Un abbraccio, già. 

Perché sto così male ogni volta? 

Le vedo abbracciare tutti quanti ma, quando arrivano a me, se ne vanno senza neanche degnarmi di uno sguardo. 

Ed io, come ogni volta, rimango nell’angolino con lo sguardo basso senza dire una parola.

Forse per loro io neanche esisto. 

Che cos’ò che non va? 

Non sono bello forse? 

Non sono come gli altri? 

Ho una brutta voce? 

Ma perché disperarsi così tanto poi? 

Infondo è solo uno stupido abbraccio. 

Uno stupido abbraccio che io desidero.

A volte penso che se me ne andassi dalla band non dispiacerebbe a nessuno, apparte i ragazzi ovviamente.

Cerco sempre di fingere un sorriso, ma dentro sono a pezzi.

Fa male sentirsi rifiutato, ragazza o ragazzo che sia. 

Ci sono giorni che mi chiudo in camera e piango, piango fino a quando non sono stanco e mi addormento.

è l'unico modo che ho per sfogarmi.

 

Adesso io e i ragazzi ci troviamo in viaggio, stiamo andando in treno a Oxford per un meet & great. 

Per tutti i pensieri che mi frullano per la testa ho bisogno di una rinfrescata cosi deciso di andare in bagno. 

Io: Ragazzi, se avete bisogno di me, sono in bagno. 

Mi alzo ed entro nel secondo vagone, stavo per aprire la porta del bagno quando qualcuno mi bussa su una spalla. 

Mi giro e vedo una ragazza dagli occhi nocciola.

Era tutta rossa in viso e in quel momento mi fece tenerezza. 

Lei: Scusami, tu sei Niall Horan? 

Si vedeva lontano un miglio che era in imbarazzo, ma a me non dava fastidio, anzi. 

Io: Si, sono io. 

Gli feci un grosso sorriso. 

Aveva lunghi capelli castani, era un pò più bassa di me e aveva una pelle leggermente abbronzata.

Lei: Posso abbracciarti? 

Quella richiesta mi stupì. 

Io: Certo che puoi, non devi chiederlo. 

Gli feci un enorme sorriso e ci abbracciammo.

Lei mi strinse a se in modo molto delicato, sembrava come se aveva paura di farmi del male. 

Mentre eravamo ancora abbracciati gli dissi "Puoi stringermi più forte, non mi spezzo." 

Lei lo fece e questa volta sembrava che non volesse più lasciarmi andare. 

Mi disse grazie in un orecchio e quando ci staccammo io avevo le lascrime agli occhi. 

Lei corrugò la fronte. 

Lei: Perchè piangi? Ho forse fatto qualcosa di sbagliato? 

Io sorrisi più a me stesso che a lei. 

Io: No, al contrario. Tu mi hai fatto capire che fin quando ci saranno ragazze come te io non ho motivo di essere triste. 

Sulla sua faccia si fece spazio un enorme punto interrogativo, era chiaro che non intendeva cosa dicessi ma sorrideva e questo mi bastava.