Just a dream.
Capitolo sedici.
Stava correndo scontrandosi con persone che non perdevano di certo tempo a insultarla. Non era tradimento, non aveva baciato Cory ma perché si sentiva come se l’avesse fatto? Il problema stava nel fatto che, quando l’enorme e grande ragazzo si era avvicinato a lei, tutto era diventato confuso, nuovo e voleva baciarlo. Si sentiva lusingata ed eccitata di aver ricevuto delle attenzioni da un bel ragazzo canadese.
Ma lui non era fidanzato?
Era rimasto seduto per interminabili minuti mentre continuava a fissare la porta che si apriva e si chiudeva interrottamente. Che diavolo gli aveva fatto quella ragazzina per portarlo fuori orbita? Voleva darsi due schiaffi belli forti da tornare sulla terra ferma. Amava Lea, l’amava da ormai tre anni abbondanti, aveva lottato per conquistarla, per farla sentire al sicuro tra le sue braccia – glielo ricordava ogni giorno con il suo sguardo completamente innamorato – ma come era riuscito ad interessarsi a una versione più giovane e, sicuramente, più egocentrica di lei?
La testa riprese a scoppiare e, maledicendosi, decise di prendere quella dannata bottiglia di vino e ritornare nella casa di Lea, che era diventata la loro di casa.
“Tesoro, sei tu?”, sentì la voce del suo Finn provenire dal salotto.
“S-si, amore. Sono io”, rispose mentre si chiudeva dietro di sé la porta cercando di concentrarsi su di loro e di raggiungerlo. Stava sul divano attento alla lettura di un libro. Si era vestito elegante – dopotutto era l’ultimo giorno dell’anno – e più bello che mai: indossava dei pantaloni color cachi abbinata a una camicia bianca e maglioncino blu che risaltava i muscoli delle braccia e le grandi spalle. Quando lui alzò lo sguardo, si imbatté nei suoi occhi color castano pieno di amore, amore solo per lei. Concentrati, Rachel si disse mentre leggermente gli sorrideva.
“Non ho comprato il vino, mi dispiace”, iniziò a dire, “stavo scegliendo una bottiglia e poi c’è stato un blackout e ho avuto paura. E quando hanno ripristinato la corrente sono scappata via.”
“Non ti preoccupare, Rachel. Non è niente di grave. Dovremo avere sempre qualcosa in casa, no? Anche se non è il miglior vino del mondo.”
“Mi dispiace, davvero”, ripeté. All’ennesimo tentativo di scuse da parte di Rachel, Finn si alzò avanzando vicino a lei e appoggiò le proprie labbra sulla fronte della ragazza.
“Non devi scusarti, l’importante è che non sia successo nulla.”, disse e Rachel fu sul punto di piangere, ma si trattenne, “ora, vai a farti una doccia e metti il vestito migliore che tra mezz’ora è pronta la cena”.
“Non ti stancherai mai di essere così perfetto?”, sussurrò Rachel.
“Non dire sciocchezze. Quella perfetta sei tu ed è per questo che sono così fortunato ad essere amato da te.”
“Non abbiamo mai fatto un capodanno insieme ed è un vero peccato”, disse Lea mentre addentava la sua cena.
“Hai ragione”, rispose semplicemente Cory.
“Cory, tutto bene? Ti vedo un po’ assente”, chiese preoccupata. Da quando era rientrato in casa l’aveva baciata e poi senza proferire parola l’aveva aiutata nella cena. Non aveva detto nulla per non essere invadente ma tutto questo distacco le faceva male. E non voleva rivivere certi sentimenti che aveva vissuto quando era legata a Theo.
“Non è nulla, tesoro. Ho solo un po’ di mal di testa”, cercò di tranquillizzarla mentre provava a non pensare al negozio, a Rachel e alla sua confessione.
Più la guardava, più si sentiva disgustato da se stesso. Sapeva quanto aveva sofferto per Theo e non se lo meritava.
“Se vuoi possiamo andarcene a Times Square e poi andare a casa se l’emicrania ti da tanto fastidio”
“No, non vorrei renderti il capodanno uno schifo. Andremo alla festa”
“Non mi renderai mai il capodanno uno schifo. Cory, tu lo rendi perfetto anche solo con la tua presenza. Sei tutto quello che potessi desiderare”, disse Lea porgendosi per baciarlo.
Continuò a guardarsi davanti al grande specchio della loro camera, indossando uno dei vestiti che gli aveva regalato Finn. Era un vestito rosso sopra al ginocchio con microscopici pallini bianchi con una parte di merletto, posta sopra al seno che continuava fino a metà schiena, con una decorazione floreale. Tutto unito a delle calze invernali nere con delle decolté con cinturino blu marino che si intonava perfettamente al giaccone blu che avrebbe indossato poco dopo. Poteva essere decisamente un abito primaverile ma erano stati invitati da John e Tasha dopo la mezzanotte in un locale dove offrivano un karaoke e si era convinta che dentro sarebbe stato un forno con la gente che si sarebbe presentata successivamente per i festeggiamenti del nuovo anno.
Più volte le aveva detto Finn che quel vestito era stato pensato per lei ma in quel momento si sentiva non perfetta per il suo ragazzo. E la colpa di questa consapevolezza era solo e unicamente di Cory. Perché si era comportato così? Aveva detto che era innamorato pazzo della sua stupenda e bellissima ragazza – si perché deve esserci al suo fianco una ragazza bellissima, si disse mentalmente.
Era furiosa, non per la ragazza di Cory che sia chiaro, ma perché si stava rovinando il suo miglior capodanno e non poteva fare questo a se stessa e nemmeno a Finn.
Fanculo Cory, non riuscirai a rovinarmi questo giornosi disse mentre raggiunse Finn per raggiungere Times Square per il conto alla rovescia.
Come al solito, quando si trattava di feste, Lea aveva alzato un po’ il gomito bevendo circa tre cocktails per niente analcolici ed ora continuava a ridere e a ballare in modo goffo e spensierato in mezzo alla grande sala del locale che dava una perfetta visione di Times Square. Cory era seduto su una poltroncina a parlare con Jared lanciando occhiate preoccupate verso la sua ragazza, pregando che non succedesse nulla di strano.
“Allora, amico. Cosa hai combinato in questi giorni?”, chiese Jared.
“Mah, diciamo che ho fatto il fidanzato premuroso mentre voi ancora mi tenete lontano dallo studio di registrazione. E ho iniziato a leggere il copione del prossimo film”, rispose sorridendo timidamente. Voleva aggiungere anche un ho conosciuto una ragazza e credo che mi piace ma, aveva preferito tacere.
“Se proprio ci tieni allora tra due giorni riproviamo”, disse mentre con il corpo seguiva il ritmo della musica. Guardò l’orologio e si rese conto che non mancava molto allo scoccare della mezzanotte, così prese in mano una flute contenente del buon champagne e andò a sistemarsi vicino alle grandi vetrate perché, come sapeva qualsiasi persona del pianeta terra, Cory Monteith non sapeva per niente ballare.
La vista di New York era da togliere il fiato e gli offriva una Times Square gremita di gente. Ci sarà anche Rachel, lì tra quella folla? Si chiese mentre delle piccole mani – di cui una stringeva un bicchiere – si attaccarono ai suoi fianchi. Quando si girò, si imbatté nei grandi occhi castani e decisamente lucidi di Lea che lo guardavano estasiati, come se dentro ci fossero tante stelle.
“Lo so che non sai ballare ma vieni lo stesso? Mi sento sola e poi a me piace quando ti muovi perché diventi goffo ma tremendamente adorabile e coccoloso”, disse Lea dondolando nelle sue scarpe tacco quattordici laccate di vernice nera.
“Non è il caso, amore”, rispose mentre prese tra le mani il bicchiere di vino, “e questo lo prendo io”
“No, dai. Lo voglio!”, si lamentò Lea e Cory in quel momento voleva ridere davanti al lato da bambina che aveva in quel momento la sua ragazza.
“Te l’ho già detto che sei bellissima stasera?”, gli disse. E lo era davvero. Indossava un tubino monospalla rosso fuoco con taglio asimmetrico che le arrivava sopra al ginocchio che metteva in mostra ogni sua perfezione. Non poteva negare che ogni volta riusciva sempre ad essere migliori di tutte.
“Mi stai comprando Monteith, non è giusto.”
“Te lo prometto. Riavrai il bicchiere a mezzanotte per festeggiare”
“Qualsiasi cosa succederà staremo sempre insieme e lo supereremo. Me lo prometti?”, disse Rachel alzando lo sguardo verso Finn.
“Certo, Rachel. Sono tornato per stare con te, per crearmi un futuro. Non ti lascerò sola.”, rispose baciandole la fronte.
Nove
“Sei la cosa più bella che mi sia capitata in questi anni”
“Lo stesso è per me, Lea.”
Otto
“Grazie di essere qui, di sorridermi, amarmi”
Sette
Sei
Cinque
Quattro
Tre
“Ti amo, Cory”
“Ti amo, Lea”
Due
“Sei l’amore della mia vita, Rachel”
“Ti amo più di me stessa”
Uno
Angolo delle Laras
*toc toc* *si schiarisce la voce* salve, siete ancora vivi o devo parlare con i vostri fantasmi. Ammettiamolo, questo Listen Monday ci ha distrutto e la puntata dobbiamo ancora vederla. vi dico già in anticipo che vi ho voluto bene.
dopo due settimane eccoci qua con la storia. che capitolo impegnativo e devo dire che a me non piace, anche se l'ho riscritto tipo come 3690833578 volte - ma a Lars (nano) piace e va bene.
sulla storia non ho molto da dire, solo che il prossimo sarà una bella bomba. ci odierete, sicuramente. mwahahah
per andare molto off topic volevo solo dirvi che noi fan finchel dobbiamo rimanere uniti, capito? non dobbiamo farci abbattere da chi non rispetta noi e la nostra ship. lo so che è difficile, che continueremo sempre a essere presi di mira per ogni cazzata e, anch'io personalmente sono così stanca di leggere offese verso finn o la finchel in generale. perché potremo anche odiare rachel e il mascellone ma rispettiamo i suoi shippers - anche se RIPETO, shippano qualcosa di assurdo (come la faberry). glee insegna il rispetto verso chi è diverso di noi anche se hanno un pensiero diverso ma spesso questo viene dimenticato. come viene dimenticato l'immenso amore che ha finn per rachel. lui si è messo da parte per vederla crescere come artista, per quello che ha sempre ambito rach dalla prima stagione e lui era consapevole che poteva essere un ostacolo per lei, per il suo futuro ma questo non significa che non l'ama, anzi, è il contrario.
e ricordiamoci, il re del fandom ha parlato:
Finchel is forever
be' vi ho fatto perdere tempo quindi me ne vado e alla prossima settimana.
persempretusarai e nano
ps. grazie chi commenta (: