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Autore: Vaguely Psychedelic    03/10/2012    3 recensioni
" 'Passa.Passa.Passa...' poi imprechi ma non passa mai.
La tua fame è sveglia, no, non va a dormire lei.
'andà a farsi fottere' ti dicono 'sii forte'
Sì, sono bravi a parlare: che ne sanno che hai dentro.
E’ la vita che unita al dolore si ciba di te.”
---
Qualcuno lo chiama ‘disturbo alimentare’, altri ‘anoressia’.
Ma te, tu lo chiami ‘dolore’.
Piccolo messaggio per tutte quelle persone che almeno una volta nella vita hanno voluto non essere mai nate.
... (ispirata a una canzone di tziano ferro)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 E’ notte. La città dorme e tu vorresti fare altrettanto: il tuo stomaco però ha deciso di tramutarsi in un leone che fa i gargarismi e ti tiene sveglia.
La fame, brutta bestia, pensi.
In fondo, per oggi hai mangiato abbastanza, il giusto. Forse anche troppo, vero?
A metà mattina quello yogurt magro e quei due cucchiai di corn flakes erano addirittura esagerati per tutta la giornata.
E chissà quanto peserai ora? 38? 38 e mezzo? Comunque troppo.
Sarà sempre troppo.
E direi che quei due millimetri di pelle che riesci a pizzicare giù, sui fianchi, stona un casino.
Gli addominali non servono a niente.
 
Allora ti alzi dal letto, e il tuo istinto ti porta dritto in cucina. Ma una cosa ti ferma: i pantaloni del pigiama ti vanno larghissimi.
Quindi senza un motivo svolti verso il bagno e ti siedi sul wc, davanti allo specchio grande.
L’immagine riflessa, ebbene, sei te.
Quella che sei ora; solo più due occhi rossi cerchiati da perenni occhiaie blu in uno sfondo di pelle bianca.
Stai per prendere il fondotinta-correttore, ma la tua mano tocca qualcosa che non ti aspetti, qualcosa di fragile, o meglio, friabile.
Nella loro confezione di plastica trasparente ti aspettano due biscottini al burro, di quelli presi in Francia, ormai sono dappertutto, pure in bagno.
Pochi giri di parole: li apri e li mangi.
E finalmente ti senti bene, dopo tanto tempo.
Però poi vedi la bilancia con un post-it giallo che ti ricorda il tuo dolore, e senza indugio ti pesi…
 
38 chili e quattro.
No, non li meriti tutti.
Su la tavoletta del gabinetto, giù la mano nella gola.
E fuori quell’impasto di felicità che ti eri appena goduta.
La notte ti sta a guardare mentre vomiti la tua vita.

 
Ti siedi a terra e piangi, le mani nei capelli deboli e piangi.
Sei debole, cedi subito alle tentazioni, non ha senso occupare così tanto spazio nel mondo…
Tanto valeva morire.
Tanto valeva non essere mai nata.
 

 
E la smetti? Rilassati! Forza, reagisci! Sei te che condizioni la tua strada!
E su, prova a pensare che bello sarebbe se invece amassi di più la tua vita.
 
E ti diranno che non sei la stessa perché non sanno riconoscerti  
Ma tu parla, sogna, balla, continua a cantare.


Ricordalo, credendoci, che sono solo 38 chili di fantasia.
  
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