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Autore: Alys93    04/10/2012    1 recensioni
Il destino... Non si mai cosa ci riserva. E' qualcosa di oscuro, insondabile, eppure c'è gente che non smette mai di provare a prevedere cos'ha in serbo per noi. Non sappiamo mai come andrà la nostra vita, se riusciremo a realizzare i nostri sogni. E lo sa bene Richard, che, a diciassette anni, non sa ancora cosa fare, se troverà qualcuno disposto ad andare oltre le apparenze.
Se vi ho incuriosito, spero che leggerete la storia. Ve ne prego, siate clementi. E' la prima storia "decente" ke ho mai scritto. [Dopo molto tempo ed alcuni cambiamenti, più o meno lievi, ho deciso di continuare a postare questa storia. Spero che apprezzerete i miei sforzi]
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve a tutti, ragazzi. scusate se ci ho masso tanto ad aggiornare, ma ora ho iniziato l'università e non ho più molto tempo... mi dispiace di avervi fatto aspettare tanto e spero che questo capitpolo possa aiutarmi a farmi perdonare ^_^ Orami, la fatidica ora X è quasi scoccata, manca poco... (finalmente, dopo 27 capitoli! Nd tutti) eh.. lasciamo stare. Spero che questa piccola cornice possa piacervi. Personalmente, mi sono ispirata ad un'estate passata in Trentino... Beh, spero che vada bene. buona lettura!



27- Alba sulle montagne

Quella notte, Megan non riusciva a prendere sonno in nessun modo.
Le parole pronunciate da Richard continuavano a invaderle la mente "È speciale, la ragazza più speciale che io abbia mai conosciuto".
Sembrava un ritornello tremendamente dolce, che le scaldava il cuore con una tenue fiamma di speranza.
Quelle non erano state parole casuali, lo sapeva bene.
Le aveva pronunciate con troppa intensità e lo sguardo che le aveva lanciato era troppo… troppo dolce per una frase buttata lì per caso.
Quando il ragazzo era uscito sulla veranda, Miguel si era nuovamente steso sul divano ed aveva borbottato qualcosa del tipo "Era ora!", ma lei non aveva capito a cosa si riferisse.
Sentiva il cuore fare salti mortali nel petto, come non le era mai successo prima di allora e le era difficile concentrarsi, anche sulle cose più banali.
Aveva finito di aiutare sua madre ed Helen in cucina, cercando di non guardarle in faccia; sapeva che loro si erano accorte del suo stato d'animo, ma non se la sentiva di esternare cosa sentiva.
Aveva avvertito i loro sguardi indagatori trapassarle la schiena per tutta la serata e poté tirare un sospiro di sollievo solo quando si chiuse la porta della sua camera alle spalle.
Dopo aver messo a letto Ines, era rimasta a lungo a guardare il soffitto di travi in legno, cercando una spiegazione a tutta quella situazione.
Solo di una cosa era certa: lei era ormai sicura al cento per cento dei propri sentimenti nei confronti di Richard.
Non era più confusa, sapeva quello che il cuore le stava suggerendo da tempo ed era pronta ad accettarlo appieno.
Non aveva più paura dell'ignoto. O, almeno lo sperava.
Dopo quest'ultima considerazione, la ragazza riuscì finalmente a scivolare tra le braccia del sonno.

Le sembrò di essersi appena addormentata, quando il silenzio fu improvvisamente interrotto dal pianto acuto della sorellina.
Si alzò di scatto e le corse accanto, prendendola in braccio "Cosa c'è? Ines, che cos'hai?".
La piccola si strinse a lei e continuò a singhiozzare, "Brutto sogno. Ho fatto un brutto sogno".
Megan lasciò andare un sospiro ed iniziò a cullarla, cantandole una nenia che le aveva insegnato sua madre.
Rimase a canticchiare a lungo, prima che il corpicino della sorella si rilassasse contro il suo, facendole capire che si era quasi addormentata.
Ines la guardò con i suoi grandi occhi scuri e chiese "Posso stare con te un poco?", "Certo, fiorellino" sorrise lei, portandola nel suo letto.
La poggiò nel lato interno, in modo che non cadesse durante il sonno, e le si stese accanto.
La bambina sorrise e si addormentò in pochi minuti, stringendo la mano della sorella maggiore.
Era così dolce quando dormiva, da farle pensare ad un cucciolo indifeso, ma sapeva bene che la piccola aveva l'argento vivo addosso.
La ragazza sorrise, vedendola dormire così placidamente, e si assicurò che fosse ben coperta, poi lanciò un'occhiata all'orologio luminoso dall'altra parte della stanza.
Le 3.14! Si voltò verso la finestra e questa le mostrò una notte fonda e priva di stelle.
E che cavolo! Ultimamente, finiva sempre per svegliarsi nel cuore della notte senza un valido motivo, ma stavolta una spiegazione c'era.
Questo però non l'aiutava a recupererai il sonno perduto.
Megan lasciò andare un breve sbuffo, ma si stese e cercò di riaddormentarsi accanto alla sorellina.
All'inizio, sembrava che il sonno non volesse arrivare, ma, finalmente, riuscì a rilassarsi tra le coltri morbide e calde del letto, sprofondando nella tanto desiderata incoscienza.

 
Richard fu improvvisamente scosso nel sonno da qualcuno di tremendamente fastidioso.
Lanciò un grugnito e si spostò di lato, ma quel rompiscatole continuava a scuoterlo a viva forza.
Si mosse di nuovo, infilando la testa sotto il morbido cuscino, ma niente da fare.
Quel sogno fastidioso non lo voleva lasciare in pace!
Concentrandosi meglio, riuscì a cogliere anche le parole che stava pronunciando.
"Avanti, Richard! Svegliati! Non puoi perderti questo spettacolo!" stava urlando Miguel.
Finalmente, il ragazzo riuscì a sollevare le palpebre e si strofinò gli occhi, mentre si drizzava a sedere.
"Miguel, sono appena le 5.00 del mattino. Spegni la luce e torna a dormire" mugugnò, dando un'occhiata all'orologio.
Sembrò che l'amico non l'avesse neanche sentito, "Ma che luce e luce! Avanti, Richard! Vieni a vedere l'alba. Sbrigati!".
Il giovane si alzò e, barcollando, seguì Miguel alla finestra.
Il panorama che gli si presentò davanti agli occhi lo svegliò di colpo, mentre il respiro gli si bloccava in gola.
Un tenue alone rosato stava colorando tutte le montagne e la valle davanti a lui, donando colorazioni incredibilmente affascinanti.
Si guardarono negli occhi per un breve istante e corsero a svegliare i genitori.
Non potevano perdersi quello spettacolo così unico!
Alan fu il primo a capire cosa volessero i ragazzi a quell'ora del mattino e si sbrigò a infilarsi la vestaglia sopra il pigiama, correndo verso il salotto.
In quella stanza, c'era un'enorme vetrata, che permetteva di osservare tutto il paesaggio circostante.
Rimase assolutamente incantato davanti a quello spettacolo, mentre la natura risplendeva sotto i raggi sempre più forti.
Fu seguito subito dagli altri ed anche Ines fu svegliata da tutto quel trambusto.
Senza far rumore, si mosse lentamente per non svegliare la sorella, ancora nel mondo dei sogni.
Scese dal letto, correndo verso la mamma che era appena passata davanti alla loro porta, e si diresse alla finestra con tutti gli altri.
"Che bel sole!" esclamò rapita, mentre il padre la sollevava per farle osservare meglio quel panorama assolutamente indescrivibile.
Ormai si riusciva a scorgere il primo spicchio del sole, che mandava bagliori rossi ovunque.
Richard si guardò intorno e si accorse che Megan non c'era; guardò Ines e le chiese "Dov'è Megan?".
La piccola si strofinò gli occhi "Meg dorme ancora. Lei è tanto stanca".
Miguel scosse la testa, mormorando "Vado a chiamarla. Non può perdersi questo spettacolo".
Richard lo seguì di corsa ed aprì la porta della stanza dove dormiva la ragazza.
Ines l'aveva lasciata socchiusa quando si era alzata, incuriosita da tutto il trambusto che avevano fatto.
Megan era ancora profondamente addormentata, mentre attorno a lei le coperte erano totalmente scombinate.
Evidentemente, quando Ines si era svegliata, aveva scalciato via le lenzuola.
Lui si chiese se non avesse freddo, con solo il pigiama addosso. Certo, non bastava a proteggerla dal freddo pungente che c'era fuori.
La ragazza stava dormendo stesa su di un fianco e stringeva il cuscino al petto, come se stesse abbracciando qualcuno, sorridendo beata.
Il fratello l'afferrò per un piede e la scosse "Megan! Svegliati, c'è una cosa che devi assolutamente vedere!".
Lei mormorò qualcosa e si stese sull'altro lato, ma Miguel non si diede per vinto "Avanti, apri gli occhi! Smettila di poltrire! Svegliati!".
Dalle labbra della giovane uscì uno sbuffo contrariato e, ancora nell'inconscio, lanciò il cuscino verso il fratello.
Peccato che sbagliò mira e lo mancò di poco…
Megan sbatté le palpebre per svegliarsi e si sedette, borbottando "Miguel, ho dovuto far addormentare Ines, che mi ha svegliato nel cuore della notte. Ti dispiace lasciarmi dormire un po'?".
"Ehi!" sentì lamentarsi una voce che ben conosceva "È vero che stai ancora dormendo, ma almeno guarda dove tiri le cose!".
Spalancò gli occhi di colpo e vide suo fratello guardarla scocciato, mentre Richard reggeva il cuscino che aveva lanciato.
Ci mise un po' a mettere a fuoco la situazione, ma, quando ci riuscì, sentì l'irritazione montarle dentro come un'onda.
Lei era in pigiama e quei due erano entrati nella sua stanza senza neanche bussare?!
Sentì le guance diventare bollenti, mentre il resto del viso si faceva pallido come un lenzuolo.
Faceva davvero paura con quell'espressione ed i due ragazzi capirono che stava per arrivare il peggio.
Ines e gli altri nel salotto sobbalzarono di colpo, quando sentirono un urlo furioso provenire dalla camera di Megan.
"FUORI DA QUI! SUBITO!". Miguel e Richard si fiondarono fuori dalla stanza, inseguiti da una marea di cuscini, libri e lenzuola.
I due ragazzi si catapultarono nel salotto, mentre sulla soglia apparve Megan, avvolta nella sua vestaglia e con un cuscino di piume in mano.
Josh scoppiò a ridere "Dovevate lasciarla stare. Mai svegliare una ragazza in quel modo".
"Grazie dell'avvertimento" borbottò sarcastico il figlio "Ce ne siamo accorti da soli".
Alan richiamò la figlia, facendole un cenno con la mano "Vieni, Meg. C'è uno spettacolo che non puoi assolutamente perderti".
Un sorriso divertito gli incurvò le labbra "Miguel e Richard non ti hanno svegliata per niente. Dai, vieni a vedere".
La ragazza si avvicinò lentamente e rimase a bocca aperta, quando vide il sole sorgere all'orizzonte, tingendo la terra di mille colori sgargianti.
Era uno spettacolo assolutamente indescrivibile.
Sentì le mani di Richard posarsi sulle sue spalle, ma non si mosse; anche volendo, non ci sarebbe riuscita.
Si accorse di avere gli occhi lucidi solo quando il ragazzo le chiese "Perché stai piangendo, Megan?".
Lei si strofinò gli occhi, sussurrando "È bellissimo. Non riesco a credere di essere davvero qui a vedere questo spettacolo meraviglioso".
"Sono d'accordo con te" le sussurrò il giovane, mentre un sorriso gli illuminava il volto "Ma io conosco qualcosa di ancora più bello".
Rimasero tutti immobili finché il sole non terminò la sua nascita, poi Grecia sussultò "La colazione! Meglio che vada a prepararla subito".
Helen le sorrise e la seguì in cucina per aiutarla.
Pochi minuti dopo, si sedettero al grande tavolo nella sala da pranzo e Miguel ebbe il suo bel da fare per convincere Ines a mangiare i suoi biscotti.
La piccola continuava a tentare di metterglieli in bocca, dicendo che erano buonissimi.
"Se sono così buoni, perché allora non vuoi mangiarli?" si lamentò il fratello, serrando i denti per evitare che la bambina gli facesse ingoiare l'ennesimo biscotto.
"Perché tu sei piccolo e devi mangiare" ribatté Ines, imitando gli atteggiamenti della madre.
"E tu saresti grande, allora?" esclamò Miguel, inarcando un sopracciglio scuro "Ma se sei alta come un soldo di cacio!".
Tutti i presenti scoppiarono a ridere e Megan sospirò "Non la convincerai mai. Lascia fare a me".
Si sedette al posto del fratello ed iniziò a canticchiare per distrarre la sorellina, in modo che mangiasse senza fare storie.
Helen sentì un sorriso incurvarle le labbra a quella scena; le ricordava i primi anni come mamma.
Da bambino, anche Richard aveva spesso fatto storie per mangiare, costringendola ad escogitare mille trucchi per distrarlo.
"Succede spesso?" chiese incuriosita, "No" rispose Alan "Solo quando Ines è in vena di scherzi".
"E Megan è l'unica che riesce a farla mangiare" aggiunse Grecia, ridendo di cuore "Canta e così la distrae".
"Non è l'unica a distrarsi, quando Meg canta" sghignazzò Miguel, guardando di sottecchi Richard, che seguiva la canzone della ragazza con uno sguardo sognante.
Josh ridacchiò sotto i baffi e scosse il capo, mentre il figlio continuava a guardare la compagna che si prodigava a dar da magiare alla sorellina.
Credo che si sia davvero innamorato pensò, sorridendo sollevato.
Da quanto tempo non vedeva più quel sorriso sereno sul volto del suo ragazzo, quella scintilla brillargli negli occhi ogni volta che guardava la giovane davanti a lui…
Nonostante tutti i suoi tentativi di nascondere quello che provava per Megan, Richard si era lasciato capire dei suoi genitori, che ora sorridevano felici.
Sembrava che finalmente avesse ritrovato la felicità di una volta.

Ci volle ancora qualche minuto buono perché anche l'ultimo biscotto sparisse nella bocca di Ines e la sorella lasciò andare un sospiro di sollievo.
"Bene. Adesso credo che possiamo uscire a fare un giro" mormorò, massaggiandosi i muscoli del collo, ancora indolenziti.
Andò in camera sua per pettinarsi, poi prese il giaccone ed i guinzagli ed uscì a prendere i cani.
Voleva portarli a fare un giro nei dintorni, in modo da farli divertire, e poi, anche lei sentiva il bisogno di camminare.
Thunder e Shiver non si fecero pregare ed iniziarono a correre tra gli alberi, costringendo la padrona a corrergli dietro.
A volte, prendevano direzioni diverse, attorcigliandosi attorno agli alberi, mentre seguivano le scie dei vari animali che vivevano nella foresta.
I ragazzi la seguirono ridendo e Miguel corse a riprendere Thunder, che era sparito tra gli alberi, abbaiando come un matto.
Quando lo trovarono, il cane stava scavando ai piedi di un grosso abete e sollevava un sacco di terra.
Richard e Miguel lo afferrarono per il collare e lo tirarono via a fatica, mentre l'aski continuava ad uggiolare e tirare per tornare alla fossa.
Ma che cavolo gli è preso? si chiese Megan Non l'ho mai visto comportarsi così.
Poi si avvicinò alla buca scavata dal suo cane e vide un nido che era caduto da qualche ramo più alto.
Dentro, c'erano ancora tre uccellini che pigolavano senza sosta, mentre aprivano i becchi in cerca di cibo.
Richard si avvicinò, incuriosito dall'espressione della sua amica, e vide il nido che aveva tra le mani.
"Ci penso io" le disse, poi si arrampicò sui rami più bassi e salì fino a scovare una conca nella corteccia.
Prese il nido che Miguel gli porgeva e lo sistemò in modo che non cadesse, circondandolo con alcune fronde secche.
Mentre scendeva, vide una ghiandaia avvicinarsi ai piccoli e portare loro del cibo; trattenne un sorriso e si sbrigò a tornare con i piedi per terra.
Megan gli sorrise radiosa nel dire "Ho visto una ghiandaia seguirti. Era la madre per caso?".
"Sì… penso..Penso proprio di sì" mormorò il ragazzo, mentre cercava di pronunciare una frase un po' più coerente davanti a quel sorriso così dolce.
 
I giorni seguenti passarono velocemente tra passeggiate al fiume, corse tra le rocce e trekking, per mantenersi in forma anche in vacanza.
L'acqua del fiume era limpida e cristallina, anche se freddissima, e si riuscivano a scorgere tutti i pesci che vi nuotavano dentro.
Megan non riusciva mai a stancarsi di tutte le bellezze che le si paravano davanti agli occhi.
Amava soprattutto salire sulle rocce che dominavano le alture e, da lì, osservare tutta la vallata che si estendeva davanti a lei.
A volte, scendevano tutti insieme nel piccolo paesino accanto al fiume e Richard scattava molte foto alle case antiche.
Durante una di quelle discese, si ritrovarono a visitare anche un vecchio maniero inglese del XVI secolo.
Più di una volta, Megan si stupì nel ritrovarsi nella maggior parte delle foto, sia sullo sfondo sia in primo piano.
Era davvero affascinante passeggiare per le strade lastricate da grandi pietre squadrate, che ricordavano quelle già viste a Roma, durante la loro gita in Italia.
Man mano che osservava la foresta, diventava più attenta e la cosa la divertiva.
Ormai riusciva a distinguere i vari alberi che la formavano, guardando attentamente le foglie o il tronco.
Una sera, suo padre le fece notare un grosso gufo che lanciava il suo stridulo verso nella notte, mentre la sua figura si stagliava scura contro la luna piena.
Il settimo giorno, riuscì anche a scorgere uno scoiattolo su un ramo di un sorbo rosso.
Rise a crepapelle quando l'animaletto, attirato dalle noccioline che Miguel stava mangiando, si appollaiò sulla testa di suo fratello, spaventandolo a morte.
La ragazza non riusciva a smettere di ridere ed indietreggiò, ma rischiò di inciampare e finì contro Richard, che la strinse tra le braccia.
Le risate le morirono in gola e si bloccò di colpo, mentre l'ormai familiare fiamma tornava ad accendersi dentro il suo petto.
Miguel si pulì i capelli dalle foglie e rami che vi erano rimasti impigliati, mormorando "Se volete, posso anche andarmene e lasciarvi soli".
I due arrossirono e esclamarono insieme "No! Ma cosa ti viene in mente?", poi si allontanarono appena e lui prese ad accarezzare Thunder.
Megan si sentiva turbata e al tempo stesso attratta da come Richard potesse farla sentire al sicuro, di come desiderasse ardentemente poter rimanere con lui per sempre.
Aveva bisogno di stargli lontano per almeno un paio d'ore e riflettere su quello che provava quando era accanto a lui.
Avrebbe voluto parlane con sua madre, ma non trovava mai il coraggio per farlo e continuava a tenersi tutto dentro.
Doveva capire cosa si stesse agitando dentro di lei, al più presto.
Si sentiva fin troppo bene in sua compagnia, non era una cosa razionale.
La certezza di qualche giorno prima era svanita così com'era arrivata, lasciandola più confusa che mai.
Trovò l'occasione che cercava due giorni dopo l'incidente dello scoiattolo, uscendo con la scusa di fare trekking fino a sera.
In quel momento, Miguel e Richard erano al fiume e, se lei avesse preso la strada per la foresta, non si sarebbero accorti della sua presenza.
Ultimamente, i due ragazzi si divertivano molto a pescare trote e pesci di fiume, da servire poi a cena con un contorno scelto dalle madri.
I loro risultati venivano molto apprezzati anche da Ines, che non aveva mai voluto mangiare pesce in vita sua.
La cosa buffa era che facevano sempre gare a chi ne riusciva a pescarne di più, comportandosi come due bambini.
Megan si calcò il cappuccio della giacca in testa ed iniziò a correre attraverso gli alberi, allontanandosi velocemente.

 

Quando Richard tornò a casa con un paio di trote nel cesto, si accorse immediatamente che la ragazza era uscita.
La sua giacca a vento non era appesa al gancio e mancavano anche i suoi scarponi da montagna.
Grecia si accorse del suo sguardo preoccupato e disse "È andata a fare trekking circa mezz'ora fa. Ha detto che sarebbe tornata per cena".
Il ragazzo annuì appena "Penso che anch'io andrò a fare un po' di moto. Dopo tutte quelle ore a stare immobile, ne ho davvero bisogno".
La donna annuì, sorridendo comprensiva; non era difficile capire che quella era una scusa per andare a cercarla.
"Se la trovi, dille di stare lontana dal sentiero che porta alla Rocca della Tempesta" mormorò tornando in cucina.
Al suo sguardo interrogativo, spiegò "Ieri c'è stata una frana. Potrebbe essere pericoloso per voi".
"È la strada più breve per tornare dal Picco dell'Aquila" mormorò Richard "Quindi se è andata in quella direzione, cercherà di prendere quel sentiero per tornare".
Ormai, aveva diversi motivi per trovare Megan al più presto; doveva anche avvisarla della frana.
"Sta' attento, Richard. La strada diventa scivolosa verso la cima" lo avvertì Grecia.
Lui annuì e, presa velocemente la giacca, corse fuori, cercando un qualche segno che gli indicasse la direzione presa da Megan.
Suo padre stava tagliando alcuni ciocchi di legno per il camino, ma sollevò lo sguardo dal suo lavoro quando lo vide cercare qualcosa con aria ansiosa.
"Se stai cercando Megan, è andata verso la foresta" disse, posando un attimo l'accetta "Ha preso il sentiero che porta sul Picco dell'Aquila".
Il giovane fece un cenno di ringraziamento e si precipitò in quella direzione, cercando qualche impronta che gli indicasse una via più precisa.
Come si aspettava, la ragazza era andata verso il picco più alto della zona; proprio la strada che avrebbe dovuto evitare per un ritorno tranquillo.
Man mano che avanzava senza scorgere tracce della compagna, sentiva la preoccupazione aumentare sempre più.

Finalmente, la scorse su una roccia in una radura, mentre osservava pensierosa il cielo azzurro.
Le si avvicinò tranquillo e chiese "Stai facendo una pausa?".
Megan si voltò di scatto, sibilando "Sai che la tua mania di arrivare alle spalle senza far rumore è una pessima abitudine?".
"Mi dispiace, non volevo spaventarti" si scusò il ragazzo, cercando di reprimere un sorriso.
Lei fece una smorfia, scuotendo il capo, prima di indicargli una famiglia di marmotte appostate a guardare il cielo.
"Come sono buffe" bisbigliò, stendendosi sull'erba per non farsi vedere, "Già, sembrano tante sentinelle" aggiunse Richard, chinandosi accanto a lei.
Rimasero ad osservare quei buffi animaletti finché il ragazzo non scorse un'ombra scura contro il cielo limpido.
Diede un colpetto alla sua amica e la indicò con la mano "Secondo te, è un'aquila o un falco?".
La ragazza si frugò nella tasca della giacca e lanciò un'esclamazione di disappunto.
"Accidenti!" borbottò "Per la fretta, non ho preso il binocolo! Così non posso capire se è un'aquila o un altro rapace".
Lui la guardò incuriosito "Perché? Andavi di fretta quando sei uscita?", ma la sua domanda rimase senza risposta.
Quando videro la figura dell'uccello puntare contro le marmotte, Megan si alzò in piedi e diede un forte fischio, portandosi l'indice ed il pollice alla bocca.
Il suono si propagò per tutta la radura e la famiglia di marmotte si rifugiò spaventata nella propria tana.
Richard scosse il capo e si rialzò "Non puoi sempre salvarle. La natura, infondo, è tutto un cerchio".
"Lo so, ma proprio non ce la facevo a vedere uno di quegli animaletti morire sotto i miei occhi" sussurrò la ragazza, iniziando a scendere verso valle.
Lui sorrise ed accelerò il passo per starle accanto, "Allora, come trovi questo posto?".
"Assolutamente fantastico" mormorò la sua amica "Non ho mai visto niente di più meraviglioso".
Poi lo guardò in volto e disse con voce flebile "No, c'è qualcosa di ancora più bello".
"Cosa?" domandò il ragazzo incuriosito, ma, ancora una volta, lei non rispose.
Le sue guance erano diventate improvvisamente rosse e cercava di coprirle con i capelli.
Il suo compagno si chiese il motivo di quello strano comportamento, ma preferì non insistere.
Quando Megan si chiudeva nel silenzio era impossibile capirla.
Per quanto ci provasse, la soluzione gli sfuggiva sempre.
Si fermarono per qualche minuto ad osservare il panorama sottostante, sorprendendosi di come sembrassero lontano da tutto e tutti.
Quando videro il cielo oscurarsi verso est, decisero che la pausa era finita.
Scesero in silenzio per un bel tratto, poi la strada si fece più scoscesa e Richard le prese la mano, per evitare che cadesse.
Sentì chiaramente il cuore di lei accelerare di colpo, ma stavolta non si voltò per chiederle cos'avesse.
Voleva rispettare il suo silenzio e farla sentire tranquilla, solo questo.
La ragazza lo seguì senza dire una parola, mentre rifletteva sulle sue emozioni e sulle reazioni del suo corpo ogni volta che lui la sfiorava.
Era salita da sola a fare trekking proprio per evitare di stargli accanto e poter capire meglio quello che provava.
Invece, si trovava assieme a lui a scendere verso casa, mentre le loro mani erano intrecciate l'una nell'altra.
Si sentiva divisa, lacerata dentro. Non riusciva a capire cosa doveva fare.
Se da una parte voleva pensare in solitudine, dall'altra non voleva staccarsi da lui per nessun motivo.
Rimase per parecchi minuti a riflettere sulle due possibilità, poi decise che doveva prima capire bene i propri sentimenti.
Sciolse la presa dalla sua mano e disse "Io prendo un'altra strada. Ci vediamo più tardi a casa".
Richard la guardò sconcertato, poi indicò il sentiero che stavano percorrendo "Ma da qui faremo prima. Il tempo non promette bene. In montagna può cambiare rapidamente".
Lei scosse la testa, ostinata "No, prendo la strada tra gli alberi. Ci vediamo dopo" e sparì tra le fronde dei primi alberi.
Il ragazzo la seguì con lo sguardo, finché non sparì dalla sua vista, chiedendosi il motivo di tanto distacco, ma non arrivò a capo di niente.
Infilò le mani in tasca e continuò a scendere, interrogandosi sullo strano comportamento di Megan.
Fino al giorno prima, era andato tutto bene, anche se l'aveva vista molto pensierosa e taciturna.
Da quella mattina poi, non aveva detto quasi niente ed era rimasta a lungo nella sua stanza ad osservare fuori dalla finestra.
Però, aveva notato che lo guardava sempre più spesso, per rivolgere lo sguardo altrove, se i loro occhi s'incontravano.
Il suo comportamento non era normale, era diventata troppo strana ed anche Miguel se n'era accorto.
Il giorno prima, le aveva rivolto uno sguardo preoccupato, ma la ragazza non aveva risposto niente e se n'era andata nella sua stanza.
Non la riconosceva più, non era la stessa Megan allegra e testarda che aveva conosciuto fino ad allora.
Quel silenzio in cui si era rinchiusa sembrava aver formato una barriera impenetrabile.
Il giovane si morse un labbro preoccupato, poi un tuono improvviso scosse l'aria attorno a lui.
Si calcò il cappuccio sulla testa ed iniziò a correre più velocemente verso la baita, prima che scoppiasse il temporale.
Si bloccò di colpo, quando alcune frasi pronunciate dalla compagna durante le vacanze di Natale gli tornarono alla mente.
"Ho il terrore dei temporali! Se ci sono i lampi e i tuoni… mi viene la pelle d'oca. Un fulmine colpì una delle case del mio villaggioe l'ha bruciata con tutte le persone che si trovavano all'interno! Scusa tanto se la paura non mi è mai passata!".
Lanciò uno sguardo terrorizzato alla foresta dove si era addentrata Megan e si lasciò sfuggire un'imprecazione, mentre si lanciava verso gli alberi alla ricerca della ragazza.

Ecco fatto, anche questo capitolo è andato, secondo voi cosa succederà, adesso? Dopo tutto questo casino, i nostri protagonisti riusciranno finalmente a dichiararsi? ^_^ beh, se lo volete sapere dovrete attendere il prossimo capitolo (che pubbliecherò a breve, promesso) Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo. un bacio ed a presto, vostra Alys93 

   
 
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