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Autore: nuccetta    02/10/2012    5 recensioni
A volte il destino ti porta ad incrociare strade che non pensavi di conoscere, ti porta in quei posti che non credevi esistessero, ti crea delle amicizie alle quali non rinunceresti mai, ti fa innamorare di uomini che spesso ti faranno soffrire. Mi chiamo Nina e questa è la mia storia.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev, Paul Wesley, Un po' tutti, Zach Roerig
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Pov Nina

 

 

“Le fans stanno letteralmente impazzendo per le foto che ho postato ieri su twitter”.

“Quali foto?”. La voce arriva un po' strozzata dal piccolo bagno, probabilmente si sta lavando i denti, spero solo che non schizzi lo specchio come al suo solito, l'impresa di pulizie ha una settimana di vacanza e Julie ci ha fatto espressamente capire che dobbiamo mantenere l'ordine e la pulizia.

“Quelle con i bambini”.

“Ancora non le avevi scaricate?”. Esce fuori dal bagno a torso nudo, stringo i denti per non cadere in tentazione e saltargli addosso da un momento all'altro.

“No, me ne ero completamente dimenticata. Mi è venuto in mente ieri, perchè Candice mi ha minacciato di morte, nel caso non avessi scaricato le foto della festa di Steven”.

“Quali hai messo su twitter?”

“Quella in cui abbracci Jaxon e quella stupenda in cui tieni in braccio Ruby. Qualcuna si è chiesta se non fosse figlia tua. Siete molto simili”.

“Poveretta, vorrà dire che avrà preso tutto dalla mamma. Speriamo non anche la lingua”.

Gli dedico uno sguardo sconcertato, io adoro sua sorella, ci sentiamo praticamente tutti i giorni per telefono e mi fa fare un sacco di risate. Da quanto ho capito, a differenza di Ian, il suo rapporto con la moglie di Bob non è dei migliori e dunque spera con tutta se stessa che tra me e suo fratello vada in porto.

“A che pensi?”.

Appoggio il computer sul comodino e sorrido dolcemente al mio uomo che si è appena sdraiato al mio fianco. “Penso che sarebbe bello entrare a far parte della tua famiglia”.

Mi circonda la vita con un braccio e mi fa voltare con tutto il corpo verso di lui.

“Non sarebbe male. Certo per un passo del genere, c'è bisogno che tu ti faccia vedere un po' più spesso in giro con me. O forse preferiresti continuare la farsa della amicizia?”.

Alzo gli occhi al cielo e mi divincolo dalla sua presa.

“Ian, non oggi”.

Alza le mani in aria in segno di resa. “Ok, ok, ok. Sto buono”.

La storia del “manteniamo la privacy” non gli è mai andata particolarmente a genio, la ha accettata per tenermi buona, ma è assolutamente contrario. D'altra parte, senza che neanche ce ne accorgessimo, le notizie stanno volando a raffica. L'altro giorno, Paul mi ha portato un articolo in cui si sospettava una possibile relazione tra me e Ian, sostenuta da un paio di foto scattate in casa Salvatore. In una, eravamo in piedi al centro del maestoso salone e ci tenevamo per mano, nell'altro io ero seduta sul divano e Lui mi baciava teneramente la fronte. Le voci sono state messe a tacere qualche giorno fa, quando qualcuno, probabilmente un'accanita fan Delena, ha sostenuto che quelle fossero foto di scena e che dunque ci sarebbe stato un avvicinamento tra la giovane Gilbert ed il vampiro cattivo. Inutile dire che, non appena scopriranno che non hanno niente a che fare con il serial, si scatenerà l'inferno.

Mentre io mi abbandono ai miei pensieri sensatissimi, Ian è di nuovo in piedi e sta abbottonando la camicia senza degnarmi di uno sguardo. In fretta raggiungo il bagno e mi abbandono ad una bella doccia calda. Il getto dell'acqua rilassa immediatamente il mio corpo e per un attimo dimentico tutti i miei problemi.

Inizio a pettinarmi i capelli, ogni volta ci metto delle ore. In momenti come questo, la tentazione di afferrare un paio di forbici e tagliare due grosse palettate di capelli è davvero fortissima, anche se però Julie si arrabbierebbe molto. Provo ad immaginarmi la sua ira funesta vedendomi arrivare senza i miei meravigliosi capelli lunghi, scaccio questa brutta visione dalla testa. Però un giorno dovrei farle un bello scherzetto, mi devo procurare una parrucca.

Ian entra in bagno e mi lascia un bacio forzato sui capelli.

“Vai già via?”. Domando un po' delusa.

“Sì, Julie vuole vedere me e Paul prima che arriviate voi”. La freddezza della sua voce mi provoca brividi lungo la schiena. Decido di risollevargli il morale e farmi perdonare, facendo la cosa che mi viene meglio: sedurlo.

Faccio scivolare distrattamente un dito lungo la sua spalla, inizia a guardarmi male, già consapevole di ciò che sto cercando di fare.

“Non andare già via, resta un po' con me”.

“No, no, no. Devo andare e tu non mi fermerai”. Sembra dirlo più a se stesso con me. Si avvicina repentinamente alla porta, ha paura di non riuscire a controllarsi e cerca dunque l'unica via di fuga.

Senza troppi complimenti, con un solo tocco, lascio scivolare l'asciugamano lungo il mio corpo e, come mamma mi ha fatto, mi rifugio nel caldo accogliente del mio letto.

“Vorrà dire che mi farò ancora un sonnellino”.

Senza che se ne accorga, gli lancio uno sguardo sbieco, lo vedo scuotere la testa esasperato, poi si avvicina al letto dopo aver lanciato un'ultima occhiata all'orologio che ha sul polso.

Sento il suo peso appoggiarsi su di me, i pettorali scolpiti solleticarmi la schiena da sotto la camicia di jeans. Mi volto verso di lui e gli stampo un grosso bacio sulle labbra, la sua lingua cerca di farsi spazio tra le mie labbra ancora chiuse. Scendo giù, seguendo la traccia scolpita del suo corpo, gli lascio baci infuocati su tutta la sua superficie. Raggiungo il luogo del peccato, facendo ben attenzione a farmi guardare, mi inumidisco le labbra ed inizio a far scivolare la mia lingua in modo del tutto casuale sulla sua erezione, sento il piacere diventare più grosso. Ian cerca il mio corpo con le mani, inutilmente visto che, smorfiosa e dispettosa, mi divincolo per non farmi toccare. All'improvviso mi afferra per le spalle e mi costringe a tirarmi su.

“Non voglio venire così”.

Mi sento quasi in colpa, è come se in fondo avessi sbagliato qualcosa, come se la mia iniziativa fosse per lui un insulto alla mia purezza. Mi affretto a seguirlo nei movimenti dolci che il suo bacino scontra sul mio. Non è arrabbiato, si abbandona al piacere con una naturalezza che non reputo umana, quasi come se fosse nato apposta per fare l'amore e compiacere una donna.

 

Mi sto truccando sorridente di fronte allo specchio. Ian è uscito parecchio arrabbiato dalla camera, tutta colpa di un rilucente succhiotto rosso stampato proprio sul suo pettorale sinistro. Immagino già la sua espressione quando Joe lo aiuterà a vestirsi, vorrei proprio essere lì per respirare un po' del suo imbarazzo.

Metto la giacca di pelle marrone sulla maglietta rossa, infilo gli stivaletti con il tacco e dopo una spruzzata di profumo sono pronta ad andare a lavoro.

La casa è deserta, sono già tutti sul set, tranne Sarah che è rimasta in camera con una bella influenza, questo è ciò che succede quando da ubriaca decidi di farti un bel bagnetto in piscina alle tre di notte a neanche metà Aprile.

Dopo mezz'ora sono già sul set e ovviamente sono in ritardo all'appuntamento con la costumista. Pazienza, se ne farà una ragione.

“Ciao, Jacob”. Saluto il custode, un simpatico ragazzo dagli occhi azzuri e i capelli biondi che, ovviamente, non va giù a Ian. E' convinto faccia il cascamorto con me, come tutti gli esseri maschili del pianeta dopo tutto. Mi faccio sempre un sacco di risate quando si avvicina per mettermi un braccio intorno alle spalle mentre chiacchiero con lui. E' il suo modo di marcare il territorio.

“Ciao, Nina. Sei bellissima questa mattina”.

“Grazie”. La luce del sesso mattutino fa bene un po' a tutti.

Giro sui tacchi per allontanarmi.

“Nina”. Mi volto nuovamente verso Jacob che mi raggiunge con una busta gialla in mano. C'è posta per me.

“Mi stavo per dimenticare. E' arrivata questa per te, me l'hanno portata questa mattina”.

Lo ringrazio con un sorriso e mi muovo verso i camerini squadrando la busta che ho tra le mani.

Mi siedo sul divano e la apro. Il cuore mi finisce nello stomaco per il sussulto.

 

Io e te dobbiamo parlare.

Ti aspetto alle 17 a “La maison du chocolate”.

-M

 

-M. Perchè non mi viene nessun altro nome in mente con la emme? Perchè mi viene in mente solo il suo viso scialbo?

Non so cosa fare, non riesco neanche ad immaginare che cosa diavolo possa volere da me. E poi sarà davvero lei? Sto andando in confusione, una parte di me vorrebbe cercare un consiglio di Ian, un'altra parte vuole estrometterlo da tutto.

 

 

 

Pov Ian

 

 

Elena apre la porta e si mostra a me un po' confusa.

Ah, bene. Sei qui”. Fa un sospiro di sollievo.

Tu chiami, io arrivo. Sono fatto così”.Entro in casa, prendendo quasi a spallate la porta.

Elena mi impone il silenzio con un dito davanti alla bocca, indica qualcuno seduto in cucina. E' Jeremy che fa colazione. Inizia a salire le scale.

No, Elena, non voglio venire in camera da letto insieme a te”. Cerco di essere il più sarcastico possibile, mi diverte un casino a dirla tutta. Jeremy mi lancia un'occhiata allibita, ma torna immediatamente alla sua colazione.

 

“Perfetto. Ora salite al piano di sopra, è tutto pronto per la nuova scena”.

Ora Kevin è tranquillo, prima però pensavo volesse uccidere Nina. Oggi non è ha azzeccata una neanche per sbaglio, sembrava in trance.

 

 

Apro la porta della camera. Elena mi segue, sempre guardinga.

Ahhhh. Proprio come me la ricordavo”.

Smettila di fare il cretino”.

Afferro l'orsetto di pezza che Elena tiene sul letto e mi sdraio come fosse casa mia.

Di', lo sai che tuo zio se la fa con il Consiglio dei Fondatori?”.

Elena mi guarda sbigottita. “Cosa?”.

E' vero”.

Perfetto. Possiamo aggrungherlo.....”.

 

“Ok, stop!”.

Riecco, Kevin incazzato, non è proprio quello che si definisce un bel vedere. Nina mi guarda, probabilmente in cerca di una nota di incoraggiamento. Le sorrido. Può capitare a tutti una giornata no, poi il fatto che questa sia la decima volta che lei sbaglia la stessa battuta, è un dettaglio irrilevante.

Chissà che cosa le sta succedendo, la vedo spaesata, completamente persa nei meandri dei suoi pensieri.

Ricominciamo, fortunatamente Julie ha fatto ragionare Kevin: non dobbiamo ripetere tutta la scena, è da suicidio!

 

 

Perfetto. Possiamo aggiungerlo alla lista delle cose che vanno male”. E' ironica, molto ironica, decisamente non è Elena.

Mi guardo un po' intorno, questa casa è un po' più disordinata del solito.

Che è successo qui dentro?”.

Elena volge la testa alla sua destra, si incupisce.

Eh... niente...”. Ci guardiamo, le faccio apertamente capire che voglio una spiegazione.

Senti, Damon. Sono preoccupata per Stefan. Lui dice che va tutto bene, ma è chiaro che sta soffrendo. Quanto ci vorrà prima che torni normale?”.

Qualche giorno, più o meno”.

E' passato qualche giorno”.

Qualcuno in più, non lo so. Non è importante”.

Mi alzo. “Ah. Non è più lui, Damon”. Le lascio l'orsacchiotto tra le mani

Beh, forse il suo problema è che per troppo tempo non è stato se stesso”. Inizio a rovistare tra gli indumenti che ci sono nel suo cassetto. Afferro un reggiseno che lei prontamente mi toglie dalle mani.

Ti prego, non farmi pentire di averti chiesto aiuto”.

 

 

Mi allontano dal set per raggiungere il camerino. Nina sta correndo spedita verso il suo, non ha rivolto parola a nessuno da quando abbiamo finito di girare. E' parecchio nervosa, lo sento.

“Ehi, Nina!”.

Si volta verso di me, ha lo sguardo preoccupato, ma cerca comunque di sorridermi. Si avvicina e mi passa un braccio intorno al collo, baciandomi con delicatezza le labbra.

“Ehi”.

“Stai bene? Mi sei sembrata piuttosto agitata!”.

“No, figurati. E' che sono un po' stanca. In questi giorni non mi sono fermata un secondo”.

La stringo a me, tenendola per la vita. In effetti gli ultimi giorni sono stati parecchio frenetici, lo show sta riscuotendo un grande successo e tra riprese, interviste e servizi fotografici non si riesce a trovare un attimo di pace.

“Andiamo a mangiare qualcosa insieme?”.

Mi sembra di vederla sbiancare, probabilmente è solo un'impressione. Mi sorride dispiaciuta.

“Amore, mi piacerebbe. E' che Candi mi aveva chiesto di andare a fare un giro con lei in centro. Abbiamo appuntamento tra un'ora”.

“Non ti preoccupare. Davvero. Tanto tra poco arriva Paul, andrò a prendere un aperitivo con lui”.

Si rilassa un po', dopo avermi dato un bacio di sfuggita (ovviamente i guardoni sono sempre all'erta) si dilegua nel suo camerino.

Rimango lì impiantonato al pavimento, la sua aurea, il suo modo di muoversi mi imprigionano i sensi. Qualcuno mi dà una pacca sulla spalla.

“Non si fissano le signorine da dietro. Non te l'ha mai detto la mamma?”.

“Forse è una delle tante lezioni che mi sono perso”. Sorrido al mio amico. Ha il viso un po' sciupato, che la “dieta Torrey” sia ancora in vigore?

“Devi già girare, o vieni a prendere un Prosecco con me?”.

“Solo se ci accompagniamo delle patatine fritte”.

“E patatine fritte siano”. Insieme al Prosecco non si erano mai sentite.

 

 

“Io non so a che ora finirò questa sera, puoi andare tu all'aeroporto?”.

Appoggio il bicchiere pieno del liquido bianco sul tavolo. Cavolo me ne ero completamente dimenticato, mi sa che Nina non è l'unica fuori di testa in questo periodo, dovrei procurarmi del fosforo, i miei trentadue anni iniziano a farsi sentire!

“Certo, non ti preoccupare, tanto non ho impegni”.

“Ti sei fatto scappare qualcosa?”.

“Io no, tu?”.

“Certo che no. Temevo non riuscissi a liberarti di Nina facilmente”.

“Veramente, è lei che ha dato buca a me per uscire con Candice, o forse Candi ha solo svolto al meglio il compito che le avevo assegnato, rapendola più ore del dovuto. Come bere un bicchier d'acqua ”.

Paul finisce le ultime patatine presenti nella ciotola, in una maniera non troppo sensuale si lecca le dita, se non avessi l'anatomia contro, potrei benissimo dire che sia incinto.

“Beh, dai almeno respirate un po', non vi perdete di vista un secondo”.

Sorrido per il tono che ha usato, è come se fosse un po' indispettito, so che ultimamente sto dedicando molto tempo a Nina e questo toglie dei momenti che una volta erano nostri.

“Hai ragione, dovremmo darci una calmata”.

Non replica, probabilmente era già pronto ad un mio diniego, non si aspettava di certo che lo assecondassi così.

“Siete una bellissima coppia. Penso che se doveste farvi vedere in giro, la gente impazzirebbe, avete chimica, carattere, siete perfetti l'uno per l'altra”.

“Non pensavo sarei stato così bene. Con Nina è tutto più facile, stare con lei è naturale come respirare, penso che non me ne stancherei mai”.

“E' perchè sei innamorato. Io ti capisco. Ne sono contento. So che in principio non volevo che ti avvicinassi minimamente a lei, sia io che Torrey tremavamo all'idea, ma quando vi ho visti così uniti anche se vi conoscevate da poco, quando ho visto il tuo sguardo quando Nina era nella vicinanze, ho capito che non avrebbe avuto senso ostacolare la nascita di un amore”.

“Quindi mi stai dicendo che sei contento di diventare, forse un giorno, mio cognato?”.

“Dico che ormai credo ci sia poco da fare”.

Rido un po' per la sua battuta, un po' per la faccia buffa che mi regala, in cuor mio mi rallegro anche per quelle parole appena pronunciate, per sposarla rinuncerei a qualsiasi cosa, lo farei anche oggi stesso.

“Vedrò cosa posso fare per velocizzare le cose”.

Mi tira un pugno amichevole sulla spalla. “Ora vado. Anche perchè da quanto ho sentito dire, ci ha già pensato Nina a far infuriare Kevin, preferisco non contribuire”.

“Ok, ci vediamo stasera lì, allora. Mi raccomando non rovinare tutto”.

“Tranquillo. Ciao, fratello!”.

 

 

 

 

 

Pov Nina.

 

 

Sono di fronte a “La Maison”. Di Megan, o chiunque questa -M sia, neanche la traccia. Inizio a camminare avanti e indietro, l'agitazione mi divora lo stomaco. Per fortuna Candi è stata al gioco, non mi ha fatto neanche domande, ha semplicemente acconsentito a coprirmi con Ian, certo devi inventarmi qualcosa il prima possibile, non è una a cui le cose passano inosservate. Va beh, devo prima pensare a ciò che mi toccherà tra poco, dopo mi potrò occupare di Candice.

L'arietta ancora fredda di Aprile si insinua dolcemente sotto la mia maglietta, mai come in questo momento vorrei avere Ian vicino, lui saprebbe cosa fare, saprebbe sicuramente cosa consigliarmi.

Dal vialetto interno, la vedo, è bella nel suo vestito beige, le scende morbido sui fianchi, è impossibile distinguere le sue forme. Mi sorride, per quanto mi sforzi, però, io non riesco a ricambiare. E' però più scialba di quanto me la ricordassi.

“Nina, grazie di essere venuta”.

“Nessun problema”. La mia freddezza disarma anche me, non sono abituata a sentire questo tono di voce uscire dalla mia bocca.

“Entriamo. Beviamo qualcosa”.

Il locale è carino, molto accogliente, però il sole primaverile che lo illumina da fuori, non lo rende proprio il posto giusto per trascorrerci il pomeriggio.

Ordiniamo un frullato di vaniglia e cioccolato, dopo di che rimaniamo minuti a fissarci.

“Ti trovo bene, Nina”.

“Vai pure al dunque, non mi interessano i tuoi giochetti”. Si lascia scappare un sorrisetto storto, è chiaro che non sia venuta a raccontarmi le belle cose che sono successe nella sua vita in questi mesi di agonia.

“Hai la coda i paglia?”.

“No, semplicemente ho poco tempo da perdere”.

“Già, Ian assorbirà tutte le tue energie”.

“Non sono venuta qui per parlare del mio rapporto con Ian. Se è una cosa che riguarda me e te, bene, altrimenti arrivederci”.

“Ian riguarda me e te”.

Il mo cuore perde un battito, non è difficile arrivare ad una soluzione, io e Megan siamo due donne completamente diverse, dentro e fuori, eppure qualcosa ci accomuna, l'amore per lo stesso uomo, e non un uomo qualunque, ma il migliore di tutti.

“Che cosa vuoi sapere?”.

Afferra tra le labbra rosse la cannuccia argentata del frappè, intanto continua a scrutarmi con lo sguardo, è come se cercasse qualcosa che nessun altro può vedere.

“Non voglio sapere i dettagli felici della vostra relazione amorosa”.

“E allora cosa vuoi, Megan? Davvero, ho altri impegni”.

Il mio cellulare squilla, è un messaggio, in attesa di una sua risposta sbircio il contenuto della bustina bianca.

 

Amore, ci vediamo alle 18 e 30 a Casa Salvatore. Julie ha bisogno di parlarci. Ti amo

 

Megan si accorge di qualcosa, il suo volto diventa una maschera di bronzo.

“Ho bisogno di parlare con lui”.

“Allora, mi sa che hai sbagliato persona. Ancora non sono la segretaria di Ian, se vuoi parlare con lui alza il telefono e fallo”.

“Lo farei se lui mi rispondesse”.

Un moto d'orgoglio manda in fibrillazione il mio cuore, amo quell'uomo ogni giorno di più, è questa è come la prova del nove per sapere che di lui mi posso fidare.

“Allora non so proprio che cosa fare, mi dispiace”.

“C' è qualcosa che puoi fare”.

Resto a guardarla interrogativa, questa posizione mi sta diventando stretta, il caldo del locale è soffocante e la maglietta di cotone pesante non mi aiuta sicuramente. Questi sbalzi di temperatura, mi faranno beccare una bella influenza.

“Tu puoi convincerlo a rispondermi”.

“Perchè dovrei?”.

“Perchè me lo devi. Perchè hai rovinato la mia vita rubandomi l'unica cosa che la rendeva davvero degna di chiamarsi vita. Perchè tu possiedi il suo amore, io invece non ho mai potuto goderne”.

Perchè sta sfruttando la carta della compassione? Mi sento un terzo incomodo in una storia che non mi appartiene. Che cosa ti passa per la testa, Nina? Ian ti ama, anche se tu non stessi con lui, questo non cambierebbe la situazione con Megan. Perchè è così vero? Ian non tornerebbe mai da lei, mi ama troppo per fare una cosa del genere.

Alzo lo sguardo verso la mia rivale, è una mia impressione, o i suoi occhi sono velati da una patina trasparente?

“E' importante, Nina. Devo parlargli il più presto possibile”. La voce le trema, se solo fossimo in una situazione diversa, mi sarei buttata al suo fianco per sussurrarle di non arrendersi, come ho sempre fatto quando ho visto qualcuno cedere. Eppure adesso mi diventa impossibile, devo mostrarmi forte, lo devo al mio amore che è più importante di qualsiasi altra cosa. Lo dice anche il detto: mors tua, vita mea!

“Vedrò cosa posso fare, ma non ti prometto niente. Ian ha una sua testa, sarà sempre lui a decidere per sé, non intralcerò mai il suo cammino, tanto meno per una cosa che neanche mi riguarda. La tua storia con Ian, non mi riguarda, il passato di Ian non mi riguarda”.

Mi allontano dal tavolo con passo pesante, solo quando sono fuori dal locale mi rendo conto che forse avrei anche potuto pagare! Poco male, in fin dei conti è stata lei a volermi vedere a tutti i costi.

 

 

 

 

 

Pov Ian.

 

Sono le 18 e 30 passate e di Nina neanche l'ombra, non è proprio da lei.

Sua cugina mi sta appiccicata come una cozza, inizio davvero a non sopportarla, forse avrei dovuto dare più credito a Torrey quando mi parlava di lei.

“Io sono una donna molto sexi, comunque le mie curve sono ben viste dal pubblico maschile, questo lo so, eppure credo mi manchi quel qualcosa in più...”. Il “cervello”, vorrei aggiungere, eppure mi limito, mia madre mi ha insegnato che l'educazione è prima di tutto, soprattutto con una donna. Anche se, devo ammettere, in questo caso la donna in questione è una gallina patentata.

Cerco di defilarmi, beccandomi lo sguardo stizzito di Paul: ora che si trova solo, deve sorbirsi tutta la pappardella della cozza gallina, alias cugina di Nina e della sua futura moglie.

Micaela mi sorride da lontano, adoro quel sorriso, è così famigliare da farmi girare la testa. A proposito di sorrisi che mi fanno girare la testa: dove diavolo si è cacciata la mia fidanzata?

Neanche il tempo di dirlo, entra nel salone. Sorrido all'espressione buffa che le si è dipinta sul viso, molto simile a quella di sua sorella poco fa. Senza neanche accorgersene si è trovata di fronte tutta la famiglia.

Sono giorni che io e Paul organizziamo questa sorpresa. Sapevamo quanto ci tenessero le ragazze a partecipare al compleanno di Liberty, sessant'anni si compiono una volta sola, allora, visto gli impegni improrogabili, abbiamo pensato di spostare la festa in America. Non è stato facile mettere d'accordo tutti, soprattutto zia Lucy e Deb, sua figlia, queste sì che sono due grandi rompiscatole.

Nina non riesce a credere ai suoi occhi, senza che me ne accorga due grossi lucciconi scendono spietati sulle sue guance, mi godo lo spettacolo di quel viso, incapace di muovere qualsiasi passo che mi porti ad un tesoro così importante.

E' lei a prendere l'iniziativa, appena incrocia i miei occhi sorride dolcemente e si incammina verso di me.

Purtroppo questo ritrovo amoroso viene in qualche modo ostacolato, Devon e Maryelle le si precipitano addosso, riempiendola di baci e abbracci. Dopo qualche secondo, Nina ha talmente tanta gente intorno che non riesco neanche a riconoscerla.

“Direi che la sorpresa è andata a buon fine. Tu ed io insieme siamo una forza, amico”.

Anche Torrey, tanto per cambiare si è buttata nella mischia, l'affetto di casa è imparagonabile a qualsiasi altra cosa, io lo so bene.

Solo la gallina non ha intenzione di sprecare il suo tempo con sua cugina, si avvicina a me e Paul con un'aria compromettente, mi trattengo seriamente dal tirarle una padellata in testa.

“Aspetto che abbiano finito. I miei parenti sono così volgari, scusateli, ma non sanno cosa siano le buone maniere”.

La ignoriamo completamente, è proprio la degna figlia di sua madre!

“Sono felice di vedere Nina, sta molto bene così. I chili in più le donano al viso”.

“Nina? Chili in più?”. Paul guarda sbigottito la ragazza, io la prendo un po' più sul ridere. A volte la gelosia ti fa dire cose che non pensi, pazienza!

Non faccio in tempo a voltarmi, che qualcuno si butta su di me. Nina mi salta letteralmente in braccio, le gambe intorno alla vita e inizia a baciarmi il viso con fare piuttosto inappropriato alla situazione. Arrossisco appena incontro lo sguardo di Liberty in mezzo alla folla, mi rassereno solo dopo aver scorto la sua felicità paterna.

“In effetti, forse qualche chilo lo hai preso seriamente”.

Non mi risponde, dopo tutto non sa neanche di cosa stia parlando.

“Ian, ti amo. Sei stato fenomenale, grazie. È davvero importante trascorrere con mio padre questa serata speciale”.

Mi bacia con tenerezza, ancora una volta le mia guance iniziano a bruciare. Perchè deve farmi arrossire davanti a decine di persone?

“Ehi, guarda che ho collaborato anche io alla sorpresa”. Lo sguardo indignato di Paul la fa ridere calorosamente, scende veloce dalle mie braccia e si butta tra le sue, compiaciuto lui le bacia i capelli.

L'agitazione che le ho visto aleggiare negli occhi questo pomeriggio, è svanita, quasi evaporata. Sono felice, è come se la mia serenità dipendesse dalla sua. Ora capisco tutte quelle frasi degli innamorati, vivo attraverso di te, guardo il mondo attraverso i tuoi occhi, ora so davvero che cosa si prova.

 

 

 

Pov Nina

 

 

La festa è davvero bella, Ian e Paul sono due fidanzati fantastici, hanno organizzato tutto in quattro e quattro otto e devo ammettere che è venuto tutto particolarmente bene. Certo, zia Lucy e Deb se le potevano pure risparmiare, chissà a chi è venuto in mente di invitarle. Il mio sguardo punta dritto su mia madre, cosa non farebbe per farsi apprezzare dalla zia!

Mia cugina non ha staccato gli occhi di dosso a Ian da quando sono arrivata, forse è ora di marcare il territorio.

Mi avvicino di soppiatto e infilo un braccio sulla vita di Ian, mentre con l'altra liscio maliziosamente la stoffa della sua giacca blu.

“Vedo che hai conosciuto il mio fidanzato”. Adoro dirlo e adoro soprattutto lo sguardo rabbioso che mi sta dedicando mia cugina. Ha sempre odiato me e le mie sorelle perchè siamo più belle di lei, non che sia impresa ardua poi.

“Oh, sì, è un ragazzo stupendo. Tienitelo stretto, sai quante donne farebbero carte false per lui”.

Istintivamente stringo Ian a me un po' di più, giusto per far capire alla viperella qui di fronte le scale di appartenenza.

“Già, mezzo mondo gli sbava dietro. Ma non ho tanti problemi, mi fido ciecamente di lui, so di non dover temere nessuna. E quando dico nessuna, dico nessuna”.

Torrey e Devon se la ridono da dietro le spalle di Ian. Tra le varie cose, sono felice di rivedere il sorriso di mia sorella, sembra che con papà le cose siano migliorate, anche se non sa come interpretare l'assenza di Francesco.

Deb si dilegua all'istante senza rispondere ulteriormente alla mia provocazione.

“Sembravi un cagnolino, ti mancava solo la coda scodinzolante”. Sorride alla mia faccia imbronciata e mi avvicina ancora di più a lui, assaporo fino in fondo il suo profumo così sensuale, qualcosa mi dice che i miei ormoni hanno iniziato una danza della pioggia. Quando cavolo vanno via tutti?

“E' la mia rivincita contro quella cornacchia di mia cugina. Non si aspettava di certo che diventassi così famosa e tanto meno che mi fidanzassi con un super figo come te”.

“Sono lusingato signorina Dobrev!”. La sua faccia da schiaffi dice esattamente il contrario, Ian sa di essere quel che è, non deve di sicuro avere certezze da me.

 

 

“Non mangiare tutte queste patatine, potrebbero venirti i brufoli”.

“Entrerei meglio nella parte della diciassettenne in erba”.

Candice mi squadra dall'alto in basso con la classica aria vissuta che la caratterizza. Questa sera è molto sexy, strano ma vero ha legato i capelli in una coda molto alta e i due cerchi argentati che le pendono dalle orecchie sono perfetti con il vestito bianco e argento che le conferisce un'aria da pop star.

“Tu sapevi della festa?”.

“Io so sempre tutto. Ian e Paul mi hanno chiesto aiuto per tenerti buona. Avrei dovuto portarti fuori, una bella passeggiata in centro mentre loro lavoravano per la festa. Tu hai però deciso di rovinarmi tutto”. Mette su un finto broncio che non me la racconta giusta. So che non finirà così, vorrà tutti i dettagli fino allo sfinimento.

“Scusa, ma avevo davvero un impegno urgentissimo”.

“Devo preoccuparmi?”. Mi specchio in quegli occhi così limpidi, sembrano puri e innocenti, quasi rido... Candice e l'innocenza non vanno esattamente di pari passo.

“No, stai pure tranquilla”.

“Con Ian tutto bene?”. Faccio viaggiare il mio sguardo, mi soffermo su di lui. Sta bevendo un bicchiere di vino bianco insieme a Paul e a mio padre, ridono come tre vecchi amici che trascorrono il loro tempo nei bar dello sport. Rido anche io con loro, con Julian non è mai stato così, era già poco inserito nella mia vita, figuriamoci nella mia famiglia.

“Meglio di così non potrebbe andare”.

“Allora cosa ti ha spinto a mentire a me, a lui e a tutti gli altri, oggi pomeriggio?”.

Trattengo il respiro, avevo quasi dimenticato questo piccolo particolare. Circondata dall'affetto delle persone che amo, questa brutta giornata è diventata solo un ricordo lontano.

“Megan”. Le parole non arrivano direttamente a Candice, o almeno così sembra visto che mi sta guardando come se fossi impazzita o come se le avessero giurato di aver visto un asino volare.

Si riprende? Candi? Candi? Oh, eccola che sembra dare un segno di vita.

“Megan?”.

“Esattamente”.

“E' che cosa vuole da te?”.

“Vuole che convinca Ian a parlare con lei”.

“Per quale motivo dovresti volerlo?”.

“Me lo sono chiesta anche io, sinceramente. Ma va bene così, ne parlerò con Ian e sarà lui a decidere cosa fare”.

“Non l'ho mai sopportata, l'ho sempre considerata un'inutile perdita di tempo per l'umanità”.

Non le rispondo, in fin dei conti non ce la faccio ad avercela completamente con Megan, riesco a capire che cosa si deve provare nell'amare un uomo che ama un'altra donna. E poi, Megan o non Megan, questa sera è la serata di mio padre, il mio fidanzato ed il mio migliore amico hanno fatto di tutto affinchè io e Torrey potessimo festeggiare con lui, ora voglio dedicarmi alla mia famiglia.

 

 

 

 

Pov Ian

 

 

“La cosa più bella di questo viaggio, è stato scoprire l'armonia che vi circonda. Vi sorreggete l'una con l'altra, applicando alla perfezione ciò che io e papà vi abbiamo sempre insegnato”.

E' arrivata l'ora della buona notte e un po' la stanchezza, un po' il buon vino rendono più facili le parole strappa lacrime. Mentre Micaela abbraccia teneramente le sue figlie, un groppo mi sale alla gola pensando a quanto mi manca la mia di famiglia. Ciononostante, da quando Nina è al mio fianco, è più facile reggere tutto questo, è come se in lei regnasse una parte di ciò che è la mia vita al di fuori della televisione. In lei ritrovo la passione di un'amante, la dolcezza di una madre, il profumo che sa di casa.

“E ovviamente, vogliamo ringraziare voi due, e per voi che lasciarle qui non ci pesa nulla. Vi conosciamo da poco, ma sappiamo che sono al sicuro, un genitore certe cose le sente”.

Rispondo con un sorriso alle parole di Liberty. Come potrei spiegargli che pur di non vedere mai soffrire Nina mi toglierei io stesso la vita? So quanto per un padre sia difficile vedere la propria bambina crescere, ho visto le difficoltà che il mio ha avuto con Robyn, ma so anche che non può non aver notato lo spaventoso cambiamento che ha fatto, in questi ultimi mesi è sbocciata, una bella donna con dei sani principi ha preso il posto di quel piccolo scricciolino insicuro di cui mi sono tanto innamorato. Eppure il mio amore per lei è in una drastica crescita ogni giorno che passa.

Arriviamo a casa un po' stanchi e accaldati da questo strano clima primaverile.

Mi sdraio nel letto mentre osservo Nina che si strucca con gesti esperti il viso. Le donne e le loro manie! Pensare che è così bella senza.

Mi guarda maliziosa mentre si avvicina a me, la lascio fare, so benissimo che se a quest'ora osassi anche solo avvicinarmi con un dito, finirei a dormire sul divano. Perchè tentare? Il letto è così comodo e confortante!

“E' stata una bellissima festa, non mi aspettavo niente del genere”.

“Altrimenti che sorpresa sarebbe stata?”.

“Ma è mio padre a compiere gli anni, non noi!”.

“Sapevamo che anche lui ci avrebbe tenuto tanto. E' comunque gli è stata fatta una sorpresa, non ha saputo nulla fino a quando Frank li ha portati dritti dritti in aeroporto”.

Sorride soddisfatta, sapere che anche suo padre è stato vittima di questa sorpresa le ha rasserenato il viso.

“Adesso, tu vuoi dirmi dove sei stata tutto il pomeriggio, o devo sorbirmi la palla di Candice a vita?”.

Arrossisce, di sicuro non pensava lo sapessi. Non è stato facile capirlo, basta conoscere tanto bene una persona da capire quando ti dice una bugia ed un pizzico in più di attenzione.

“Tu... tu... come fai a saperlo?”.

“Lo so perchè ti amo”.

“Scusa”.

“Per avermi mentito o per aver fatto qualcosa che non avresti dovuto fare?”.

“No... questo no”. Risponde allarmata, sorrido di fronte a questa sua piccola esitazione.

“Lo so. Ho fiducia in te, Nina”.

Strabuzza gli occhi come se non mi riconoscesse, in effetti dopo le millemila scenate di gelosia che le ho imposto, non mi riconoscerei più nemmeno io.

“Chi sei tu? Che hai fatto del mio fidanzato?”. Ride divertita, i suoi cambiamenti d'umore mi mandano in subbuglio, eppure non posso fare a meno di adorarli.

“Non tergiversare. Anche se ti do la mia fiducia, voglio comunque sapere che diavolo hai combinato oggi?”.

“Ho visto una persona”. Il suo viso si incupisce all'istante così il mio cuore. Julian? Quella testa di cazzo di Matt? Chi è che vuole incontrare la mia ragazza senza averne il diritto? Dimentico la storia della fiducia, se è uscita con uno di loro, lo raggiungerò e gli spaccherò la faccia. Mi sembra un buon compromesso per aver fatto l'idiota con la mia fidanzata!

Ok, sto impazzendo e sembra che la stronzetta qui presente si stia divertendo, lo dice il fatto che continua a guardarmi con aria desolata, ma non riesce a trattenere un sorrisetto soddisfatto.

“M...”.

“Che cazzo vuole da te?”. Non le lascio terminare la frase, sarebbe solo un rischio alle mie coronarie. Dovrei fare uno di quei corsi strani, quelli sul controllo della rabbia, potrei ottenere dei discreti risultati.

“Io gli spacco la faccia, gliela spiaccico contro il muro e ci gioco a freccette la prossima serata uomini tra me e Paul. Come si permette dopo tutto questo tempo? In più non c'è neanche la scusa del non sapere, perchè Liz sa ergo saprà anche...”.

Nina mi si mette di fronte, appoggia una mano sul mio petto nudo, quasi a volermi trasmettere un po' della sua serenità.

“Amore, lasciami finire di parlare. Oggi, ho visto Megan”.

Arrossisco prima di tirare un sospiro di sollievo, sento le sue labbra, appoggiate alla mia spalla, dischiudersi in un tenero sorriso.

Improvvisamente la rabbia prende di nuovo il sopravvento. Che cosa vuole lei da Nina? Non è degna neanche di avvicinarsi ad una creatura simile.

“Cosa vuole? E soprattutto perchè non me l'hai detto?”.

“Vuole parlarti. Non te l'ho detto, perchè sapevo che non mi avresti lasciato andare”. Come posso smentire?

“Certo, l'avrei fatto perchè non ce n'era il caso. Comunque cosa ti ha detto?”.

“Che non le rispondi al telefono e che ha urgente bisogno di palare con te”.

“Possiamo anche parlare, ma non so quanto sarò signore, non dopo che ti ha messo in mezzo a tutta questa storia, senza che ce ne fosse un motivo valido”.

“Ti ama. Non c'è motivo più valido di questo”. Sento una nota di amarezza nel suo tono, so cosa si prova a vedere un'altra persona che guarda nel tuo stesso modo l'uomo che ami. E' qualcosa che ti ferisce dentro, una lesione incapace di risanarsi.

“Non le parlerò. Per me esisti solo tu, lei non ha più significato per me da mesi”.

“Non essere così crudele con lei. L'abbiamo ferita, merita almeno un chiarimento”. E' diventata acida. La mia piccola Nina che vede il mondo sotto un'altra sfumatura di colore, che non riesce a vedere il marcio in ciò che la circonda.

“Megan non è una vittima, Nina, non lo è mai stata e non vorrà mai esserlo. Ma se tu credi che sia più giusto parlarci, lo farò. Ma sappi che lo faccio esclusivamente perchè sei stata tu a chiedermelo”.

Annuisce con la testa, mi ricorda mia nipote quando qualcosa le va a genio, la stringo ancora un po' a me e le bacio con dolcezza la testa.

“Non ti lascerò mai andare via da me, angelo mi”.

 

 

 

 

 

Ciao!!! scusate questo mega ritardo, purtroppo però ho iniziato l'università e le lezione e lo studio mi tolgono via fin troppo tempo, cercherò comunque di essere il più presente possibile e postare almeno due volte a settimana.

Dunque, in questo capitolo vediamo un fidanzamento che va a gonfie vele, i due piccioncini sembrano fatti l'uno per l'altra e tutto trascorre felicemente. Ecco che però torna in scena Megan che vuole parlare con Ian. Cosa vorrà da lui? Nel prossimo capitolo lo scopriremo.

 

 

Ringrazio ulteriormente i miei recensori, grazie mille per il vostro super sostegno. Baci

 

qualcuno mi ha chiesto se posso fare un po' di pubblicità alle altre storie, chiunque fosse interessato mi dica il nome della sua...

  
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