Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: suzako    15/04/2007    14 recensioni
Introduzione rimossa perché viola il regolamento. NON si può usare il codice HTML completo nelle introduzioni.
Per vedere cancellato il messaggio, contattami.
Solarial, assistente admin di EFP
Genere: Generale, Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quel giorno c’era tanta, tantissima luce.
La giornata di inizio anno dell’Accademia Ninja incominciava così, con gli alberi di ciliegio in prematura fioritura, e un sole caldo che brillava dall’alto di un cielo luminoso, sovrastando la folla rumorosa di genitori e bambini che s’accalcavano di fronte all’edificio.
All’epoca Ino non aveva idea di chi fosse quella bambina dai capelli rosa, o il ragazzino biondo che stava sempre solo. Notò un bambino con gli occhi scuri e il volto serio, e quella pettinatura così buffa, ma non si fermò. No, lei non conosceva quei volti, ognuno dei essi rappresentava qualcosa di nuovo e sconosciuto, e quella sensazione così estranea la rendeva eccitata e nervosa. E all’improvviso la mano di suo padre, che stringeva la sua, diventò davvero fastidiosa, e pensò a quanto sarebbe stato divertente correre per quelle strade, lasciandosi affogare fra i petali che fioccavano a terra. Improvvisamente riconobbe, con un guizzo degli occhi azzurri, il ragazzino strano che i suoi gli avevano presentato parecchio tempo prima, e con la quale si era trovata spesso a giocare: dava l’impressione di comportarsi da adulto, ma in qualche modo sconosciuto, riusciva sempre a farla ridere. Era il suo vicino di casa oltre che migliore amico, altresì conosciuto come Shikamaru Nara.

Divincolandosi dalla stretta del padre, Ino corse verso di lui, cercando di non farsi notare. Com’era prevedibile, il bambino si trovava in disparte, sdraiato all’ombra di un grande albero, con gli occhi chiusi. Sicuramente dormiva. Lei rallentò il passo, e si avvicinò con passo felpato, un sorrisetto furbo dipinto sulle labbra. Si sedette di fianco a lui, che ancora non dava segno di essersi accorto di nulla, e per completare lo scherzo, strappò alcuni fili d’erba, e si mise a solleticargli il naso.
La reazione che aspettava non si fece attendere a lungo. Il bambino incominciò a fare delle smorfie, arricciare il naso, per poi fare un rumoroso starnuto. Finalmente, aprì gli occhi, sollevandosi a sedere: nella luce accecante della tarda mattinata gli ci volle qualche secondo per mettere a fuoco la figura della compagna, accucciata proprio vicino a lui, che rideva a crepapelle.

“Oh, Shikamaru! Non guardarmi in quel modo, dai! Ti fossi visto, avevi una faccia…”, esclamò fra le risate.

“Che cosa stupida”, borbottò lui.

“Certo che sei strano. Oggi è il nostro primo giorno di accademia, e tu non sei emozionato neanche un poco”

“Non vedo perché dovrei”, replicò lui con ovvietà.

“Te lo dico io! Me lo ha spiegato mio Papà! – proclamò lei con aria di infantile orgoglio – perché essere ninja significa prendersi carico delle proprie responsabilità, giurare fedeltà al villaggio, combattere per lui al costo della vita, oltre che affrontare le situazioni più pericolose con coraggio!”

“Sembra seccante. Non credo mi interessi troppo”

“Ma cosa dici…!”

“Che cosa dico? Che me ne vado a casa a dormire.”, mormorò lui con uno sbadiglio, facendo per alzarsi.

“No, non puoi!”, strillò improvvisamente lei, afferrandolo per il lembo della maglietta.

Lui ricadde goffamente a terra, per poi guardarla con occhi vagamente infastiditi.

“Ma che fai?! Lasciamo, Ino!”

“Assolutamente no! Tu resti qui, e poi entri in classe con me e Chouji!”

“Ma che t’importa se divento ninja o meno!”, replicò lui, esasperato.

A quell’affermazione, gli occhi della bambina si fecero improvvisamente seri, e brillarono d’una luce di determinazione.

“Facciamo un patto, Shikamaru. Anzi… Una promessa”

“Eh?”

“Devi promettermi che, da adesso in poi e per sempre, tu mi proteggerai!”

Lui la fissò per qualche secondo, senza capire. Perché avrebbe dovuto proteggerla? Ma da cosa poi? Di solito era Ino che faceva a botte con gli altri bambini, e si comportava sempre come un maschiaccio. Al momento, la sua salute era la cosa che lo preoccupava meno.

…Ma appunto ricordandosi di come i calci della ragazzina sapessero colpire proprio i punti giusti, e tenendo presente le unghiate che tirava, si lasciò andare a un sospiro, prima di annuire con aria poco convinta.

“E va bene”

“No, non così! Dobbiamo dire la formula del giuramento!”, incalzò lei, sbattendo i piedi.

‘Che cosa fastidiosa.’

Le loro dita s’incrociarono, e Shikamaru, con aria solenne, proclamò:

“Prometto in nome di tutto ciò che è vero che da oggi fino all’eternità, io ti proteggerò. Lo giuro. Ok?”

“Grazie, Shika!”, sorrise lei, radiosa.

Il ragazzino abbassò la testa, grattandosi il naso: trovava parecchio seccante arrossire davanti a una femmina, e farsi vedere magari. Si alzò, spolverandosi i pantaloni, e le tese la mano.

Dai, andiamo o faremo tardi.”


. . .

S m o k e G e t s I n Y o u r E y e s

. . .

Erano passati sette anni da quel giorno. Faceva freddo, e il cielo era coperto da pesanti nubi nere. Pioveva, c’era poca luce. Le strade erano deserte, sovrastate da un silenzio innaturale, interrotto solo dal gocciolare ritmico dell’acqua.
Lei aspettava.
Shikamaru era partito quella mattina presto con Neji, Kiba, Chouji e Naruto. Perché Sasuke-kun se ne era andato: così dicevano tutti, e la loro missione era quella di riportarlo indietro. Quando Asuma sensei l’aveva informata, Ino aveva spalancato gli occhi per la sorpresa, completamente sconvolta: non avrebbe mai creduto possibile che Sasuke facesse una cosa del genere. Sapeva del suo desiderio di vendetta, sapeva la storia del Clan Uchiha… Ma quello significava tradire Konoha. Se era disposto a compromettere la sicurezza della sua casa per il potere, alleandosi con un nemico, che differenza c’era fra lui e Itachi? Non capiva. Sakura era in lacrime. Lei non riusciva a capire.

Di una cosa però, non aveva dubitato nemmeno un istante. Era sicura che ce l’avrebbero fatta. L’avrebbero portato indietro, non c’era dubbio. Dopotutto, Shikamaru era chunnin, e Neji uno dei genin più potenti del Villaggio. Non poteva sapere degli shinobi del suono, lei, e di fronte al suo sorriso sfrontato, né Asuma né Kurenai avevano avuto il coraggio di dire nulla.
Ino era tranquilla. Sapeva che se la sarebbero cavata in qualche modo, come sempre. Quella mattina il cielo era chiaro, il sole brillante. Anche il pomeriggio si era mantenuto limpido, nonostante la brezza che s’era alzata.
Ma Shikamaru non era ancora tornato. Il pomeriggio aveva lasciato posto alla sera. E mentre il si cielo annuvolava, Ino aveva potuto sentire chiaramente una stretta stringerle il petto. Un brutto presentimento. Ma possibile che non tornassero?


Pioveva. E lei si trovava ancora là, davanti alle porte di Konoha, sotto l’acqua battente. Aspettava. Il maestro Kakashi, con un gruppo di Ambu, era andato a cercarli. Nonostante fossero partiti da un paio d’ore, non si intravedeva ancora nessuno. Lei, semplicemente, stava lì: le gocce di pioggia le bagnavano il volto, i capelli, i vestiti, Si sentiva intirizzita dal freddo, la mente fosca, la vista appannata. Ma non si mosse, perché quando sarebbero arrivati, voleva essere la prima a dirgli ‘bentornato’. Voleva essere la prima a vederlo. Voleva esserci, e basta.

Era passata un’altra ora.

Dal principio, Ino non li vide. Sagome nel buio della sera. Troppo intorpidita, non si accorse delle presenze che s’avvicinavano. Ma quando udì il calpestare dei piedi sul selciato, quando sentì i primi echi delle voci, quando finalmente alzò lo sguardo, vide. Vide i suoi compagni sorretti dai ninja inseguitori, e aprì la bocca per parlare, per gridare, ma si scoprì troppo debole anche solo per quello. Loro si avvicinavano poco a poco, e finalmente, riuscì a distinguerne i contorni con chiarezza. Kakashi era in capo al gruppo, trasportava Naruto sulle sue spalle. Poi, con un sussulto, si accorse di Chouji, incosciente, gravemente ferito. Fece per avvicinarsi, e finalmente lo vide. Era zoppicante e ferito, esausto e al limite della resistenza. Ma vivo. Shikamaru stava bene.
Mentre gli passarono di fianco, lanciando appena un occhiata a quella strana ragazzina, lui riuscì ad alzare appena la testa, tenendo gli occhi aperti a fatica, tentando di abbozzare un saluto, ma fallendo miseramente. Lei, fece del suo meglio per sorridere, rassicurante.
I ninja della sabbia, impassibili sotto la pioggia battente, evanescente e silenziosi come ombre, li seguivano a distanza di pochi passi, a testa alta.
Fu solo in quel momento che Ino, guardandoli mentre s’allontanavano, capì che c’era qualcosa di sbagliato. Qualcosa che mancava. Poi, la consapevolezza la colpì come un colpo di frusta:

Sasuke-kun non c’era. Non erano riusciti a riportarlo indietro: la missione, era fallita.

L’aveva rivisto solo tre giorni dopo. Chouji era rimasto bloccato in ospedale, ma non erano mai andati a trovarlo insieme. Lei non l’aveva cercato. Lui non s’era fatto vivo.
Alla terza mattina, s’erano scontrati in maniera del tutto casuale. Solo di caso poteva trattarsi, che Ino proprio in quel momento dovesse sbucare da quel vicolo, di corsa. Solo il caso poteva determinare che Shikamaru dovesse camminare lungo quella strada, e arrivare in coincidenza del vicolo proprio mentre lei schizzava a tutta velocità e con mille distrazioni in testa.
L’impatto, dopotutto, non era stato troppo violento. Lui era riuscito a mantenersi in piedi, appoggiandosi al muro, e afferrandola per un braccio a in modo da non far cadere neanche lei. Si ritrovarono così a fissarsi negli occhi, parecchio stupiti e parecchio scocciati entrambi, tant’è che Shikamaru ci impiegò un po’, a riconoscere quelle iridi assurdamente azzurre.

“Ino!”, aveva esclamato a mo’ di rimprovero, lasciando immediatamente il suo braccio.

“Buongiorno anche a te, Shikamaru!”, rispose lei, sarcastica.

“Ti faccio notare che sei tu quella che mi ha quasi buttato a terra”

“Ma che razza di uomo sei, sempre a lamentarti? Non sei neanche caduto”

“Potresti almeno chiedere scusa!”

”Non vedo perché dovrei!”

“Sei insopportabile!”

”Senti chi parla!”

All’ennesima risposta, Shikamaru fece per replicare, prima di rendersi conto quanto fosse stupida la situazione, oltre che seccante. Quindi, si morse la lingua e si limitò a guardarla torvo.
A quella reazione inaspettatamente quieta, anche Ino si calmò, e preso un bel respirò, liquidò il tutto con uno sguardo di sufficienza.

“Non importa… Diciamo che la colpa è di entrambi”

Lui roteò gli occhi, poco convinto.

“Era da un po’ che non ci si vedeva, comunque.”, aveva detto la ragazza, inaspettatamente, con un altro tono di voce.

“Già”

Un silenzio imbarazzante cadde fra di loro.

“Stavi andando da qualche parte?”, borbottò il chunnin, per interrompere quella fastidiosa situazione.

“No, no, affatto… Nessun luogo in particolare”, rispose distrattamente lei.

“Ma se stavi correndo!”, esclamò, esasperato.

Davvero? Oh! – esclamò lei, come se si fosse ricordata improvvisamente di qualcosa – accidenti, hai ragione. Stavo andando in negozio, devo sostituire mia madre. Sarà meglio che scappi!”

“Va bene.”

Lui si limitò ad una risposta sbrigativa e un’alzata di spalle, prima di voltarsi in fretta verso l’altro lato della strada.

“Shikamaru!”

Non aveva fatto che pochi passi, quando la voce della kunoichi lo richiamò nuovamente.

“Che c’è, ancora?”, sbuffò, voltandosi.

“Volevo solo dirti che siete stati grandi, per quella missione. Mi hanno informato di come hai guidato il gruppo! Chi l’avrebbe mai detto, da un fannullone come te…?”

Ignorando il sarcasmo, lui si limitò a fare un sorriso amaro.

“Abbiamo fallito, Ino.”

“Però siete riusciti a tornare. Sei riuscito a riportarli tutti a casa. Li hai protetti.”, rispose lei, semplicemente.

Shikamaru non seppe cosa rispondere, e dopo qualche secondo, lei agitò una mano a saluto, e corse via.

‘Mi hanno fatto chunnin, eppure non sono stato in grado di completare neanche questa missione… Non sono forte come pensi. Andando avanti così, come pensi che possa mantenere quella promessa, Ino…?’

Senza voltarsi, si allontanò a passo veloce, girando all’angolo. Forse, giocare a shoji con Asuma-sensei lo avrebbe aiutato a togliersi quel pensiero fisso dalla mente…

* * *

La missione non doveva essere nulla di particolarmente impegnativo.
Perlomeno, per tre chunnin esperti e un jounin non sarebbe dovuto esserlo. Questo aveva pensato Ino, ed era partita da Konoha col cuore leggero, senza alcun presentimento ad offuscarle la mente.

Poi però, era successo.
Il combattimento con i mukenin della Roccia non stava andando esattamente come sperato: magari era stata sfortuna, forse la sua solita superficialità nell’affrontare le situazione e sottovalutare gli avversari, non avrebbe saputo dirlo. Fatto sta che si era ritrovata a terra, disarmata e stordita, mentre un doppio shuriken roteante si avvicinava a lei a gran velocità.
Ma la cosa peggiore, era che non riusciva a muoversi. Ino chiuse gli occhi, sforzandosi di accettare la prospettiva che la lama sibilante la trapassasse da parte a parte, e che per lei fosse arrivata la fine.
Ma l’impatto non avvenne mai. La kunoichi udì un imprecazione, passi veloci, clangore di metallo. E quando aprì gli occhi vide, davanti a lei, di spalle

Shikamaru!

Lui si limitò a voltarsi, quel poco che le bastò per intravedere i suoi occhi, e la linea della bocca semiaperta, come sul punto di dire qualcosa. Ma la ferita glielo impedì, e con un sussulto, cadde in avanti, le ginocchia e le mani nel fango, a tossire sangue per terra.
Ino riuscì soltanto a fissarlo con l’orrore negli occhi. Com’era potuto succedere? Come aveva potuto lasciare che accadesse?

“Ino?! Ino, che hai? Riprenditi, dobbiamo andarcene di qui!”

La voce di Chouji, arrivato di corsa dopo averla vista in difficoltà, e l’ ansia evidente nello sguardo del ragazzo la risvegliarono dalla cieca disperazione in cui era caduta, e lei subito si vergognò della poca prontezza di spirito che aveva avuto.

“Dobbiamo trovare un posto… Nasconderci. Devo vedere la ferita.”, riuscì mormorare, controllando i balbettii. Il ragazzo annuì, caricandosi il compagno sulle spalle, mentre gli avversari venivano distratti dai fumogeni del quarto membro della squadra, e riuscirono a fuggire nella fitta boscaglia.

“Come sta?”

Ancora un volta, la voce di Chouji la colse di sorpresa, facendola trasalire.
Era sera, e loro s’erano accampati da qualche ora. Ino aveva usato il massimo del suo chakra, sfruttando tutto ciò che poteva sapere sull’arte medica, per curare Shikamaru, che ora sembrava riposare tranquillo. Di fianco a lui, ancora incrostate di sangue, giacevano le lame che un tempo erano appartenute ad Asuma-sensei.

“E’ a posto. Sai, le ha usate – e indicò con un cenno i due pugnali – per bloccare l’attacco. Lo shuriken non era arrivato troppo in profondità, la ferita era meno grave di quanto potesse sembrare. Sicuramente, ha avuto molta più prontezza di riflessi di quanto avrei potuta averne io.”, concluse con un sospiro, e si lasciò andare a uno sbadiglio.

L’Akimichi si limitò ad assentire.

“Forse dovresti riposare, adesso. Shikamaru è fuori pericolo, e tu hai usato tutta la tua energia per curarlo. Domani, all’alba, torneremo a Konoha.”

Lei annuì distrattamente, gli occhi persi fra le scintille del fuoco che avevano accesso in mezzo alla radura. Chouji la salutò, alzandosi per dirigersi al proprio giaciglio.
Passarono alcuni minuti nel silenzio più assoluto. Solo il fuoco crepitava, e ogni tanto il vento faceva stormire le foglie. L’ululato dei lupi suonava lontano e indistinto.

“…Allora? Non vai a dormire?”

Questa volta a parlare era stata la voce roca e graffiata di Shikamaru.

“Ma tu… Sei sveglio? Da quanto?”, domandò Ino, arrossendo immediatamente.

“Poco”

Passarono alcuni lunghi secondi.

“Allora, domani torneremo a Konoha?”, mormorò Ino, con gli occhi a terra.

“Non abbiamo molta scelta. Ormai…”

“…La missione è fallita”, concluse lei.

“Seccante”, assentì il ragazzo.

Altri attimi di silenzio.

“Non avresti dovuto”, proruppe la kunoichi, con voce sul punto di spezzarsi.

“Eh?”

“Non avresti dovuto metterti in mezzo – ripeté, quasi urlando – mentre combattevo!”

“Ma sei scema?!” Guarda che saresti morta!”

“Non dire idiozie!”

“Sentiamo, allora, quale brillante piano avevi escogitato durante quei tre secondi che precedevano il momento in cui la lama ti avrebbe trapassato da parte a parte?!”

“A…Adesso non lo so! Ma mi sarei inventata qualcosa!”

“Beh, allora scusa tanto se ti ho salvato la vita! Che donna fastidiosa…”

“E se sono così seccante, perché l’hai fatto?”, mormorò con un tono che minacciava di essere sull’orlo del pianto.

Shikamaru la fissò per qualche breve secondo, le sopracciglia aggrottate nell’atteggiamento che assumeva praticamente ogni volta che lei gli chiedeva qualcosa a suo parere talmente ovvia da non meritare neanche una risposta.

“Era una promessa, no?”, rispose dopo un po’, voltando la testa dall’altra parte, verso il fuoco morente.

Lei non rispose, limitandosi a stringere i pugni. Rimase in silenzio anche dopo un po’, e quell’atteggiamento insospettì Shikamaru.

“Ehi, Ino…”, disse allora, messo a disagio da quel silenzio che non prometteva nulla di buono. Ma, una volta rivoltatosi, si bloccò a metà della frase dalla sorpresa.

Ma che cavolo aveva?

“Ino?”

Lei tirò su col naso e basta.

“Adesso mi dici che c’è da piangere?”

“Io non sto piangendo!”, rispose lei con voce stridula.

“Già, certo”, borbottò il ragazzo, sarcastico.

“Non prenderti gioco di me, non piango affatto! Non c’è niente da piangere, no?! Quindi… E’ solo il fumo che mi è entrato negli occhi”

“Il fuoco è spento, Ino”

Per tutta risposta, lei incominciò a singhiozzare più forte, le mani che andavano a coprire il volto arrossato, mentre le spalle tremavano leggermente.

“Tu te la ricordi, la tua promessa?”, domandò lui, esitante, dopo qualche secondo.

“Cosa?”, sussurrò la ragazza.

“La tua promessa”, ripeté

I suoi occhi azzurri si spalancarono, prima che un sorriso appena accennato le piegasse gli angoli della bocca.

“Che sciocco che sei. Certo che me la ricordo. Dopotutto, sono stata io a fartela.

Lui sorrise.

“La prossima volta, allora…

Non riuscì a terminare la frase, che i suoi occhi incominciarono a chiudersi, e la voce sfumò nel silenzio, mentre il suo respiro si faceva regolare e tranquillo.

Ino si lasciò andare a un lungo sospiro, passandosi una mani fra i capelli sporchi. I suoi occhi caddero sul profilo addormentato del compagno sdraiato di fronte a lei, e senza neanche accorgersene, si ritrovò a chinarsi su di lui, le labbra che quasi gli sfioravano la pelle, e un sussurro bloccato in gola. Deglutì.

“Grazie, Shikamaru”


* * *

“Shika?”, la sua voce esitante lo strappò dai propri pensieri

“Mh?”, rispose distrattamente

“Mi aiuterai sempre, non è vero?”

“Sì, lo farò”

“Allora anche io voglio prometterti qualcosa!”, esclamò la ragazzina a voce alta, non volendo essere da meno

“Fa un po’ come vuoi…”, borbottò lui.

“Non sei affatto carino”

“Ho detto che ti aiuterò, mica che sarò il tuo maggiordomo personale”

Lei lo guardò con aria indispettita, facendogli la linguaccia.

“Allora, questa promessa?”, disse in esasperazione.

“Ah, ma allora ti importa! – rise lei, modificando immediatamente la propria espressione in un di giubilo – Quindi, Io… Io ti giuro che starò sempre al tuo fianco!”

“Ma che razza di promessa è?!”

“Cooosa? Non ti va bene?!”, rispose immediatamente la bambina, cambiando pericolosamente espressione

“Tu lo giuri?”, domandò, guardandola con aria improvvisamente seria.

“Sì”

“E’ una promessa, Ino”

”E’ un promessa”, rispose con un piccolo sorriso.

Anche le sue labbra si piegarono appena.

E le loro mani s’intrecciarono.


Finalmente, ce l'ho fatta °_°"

Debbo scusarmi con Kaho-chan, che mi ha commissionato questa storia, per la pazienza che ha avuto. In effetti ho impiegato un sacco a scriverla. La prossima, sarà una NejiTen.
Bene, abbastanza con le chiacchiere inutili. *goes back to writing*

Ja Ne,

suzako

  
Leggi le 14 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: suzako