Non lasciarmi
Certi amori non finiscono
fanno dei giri immensi e poi ritornano
amori indivisibili, indissolubili, inseparabili
Ma amici mai
per chi si cerca come noi
non e' possibile
odiarsi mai per chi si ama come noi
Era arrivato il fatidico giorno, il grande giorno, quello
che ogni sposa ha sempre desiderato e immaginato.
Eppure io non mi sentivo come quelle spose, io mi sentivo
a pezzi come se avessi calpestato una parte del mio cuore.
Mi guardai allo specchio senza riconoscere quella ragazza
che esso rifletteva, ma cosa avevo fatto? Chi ero diventata?
Non c’era tempo per i ripensamenti, ciò che avevo fatto
era incancellabile nella mia mente e nel mio cuore, non mi ero pentita ma non
pensavo che mi avrebbe scombussolata così tanto.
Quello che era successo era difficile anche da spiegare,
come un cieco che vede dopo tanto tempo la luce e ora che ha saggiato la
felicità deve ritornare di nuovo nell’ombra.
Come avevo fatto a ridurmi in quello stato?
Avevo mentito a tutti, persino a me stessa e ora ne pagavo le conseguenze.
Era giusto condannare una persona all’infelicità? Era
giusto basare un matrimonio sulle bugie?
La risposta era ovvia e mi maledii perché avrei dovuto
farlo tanto tempo fa e invece ero riuscita a rovinare il giorno più bello, ero
arrivata al giorno del matrimonio per rendermi conto di cosa stavo facendo.
-Sei bellissima- disse Julie con la voce piena di
emozione.
No ero un mostro, dentro e fuori!
I capelli erano raccolti in alto con dei fermagli
argentati lasciando cadere qualche ricciolo sulla spalla, il vestito era
perfetto.
-Ti aiuto a mettere il velo-
E fu in quel momento che non riuscii più a trattenermi e
scoppiai a piangere.
-Sophie, che succede?-
Mi fece sedere e mi portò un bicchiere d’acqua, poco
importava che il trucco si stava sciogliendo.
-Su calmati, per favore. Cos’hai? E’ l’emozione?-
Magari fosse stata quella, non mi sarei sentita così
sbagliata.
-Vuoi che chiami tua madre? Forse riesce a
tranquillizzarti-
Scossi la testa, se avessi visto mia madre non sarei
riuscita a mentirle, avrebbe capito tutto.
-Per l’amor del cielo, dimmi qualcosa!-
Cosa avrebbe pensato quando le avrei detto la verità?
Mi avrebbe guardata con disprezzo e rammarico, era quello
che meritavo. Presi un lungo respiro e mi decisi a buttare fuori tutto.
-Ho fatto l’amore con William-
sussurrai con tono così basso da temere che non avesse sentito, ma bastò vedere
il suo viso sconvolto per capire che le sue orecchie funzionavano benissimo.
-Tu...hai..cosa? Come?-
Non riusciva nemmeno ad articolare una frase intera, ma
era la mia migliore amica e non mi avrebbe perdonata se non le avessi detto la
verità.
Le raccontai tutto quello che era successo dopo essere
rientrata in camera, mi ascoltò in silenzio senza mai interrompermi.
-Non c’è bisogno che ti dica quanto tu abbia sbagliato,
credo che lo sai già. Avevo capito che c’era qualcosa tra di voi, ma da qui ad
andarci a letto insieme il giorno prima del matrimonio c’è un abisso-
Chiusi gli occhi cercando di non piangere, aveva ragione
e lo sapevo bene.
-Mi aspettavo che dicessi la verità a Mat
prima di fare un passo del genere e invece...-
-L’ho tradito!- conclusi io al posto suo.
-Sophie cosa ti sta
succedendo? Per favore sii chiara, vuoi William?-
La sua domanda così diretta e improvvisa mi spiazzò,
Julie non era mai stata così dura con me, ma non potevo biasimarla.
-Non lo so. Con lui sto bene, ma anche se lasciassi Mat non riuscirei ad iniziare un’altra storia-
-Non c’è tempo devi decidere, ma sappi che se sceglierai
di sposarti dovrai prima dire la verità a Mat-
Dovevo comportarmi da donna anche se per mesi non l’avevo
fatto, e ora mi ritrovavo ad essere una sconosciuta della mia stessa vita.
Raggiunsi la chiesa in anticipo, quando alcuni mi videro
si meravigliarono in fondo le spose si fanno sempre attendere.
“E’ ancora presto” sentii dire da alcuni ma non mi
importava.
Non entrai, svoltai a sinistra sicura di trovare Mat nella casetta del prete, bussai insistentemente e non
attesi nemmeno la risposta.
-Sophie, che ci fai qui? Mi
hai detto tu che portava sfortuna e adesso...-
-Mat ti devo parlare!-
Mi avrebbe odiata per tutta la vita, ne ero cosciente ma
almeno sarebbe andato avanti con una donna che l’avrebbe amato veramente,
perché lui meritava di più.
-Hai cambiato idea- non era una domanda Mat lo sapeva già
-Io non posso, mi dispiace-
Strinse i pugni lungo i fianchi e diede un pugno al muro
di fronte a lui, non l’avevo mai visto così arrabbiato.
-Dimmi chi è- urlò
-No, ma...-
-Ho diritto di sapere il nome di quel bastardo per cui mi
stai lasciando-
Spalancai gli occhi dallo stupore, non mi aspettavo
questa reazione.
-Non fare così, ti prego. Io...tu meriti una donna che ti
ami incondizionatamente, e ho creduto davvero che quella persona potessi essere
io, ma mi sbagliavo. Tu devi essere felice, io ti farei solo stare male-
Con la testa poggiata al muro cominciò a ridere, ma non
era certo ironia la sua.
-Risparmiami queste scuse e queste balle, voglio il nome
ora!-
Era davvero convinto delle sue parole, non mi avrebbe
fatto uscire da quella stanza se non gli avessi detto tutta la verità, me lo
meritavo.
-William-
-Sei sicura?- mi chiese Julie per l’ennesima volta
-Si, lo sono-
Chiusi anche l’ultima valigia e mi concessi di guardare
quell’appartamento pieno di ricordi, l’abito era già nella sua custodia appeso
all’armadio.
Ogni volta che lo guardavo mi sentivo un verme, perché
quello era il segno tangibile del mio fallimento come donna e fidanzata.
Era passata una settimana dal mio non-matrimonio e avevo
tagliato i ponti con tutti, non volevo sentire nessuno, non volevo leggere
pietà, compassione o disprezzo.
Non sapevo se i miei genitori fossero rimasti delusi dal
mio comportamento ero troppo codarda per verificarlo, ero sicura che Emma mi
avrebbe aggiornato su tutto se solo avessi risposto alle sue telefonate.
William era venuto di persona ma avevo finto di non
essere in casa.
-Stai bene?-
-Si certo, erano solo ricordi-
Avrei tanto voluto che Mat mi
urlasse contro quanto facessi schifo, ma quando gli avevo detto quel nome lui
si era spento.
-Ti prego và via. Non
voglio vederti, anzi non voglio vedervi mai più-
Avevo perso la sua ragazza e il suo migliore amico nel
giro di pochi minuti, alcune lacrime sfuggirono al mio controllo come se non
avessi pianto già tutta la settimana.
-Va tutto bene, Sophie-
Apprezzavo lo sforzo della mia migliore amica di
consolarmi ma non andava affatto bene.
-Ho rovinato la vita di tre persone, come può andare
tutto bene? Ma adesso non importa ormai è fatta, almeno sarà servito a
qualcosa-
-Sparire è la tua soluzione?-
-No, ritrovare me stessa è la soluzione. Ho fatto cose
che la vecchia Sophie non avrebbe mai fatto, io non
so più chi sono. Mi sento vuota, capisci? Ho bisogno di trovare la pace con me
stessa, che questi sensi di colpa svaniscano perché mi stanno distruggendo.
Devo diventare una persona migliore e devo partire da zero, non posso farlo in
un luogo che mi ricordi tutto il male che ho causato-
Julie non obiettò perché sapeva quanto avessi ragione,
avevo bisogno di un equilibrio.
-Possiamo andare allora?-
-Si, sono pronta-
E lo ero per davvero, avrei ricominciato una nuova vita.
Julie si era offerta di accompagnarmi all’aeroporto, avevo avvisato Emma dei
miei piani chiedendole di parlare con mamma e papà, non ce la facevo ancora ad
affrontarli.
Avrei raggiunto mia zia a Parigi e avrei lavorato in una
clinica lì vicino, le carte per il trasferimento erano state già accettate.
-Mi mancherai-
Abbracciai la mia amica che stava per scoppiare a
piangere.
-Guarda che non vado al polo nord, tu e Thomas potete
venire a trovarmi e poi ci sono le chat quindi ci sentiremo tutti i giorni-
-Lo so, ma non è lo stesso che averti vicino-
La rassicurai per oltre dieci minuti che me la sarei
cavata e non stavo andando in guerra o forse si ma con me stessa per stipulare
un accordo ci pace.
Quando arrivò il mio turno di fare il check-in pensai che
non avevo avvisato William, ma sicuramente era meglio così un taglio netto
avrebbe fatto meno male.
-Le auguro un buon viaggio-
-Grazie-
Presi la valigia e mi avviai verso i metal detector, mi
voltai un’ultima volta per salutare Julie ma il cuore mi saltò in gola.
-Non andare-
William si teneva sulle ginocchia per la sforzo della
corsa appena fatta.
-Ma cosa? Julie- sospirai.
Quella pazza l’aveva chiamato, ma perché voleva rendere
tutto più difficile.
-Perché mi hai tagliato fuori? Perché lo stai facendo
anche adesso?-
-Ho bisogno di andare via da qui-
-Ti prego, non farlo. Io ho bisogno di te, hai capito che
non ci rinuncio a te? Non ora che ti ho trovata-
-Will non rendere tutto più
difficile. In questo momento non riesco a pensare nemmeno a me stessa non
funzionerebbe tra di noi-
Mi costava tanto dire quelle parole, ma avrei fatto solo
un altro danno, lui mi destabilizzava con quegli occhi blu mi perforava l’anima.
-Io non ti lascio andare, non posso. Non riesco a vivere
senza di te, io ti...-
-No!- lo fermai posando la mia mano sulla sua bocca.
-Non dirlo, cerca di capire me. Ho un senso di colpa
enorme che pesa sul mio cuore e mi sta distruggendo e non riesco a fermarlo-
Mi allontanai di un passo, dovevo mettere una distanza
prima che fosse troppo tardi ma lui non me lo permise mi afferrò prima che
potessi scappare e mi baciò.
Sentii per la seconda volta le sue labbra sulle mie e fu
tempesta!
Mi aggrappai a lui con tutta la forza che avevo e lui mi
teneva così stretta da soffocarmi, ma mi andava bene.
Poggiò la sua fronte sulla mia.
-Resta qui-
Il volo n° 94542 diretto a Parigi partirà tra 5 minuti, si avvisano
i passeggeri di raggiungere la pista di decollo.
-Devo andare-
-Io ti aspetterò-
-No! Non puoi, non so nemmeno quando e se ritornerò-
Mi tenne stretta per il braccio e mi fissò intensamente.
-Anche se ci metterai anni io sarò qui. Non credere che resterò
a guardare senza lottare ho già rischiato di perderti una volta e non lo farò
di nuovo, ti lascerò tutto il tempo che vuoi ma non mi fermerò a costo di
venire a prenderti a Parigi-
Lui mi avrebbe aspettata e addirittura trascinata a
capelli se non fossi tornata.
Stava lottando per me, per noi...si poteva amare così
tanto una persona?
Mi avvicinai piano, lasciandogli una breve carezza sul
viso e un bacio lieve sulle labbra, solo quando annunciarono di nuovo il mio
volo mi staccai.
Sapevo che ci saremmo ritrovati prima o poi, quello non
era un addio ma un arrivederci perché un amore grande come il nostro non poteva
spezzarsi, perché sentivo che valeva la pena lottare.
Era una promessa che avremmo mantenuto, perché noi
mantenevamo le promesse non saremmo mai diventati amici. Come potevamo farlo
quando sapevamo già che saremmo stati qualcosa di più.
Lo guardai un’ultima volta e con il cuore leggero mimai
con la bocca due semplici parole che non gli avevo permesso di dirmi.
Spalancò gli occhi sconvolto, si riprese giusto in tempo
per sorridermi...
Un sorriso che valeva molto più di quanto avrei
desiderato, di quanto avrebbe potuto dirmi.
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Siamo giunti all’ultimo capitolo di questa storia, ho il
cuore triste non immaginate come stavo male mentre scrivevo.
Arrivati a questo punto posso dire che amo ogni singolo
personaggio, che sono orgogliosa di come siano cresciuti in questi capitoli e
di come sia cresciuta anch’io.
Perché se c’è una cosa che posso confermare è che quando
scrivi impari a viaggiare, io il mio viaggio l’ho fatto grazie alla mia Sophie tanto odiata e criticata e solo io posso davvero
capire cosa ci sia dietro tutto, ma che adesso è diventata una donna matura.
Vi ringrazio dal più profondo del cuore perché avete deciso
di viaggiare insieme a me è grazie a voi se questa storia è stata preferita da
39 persone, ricordata da 16 e seguita da 126, letta da più di 1000 persone e
recensita da persone stupende.
Ovviamente un grazie particolare a chi c’è stato sin dall’inizio.
A breve pubblicherò l’epilogo, se volete seguirmi ancora
ho iniziato un’altra long
“Sotto un
cielo di stelle”
Un bacio.
LadyJ