Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: bieberlicious    02/10/2012    22 recensioni
Liz e Justin sono amici dalla culla, cresciuti come due fratelli, un legame inscindibile.
Lui 18 anni, sfacciato e arrogante, premuroso ma allergico all'amore.
Lei 16 anni, estroversa, lunatica, permalosa e innamorata dell'idea dell'amore.
Ad unirli un'amicizia da oscar: vera, sincera, inscindibile, finché la festa per il sedicesimo compleanno di Liz -con tanto di alcolici- non stravolgerà tutto.
//Dal primo capitolo:
“Justin?” Lo chiamai, in un momento di lucidità, mentre l'ultimo indumento mi scendeva lungo le gambe.
“Mh?” Lo sentii rispondere, mentre si liberava dei suoi boxer.
“Sono vergine.” Non farmi del male. Né fisicamente né metaforicamente. Una richiesta silenziosa.
“Lo so.”
E poi lo sentii...//
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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2. Il risveglio

 

Volente o meno il risveglio non è mai una bella cosa.
Che sia l'alba del migliore degli appuntamenti con il migliore dei principi azzurri o che sia un burrascoso, noioso, piovigginoso giorno di scuola, il risultato è sempre lo stesso: palpebre pesanti, capelli stile palla di fieno, residui di trucco sciolto e pipì che scappa.
E fu esattamente così che mi svegliai, ma con l'eccezione di un allucinante mal di testa.
Cercai di fare mente locale prima di aprire gli occhi, provai a rammentare come mai la sveglia non fosse ancora suonata, perché mia madre ancora non mi stesse strattonando nella peggiore delle maniere e per quale motivo avessi quell'atroce mal di testa.
Ma il risultato di tabula rasa che ottenni mi costrinse ad aprire un occhio.
Sobbalzai al risultato che ricevetti: un'accecante luce mi occupò la visuale, costringendomi a richiudere gli occhi.
La luce del sole mi aveva permesso di registrare ben poco della realtà che mi circondava, ma avevo parecchi indizi per capire che c'era qualcosa che non andava e mi costrinsi, controvoglia, ad aprire gli occhi: le tende bianche non erano certo le rosse che si trovavano in camera mia, la cabina armadio -sfortunatamente- non era la mia armadio a tre ante e, soprattutto, il letto a due piazze in cui mi trovavo era un desiderio che i miei genitori non avevano mai fatto in modo di realizzare.
Tutti quei quei particolari ricreavano un ambiente a me conosciuto, fin troppo.

“Justin?” Sussurrai a vuoto.
La camera di Justin: il suo letto, le sue tende, la sua scrivania.
Ma di lui neanche l'ombra.
Mi sforzai il più possibile di ricordare come ci fossi arrivata in camera sua, ma l'unico ricordo che accalappiai non mi fu d'aiuto.

“Cosa ti porto, bellezza?” Un sussurro urlato, che tentava di superare il frastuono della musica, delle urla, delle risate. 
Stavo per chiedere una coca, quando ricordai che per una sera potevo lasciare i panni della brava ragazza
“Un martini.
“Non è presto per gli alcolici?” La voce del mio migliore amico carica di disappunto mi fece sbuffare come un treno a vapore.

“Due martini.” Mi corressi. “Andiamo, ho ufficialmente sedici anni. Abbandona i panni dell'amico rompiballe per una sera e fammi compagnia. Ci stai?

Probabilmente ci era stato, e mi ero presa una sbronza, una di quelle potenti, mi ricordò il mio mal di testa.
Solo quando mi chinai per raggiungere il cellulare sul comodino scorsi i miei vestiti dove non dovevano essere: sul pavimento.
Sgranai gli occhi all'immagine del mio vestito sul pavimento, delle scarpe gettate una distante dall'altra e, visto che al peggio non c'è mai fine, dei miei indumenti intimidi che giacevano immobili ai piedi del letto.
La confusione mi aggredì, feroce, mozzandomi il respiro, togliendomi la facoltà di parlare, respirare, pensare.
E gli occhi mi si riempirono di lacrime alla vista del mio corpo, nudo e sudato, al di sotto delle lenzuola.

“Cosa ricordi?” La voce di Justin mi arrivò attutita, ancora stordita dalla visione cruda e amara della realtà.
Non poteva essere vero, non potevo aver perso il controllo fino a quel punto, non potevo...

“Liz?” Mi chiamò, e mi costrinsi a girarmi verso di lui.
Il suo sguardo era comprensivo, dolce, rassicurante, quasi stesse guardando un animale impaurito pronto ad attaccarlo.
“Cos'è successo?” Domandai.
Non volevo realmente una risposta a quella domanda, non quando temevo così tanto la verità.

Vidi Justin raggiungere il letto in poche falcate e prendermi tra le sue braccia, racchiudendomi in un abbraccio che sapeva di amara verità. “Sssh, non piangere.
E solo allora mi accorsi delle lacrime che mi stavano bagnando il volto.
E la riga si ruppe, le lacrime iniziarono a sgorgare, a inseguirsi una con l'altra, amare, fredde e dolorose.
I singhiozzi mi attraversarono il corpo, scuotendomi, in modo feroce e prepotente.

“Dimmi che non è successo davvero.” Faticai a distinguere la mia voce, così com'era, deturpata dai singhiozzi.
Non mi rispose, non negò né confermò, semplicemente tentò di rassicurarmi. “Andrà tutto bene.
Ma così non era, lo sapevo io e lo sapeva lui.
Quella situazione mi sconvolse a tal punto da dimenticare di essere nuda al di sotto delle lenzuola, lì tra le sue braccia, accoccolata al suo petto.
Mi sentivo così vulnerabile da avere paura, mi sentivo sporca, marchiata, segnata.

“Magari non è successo davvero.” La paura quasi mi fece delirare. “Magari mi hai spogliata per il caldo, oppure perché mi sono sporcata. Magari...
“Liz, ero nudo anch'io, e poi...” sussurrò flebile e, seguendo il suo sguardo, colsi in flagrante la prova del nove: giaceva immobile, apparentemente innocua, la bustina argentata.
Un singhiozzo mi trapelò involontariamente dalle labbra, e sentii improvvisamente un freddo glaciale.
Il cuore mi salì in gola e le gambe mi iniziarono a tremare.

“E allora è così..” sospirai, sotto shock. “Tutti i miei deliranti discorsi sul niente sesso senza amore, sull'aspettare il ragazzo giusto... che beffarda ironia.” Osservai, ironica, anche se di ironico non c'era nulla in quella catastrofica situazione.
Percepii le mani di Justin afferrarmi le spalle e, con inesistente delicatezza, mi strattonò dal suo petto portandomi a guardarlo diritto negli occhi.

“Liz, ascoltami bene: ci conosciamo da una vita, ti ho vista crescere, sei la mia migliore amica, sei la persona più importante della mia vita, non ti farei mai del male... non è stato solo sesso.” Affermò, sicuro di se, guardandomi dritto negli occhi.
E le lacrime ripresero a scendere, incontrollate, violente e fuoriluogo.
Non era il mio ragazzo, ma era la persona più importante della mia vita, e non mi stava facendo una dichiarazione d'amore, mi stava -implicitamente- dicendo che ci sarebbe stato, nonostante tutto e tutti, ma non riuscii a fare a meno di sentirmi sporca.
Dentro e fuori.

“Ho bisogno del bagno.Ho bisogno di scappare.
Mi tirai dietro le lenzuola, scossa per il fatto di essere nuda, anche se, ironia della sorte, mi aveva vista più che bene.
Chiusa la porta del bagno e cercai di chiudermi dietro tutto l'accaduto.
Stanca, spossata e provata, lasciai che le lenzuola mi scivolassero via e fissai il mio riflesso nello specchio: i miei occhi grigi si erano arrossati, colpa delle lacrime, le mie labbra erano gonfie, provate da quella notte di passione come il resto del mio corpo, tutto gridava la verità: il residuo di un morso sul seno, di un altro morso sul fianco, il dolore ancora acuto tra le gambe e i capelli arruffati.
Probabilmente avrei pianto, se solo il serbatoio delle lacrime non si fosse svuotato.
Meglio così, mi dissi: non si piange sul latte versato.


* * *
 


È l'01:01 e, con una giornata di scuola che mi aspetta tra *rullo di tamburi*  7 ore, io vi sto scrivendo le note autore.
PRIMA DI TUTTO VOGLIO RINGRAZIARE LE FAVOLOSE, STUPENDE, MAGNIFICHE E SOPRATTUTTO INASPETTATE 12 RECENSIONI ALLO SCORSO CAPITOLO, SIETE MERAVIGLIOSE.
Poi.. che dire? Questo capitolo l'ho scritto di getto, come l'ho sempre immaginato.
E (non) mi convince, anche se col sonno che ho non so se sono sveglia o meno!
Cosa da precisare: AVETE VISTO IL BANNER? Sono una schiappa nel fare banner, ma ok... è così che immagino Liz, poi ognuno la immagina come vuole :)
Ok, ora mi dileguo.

MI RECENSITE, VERO? VERO? PERCHÈ AI LOV IU!

   
 
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