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Autore: STRONGER_1D    02/10/2012    0 recensioni
Questa è una storia come tutte le altre, mi piace molto scrivere e avevo una voglia matta di fare leggere a qualcuno questa mia piccola (grande) storia, spero vi piaccia XX
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le valigie erano pronte, le fissavo da più di mezzora, erano nel sotto-scala pronte per essere prese, messe in macchina e poi in un aereo. -Natalie tutto bene?- Jake mi mise una mano sulla spalla -si- dissi poi sorridendo -non si direbbe- -sto bene fratello- -se lo dici tu- mi sorrise andando in cucina. La grande pendola in cucina suonò, il cuore cominciò a battermi più velocemente. -sei pronta?- mi urlò mio padre dal piano di sopra. Ero pronta? lo ero davvero? -si- urlai dopo, sorrisi subito dopo, scese dalle scale fischiettando -sei molto felice che tua figlia se ne vada vero?- incrociai le braccia -se mando tuo fratello a New York posso ritenermi in pace- sorrise sarcastico -se mi dai i soldi parto anche ora- Jake corse in salotto -vai in auto- puntò il dito verso la porta -ora- disse poi in tono severo -lei va a Londra ed io non posso andare a New York- borbottò uscendo -non sarai stato un po troppo duro con lui?- chiesi ridendo -i soldi per partire glieli dai tu?- -mi eclisso- andai verso l'auto, entrai e vidi subito mio fratello alle prese con il suo amato cellulare -e vai la banana- urlò poi -Jake mi sto preoccupando- scoppiai a ridere -Fruit ninja- rispose, non staccava mai lo sguardo dal cellulare -tu sei strano- appoggiai le testa al finestrino -sei tu quella asociale- -io ho una vita sociale, con i miei idoli- -ah già quei 5- -quei 5 hanno un nome- -sai che sono idioti vero?- -chi ha mai detto il contrario- Frankie entrò in auto sorridendo -credevo non arrivassi più- sorrisi abbracciandola -mia madre e i suoi piagnistei- roteò gli occhi, risi -pronta per Londra?- chiesi con un filo di nervosismo -prontissima- fece un sorrisone, la sua sicurezza mi disarmava, lei era cosi contenta di andarci, io lo ero per cento mila volte più di lei ma tutto questo mi spaventava.Sorrisi falsamente, mio padre prese la giacca e la gettò in testa a Jack -pronte?- si girò, annuimmo entrambe,ci sorrise, mise in moto e sentivo che ero di un centimetro più vicino al mio primo vero attacco di panico. Eravamo ormai dentro l'aereo, le hostes stavano spiegando tutte le norme di sicurezza che già conoscevo quasi a memoria, il mio sguardo girava per i sedili e non si fermava mai, Frankie appoggiò la sua mano sulla mia -Natalie tutto bene?- annui frettolosomante -Sai sono nervosa- aggiunse, voltai lo sguardo velocemente verso di lei -davvero?- annui -capisco, io no- girai lo sguardo verso il finestrino -per questo stai stringendo la mia mano cosi forte da farmi male?- spostai lo sguardo verso la mia mano, gliela lasciai, rise -che sei nervosa lo puoi anche dire- -mi sento come se avessi tutti la pressione di questo mondo a dosso- sospirai -è una cosa normalissima- -però non rinuncerei mai a Londra- sorrisi subito dopo -vedrai che quando arriveremo li tutto sarà migliore- fece un lungo respiro -l'ansia sparirà- -spero che sia davvero cosi- Mi sorrise rassicurandomi, forse nemmeno lei era convinta delle sue parole ma per tranquillizarmi avrebbe detto anche che babbo natale esisteva. L'aria fresca di Londra ci diede quell'ennesima svegliata che ci serviva, eravamo mano nella mano guardando a bocca aperta l'immensa Londra che si estendeva davanti a noi, intravedevamo i palazzi,le auto, il London eye.. Ma tutto questo veniva interrotto regolarmente dall'enorme massa di gente che passava davanti ai nostri occhi. -wow- le nostri voci si trasformarono in un unico suono. Strinsi la sua mano, girò il viso verso di me -andrà tutto bene- mi sussurrò per poi abbracciarmi, la strinsi chiudendo gli occhi -Forza- mi staccai da lei in un impeto di gioia -abbiamo tanti posti da visitare- mi sorrise. Presimo un taxi e cominciammo a scattare foto, alcune vennero sfuocate ma quelle per noi erano sempre le migliori, Frankie parlava con sua madre mentre io mandavo un messaggio a mio fratello per avvertire i miei che stavo bene e che non avevano dirottato il nostro volo per immensi deserti. L'auto si fermò proprio davanti ad un enorme palazzo, il nostro piccolo appartamento all'ultimo piano, era un piccolo attico che mio padre ci aveva prestato visto il nostro viaggio. Mio padre viaggiava molto e veniva molto spesso a Londra e vista la disponibilità dell'attico abbiamo ritenuto superfluo prenotare un hotel. Uscimmo prendendo le valigie,l'auto riparti cosi veloce da alzare una folata di vento. Strinsi il manico delle valigie per poi salire il piccolo gradino del marciapiede.Presi le chiavi e mi dirissi alla porta mentre Frankie salutava suo padre per telefono. Mi precedette un ragazzo che uscii dal portone, tirai indietro il braccio, vidi un ragazzo alto, occhi verdi e capelli ricci, mi sembrava vagamente familiare ma era come se qualcosa mi impedisse di riconoscerlo. Mi sorrise facendomi intravedere le fossette, qualcosa mi ritornava alla mente, c'ero appena arrivata ma qualcosa interruppe i nostri sguardi -Harry muoviti, - alzò lo sguardo, d'istinto mi girai anche io, vidi un ragazzo dai capelli mori e occhi azzurri chiamarlo da dentro l'auto -arrivo- urlò lui, mi fece l'occhiolino lasciandomi la porta aperta e entrando in auto. Restai li a fissare la porta con gli occhi sbarrati, Frankie sorridente mi raggiunse -Natalie tutto bene?- -io, io ho appena visto Louis e Harry- alzai lo sguardo verso di lei -tu hai fatto cosa?- urlò guardandomi con gli occhi sbarrati, annui. Mi prese le spalle scrollandomi, salendo le scale le raccontai tutto,nella sua espressione si estendeva una piccola nota di rabbia, avrebbe voluto vederli anche lei. Il suo sguardo, era magnetico. I suoi occhi, erano centomila volte più belli visti da vicino. Le sue labbra, erano una specie di calamita. I suoi ricci, oh avrei tanto voluto toccarli ma in quella piccola frazione di secondi non capii nemmeno chi avevo davanti. Uscimmo, Frankie rigirava una cartina e si lamentava non capendone il verso. Mentre cercavo le maggiori attrazioni su internet Frankie ebbe un illuminazione -Andiamo da Harrods e poi in un teatro li vicino, visto che è lunedi non c'è nessuno- disse in tono soddisfatto -appunto- dissi io -è aperto al pubblico- -non voglio finire nei gua..- -oh ma andiamo, non ci arresteranno mica se andiamo in uno stupido teatro- mi interruppe lei -se nella vita non rischi non vivrai mai davvero- mi zittii, annui subito dopo. -Bene- sorrise prendendomi per mano e trascinandomi per le strade di Londra, quelle scene mi sembravano tanto quelle di un film, avevo LWWY nella mente, rivedevo quelle scene e si! potevo dire che stavo vivendo perchè ero giovane! Passammo più di due ore dentro a quel benedetto negozio, era immenso e non c'era una singola maglia che non mi piacesse. Iniziammo a camminare verso questo teatro, era un famoso teatro di Londra, il lunedi non c'era mai nessuno, la maggior parte delle persone erano a lavoro o in qualsiasi altro luogo, spiegò Frankie. Arrivammo dopo un paio di minuti. -vedrai che sarà divertente- fece per aprire la porta, sbattè contro la porta quasi cadendo a terra, scoppiai a ridere -tutto bene?- -un po- appoggiò la mano sopra la tempia -stonata- aggiunse scuotendo la testa -è chiuso, ritorneremo domani- feci per andarmente -ferma li- mi immobilizai per poi girarmi -c'è sempre la porta sul retro- sorrise maliziosamente -ma sei pazza- quasi urlai -finiremo nei guai- aggiunsi dopo, incorciò le braccia. -Vivi Natalie, vivi cavolo- non era da me pensare troppo alle cose ma non era nemmeno da me pensarci troppo poco, decisi che per una volta avrei dato ascolto all'istinto. Girammo l'angolo, c'era una porta verde, leggermente arruginita -se non si apre nemmeno questa ce ne andiamo okay?- -okay okay- sbuffò, appoggiò la mano sopra la maniglia, la porta si aprii lasciandoci intravedere un enorme tenda rossa e il palco nero. Mi sorrise beffarda, la spinsi dentro sbuffando, chiuse la porta sbattendola -ma cazzo Frankie, meno casino?- esclamai io -disse la donna che urlò- la fulminai con lo sguardo. Le luci erano accese e facevano intravedere l'enorme teatro, levai la borsa ammirando il tutto e lasciandola cadere sul palco di parquet -è enorme- esclamai io sorridendo -e tu che non volevi nemmeno venire-
  
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