01/10/2012
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Prologue.
Rieccheggiò il rumore del martello contro il legno.
Segno che il giudice era arrivato ad una decisione.
In aula, si sollevò un brusio: persone che ridevano, altre che battevano a terra il piede, altre che lanciavano occhiate sulle ambigue capigliature degli avvocati.
-Silenzio in aula!-
La voce del giudice, forte e sicura, fece zittire tutti i presenti i quali con ordine si ricomposero sulle sedie.
Si schiarì la voce e poi continuò.
-In base all’articolo numero 418 della costituzione, i due imputati qui presenti: Harry Styles e Anastasia May sono colpevoli di aver infranto le regole sociali che non permettono di avere rapporti sessuali in famiglia. Ma in quanto l’evento sia accaduto solo una volta, la pena sarà lieve, infatti i due dovranno frequentare un istituto correzionale per un minimo di sei mesi. Al termine di questi ultimi ci ritroveremo in codesto luogo per decidere se dovrenno frequentare ancora l’istiuto Sanit Martha, nella periferia di londra. Con questo la sentenza è chiusa-
Il giudice raccolse il raccoglitore stracolmo di carte e usci dalla minuscola porticina di legno dietro alle sue spalle.
Con il dorso della mano mi strofinai gli occhi che per il sonno si chiudevano da soli.
Voltai lo sguardo verso Harry.
Era sconvolto: aveva due enormi borse viola sotto gli occhi che avevano perso quel verde smeraldo, e potevano essere paragonati al verde di un bosco.
Il ciuffo gli cadeva sulla fronte e quei dannati ricci perfetti, non erano più ben definiti.
Mi alzai in piedi facendo scivolare la sedia lontano da me e mi diressi verso di lui.
Alzò lo sguardo verso di me per poi rimettere la testa fra le mani.
Gli passai una mano sulla schiena, segno che dovevamo andare.
Passai dritta davanti i miei genitori, senza neanche degnarli di uno sguardo e Harry che nel frattempo si era alzato, fece lo stesso.
Il viaggio in macchina, fu silenzioso.
Fatta eccezione per mia madre che cercava di aprire un dialogo, ma senza risultato.
Harry guardava fuori dal finestrino, come perso nel paesaggio che gli scorreva davanti.
Solo quando il motore della macchina si spense, distolse lo sguardo e velocemente entrò in casa.
Io incìvece non avrei resistito un minuto di più a rimanere zitta.
-Dimmi che cazzo centra il giudice adesso?-
Sbottai.
-Anastasia, modera i linguaggio-
Mi ammonì lei.
-Parlo come cazzo mi pare e piace, e non hai risposto alla domanda che ti ho fatto-
-Madre di Dio, abbi pietà di me! Ana, siete fratelli..-
-Fratellastri-
Precisai.
-Non centra, non potete fare sesso e poi tu hai solo 16 anni-
-Harry ne ha 18, e poi non sei mica tu quella che a 15 anni è rimasta incinta, guarda un po’, l’allievo supera il maestro!-
Ribattei io con sarcasmo.
-Sono tua madre, non rivolgerti a me così-
Mi rimproverò finche salivo le scale.
Non l’ascoltai, lasciai che continuasse a blaterare per conto suo.
Entrai nella camera di Harry e mi fiondai fra le sue braccia.
*Prometto di non avere buone intenzioni*
Siete contenti?
Spero di continuare presto anche con “i’m pregnant by you”
Comunque, che cosa ne pensate, la posso continuare o l’elimino? A voi la scelta.
Un bacio a tutti.
La vostra Camilla.
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