ronnie era accecato dalla rabbia e senza riuscire a contenersi entrò sbattendo la porta della stanza della ragazza.
-Come osi sederti al suo fianco lurido verme?!- gli urlò. Tom alzò lo sguardo e sorrise provocatorio
-io lurido verme? Ma per favore, tu lurido traditore- gli rispose con quei toni spregevoli. Ronnie lo afferrò per il braccio non ingessato e lo trascinò fuori dalla stanza. Tutti erano accorsi lì per evitare altri danni.
-Tu non puoi permetterti di dirmi lurido traditore, tu sei una persona cattiva, insensibile, falsa, schifosa, non meriti neanche di essere chiamata persona- gli urlò Ronnie. Tom rise di nuovo
-Senti, io so chi sei tu “cella 289”!- rispose Tom. Ronnie si sentì trafitto da una lancia appuntita proprio nel centro del cuore.
-Quello è il mio passato, ho chiuso con quella roba- rispose cercando di restare calmo.
-Si, so anche questo ma la tua fedina penale rimarrà macchiata per sempre con un omicidio- gli urlò Tom.
-Una cosa che forse non sai è che la sto per sporcare di nuovo la mia fedina penale, con un altro omicidio, il tuo- urlò Ronnie –ringrazia solo che sei ingessato per ¾ di corpo- continuò lui.
-Che paura Ronnie! Ti sei un po’ rammollito sai? Non eri così buono qualche anno fa-
-Quello che ero io non ti riguarda chiaro? Devi solo ricordare che tu hai distrutto la vita della donna più importante della mia vita, per ben due volte e questo non te lo permetto- rispose lui. Isabel intanto si era avvicinato al vetro, aveva visto qualcosa muoversi. Sperava non fosse un illusione.
-Smettetela di litigare! Ronnie corri- urlò lei. Guen aveva aperto gli occhi. Ronnie non ci pensò due volte ed entrò nella stanza.
-Guen oh mio dio sei sveglia- urlò appena entrato. Guen gli sorrise.
-Mi sono fatta una bella dormita- rise lei. Ronnie le accarezzò la mano.
-Sono così felice di vederti sveglia!- gli disse. Guen sorrise di nuovo e guardò oltre il vetro.
-Ma ci siete tutti!?- chiese osservando Isabel, Jacky, Ryan, Derek e Ron appoggiati al vetro intenti a salutarla.
-Siamo venuti non appena abbiamo saputo- gli spiegò Ronnie. Nel frattempo era entrato un medico che stava leggendo con attenzione la cartella clinca.
-Finalmente sveglia signorina Innistal- disse felice il dottore
-quanto ho dormito?- chiese lei.
-Due settimane, giorno più o giorno meno- rispose il medico.
Poi guardò Ronnie e lo invitò ad uscire dalla stanza per permettere al dottore di visitare la paziente. Quando Ronnie uscì Tom si era seduto, lontano dal vetro.
-Che c’è non hai il coraggio di farti vedere eh verme?- urlò. Tom si alzò in piedi e tornò nella sua stanza zoppicando. Isabel continuava a piangere senza sosta tra le braccia di Jacky mentre gli altri ridevano felici. 



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Scusate se ci ho messo tanto ma ho avuto da fare a scuola e ora sono tornata più carica che mai! Spero che il capitolo vi piaccia e ringrazio ancora tutti/e quelli/e che recensiscono, aggiungo la storia tra le seguite, le preferite ecc ecc! 
With Love
Sty;

   
 
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