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Autore: sheisheather    01/10/2012    1 recensioni
"–Ingrato- mi alzai per rincorrerlo e picchiarlo a sangue.
Quando inciampò sul mio vaso di argilla lo presi per i folti ricci e cominciai a scuoterlo, ma non gemeva, continuava a ridere.
Nella mia missione, però, inciampai sui suoi piedi e mi trovai di fianco a lui, con il vestito sopra le ginocchia.
-Se tu vede tuo padre ti ucciderebbe- "
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Sulle cime dell’Olimpo.

Sull’Olimpo tutto andava come doveva andare.
Niente lotte continue.
Io ero stesa sul mio letto di piume, mentre fissavo il cielo, quando Eros disturbò la mia armonia.
-Phoebe, è tutto pronto, sta arrivando Edward, il dio della bellezza- mi preparai con il mio vestito azzurro e con eleganza dalla mia dimora.
Mi affiancai a mio padre, che mi portò a sé dicendomi –stai attenta, bambina mia- annuii e sorrisi.
Mia madre era alla mia sinistra, e così, desiderose di vedere questo dio, ci sedemmo sul grande trono mentre i nostri sudditi attendevano dinanzi a noi.
Eros cominciò a suonare la tromba, e fu l’entrata di Edward.
Colui, camminò sull’enorme distesa di nuvole, fino ad arrivare difronte mio padre.
Era bellissimo, ed era il dio della sua qualità.
Mio padre si alzò in piedi e si avvicinò al ragazzo, che si inginocchiò.
Sorrise e lo fece tirar su, e non ci volle niente a vedere la notevole differenza d’altezza tra mio padre e il giovine.
Pegaso svolazzava nell’aria, sopra le teste dei due. –Tu sei Edward?- disse con aria piuttosto seria, mio padre –Sì, signore.. sono io- rispose con altrettanta sicurezza. Mio padre scoppiò in una fragorosa risata, e gli diede una pacca sulla spalla –benvenuto in famiglia- tutti iniziammo ad applaudire, ed io sorrisi sotto i baffi, mentre fissavo quella divinità, mentre lui fissava me. In meno di un secondo arrossii.
Quando mio padre e mia madre si mischiarono tra i sudditi, io mi avvicinai al ragazzo.
-Tu quindi sei il dio della bellezza, Edward- dissi, sorridendo.
-Sì, e tu devi essere Phoebe, la figlia di Zeus e di Hera, non che dea dell’armonia.. giusto?- annuii.
-Bene, ti andrebbe di farmi vedere questa terra?- lo portai in giro.
Dove le divinità che non avevano nulla da fare fissavano gli umani, dove gli schiavi preparavano cibo, dove i figli di Crono ed Eurinome riposavano, ed infine le nostre dimore.
-Tu starai qui- lo accolsi nel suo nuovo punto di riferimento.
-In questa piccola baracca?- chiese. Rimasi interdetta.
-Come scusa?- dissi, infilando il mio braccialetto bronzeo.
-Nella mia vecchia dimora era tutto molto più grande- annunciò –e pensare che sono un Dio, e devo accontentarmi di una tale topaia- si sbragò sull’amaca.
-Beh, a quanto pare sì, ti accontenterai di questa ‘topaia’, anche se ci starai pochissimo, essendo Dio di una qualità a parte, dovrai assistere alle cerimonie delle divinità tutte le sere, nell’alloggio di mio padre- uscii da quella stanza.
-Dove vai?- mi chiese il Dio della bellezza (ma anche della presunzione)
-Da Pegaso- gli risposi, mentre mi incamminavo per la grotta, dove trovai il mio cavallo.
-Andiamo Pegaso- montai in groppa, e salii sui cieli della Grecia, sopra le nuvole.
Vidi il mare, e tutte le isole popolate da umani.. Vidi gli uccelli svolazzare felici nell’aria.. tra loro c’erano anche Eros e Cupido, intenti nel loro lavoro.. e mi sembrava di poter toccare il sole con un dito.
Tornai in casa dopo tre ore inoltrare, e mio padre era preoccupato.
Cominciò a lanciare fulmini per il cielo, così da scatenare il pianto di Marte, il dio della fertilità, della pioggia.
Corsi per le nuvole –padre, son qui, smettila- si calmò in un baleno, e mi abbracciò. –Dove ti eri cacciata figliola?- chiese –Ero andata a fare un giro con Pegaso, la presunzione di qualcuno mi ha dato molto fastidio- girai gli occhi verso Edward, che se ne stava tranquillo sulla sua sedia imperiale.
Lasciai la dimora di mio padre, e mi incamminai per la mia.
-Phoebe- mi salutò Dioniso. Feci cenno con la mano.
Arrivata nell’alloggio, mi stravaccai sull’amaca, e mi addormentai.
Dopo poco sentii qualcosa prudermi sotto il naso. Istintivamente mi sveglia di soprassalto, grattandomi la parte dolente.
Trovai Edward che rideva di fronte a me. –Ingrato- mi alzai per rincorrerlo e picchiarlo a sangue.
Quando inciampò sul mio vaso di argilla lo presi per i folti ricci e cominciai a scuoterlo, ma non gemeva, continuava a ridere.
Nella mia missione, però, inciampai sui suoi piedi e mi trovai di fianco a lui, con il vestito sopra le ginocchia.
-Se tu vede tuo padre ti ucciderebbe- rise sotto i baffi –sarà nella sua camera a farsi dar da mangiare dalle Ancelle, il sole è sceso, e le torce sono tutte accese, le guardie sono al confine, ed è tutto tranquillo.. come me- dissi.
-Comunque, puoi chiamarmi Harry- esclamò. –Harry?- chiesi piuttosto stupefatta. –Sì, Harry era il mio nome nella mia vita da umano.. Mi chiamavo Harry Styles, Edward era il mio secondo nome-
-Gli umani scelgono dei nomi meravigliosi, pensa che nella mia vita da umana mi chiamavo Erika- esclamai.
-Erika?- Annuii –è un nome proveniente dalla penisola del mediterraneo, non ne ricordo il nome- -italia- -Oh sì, da lì-.
Parlammo per tutta la serata, quando si fece tardi. –E’ ora di tornare- si alzò in piedi e mi baciò il naso –grazie per la bella serata-.
Mi addormentai con il sorriso.
Il mattino seguente mi svegliò mio padre, infuriato come non mai.
-Padre che succede?- chiesi ancora molto stanca.
-Per quale motivo ti sei permessa di accorciare il tuo abito dinanzi un giovine?- Edward, me l’avrebbe pagata con le cattive.
-Oh padre, è stato solamente un insulso incidente, son caduta a terra e il mio abito si è tirato fin poco sopra le ginocchia, non oltre.. Subito dopo l’ho aggiustato, non c’è da esserne così rigidi anche se fosse, ho quasi l’anello al dito- dissi abbassando il capo.
-Va bene, che non accada più- disse –non preoccuparti- uscì dalla mia abitazione, e dopo essermi accertata che fosse lontano, andai in stanza di Edward.
Stava dormendo.
Bene, aprii la porta e mi scaraventai su di lui. –Ti avevo anche chiesto gentilmente di non dir nulla a mio padre, e tu cosa fai? Glielo dici? Che Ade possa accoglierti- dissi portandogli le mani al collo.
-Ehi ehi ehi Phoebe, calmati- disse.
-Calmarmi? Non credo che tu ti sia cibato le lamentele di tuo padre perché un vestito ti è arrivato fin sopra le ginocchia. Tu non sai come siamo fatti qui sotto, tu sei uno dei tanti umani che ci sono sulla terra, tu non puoi far parte del monte olimpo. Sei un traditore, ecco cosa sei, un traditore. Non farò mai più fede su di te, e pensavo anche che sarebbe potuto nascere un bellissimo sentimento.. – mi bloccò lui.
-Cosa scusami? Io sono stato costretto, qualcuno deve aver detto a tuo padre di averci visti insieme, e mi ha reclamato nel suo alloggio. Mi ha praticamente obbligato di dirglielo, mi aveva anche detto che non sarebbe stato fiscale con te, ma a quanto pare non c’è riuscito- il registro a quel punto cambiava, ma ero troppo orgogliosa per dargliela vinta.
-Che Polifemo ti ipnotizzi- dissi uscendo dalla sua dimora, ridendo.

Dopo due ore, iniziò la festa del monte Olimpo.
Ero seduta sui comodi divani situati ai lati della grande sala, quando qualcuno bussò alla mia spalla.
-Mi concede questo ballo?- mi voltai, riconoscendo la voce di quel ragazzo –Ovviamente- mi alzai in piedi prendendo la mano di Edward.
Me la baciò delicatamente, e mi portò nel bel mezzo della sala.
La grande luce era riflessa su di noi, che ballavamo su quelle bellissime note suonate dalle Ancelle di mio padre. Le altre divinità ci guardavano a sogghignavano, parlavano tra di loro, ridevano.
Finita la danza applaudirono tutti.
Andai da mia madre.
-madre, perché tutti applaudono?- chiesi, abbastanza confusa, con Edward al mio fianco.
-Beh tesoro, c’è scritto sulla mitologia- rise –la mitologia? Madre di cosa stai parlando?- rise con gusto, ancora.
-C’è scritto che voi due siete destinati per stare insieme, che il regno un giorno avrà voi due sul trono- guardai Edward, che stava guardando me, e senza proferir parola lo avvicinai a me e lo baciai con passione.
Tutti applaudirono ancor di più, e mi voltai per vedere la scena.
Ero felice finalmente..

Hi!
Eccomi qua, con questa OS.
Allora, inizio con il dirvi che E' UNA MIA CREAZIONE, QUINDI NON COPIATE..
Non ho letto MAI os come questa, è tutto frutto della mia immaginazione, quindi vi prego di non rubarvi l'idea.
C'era troppa monotonia in giro.
Comunque spero abbiate apprezzato, e.. lasciate una recensione magari. :)
un grande bacio.


Erika.
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