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Autore: barboncina85    02/10/2012    2 recensioni
Essere un vampiro...o essere un lupo...cosa preferite?? Ve lo siete mai chiesto? Io si...perché non entrambi?
Trovare un bracciale che di giorno ti trasformi nel potente lupo...di notte in un affascinante vampiro.
DAL CAPITOLO 4
"che potessi scegliere? Che cosa essere e quando esserlo o era il bracciale a decidere? E se lo rimetto torno ad essere un lupo o un vampiro?"
CHI LO SA??
Genere: Dark, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Leah Clearweater, Un po' tutti
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Il salone della casa era quanto il piano inferiore di casa mia, enorme.
La parete est non esisteva, al suo posto solo vetro, la parete attigua non creava un angolo retto ma un angolo acuto, la struttura stessa era esagonale.
Quando mi meravigliai della particolarità della struttura Esme mi rispose che avrebbe preferito una forma ottagonale, ma sua figlia le fece cambiare idea.
Non sapevo come poter chiederle, come, come poteva avere una figlia?
Fu Carlisle a rispondermi.
«Ne abbiamo cinque, Alice è la quarta»
Alla mia espressione scioccata si aggiunse lo sconcerto.
«Possiamo...» non sapevo come continuare la frase.
«No, Isabella, non possiamo. Siamo morti, la natura non ce lo concede, ma possiamo ridare una nuova vita, è un po' come essere genitori in fondo, non credi?» la voce dolce e il viso di Esme mi fecero ricredere sull'età che potesse avere, ha un modo, un viso, non si direbbe mai che una donna come Esme non sia madre.
«Si, lo credo. Quindi avete trasformato...»
«Salvato - intervenne Carlisle - non li abbiamo trasformati per carenza di affetto, gli abbiamo salvato la vita, gli abbiamo fatti scegliere, se morire di morte naturale o vivere un esistenza da mostri - Carlisle si sollevò dal divano dov'era seduto accanto ad Esme, per posizionarsi dietro di lei - vedi, noi ci definiamo mostri, non siamo esseri umani, cerchiamo di vivere dignitosamente in mezzo a loro, con le loro abitudini, ma non siamo come loro, dovresti saperlo»
«Fin troppo bene...» le immagini del uomo davanti casa mia, poi del ragazzo nel parco, mi vennero prepotentemente in mente, non sono più un essere umano, non riesco neanche a pensare di togliermi questo braccialetto.
Istintivamente lo toccai.
«Ma, quello...» Carlisle non fini la frase in meno di un battito di ciglio me lo ritrovai inginocchiato davanti a me con il mio polso tra le mani.
«Si, questo è il mio cuore!»

 

«Cioè, mi stai dicendo che questo sarebbe tuo?» non riuscivo a crederci, Billy mi aveva parlato di una donna, non di un uomo.

«Si, ecco, il cuore è il mio. Vedi, all'incirca cento cinquant'anni fa una ragazza della famiglia dei Quiliutes si innamoro di uno di noi – abbassò il capo e si allontanò a testa bassa verso la grande vetrata dove si appoggiò con una mano – i Quiliutes hanno una dannazione addosso, si trasformano nel loro animale sacro, il lupo. Questo lupo ha una maledizione ulteriore, l'imprinting. Che per certi versi loro possono considerare una fortuna, altri la considerano una sciagura, io la considerai una sciagura»

Esme con un movimento fluido le fu affianco, lui si voltò con un sorriso dolce e con la mano le accarezzo lentamente il viso per poi avvicinarla lentamente e baciarla.

Mentre continuava a guardarla come se fosse la creatura più importante al mondo ricominciò a parlare «Prima di conoscere Esme ero perdutamente innamorato di lei, le donai il mio cuore e lei lo accettò con gioia, ma seguì la sua condanna con l'altro vampiro e di lei non seppi più niente – si allontanò dalla vetrata tornando a sedersi con la mano tra le mani di Esme – ho sentito però raccontare la sua storia, la storia di una lupa straordinaria che divenne leggenda»

Rimasi a contemplare il bracciale, e le parole di Billy mi tornarono alla mente.

Segui il tuo destino”

«Cosa dice la leggenda?» forse può aiutarmi.

«Si, Carlisle, cosa dice la leggenda!» la voce era sarcastica, sprezzante quasi odiosa, ma la conoscevo abbastanza bene da girarmi con un lieve sorriso.

«Fammi indovinare Carlisle, lui è uno dei tuoi figli?» lo ricordavo nei minimi dettagli, e il ricordo in confronto alla realtà era solo una presa in giro.

Edward era di una bellezza sconvolgente, il portamento, la larghezza delle spalle, il collo fino, il taglio del volto, quello della bocca, il naso, gli occhi e quei capelli.

Sto sbavando? Naa!

«Edward, tu la conosci già» la voce di Carlisle sembrava tra lo scettico e il curioso, ma non riuscivo a guardarlo per sapere che espressione potesse avere, ero troppo concentrata sul viso di Edward, che continuava a guardarmi con aria di pura sfida.

Se solo ripenso a come l'ho lasciato mi prende un languore al basso ventre.

«Isabella ti presento Edward» la voce di Esme mi arrivò leggera alle orecchie.

Mi alzai porgendogli la mano, cosa avrebbe fatto?

Sorrise, non seppi dire perché, forse trovava la cosa divertente, forse la trovava assurda.

«Piacere...» sussurrò appena prima di trovarmi tra le sue braccia con il viso a pochi centimetri dal suo «Abbiamo un discorso da finire Isabella» e appoggiò le labbra sulle mie.

 

Il discorso da finire fu rimandato dall'arrivo di altre quattro persone, credo che in quel momento smisi di respirare non che di muovermi, mi sembrava che il mondo si fosse fermato, vedevo le due donne che accompagnavano quelli che sapevo fossero i fratelli di Edward, e mi spaventai, quando le vidi sotto forma di lupo non mi resi conto chi fossero, in quel momento il mio corpo aveva una diversa percezione di loro come esseri, ma ora.

La bionda la vidi il primo giorno che mi successe davanti allo scempio che avevo combinato, la seconda mi venne a cercare nella foresta.

Il primo istinto in quel momento era “scappa!”

Una mano si appoggiò sulla mia spalla e mi fece svegliare dalla trans, facendomi rendere conto che erano passati pochi attimi visto che stavano ancora chiudendo la porta, ma anche che avevo assunto una posizione di difesa involontaria.

«Isabella, loro sono i miei figli» intervenne Carlisle, la mano sulla spalla era la sua.

Prese fiato per continuare ma venne interrotto dalla ragazzina bruna!

«Sapevo che alla fine saresti arrivata!» la sua voce era un po' più acuta di quella calma che ricordavo, in due passi, non tanto corti, mi fu davanti con le sue mani che mantenevano le mie.

«Quando ti ho vista su quell'albero già sapevo che saremmo diventate grandi amiche, però adesso mi devi fare un favore...»

«Ti sembra il caso Alice?» il commento di Edward mi prese alla sprovvista, sapeva che aveva il mente?

«Si, Edward, mi sembra il caso, anche perché anche lei si sentirà meglio con cose che non abbiano...»

il ringhio di Edward fermò il suo fiume di parole, solo che avevo la sensazione di capire quale fosse il discorso, e anch'io sapevo che gli abiti che indossavo avevano l'odore di lupo, solo che non mi dava più cosi tanto fastidio, in fin dei conti era pur sempre il mio stesso odore.

«Mi dispiace – mi difesi – i miei vestiti non sono abbastanza consoni per questa casa – non volevo essere scortese, ma dovevo uscire da quella situazione, Alice aveva tanto l'aria da maniaca e la cosa mi metteva a disagio. Mi giro verso Esme sfilando le mani da quelle di Alice. - mi dispiace per la macchina. Carlisle, grazie delle informazioni. Buona serata» cercai di non guardare, ne sfiorare nessuno mentre uscivo, anche se lo sguardo nel momento in cui aprii la porta cadde inevitabilmente su un Edward che sembrava voler uccidere la sorella.

Abbassai lo sguardo e uscii, nel momento che la porta si chiuse cominciai a correre nella foresta il più velocemente possibile.

Arrivai al pick-up dopo pochi minuti, ma la sorpresa che trovai mi gelò il sangue nelle vene. Jacob, Embry, Seth e Sam erano in forma di lupo intorno ai veicoli, Leah invece era dentro il pick-up controllando e annusando il suo interno.

Mi nascosi cercando di mettermi sotto vento per evitare che si accorgessero della mia presenza.

«Vampiri ragazzi, la scia di Bella è scomparsa, non oso immaginare che le sia successo. Porto il pick-up al garage, lasciamo qui la Mercedes, appartiene a quei parassiti se la vedranno loro – i lupi mugolarono per qualche secondo e a quanto pare Leah li capì – ok, Jacob torni con me loro cercano tracce di Bella nel bosco, noi lasciamo il pick-up e andiamo a vedere se Bella è a casa» cosi dicendo mette in moto il pick-up e in retro marcia fa qualche metro per poi invertire la marcia e andarsene.

Cazzo, ora andranno a casa!

Devo essere li prima di loro, e per la forma? Vabbè toglierò il braccialetto, Jacob non se ne accorse, non lo farà neanche sta volta.

Ma nel momento in cui mi girai mi trovai una splendida sorpresa.

«Credo che tu mi debba qualche spiegazione, no?»

Edward seduto sul tronco dell'albero che avevo davanti ciondolava la gamba sinistra mentre mi guardava con le braccia conserte.

Cercai di ignorarlo.

«Non ti devo niente» cominciai a camminare verso casa.

«A no?»

«No»

«Sicura» continuava ad inseguirmi imperterrito.

«Si!»

Mi bloccò il braccio costringendomi a girarmi, con la mano libera mi prese il collo e mi spinse contro un albero creando un boato allarmante, ma il tronco non cedette.

«Io dico che mi devi molto di più di una spiegazione» il suo sguardo nero era freddo e minaccioso, totalmente diverso da quello che vidi l'ultima volta.

Cercai di liberarmi inutilmente, non perché non ne avessi la forza, ma non ne avevo la volontà.

«E perché? Sentiamo!» con un movimento fluido e del tutto inaspettato mi sfila il braccialetto.

Il dopo fu tutto confuso, i colori erano confusi, i movimenti erano confusi. Io ero confusa, eppure rimasi completamente da sola in mezzo alla foresta a pochi metri dalla strada.

Il braccialetto era scomparso insieme ad Edward.

Non so neanche quanto tempo avevo aspettato, ero sfinita, non avere il bracciale al polso comportava la spossatezza fisica. Ma Edward non tornava e non sapevo perché.

Nonostante le gambe non mi reggessero mi spostai lentamente sulla strada, non c'era l'ombra di una macchina ne che andava ne che veniva, ma avevo la sensazione che sarei stata trovata solo se restavo li. Lentamente mi sedetti a terra vicino alla Mercedes e sperai che appoggiando la testa...

 

Scusate il ritardo, gli errori, e tutto quello che di più orrendo trovate ma non ho proprio il tempo materiale di correggere e rileggere.

Vi voglio bene!!

  
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