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Autore: YumeCchi    02/10/2012    3 recensioni
Aki x Ichinose, con ambientazione nella seria Go! La nostra amatissima manager è ormai in fase di depressione a causa della sua lontananza da Ichi-kun, così grazie alla gentilezza di Tenma, le permette di fare un brevissimo viaggio in America per trovarlo, e per poter vedere il suo sguardo ancora una volta.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Solitudine. Desolazione. Oltre alla presenza di Tenma a rallegrare un po' la mia giornata non vi era nulla capace di strapparmi un sorriso quando lui non era presente. Era la solita storia, ogni singolo giorno che passava, ero sempre più ridotta e una povera disperata.
Perché tutto questo? Perché a me? Ecco gli interrogativi che sorgevano ogni benedettissimo giorno.
Che mi sta accadendo? Sono io che voglio tutto ciò?
Chi era colui che voleva sentire il mio dolore sopprimere il mio cuore?
Nessuna risposta, fino a qualche minuto fa.
E' sempre stata una sola la presenza che mi rallegrava le giornate, una sola che mi comprendeva e capiva. Mamoru? No, lui non poteva. Certo, poteva essere anche lui, ma non era il LUI che ho sempre amato.
Il mio desiderio di rivederlo si faceva ogni istante più forte e non avevo la minima idea di cosa avrei potuto fare da un momento all'altro.
Tutto questo per cosa? Per LUI.
Tutto questo, perché? Per il mio Amore. Una parola che tutti sono capaci di pronunciare, ma in pochi riescono a provarla.
Ora, sono certa più che mai.. avrei rischiato il tutto per tutto pur di riuscire a incrociare il suo sguardo almeno un'altra volta.
Tutto questo per un'unica persona:

Ichinose Kazuya



Si, proprio lui. Il ragazzo che ho sempre amato, ormai non l'ho più accanto. Dov'era ora? In America.
Dentro di me sentivo una forte energia che mi spingeva sempre di più a fare la mossa più azzardata: fuggire. Ma mi misi a freno. Perché fuggire quando lo si può comunque andare a trovare? Ma come?
Quante incognite dalle mille risposte affuscavano la mia ragione. Non riuscivo a pensare.
- Sono tornatooo!! - Udii una voce allegra e spensierata all'ingresso.
- Tenma! - dissi io, con una lieve nota di disperazione. Non ero riuscita ad uscire in tempo per andare da lui. Anche se non sapevo COME...
- Aki-nee, ho una fame da lup--- Aki-nee, che succede? - Tenma, la sua voce preoccupata mi giunse lontana, come se fosse lontano da me. Lo vidi accovacciarsi.
- Aki-nee, stai bene? - chiese lui, pensieroso.
No, non dovevo farlo preoccupare. Alzai il mio sguardo vuoto, tramutandolo in un'espressione serena e allegra.
- Tenma, è tutto apposto. Ascolta, cosa ti piac--- uh? -
- Aki-nee, devi smetterla di deprimerti e poi fingere il contrario. Io so badare a me stesso per qualche giorno, anche se a cucinare non sono per niente esperto... ma piuttosto che vederti soffrire mi piacerebbe che tu stessi lontana qualche giorno, ma da lui. -
Tenma aveva capito. Non sapevo che fare: se avessi pensato solo a me stessa a quest'ora sarei già partita ad insaputa di Tenma, ma... Non posso lasciare Tenma da solo.
- Ascolta Tenma, apprezzo il tuo incoraggiamente, ma... -
- Niente ma! ^o^ Aki-nee, vai, non farti problemi! Posso sembrare un tipo sbadato, ma... in fondo so che hai fiducia in me. Tranquilla, prenditi qualche giorno! - Sorrisi. La sua gentilezza era troppa.
- Arigatou, Tenma! - Dissi, così salii le scale, misi qualche vestito in una valigia e uscii. Tenma aveva ragione: dovevo pensare anche a me stessa e... dovevo fidarmi di lui. Presi il primo volo diretto in America che vidi.
L'ansia di poterlo rivedere mi dava un nervoso incredibile, stavo soffrendo ma al contempo gioendo! L'avrei rivisto immediatamente? Kazuya ne sarebbe stato felice? Non importava ciò che avevo per la testa ora: l'unica cosa importante era che lui apprezzasse il mio gesto.
Qualche oretta ed arrivai. Dopo anni e anni rimisi piede nel suolo statunitense. Dovevo sbrigarmi, altrimenti non sarei riuscita a trovarlo. Doveva essere allo stadio magari, o al campo della Unicorn (sempre se esisteva ancora) oppure...

"Un giorno diventerò un calciatore professionista e giocherò al fianco della mia nazionale"



Le sue parole mi ricordarono una cosa.. e se ora non stesse giocando come professionista? Scossi il capo cercando di concentrarmi e pensando a dove potesse trovarsi in questo momento. Poteva anche essere molto più conosciuto rispetto agli anni passati, ma... davvero, dove poteva trovarsi? Una domanda, mille risposte. Non sapevo dove andare, fino a quando...

- Che hai deciso di fare, Dylan? -
- Non so... qualche suggerimento, Domon? -
- Non saprei... Ichinose, dov'è? -
- Ha detto che si fermava a proseguire per un po' gli allenamenti. -

Tre voci, ben distinte e familiari. Mark, Dylan e Domon. E non solo: non poteva essere un'allucinazione, avevano detto il SUO nome. Un sorriso mi si stampò in faccia come niente e mi voltai. Li intravidi tra la folla che popolava la piazza: erano cresciuti davvero tanto, ma dal loro aspetto intravedevo quei ragazzi di un tempo.
Sospettai m'avessero vista, ed infatti fu così.
- Ehi, non ha un volto familiare? - disse Dylan perplesso.
- Non saprei. Mi pare d'aver già visto quella donna... - sentenziò curioso Mark.
- Ma certo! Aki! Ehi, Aki! - Domon allegro mi corse intorno.
- Che ci fai qui? Intendo... in America! Chi avrebbe mai detto che c'incontrassimo... -
- E'... E' per... per LUI... - sentii dentro di me il cuore battere forte al pensiero che potesse trovarsi qui vicino e arrossii improvvisamente.
- Aki-chan, era una cosa piuttosto prevedibile... - rispose lui ridacchiando. Io rimasi immobile arrossendo sempre più.
- Domon, lasciala andare.. si trova al campo principale ad allenarsi, è completamente solo - Mormorò Mark che mi fece strada assieme agli altri due per un certo tratto, poi mi lasciarono sola.
E se non riuscissi a trovarlo? No Aki, basta pensare negativo! - scossi il capo nell'intento di dissuadermi dall'idea che potessi non trovarlo. Alla fine trovai il campo e trovai LUI. Incredibile quanto fosse diventato bello e nonostante ciò la sua voglia di giocare a calcio sia rimasta immutata. Ed era altrettanto incredibile vederlo allenarsi con la stessa grinta di un tempo. Era lui, non vi erano dubbi. Rimasi a fissarlo, quando ad un tratto intravidi il suo sguarda per un istante e... sorrise.
So-sorride? - mi chiesi perplessa, ma poi mi fu tutto chiaro.
- Aki, sei davvero tu? - chiese con sguardo basso puntato al pallone che teneva fermo con la punta del piede destro.
- S-si... -
Silenzio tombale. Normale, piuttosto normale, dopo tanto tempo che non ci siamo visti. Come biasimarci? Io guardavo lontano, un punto indefinito, in cerca di riflessioni e risposte. Avevo ancora innumerevoli domande, e ne volevo le risposte.
Lui, sguardo impossibile da vedere puntato al pallone, basso, proprio sotto di lui.
Sentivo l'aria leggermente tendersi e sentii inoltre una scossa di nervoso percorrermi l'intera schiena. Che mi prendeva? Avevo così tante cose da dire ed ora non riesco a spiccare parola? Ad un tratto, inconscentemente, fissai Kazuya. Esigevo vederlo, lo desideravo più che mai.
- Perché...? - ecco che ricominciava con le domande. - Perché sei qui..? -
Sentii un brivido percorrermi la schiena. Era felice o irritato dal fatto che fossi qui?
- Perché io... -
- Entra. -
Aprii la porta di rete ed entrai nel campo. Era grande, davvero maestoso, d'altronde era il campo principale.
- Avvicinati, Aki. - mormorò silenzioso lui. Non riuscivo a comprendere ciò che voleva e nemmeno ciò che provava. Sentivo dentro di me, però, che non me ne dovevo preoccupare. Appena più vicina a lui sentii le sue braccia stringermi a sè. Arrossii.
- Finalmente sei tornata da me, Aki. - intravidi una lacrima rigargli lievemente il volto. Piangeva di gioia..? - Ne sono tanto felice... - sorrise lui.
- A-anche io... - mormorai, arrossendo. Quante volte avevo sognato questo evento..? - Kazuya... sogno di vederti ancora e ancora... - mormorai.
- M-mi lascerai nuovamente solo? - chiese turbato lui.
- Kazuya, ho-- abbiamo dei doveri, non possiamo di certo negare una priorità anche a questi. - dissi io. Nonostante fossi consapevole di dover tornare da Tenma, in Giappone, non volevo più andarmene.
Perché questa decisione? Perché sono dovuta venire qui? Ancora mille domande.
- Allora.. vai. Ma... - non mi lasciò nemmeno il tempo di chiedere cosa gli saltasse per la testa: appoggiò le sue labbra sulle mie, trattenni l'emozione a stento, ma mi lasciai andare. Dopodiché, quando volevo continuasse, si staccò.
- Vai. Corri. Ma... ritorna da me. - disse lui. Sorrise e pianse al contempo: riempì di gioia il mio cuore.

- Kazuya...? -
- Si? -
- Sognerò di vederti, ancora e ancora... -
- Prometti? -
- Promesso.. -
- Aishiteru, Aki.. -
- Anche io, Kazuya... -

  
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