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Autore: Chanelin90    03/10/2012    1 recensioni
Il mondo sembra impazzito..
Gli avvenimenti attuali descritti in chiave hetaliana.
Un'analisi dei nostri tempi e ciò che accade nei nostri giorni nel mondo, costantemente aggiornati, sebbene filtrati da ciò che io percepisco.
I punti di vista appartengono alle Nazioni, o a quello che vogliono far trasparire, ma lo scopo è informare/analizzare, certamente non di offendere.
Alcune situazioni saranno trattate in maniera più approfondita, altre in maniera più superficiale.
L'importante è sviluppare senso critico durante la lettura ed, eventualmente, interagire attraverso un dibattito costruttivo.
I personaggi appartengono a Hidekaz Himaruya e il proposito non è a scopo di lucro.
Genere: Avventura, Generale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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LA CRISI EUROPEA - 1

 

Grecia portò i documenti sul tavolo di Germania.
Ludwig fissava sprezzante Heracles.
Perché diamine non voleva fare le riforme e i sacrifici che gli erano stati richiesti?
Perché Ludwig, che aveva mantenuto in ordine i suoi conti, doveva pagare i debiti altrui?
Dove stava scritto?
Se i greci non si comportavano bene, la colpa era loro! Punto!
Non che il debito ellenico fosse molto, per carità…
L’economia di Grecia rappresentava il 2% di quello dell’Unione, tuttavia, se c’erano delle regole, queste dovevano essere rispettate a PERFETTAMENTE da tutti.
“ Tsk..dovrebbero uscire dall’euro se non sono capaci di gestirsi!” pensò infastidito.

-Sei sicuro che questi provvedimenti dovrebbero aiutare il mio paese a risollevarsi?- mormorò sospettoso il greco.
Germania poggiò pesantemente la schiena sullo schienale della poltrona di pelle nera.
- Se ti adeguassi alle istruzioni alla lettera, FORSE, i risultati sarebbero migliori..- sospirò insofferente.
- GERMANIA! Sono anni che proseguo su questa linea! Le condizioni, invece di migliorare, peggiorano sempre più!- esclamò esasperato Heracles.
- Non.stai.facendo.abbastanza!- scandì il tedesco irritato.
Grecia ammutolì.
- Adesso adeguati ai parametri europei sugli standard orari del pubblico impiego!- e gli porse contrariato i documenti.
Il greco fece per andarsene ma, sulla porta, sibillò insinuante: - Quando si è trattato di cancellare i tuoi debiti di guerra, però, la solidarietà ti faceva comodo, eh?-
Una cosa che odiava Germania era che gli si rinfacciassero i crimini nazisti.
Doveva subire questo fardello per tutta la vita?
Si alzò nero in volto e minacciò: -Esci fuori. Ora!-
Heracles sbuffò e uscì.
- La verità fa male, eh? Se avessi saputo che finiva così…-
Si allontanò alla volta del suo paese.
- Nazisti!- commentò fra sé.

- Forse dovremmo accettare che abbiamo più tempo..-disse Olanda entrando dall’altra stanza.
- Cosa cambia se poi non fanno il loro dovere? No! Dobbiamo essere severi in questo!-
- Che figura ci facciamo se abbandoniamo Grecia?- commentò l’olandese.
Ludwig rimase in silenzio analizzando con falso disinteresse uno schema della situazione economica del Paese ellenico.
- Penseranno che abbiamo fallito!- sussurrò Olanda.
- Senti..se noi li aiutiamo, poi, si adageranno nuovamente, mandando a monte tutte le riforme strutturali necessarie per diventare un Paese competitivo!-
Olanda si mise a riflettere, poi mormorò:
- Può, Grecia, diventare competitiva in questo modo?-
- Se cambiasse mentalità..-

TAP TAP TAP

A quel punto Irlanda e Portogallo entrarono affaticati.
Avevano un debito inferiore a Germania..ma non riuscivano a compensarlo con le entrate e, quindi,  stavano procedendo con dure misure interne per riprendersi.

Germania esaminò le loro situazioni.
- State migliorando..- lanciò un’occhiata altezzosa a Portogallo –.. più o meno!-.
- Non è facile compensare gli squilibri in un momento di recessione, Ludwig!- asserì ansante il portoghese.
- Voi fate quello che vi diciamo e vedrete che vi riprenderete!- affermò risoluto il tedesco, porgendogli indietro i loro documenti.
Prima che le due Nazioni potessero uscire, Germania prese Irlanda in disparte, prendendolo da una spalla.
- Stai procedendo bene!- si complimentò con un mezzo sorriso.

Ludwig rimase solo nel suo studio.
Una pausa prima dell’arrivo delle due Nazioni più PERICOLOSE.
Tra cui, ahimè, anche Feliciano.
Nonostante fossero amici da parecchio tempo, a scapito delle incomprensioni e il sospetto reciproco che spesso caratterizzavano le loro discussioni, Germania non poteva fare a meno di essere preoccupato.
Ultimamente,  il ragazzo sembrava essere rinsavito dalla sregolatezza degli ultimi anni..ma era davvero così? Quanto poteva durare? Fino primavera sicuro, ma poi?
 La costanza dell’italiano non era affidabile, così come non la era quella dello spagnolo.
Italia e Spagna erano grandi. Troppo grandi.
Se fallivano loro, non solo i creditori, tra cui principalmente Ludwig e Francis, si sarebbero ritrovati con un pugno di carta straccia il mano, ma l’intero sistema sarebbe andato CAPUT.
Bisognava procedere con estrema cautela.
 Era un periodo elettorale particolarmente vicino anche per Ludwig e seppure fossero state necessarie alcune riforme volte a un’Unione più stretta, bè…le avrebbe accettate dopo le nuove elezioni.
Ora non poteva mostrarsi debole agli occhi della sua gente.
Lui non aveva fretta e la loro banca comune aveva fatto guadagnare un po’ di tempo.
Sperando, chiaramente, che le cose non degenerassero..Ludwig non voleva fare passi più lunghi della gamba.
D’altronde, se altri stati avessero chiesto aiuti..Era lui a doversi accollare la maggiorparte dell’economia dell’ Unione sulle spalle?
“ Non ho mai voluto questo ruolo! Perché io? Tsk..probabilmente perché sono l’unico capace di gestirsi seriamente in questo continente!”
E chi si lamentava, probabilmente, era solo invidioso.
Tutto qui.

 
Fu Antonio a entrare deciso per primo, seguito da un titubante italiano.
- GERMANIA! Qui la situazione ci sta sfuggendo di mano!- esclamò nervoso lo spagnolo.
Il tedesco alzò lentamente il naso dai fogli che aveva sulla scrivania e lo fissò
-  Forse, A TE sta sfuggendo di mano la situazione!- dichiarò sprezzante.
- La mia gente non mi da pace!- mormorò inquieto.
- Evidentemente, non le sai controllare! Come i tuoi conti, d’altronde! Hai basato la tua economia sul cemento! Sarebbe ora che il tuo popolo la smettesse di fare la SIESTA e si svegliasse un po’!- continuò insensibile il tedesco.
A quel punto Spagna sbottò:
- Germania, le banche sono i veri responsabili di questa situazione! NON SE NE ESCE FUORI! Non si salva nessuno! Nemmeno tu!-
Germania non battè ciglio e proseguì ad analizzare i fondamentali economici spagnoli.
“ Invidia!” commentò fra sé.
Spagna si morse le labbra e poi si rivolse a Feliciano che osservava la scena preoccupato dietro di lui.

- Diglielo Italia! Dato che a te, ultimamente, dà più retta!-  valutò esasperato lo spagnolo.
Ludwig alzò lo sguardo per trovarsi, faccia a faccia, con l’italiano che si era approcciato timoroso presso la scrivania del tedesco.
Ludwig attese che Feliciano parlasse ma quest’ultimo non parlò subito.
Si concesse alcuni secondi per realizzare la situazione e mirando dolorosamente  il tedesco negli occhi sospirò:
- Dovremmo diventare un' Unione vera..io..sono confuso!-
Ludwig lentamente alzò anche il capo, togliendosi pacatamente gli occhiali da lettua, e rispose:
- Questo è il nostro scopo, Italia! Tuttavia, ogni cosa va fatta a tempo giusto!- confermò Germania.
- Dobbiamo prendere delle decisioni in tal senso ora, Ludwig!- implorò l’italiano, ottenendo un’occhiata critica di Ludwig.
Feliciano era troppo emotivo.
A quel punto, Italiano si tranquillizzò e prendendo fiato commentò sicuro:
- Se noi cadiamo, Ludwig, anche tu cadrai con noi e addio al sogno europeo!- e sosprirò depresso.
- Avete finito di proclamare catastrofismi complottisti inutili?- sogghignò gelido il tedesco.
- LO SAI CHE E’ VERO! VOI SIETE STATI I PRIMI A SPECULARE E A NON RISPETTARE LE REGOLE!- urlò Spagna.
- Che Europa desideriamo diventare?- proseguì l’italiano a bassa voce, guardando il pavimento, e continuò:
-La Banca Comune Europea  deve stampare moneta, come accade negli altri stati con la propria moneta, anche a costo di generare un po’ d’inflazione, bisogna avviarci verso un’unione bancaria e fiscale, bisogna attuare gli eurobond per la condivisione del debito e…-
- ADESSO BASTA!- interruppe Ludwig, sbattendo i palmi delle mani sulla scrivania e alzandosi rabbioso.
Italia arretrò mortificato, ma non Antonio.
- E cosa dovremmo fare secondo te?- ringhiò incrociando le braccia.
- I vostri compiti!- replicò brusco il tedesco.
- Li sto facendo! Ma il tempo è poco, le misure sono dure e generano disoccupazione e malessere,  siamo in recessione e gli interessi sul debito sono troppo alti a causa dello spread! Senza contare che dovrò versare parte dei miei profitti nei fondi per aiutare gli altri stati.. e..- si mise in mezzo Feliciano, attorcigliandosi le dita.
- Continua così!- tagliò corto Ludwig.
- Ma..- tentò di protestare.
- Hai molto da farti perdonare, Italia! Io non so nemmeno se posso fidarmi ancora di te!- commentò cinico il tedesco, distogliendo lo sguardo.
Italia s’immobilizzò scioccato e risentito si allontanò desolato verso la porta.

A quel punto, Spagna si arrabbiò:
- E TU ALLORA??? QUESTA SITUAZIONE E’ ANCHE UNA TUA RESPONSABILITA’! Ti farai odiare se continui così! Pensa alla seconda Guerra Mondiale!-
Una vena pulsò sulla fronte di Ludwig.
- Come scusa? E’ colpa mia se avete scialacquato come cicale mentre io, con duri sacrifici, ho portato avati riforme che adesso mi ripagano ampiamente? Se ho un’economia che funziona ed è migliore rispetto alla vostra NON e’ una mia responsabilità!- valutò cinico.
- Considerato che non soffri della competitività delle monete altrui ed esporti tranquillamente nel nostro mercato..- cominciò lo spagnolo.
- Nessuno vi ha costretto a far parte dell’Eurozona. Nessuno.- sentenziò Germania irritato.- Anzi..- continuò- è stata un'idea di Francia! Nemmeno mia!-
" Per tenermi buono!" meditò ancora arcigno.
- In un’Unione si dovrebbe condividere gioia e dolore. Questa indifferenza  nei confronti dei popoli rischia di essere mortale per l’idea di pace che il progetto si prefigurava. Ma tu pensi che l’ Alabama o il Massachusetts abbiano lo stesso PIL  di Newyork o di Washington? Eppure non mi pare che Alfred sia pentito di essersi accollato il debito di tutti e di essere diventato una grande Nazione! Attualmente, la più potente al mondo- esaltò lo spagnolo.
- Infatti…la loro economia sregolata adesso è in crisi!- terminò secco Ludwig.
Spagna tacque, ma le sue mani fremeva dalla rabbia e dal nervoso.
- Adesso potete andare! Se tu, Spagna, hai intenzione di chiedere gli aiuti..bada bene che ci sono delle condizionalità da rispettare!- concluse distaccato.
- Ti sei arrogato un diritto che non ti è mai stato dato!- sibillò Antonio
- Né io l’ho chiesto!- replicò l’altro asciutto e senza guardarlo.
Antonio s’incamminò  con passi sicuri verso la porta, ancora fumante.
Italia lo vide uscire, sbattendo violentemente la porta.
Feliciano volse un ultimo abbattuto sguardo al tedesco che era nuovamente immerso nel suo lavoro.
“Spero tu sappia quello che stai facendo”si angustiò l’italiano.
“Perché io non ne sono più tanto sicuro!” e abbandonò anch’egli la stanza.

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La crisi europea.
Una questione che ci tocca da vicino.
Certamente è molto difficile esaminare una situazione così complessa in poche righe.
Ho sottolineato, in questo primo capitolo della saga( che, data la situazione, probabilmente proseguirà con i nuovi sviluppi e con l’evidenza di nuovi o altri elementi) le tensioni crescenti tra i vari Paesi.
I famosi PIIGS/ Colombe e i decantati Paesi Virtuosi/Falchi.
Non è una questione di chi ha torto e chi ha ragione. Ognuno porta avanti le sue verità.
Purtroppo la questione a monte è più complicata di quanto non appaia ed è necessaria una classe politica europea all’altezza della situazione per affrontare questo momento così critico.
Bisogna veramente ponderare i vari interessi in gioco e decidere se, con tutte le riserve del caso, il gioco vale la candela.
La pace europea è veramente un dono da cui possiamo prescindere?
 Si vuole arrivare agli Stati Uniti d’Europa attraverso questo tipo di riforme economiche, magari limitandosi a quelle oppure  puntare ai valori democratici che sono alla base dell’Europa, arrivando ad avere anche una Federazione di Stati e quindi un’Unione anche politica?
I Governi lo vogliono?
E i popoli?

  
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