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Autore: Rosmary    02/10/2012    7 recensioni
È la Vigilia di Natale del 1996. Voldemort è sempre più potente e l'Ordine della Fenice deve agire.
Tutti sono coinvolti in questa guerra, anche i più giovani, costretti a vivere immersi in paure, preoccupazioni e compiti gravosi. Eppure vi sarà sempre qualcuno pronto a sorridere e a vivere, e allo stesso tempo vi sarà anche qualcuno pronto a spegnere quei sorrisi e quella vitalità.
Indirizza lo sguardo su Hermione «Ti accompagno a casa?»
«No, papà. Lo faccio io» Tutti si voltano verso Fred.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mangiamorte | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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«DOLOHOV» Urla, fuori di sé, Remus. Il corpo di Angus viene abbandonato, scivolando in terra. La bacchetta di Remus trema tra le dita del proprietario ed è tremolante che viene puntata contro l’assassino.

«Vuoi uccidermi?» Ghigna Dolohov e, per l’ennesima volta, attacca.

Remus si scosta rapido, gettandosi in terra. La scintilla riapre la battaglia: Bellatrix, divertita, tenta di mandare in frantumi il bastone di Malocchio, ma l’Auror è troppo scaltro e difatti riesce ad incatenare l’avversaria in una strana e buffa bolla d’aria. Gibbon, al pari dei compari, torna ad attaccare con ferocia Tonks, la cui ferita diviene sempre più problematica.

«STUPEFICIUM» Tuona Alastor in direzione di Gibbon, salvando la propria pupilla da morte certa.

Bellatrix, nel frattanto, è quasi riuscita a liberarsi, peccato che Malocchio torni a preoccuparsi di quella stramba bolla d’aria, dando vita ad una sfida di volontà tra se stesso e la più crudele dei Mangiamorte. Bellatrix tenta di distruggere la gabbia, Alastor tenta di rafforzarla.

«Remus» Sussurra preoccupata Tonks, avvedendosi del compagno in terra. Poco lontano da Lupin, Dolohov è pronto a ripetere l’Anatema. È una frazione d’istanti: Tonks s’avvede di quel fiotto di luce verde, Remus anche s’avvede della minaccia, Dolohov esibisce un’espressione maligna e tronfia e Remus, traendo energie dall’istinto di sopravvivenza, si rialza.

«PROTEGO»

È un urlo contaminato dalla disperazione. Sono due urla contaminate dalla disperazione. Tonks è accanto a Remus. Entrambi hanno elevato la potente barriera, sono entrambi potenziali vittime e Antonin continua ad essere il potenziale carnefice, ma la sorte, anche in questa circostanza, ha voluto rimescolare le carte all’ultimo secondo, capovolgendo le gerarchie. Il fiotto di luce verde si scontra con la barriera. Remus e Ninfadora sono costretti ad arrancare per evitare che la Maledizione infranga lo scudo. Dolohov, a sua volta, è costretto a smettere l’aria tronfia, impegnando ulteriori energie nell’attacco, ma la barriera è troppo forte e la sua luce inghiottisce l’Anatema. Tutto sembra finito, i tre coinvolti ansimano, ma qualcosa rompe quell’apparente quiete: la barriera, d’improvviso, rigetta la Maledizione contro il Mangiamorte. Persino le lancette dell’orologio paiono fermarsi quando Antonin Dolohov smette di respirare e casca dritto in terra.

«Va’ all’inferno» Ѐ l’augurio di Remus, alla vista del cadavere dell’avversario.

 

****
 

 

«Dove credete di andare?» Sono le parole di Augustus Rockwood. L’uomo è comparso dinanzi Fred, Hermione, George e Lee. È solo ed esibisce un’espressione divertita ed al contempo cattiva.

«Facci passare o ti ammazzo» Ringhia aggressivo George, levando la bacchetta contro Rockwood. Come lui, anche Lee e Fred. Hermione, invece, continua ad aggrapparsi al braccio sinistro di Fred, apparentemente incapace di sorreggersi.

Ma Rockwood ride ed è ridendo che scaglia il primo attacco. Lee riesce a controbattere. George e Fred gli danno man forte. Augustus, senza scoraggiarsi, continua ad attaccare i quattro giovani, tentando di ferirli in ogni modo possibile. Il Mangiamorte svanisce e riappare, confondendo i tre combattenti. Hermione, contrariamente al suo solito atteggiamento, è in disparte, aggrappata alla parete, timorosa di cascare in terra da un momento all’altro. Gli occhi della strega seguono lo scontro, ma ogni tentativo d’intervenire risulta vano.

«Siete solo dei pivelli» Li schernisce Augustus, svanendo in una nube di fumo e riapparendo alle spalle di Lee «Sono qui!» Esclama divertito.

«LASCIALA»

«Cosa?»

«LASCIALA» Ripete Fred. Sembra impazzito, completamente fuori di sé. Lee e George non calano le bacchette, ma, al pari di Fred, non osano attaccare Rockwood ed il motivo è stretto tra le braccia del Mangiamorte.

«Lasciarla, dici?» Ride beffardo l’uomo, serrando la presa alla vita di Hermione, facendole male «Sicuramente. Prima l’ammazzo, però» Continua a ridere e Hermione, terrorizzata, s’impone di non versare neanche una lacrima.

«Lasciala, prendi me» Tenta Fred, calando la propria bacchetta sotto gli sguardi atterriti di George e Lee.

«Fammi capire, ragazzo» Afferma ghignante «Credi davvero che mi accontenti di uno di voi? Dovete morire tutti» Sentenzia con odio e la bacchetta viene puntata alla gola di Hermione «Lei è solo la prima»

«STUPEFICIUM»

L’attacco colpisce in pieno la schiena di Rockwood, quest’ultimo perde l’equilibrio e libera involontariamente Hermione, che viene sorretta da Lee. Hestia, alle spalle dei cinque, ha ancora la bacchetta levata «Stupidi ragazzini, CORRETE»

E corrono i quattro ragazzi. La mano di Hermione è stretta in quella di Lee, il quale l’ha trascinata d’istinto con sé. George e Fred sono alle loro spalle. Hestia, a sua volta, chiude la fila.

«ALLA PASSAPORTA» Urla ancora la donna, incitando i ragazzi.

«Non così in fretta» Rockwood, per l’ennesima volta, infrange i sogni di gloria del gruppo. Il labbro inferiore è sanguinante e la veste é sgualcita. Augustus dedica uno sguardo di profondo odio a Hestia, ma non indugia oltre «BOMBARDA»

L’incanto è potente, cruento ed estremamente pericoloso. Hestia cade all’indietro, perdendo il contatto con la propria bacchetta. Lee fa da scudo a Hermione, le cui orecchie sono oramai inutili, George e Fred, agendo in contemporanea, contrattaccano con il medesimo incanto, producendo un’esplosione ancor più devastante. Le pareti del corridoio crollano: Lee, Hermione e Hestia riescono a salvarsi, Fred e George vengono colpiti da schegge che graffiano i loro volti ed i loro corpi, Rockwood, invece, viene schiacciato da un grosso pezzo di pietra.

«Ѐ morto, finalmente» Commenta George, qualche istante più tardi.

Fred si rialza da terra, indirizzando lo sguardo verso Hermione, ora in piedi grazie all’aiuto di Lee. Agisce d’istinto il giovanissimo mago: corre, annullando la poca distanza che lo separa da Hermione, scosta rudemente Lee e abbraccia lei. La stringe a sé, in una morsa che sottintende possesso e timore. Hermione, dapprima stranita, contraccambia l’abbraccio, nascondendosi tra le braccia di Fred.

«Non sono impazzito, Hermione» Sussurra Fred, scostandosi appena, in modo tale da poterla guardare. Ma Hermione appare perplessa, scuote il capo, perché non riesce a sentire nulla: in questo momento, il mondo, per la strega, è muto.

«Dobbiamo andare» Impone Hestia, dura.

Fred l’ignora, Hermione non può sentirla ed il mondo, in pochi attimi, oltre che muto, diviene privo dell’asse temporale: non c’è più nulla da cui fuggire, non ci sono i minuti incalzanti e le urla terrorizzate. Il mondo è svanito, è stato inghiottito dalle labbra di Fred che carezzano le labbra di Hermione. Entrambi hanno dimenticato ogni cosa, persino le spiegazioni e la logica del gesto. Lui la bacia e lei bacia lui. C’è dolcezza e poi irruenza e poi possessività. È c’è l’interruzione, data da una mano che afferra la stoffa del maglione di Fred, strattonandolo.

«Non è il momento» Asserisce preoccupato un traballante Arthur Weasley.

«Stupidi mocciosi, alla Passaporta. Abbiamo poco tempo» Ringhia Alastor, mentre Fred e Hermione si distaccano imbarazzati.

«Era ora» Commenta ghignante Lee, dando una gomitata complice a George.
 

Novembre 1995 – Dormitorio maschile Grifondoro

«Non devi provocarla così, hai dimenticato che ci ha minacciati?»

«George, davvero hai paura di Hermione?» Chiede ridacchiando Lee, infilando il pigiama.

«Non di lei» Afferma scocciato l’interpellato «Della mamma, sì»

«Non dirà nulla alla mamma, sta’ tranquillo» Commenta Fred, stendendosi sul letto.

«Ma tu non provocarla»

«Io non la provoco, George»

«Oh, no. La corteggi, magari» George, sarcastico.

«Può darsi» Biascica Fred, nascondendo la testa sotto le coperte.

Lee e George, in contemporanea, sgranano gli occhi ed assumono una stupidissima espressione sconcertata.

 

****
 

 

 

Seduti alla tavola della Tana, vi sono Harry, Ron, Ginny e Molly, la quale ha spiegato quasi tutto ai tre ragazzi, complici l’insistenza dei ragazzi e la preoccupazione smisurata della donna.


«Non ho potuto fare niente» Asserisce Harry, infuriato con se stesso. I pugni stretti ed il corpo tremante.

«Ѐ un bene che almeno voi non siate coinvolti, Harry» Commenta la Signora Weasley, con fare materno.

«Perché non sono ancora tornati?»

«Torneranno presto, Ron» Nuovamente Molly, con malcelata insicurezza.

Ginny è ora vicina alla finestra, le braccia conserte e l’espressione preoccupata. Non ha proferito parola, come sempre le accade quando è estremamente preoccupata. Un atteggiamento non molto lontano da quello del fratello, difatti Ron, ad eccezione della domanda, non ha espresso pareri, semmai continua a star seduto curvo sulla sedia, rigirando un tappo di bottiglia tra le dita della mano sinistra.

«Stanno tutti bene. Stanno tutti bene» Sibila Harry a se stesso, alzandosi in piedi ed iniziando a fare su e giù nella cucina, sfregando le mani in modo quasi maniacale, tentando di sfogare l’angoscia.

«C’Ѐ QUALCOSA» Annuncia a voce alta Ginny, improvvisamente, schiacciando il volto ed i palmi delle mani contro il vetro della finestra. Gli altri tre s’avvicinano rapidi, Molly si precipita ad aprire la porta.

«Ci siamo, Molly» Esordisce Arthur, sorretto da George e Lee. Tonks è aiutata da Hestia. Fred accompagna Hermione, impedendole di perdere l’equilibrio a causa dell’improvvisa sordità. Alastor e Lupin, chiudendo la fila, sorreggono un corpo esanime. Poco lontano da loro, una Passaporta ha smesso di brillare, tornando ad essere una cartaccia sporca, ripescata per caso dal cestino dei rifiuti.

«Ѐ Angus» Il tono piatto di Arthur, in risposta allo sguardo atterrito della moglie. Annuisce istintivamente Molly, venendo invasa da un sollievo ed una gioia che allertano l’odioso senso di colpa.

«State bene» Ripete a se stessa, abbracciando i due gemelli e poi il marito. In contemporanea, anche i tre ragazzi si sono fiondati all’esterno e tra le braccia di Harry vi è Hermione.

«Ho avuto paura, Hermione» Afferma Harry.

«Ehi…» Esordisce Ron, raggiungendoli dopo aver abbracciato i familiari.

«Sta bene, Ron, sta bene!» Harry la lascia andare, sorridendole «Vero che stai bene?»

Ma il sorriso di Hermione svanisce a poco, a poco e Harry e Ron s’avvedono di quel sangue rappreso sul mento e sulla guancia.

«Non sente» Interviene Fred, cingendo le spalle di Hermione. 

 

****



«Come è potuto accadere, Bellatrix?»

«Mio Signore… loro… avevano spie… avevano complici…»

«Basta» Impone il tono apatico di Voldemort. La veste nera striscia sulle macerie ad ogni passo del Lord.
Quegli occhietti iniettati di sangue osservano ogni dettaglio «Sarà la loro sola ed ultima soddisfazione» Sibila a se stesso, con convinzione. I cadaveri di Dolohov e Rockwood vengono ignorati. La destra di Voldemort carezza la nuca di Nagini «Puniscila» Sussurra in Serpentese ed il serpente, obbediente, s’avventa contro Bellatrix.


****



2 gennaio 1997 – Binario nove e tre quarti.

Il binario è affollato come al solito, la maggior parte degli studenti torna al Castello, in pochi sono rimasti a scuola per le vacanze natalizie. Hermione, Ginny, Harry e Ron hanno salutato i Weasley e si sono avviati verso uno degli ingressi dell’Espresso.

«Ehi, Granger!» Esclama con tono sarcastico Fred, facendosi largo tra la folla.

Hermione si volta «Mi hai chiamata, Weasley?» Scherza, mascherando l’imbarazzo.

«Come va l’udito?»

«Come nuovo, direi!»

«Il San Mungo ha davvero i Guaritori migliori, allora» Sorride, infilando le mani in tasca «Logan è guarito»

«Come tutti» Asserisce, portando le braccia conserte.

«Cosa fai questo finesettimana?»

«Oh…» Arrossisce, imbarazzata «Io… non lo so»

Ghigna Fred, dandole un buffetto sulla guancia «Ci vediamo domenica mattina, ai Tre Manici, non farmi aspettare» Ammicca in direzione di Hermione, muovendosi per andar via.

«Fred» Accenna un sorrisetto la ragazza «Ѐ un appuntamento?»

«Chiamalo come vuoi!»







 

Angolo Autrice:

Salve ragazzi! In primis, ringrazio tutti coloro che seguono e Krixi19 e BeHutcher per le recensioni lasciate al capitolo precedente, a voi due non sono riuscita a rispondere, mi spiace tantissimo.
Chiedo scusa a tutti i miei lettori per questo assurdo ritardo, purtroppo sono sempre più impegnata, ogni giorno di più e scrivere questo capitolo è stato molto, molto complesso. Spero che possa piacervi, nonostante sia arrivato con troppo ritardo. Il prossimo capitolo è l'ultimo, dunque rimando qualsiasi cosa all'ultimo capitolo! Un bacio <3

 

   
 
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