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Autore: FairySweet    01/10/2012    2 recensioni
Un figlio che non vuoi, la consapevolezza di dover scegliere e solo quella dannata paura a mangiarsi viva la razionalità ...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cristina Yang
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Settima stagione
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Dentro di te 9                                                                                                                                                 Ti Aspettiamo Qui










Non si era resa conto di quanto stancante potesse diventare reggere un bisturi, sorridere mentre quelle fitte lancinanti la costringevano a trattenere il respiro.

Lo faceva da giorni ormai, sorrideva, si nascondeva dietro ad una stupida maschera evitando gli sguardi preoccupati delle infermiere, di suo marito che la seguiva ovunque impedendole di fare idiozie.
Nemmeno lui poteva continuare così insomma, viaggiare continuamente, starle vicino, occuparsi di un ospedale e fingere di essere riposato e tranquillo per non allarmarla, ma conosceva bene quello sguardo, la paura che si nascondeva dietro ad un “Va tutto bene non preoccuparti” e poi quel continuo via vai di emozioni ogni volta che la vedeva sospirare, stringere con forza le mani attorno al bordo del tavolo “Sei pronta?” sollevò lo sguardo dalla cartella “Perché sei qui?” “Perché non saresti mai tornata a casa prima di otto ore, aveva altra scelta?” scosse appena la testa massaggiandosi il collo “Hai bisogno di riposare” “Ho bisogno di un intervento che mi occupi la mente” “Hai bisogno di mangiare qualcosa, di riposare e di lasciar stare la chirurgia per un po’ sei entrata nel sesto mese, hai bisogno di tranquillità e non è qui dentro” la tirò dolcemente per mano aiutandola ad alzarsi  “Coraggio” le sfiorò il viso sorridendo “Andiamo via dottoressa se no sarò costretto a prenderla in braccio” le sfilò il camice soffermandosi qualche secondo sul suo viso, sull’espressione dolce e tenera dei suoi occhi “Domani torno a Seattle” “Davvero?” la voce incrinata dalla preoccupazione e dalla delusione “Davvero” sorrise infilandole il cappotto “Devo controllare i miei medici, il mio ospedale, i miei pazienti” la mano posata sul suo ventre e sotto le dita i movimenti di suo figlio  ... Perché vai via? Avevi promesso che saresti restato per sempre papà ...  “Tornerò presto” “Lo so” mormorò stringendo la mano attorno alla sua “Vedrai che me la caverò bene. Ci sono riuscita fino ad ora, cosa potrà mai esserci di diverso?” “Niente solo, beh, abbiamo comprato cose, preparato una cameretta, pensato e nomi e io ...” sorrise sollevandogli dolcemente il viso “Ci troverai qui come sempre”  ... Allora è per questo che vai via? Per lavorare? Non preoccuparti papà, resto io con la mamma, la proteggo io da tutto e da tutti e se qualcuno vuole rubarla allora diventerò un principe forte e coraggioso e la salverò ...  “Ti va di mangiare una pizza?” lo vide sorridere, annuire debolmente mentre la pioggia sul vetro cancellava ogni preoccupazione.
Non era il restare sola che la terrorizzava,  ma piuttosto, la consapevolezza di aver lasciato entrare di nuovo nella sua vita quell’uomo  grande e forte, quell’uomo che era anche padre e che amava suo figlio e lei come se al mondo non avesse altro.
Sarebbe ripartito, sarebbe stato via per settimane ma questo lo sapeva,  lo sapeva bene eppure, non riusciva a cacciare quel fastidioso pensiero dalla mente.


“Torna a casa alle tre ogni giorno, non litigare con gli altri bambini e non ammazzare nessuno con il bisturi chiaro?” sorrise stringendo più forte il suo braccio mentre, come tanti, camminavano in quell’aeroporto “Non sto scherzando! Segui gli orari del dottor Fellon, non operare più di ...” “La smetti?” mormorò ironica ridacchiando “Non succederà niente di brutto promesso” “Davvero?” gli occhi inchiodati ai suoi e le mani posate dolcemente sulle sue spalle “Davvero. Io e Julian staremo bene”   ... Hai visto papà? La mamma ha scelto, ho un nome ...  “Non ti piaceva” mormorò confuso “Non è vero” “Ma se ...” “Non potevo dartela vinta subito no?” si strinse appena nelle spalle mentre la risata di suo marito le entrava nell’anima “Informiamo i signori viaggiatori che il volo 44869 per Seattle sta per imbarcare i passeggeri”  sollevò lo sguardo da terra incrociando i suoi occhi “Se hai bisogno di qualsiasi cosa devi solo chiamarmi e sarò qui in men che non si dica” “Tu pensa solo al tuo lavoro e ad evitare che Alex eviri un’altro poveretto col catetere” la strinse tra le braccia sospirando “La carta di credito è sulla mensola della cucina, accanto ai biscotti e ho comprato un grosso cesto di frutta, è nel frigo ok?” un debole sorriso a colorarle le labbra “Buon viaggio maggiore” una mano posata sul suo viso e poi le labbra sulle sue e un bacio così dolce e delicato da stordirlo.
Da quando era tornato da lei, non si era mai nemmeno sognato di fare una cosa del genere e ora che quel bacio diventava reale, si rendeva conto di quanto in realtà gli fosse mancata “Come faccio ad andare via ora?” sorrise posando la fronte contro la sua poi la mano a scendere dolcemente su quella pancia ormai evidente “Mi raccomando piccolo mio, prenditi cura della mamma” un movimento leggero, delicato a farlo sorridere ... te l’ho già detto papà. Mi prenderò cura io della mamma ...  la staccò dolcemente da sé cercando di sorridere, di non lasciare alla preoccupazione “Ti chiamo appena arrivo” un debolissimo si ad accompagnarlo fino al gate e la rabbia a colorare ogni altra emozione.
“Le auguriamo buon viaggio signore” esclamò il giovane riconsegnandogli il biglietto, annuì leggermente voltandosi, il viso di sua moglie, il suo sorriso, il movimento ritmico e delicato della mano, ogni particolare ad imprimersi nella memoria prima di lasciarsela alle spalle di nuovo.

  
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