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Autore: LaLaura    04/10/2012    0 recensioni
Anche se nella mia prima storia non sto avendo molto successo ho deciso di proporre un'altra storia, magari sarò più fortunata.
C'è aria di cambiamenti, di trasgressioni e problemi.
N.B. Non è una L&O
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Era venerdì e la sveglia di Bice suonava come al solito alle sei, Bice si alzò si lavò, guardò il notiziario, prese il caffè, si preparò e alle sette e mezza varcava le porte del R.I.S.
 
Entrando notò che ancora non c’era nessuno, si affacciò nell’ufficio di Lucia e stranamente non la trovò, stava per entrare nel suo ufficio quando una voce la richiamò, era un appuntato, aveva un pacco per Lucia, Bice prese il pacco, lo guardò, poi la sua curiosità si fece avanti, notando che non c’era neanche il timbro postale prese un paio di guanti e aprì il pacco, una bella sorpresa per il capitano biondo. Una bella rosa rossa, con il gambo spezzato e un biglietto:
*Mio bel capitano, mi sta facendo spendere una fortuna di rose, ogni venerdì una rosa, non mi riuscite a trovare, ora è arrivata anche la strega, la sua scusa ha fatto allontanare Orlando e qualcuno se l’è preso! Spero vivamente che lei, mio bel capitano non informi nessuno dei suoi colleghi di questi piccoli doni, perché non le conviene! Le auguro una buona giornata e si ricordi io vi osservo, tutti!. Il Lupo. *
 
Bice leggendo quelle parole si fece prendere dalla rabbia e dallo sdegno, come poteva fare una cosa del genere alla sua squadra, li aveva messi nei guai, erano sotto continuo pericolo e questo non andava bene, stava ancora pensando a cosa fare, quando vide entrare dalla porta a vetri tutta la squadra, compresa Lucia.
Bice uscì dall’ufficio e gridò in modo autoritario e furioso “Capitano venga immediatamente!” – Lucia obbedì, tutti i colleghi erano impietriti, non capivano cosa fosse successa e soprattutto perché Bice era così arrabbiata già  a quell’ora.
 
“Ora mi dice perché mi ha richiamata in questo modo!” – disse Lucia entrando
“Lei mi deve spiegare! Guardi cosa è arrivato per lei oggi! È il Lupo! Questa storia va avanti da un po’ di tempo!”
“Ma…”
Bice non le lasciò neanche il tempo di continuare che riprese a parlare, in quel momento tutti si erano affacciati all’ufficio “Ha messo in pericolo tutti! Non capisce che ha perso tempo? Ha perso opportunità! La sua squadra contava su di lei! Lei invece se n’è fregata, non mi volevate neanche in questa squadra, ma credo che per voi sia una fortuna! Io per quello che lei ha fatto la dovrei fare licenziare, dovrei portare avanti un provvedimento disciplinare, portarla davanti la corte marziale! Invece no, voglio fare la buona, la allontano dall’indagine e non lavorerà più con la sua squadra! Non faccia più cazzate, perché il trasferimento non glielo leva nessuno!” – erano tutti allibiti da quelle parole e dal quel tono che non ammetteva scuse o repliche
“La dovrei ringraziare? Lei si deve vergognare! Se la fa con un suo subalterno e mi accusa così! Io ho portato a questi livelli l’indagine! Non si merita neanche la divisa che ha, lei è una troietta, non un carabiniere!”- rispose Lucia
“Questo è troppo! “ –disse Bice sbattendo un pugno nel tavolo –“ Non è colpa mia se lei è una bugiarda! Se lo può prendere il suo Orlando! Non mi interessa! Ma questo non è un buon motivo per parlare così a me! Questo è veramente troppo! Prenda la sua roba e se ne vada! Avrà notizie dal comando generale a tempo debito!” – Bice urlava, non era in se, aveva ragione, aveva un fuoco dentro, gli avevano detto tante cose, ma quelle parole le facevano male
Lucia uscì dall’ufficio di Bice,era in lacrime, Orlando la blocco e le disse “ Vattene!”
“No Orlando, io ti amo, non era vero la storia dell’aborto!”  - disse tra i singhiozzi
“Lucia non m’importa! Non m’importava neanche prima, io non ti amavo più, e me l’ha fatto capire no la storia dell’aborto, ma l’ho capito quando ti ho visto baciare il questore! Non ti amavo e non ti amo tutt’ora dopo quello che hai fatto! Non ti meriti l’amore di nessuno!” –disse Orlando mollando la presa
“Per favore non lasciarmi! Ho sbagliato, ma non mi merito questo!” – Lucia era una fontanella, il dolore la mangiava dentro, ma era quello che gli toccava
“ E’ meglio che te ne vai! Lucia, vattene, ti guardano tutti, questa volta non posso e soprattutto non voglio aiutarti!” – Orlando era infastidito da quella donna, aveva insultato Bice e aveva messo in pericolo tutti, aveva mentito, non riusciva a trovare neanche un pizzico di compassione per lei, uscì per raggiungere l’ufficio di Bice
Erano tutti fuori, erano sconvolti da ciò che era successo, Bice era chiusa dentro
“Orlando non entrare!” – gli disse Ghiro
“Vaffanculo!” – così dicendo Orlando entrò e chiuse la porta alle spalle, Bice era seduta e la poltrona era girata, non voleva farsi vedere, odiava il modo in cui era stata trattata, nessuna persona dovrebbe essere tratta in quel modo, Orlando voltò la sedia e trovo Bice in lacrime, con le gambe incrociate sulla sedia “Vattene!”- disse debolmente Bice
“Io non vado da nessuna parte!” – rispose Orlando, posandogli una mano sulla spalla
“Vai da Lucia! Ti ama! Forse ha ragione, ma io ho ragione sul caso Pugliese!”
“Tu hai ragione su tutto! Non mi ami, non mi vuoi? Pazienza! Ma io non voglio stare con Lucia!”- disse lui accarezzandole il viso
“Ora basta, abbiamo già perso tempo!” – così dicendo Bice si alzò, si asciugò le lacrime e aprì la porta e disse “ Entrate! Ora si lavora!”
 
I ragazzi non dissero una parola, Bice ruppe il silenzio “ Lucia ritornerà non vi preoccupate! Farò però  passare un po’ di tempo! Ha sbagliato, non verso di me! Ma verso di voi! Vi ha messo in pericolo e vi ha mentito! Io non sono una capo perfetto! Ma un errore del genere non l’ho fatto mai e io tra le mani avevo un lavoro ancora più grosso e pericoloso! Comunque è stato un errore, succede, ma tornerà fra molto tempo!” – tutti annuirono, aveva ragione
“Ora dobbiamo partire da queste rose, per favore andate da Lucia e fatevi dare tutti gli altri doni, non voglio problemi nella squadra! Nessuna distrazione e nessun battibecco, serietà, lucidità, energia e freddezza! Sono stata chiara?” – concluse in tono duro
“Si” – risposero in coro, le parole e l’energia nella voce di Bice diedero una carica ai ragazzi, avevano finalmente capito che la presenza di Bice era stata una benedizione, forse finalmente ce l’avrebbero fatta ad uscire dall’incubo Pugliese
“Due mi servono su un omicidio! Bianca ed Emiliano! Sabato e domenica si lavora! Vedete di non fare storie! La mia pazienza ha un limite!” – tutti annuirono stavano per andare, quando Bice aggiunse – “Emiliano vieni!”
 
“Si?”
“Devi studiare! Io ti aiuterò, sono un po’ in ritardo, ma dovevo essere sicura di proportelo, fra due settimane farai il concorso per diventare tenente.” – disse Bice sorridendo
“Grazie! Non so cosa dire!” – ringraziò
“Non mi devi ringraziare! Hai fatto un buon lavoro! Ora però dobbiamo continuare! Ti voglio nei piani alti! Hai tante possibilità, ma devi rischiare!”
“Giada, Giada ha paura!” – confessò Emiliano, era felice ma questo lo turbava
“Si fanno scelte nella vita! Lo capirà!Lunedì  appena finiamo, qualunque sia l’ora tu verrai con me a studiare, dopo quello che ha detto Lucia io voglio che ci sia anche Orlando e Ghiro con noi, poi ci possono aiutare a studiare! Non voglio scuse! Vallo a dire agli altri e poi a lavorare!” – così dicendo Emiliano si congedò
 
“Ragazzi! Ho una notiziona!” – disse Emiliano entrando nella stanza dove c’erano Orlando e Ghiro  - “Bice mi vuole far fare il concorso per tenente e dovrò studiare e Bice mi darà una mano e anche voi, l’ha detto lei, il primo appuntamento appena usciamo dal R.I.S. da lunedì!”
“Ok, congratulazioni!” – disse Ghiro alzandosi e battendogli il cinque a Milo, stessa cosa fece Orlando
“Va be’ ora a lavorare” – decretò Emiliano uscendo e andando con Bianca
 
“Orlando la smetti di picchiettare quella maledetta penna sul tavolo?” – gli chiese Ghiro
“Si scusa, ma sono nervoso, Bice non parla e Lucia ha fatto una cazzata secolare, prima gli volevo dare uno schiaffo, per la prima volta avevo sentito il bisogno di usare le mani, non so se riuscirò a guardarla in faccia!”
“Io sapevo che la storia dell’aborto non era vera…”
“Lo sapevo anche io e sinceramente non m’importava e non m’importa, non lo volevo un figlio da lei e poi ancora abbiamo una carriera davanti!”
“Si hai ragione!”
“Non voglio andare da Lucia!”
“Ci andrò io!” – la voce di Bice attirò l’attenzione dei due
“Cosa dici?” – chiese Orlando stizzito
“Ho deciso così, e così sarà!” – disse ferma
“L’accompagno io!” – si intromise Ghirelli
“Si infatti!” – così dicendo Bice indossò la giacca per andare, stava per uscire quando Orlando la bloccò per il braccio
“Lasciami!”
“No, perché vuoi farti del male?”
“Nessuno mi fa del male, l’hai detto tu che sono una macchina da guerra! Poi è solo una stronzetta, che ha sbagliato, ma non per questo deve essere scartata.” – così dicendo Bice se ne andò
Erano in macchina e Bice guidava, cominciava a premere l’acceleratore sempre di più, Ghiro era sicuro della bravura di Bice, ma questa volta era un po’ confuso - “Bice, dai guido io, o rallenta!”
“Dai non ti preoccupare!”
“Bice per favore! Fermati!” – così dicendo Bice sterzò e si fermò
“Va bene adesso?” – chiese con tono stizzito scendendo dalla macchina
“Adesso parlami!” – disse Ghiro, con tono calmo
“Volete parlare tutti con me! Parlate con qualcun altro! Io non ho nulla da dire! Se vuoi saperlo si, mi sono fatta Orlando e non è la prima volta!” – disse Bice con tono distaccato, non capiva più quello che gli stava succedendo, forse era meglio tornare da Daniel e dalla sua ex squadra, a combattere la mafia.
“Non volevo sapere quello! Sali in macchina, scaricati sull’acceleratore e  poi fatti valere!” – Bice stava tornando in macchina quando Ghiro la blocco per un braccio – “ Lucia è una professionista, ma il lupo gli ricorda l’incubo di Lili, o forse peggio!”
“Lo so!” – affermò Bice rientrando in macchina
 
“Bice, sei sicura di voler parlare con Lucia?” – chiese Ghiro prima di suonare alla porta
“Si!”
 
“Capitano, possiamo entrare?” – chiese Bice in modo freddo a Lucia
“Si…”- rispose Lucia, aveva pianto e si vedeva
“Non sono venuta per discutere, ne sul fronte privato ne su quello lavorativo, voglio solo tutto ciò che le ha mandato Pugliese.” – disse con voce pacata, ma autoritaria, la casa era luminosa e semplice, molto lineare, nulla di sfarzoso
“Si subito..” – così sparì dietro una porta
 
“Questo è quello che mi ha mandato, la c’è tutto quello che odio oltre a una cosa che sfortunatamente non può essere imballata, le chiedo solo un favore non metta al corrente Orlando..” – disse lei quasi con tono di preghiera
“Non posso promettere nulla! Mi dispiace! Arrivederci”- così si recò alla porta
“Mi sta rubando tutto!” – disse Lucia a  Bice
“La sto salvando dalla sua morte! La scorta verrà fra poco! Non si muova da qui per nessun motivo!”
“Chi è nella scorta?” – chiese Lucia accompagnando tutti alla porta
“Non lo so, ho preso una scorta che non conosco, mi è stata segnalata, ma nulla di più, non ci sono donne, mi dispiace!”
“Come faccio?”
“Non lo so, non mi importa!  Comunque sono i migliori nel giro!”
“Arrivederci ! Ciao Ghiro!” – salutò Lucia
 
Dopo una ventina di minuti erano di nuovo al R.I.S.
“Com’è andata?” – chiese Orlando avvicinandosi ai due
“Vi lascio soli..” – così dicendo Ghiro si allontanò
“Bene… “ – disse lei cercando di non incontrare lo sguardo di Orlando
“Guardami, che ti ha detto?” – disse spingendola verso la macchinetta del caffè
“Che gli ho rubato tutto!” – disse lei incontrando lo sguardo di Orlando
“E tu stai pensando di ritornare in Sicilia… giustamente dopo aver finito il lavoro” – senza neanche accorgersene le mani di Bice erano in mezzo a quelle di Orlando
Bice prima di rispondere guardò le sue mani e sorrise per poi dire – “Non mi piace rubare le cose… forse è giusto che io me ne vada!”
“No… non lo devi fare!” – disse stringendo ancora di più le mani
“Poi si vede, ora scusami devo fare una chiamata.” – così dicendo andò nel suo ufficio
 
“Generale Abrami” – rispose dall’altro capo del telefono
“Sono il tenente colonnello Mangione!”
“Ah buon giorno!”
“Le devo chiedere una cosa, nella scorta del capitano Brancato vorrei una donna…”
“Ma certo, vedrò cosa posso fare! Alle 15:30 verranno da lei! Buona giornata!”
“Grazie!” – così si chiuse la chiamata
 
 
 
Erano le 15:30 e un gruppo di persone andava verso l’ufficio di Bice, bussarono e Bice li fece entrare gli
 
 
 
 
 
uomini di fuori.
“Buon giorno!” – disse lei cordialmente con un sorriso, erano in tutto cinque
“Buon giorno a lei! Sono il maggiore Riccardo Lodato e seguo questa squadra!”  - era un uomo sulla quarantina, molto elegante e cortese
“Lei sarebbe la donna che avevo chiesto nella scorta?” – chiese Bice indicando una ragazza
“Si, ma non è mai stata con me, è la prima volte che la vedo!” – disse il maggiore
“Ascoltami ragazzina, io ho chiesto una donna, no una fresca fresca di corso! Non mando le ragazzine a farsi uccidere essendo che non hai neanche esperienza!” – disse Bice con tono autoritario puntando l’indice in faccia alla ragazza
“Sono un tenente e non sono una ragazzina, e poi non sa neanche chi sono! E di chi sono figlia!”
“Lei è?” – chiese Bice con un po’ di sarcasmo nella voce e con un ghigno sul viso
“Sono Lara La Tragna, la figlia dell’uomo che le ha salvato la vita a ventisei anni, ora io ne ho ventisei!”
“Ah sei la ragazzina che veniva a trovare suo padre, un uomo che avrà la mia riconoscenza per tutta la vita! Ma comunque chi ti ha mandato! Non puoi fare l’eroina sei troppo giovane e senza esperienza!” -  gli occhi li si fecero lucidi
“Mi ha chiamato personalmente il Generale Abrami!”
“Non è un’incosciente non l’avrebbe mai fatto!” – così dicendo la porta si aprì e spuntò Abrami che prontamente rispose – “L’ ho chiamata io! La credo affidabile e brava! Bice non ti fidi delle mie scelte?”
“No, però è senza esperienza e Mario è pericoloso!” – disse Bice abbassando la voce
“Bice non preoccuparti!”
“Ok, allora potreste dirmi i vostri nomi e la vostra età?” – chiese lei gentilmente
“Sono il capitano Fabio La Tona ho trentatré anni.”
“Io sono il sottotenente Lorenzo Arena e ho ventinove anni”
“Io sono il tenente Boris Avola e ho trent’anni.”
“Perfetto, ora vi accompagno dal capitano Brancato!” – in quel momento bussarono alla porta era Serra – “Avanti!” – urlò Bice
“Bice! Disturbo?” – guardando l’ufficio di Bice pieno di gente
“No, loro sono la scorta della Brancato! Lui è il tenente Serra!” –  Bice si accorse che Lara guardava con molto interesse Serra e lui non la guardava da meno, questo infastidì un poco Bice, non era gelosa, ma quella bambinetta dai capelli neri e gli occhi verdi, e un fisico un po’ più prosperoso del suo, la tipica ragazza siciliana pensò Bice
 
“Possiamo andare?” – chiese con tono cordiale
“Certo!” – dissero in coro
 
Stavano uscendo erano quasi alla porta e Bice si voltò dicendo – “ Serra con noi!” – incontrò così il sorriso di Orlando che lei ricambio immediatamente
 
“La Tragna e  Lodato con me! Gli altri con il tenente Serra!” – Bice notò la faccia infastidita di Lara e così incalzò – “Vuole andare con l’affascinante Serra?” – chiese rivolta a lei
“Sono qui per lavorare, se vorrò passare del tempo con un mio nuovo collega troverò nuove circostanze!”  - rispose la ragazza
 
Montarono in macchina e partirono, l’aria nella macchina di Bice era un po’ fredda, ma il rapporto con il maggiore Lodato era molto calmo e aperto, nella macchina di Serra invece il dialogo era molto aperto
“Comunque un tipo tosto, ma molto carino il tuo superiore!” – disse il capitano ad Orlando
“Si, provi qualche interesse verso di lei?”- chiese Orlando, gli diede fastidio sentire quell’apprezzamento da uno sconosciuto
“Ma… comunque mi sa che a te interessa!”
“Ma se neanche mi conosci, comunque quella ragazza com’è?” – chiese gentilmente
“Ha occhio il tenente!” – disse l’altro tenente, Orlando sorrise, ma non rispose
“E’ un tipetto, tutti gli fanno un pensierino secondo me, noi l’abbiamo vista poche volte, non ha lavorato mai con noi… è bella vero?” – continuò il tenente
“Si, abbastanza… a Bice non va che fa da scorta vero? Pensa che sia una ragazzina vero?”- chiese poi Orlando, pensando all’espressione di Bice appena guardava la ragazza
“Si.. ma come l’hai capito?” – chiese il sottotenente
“Capisco le espressioni, il mio lavoro è quello e poi so cosa passa nella mente di Bice, la conosco da moltissimi anni! Siamo arrivati!” – così scesero tutti e si fermarono davanti il portone
Bice si fermo e cominciò a parlare “ Ragazzi è una tipa tosta! E’ un po’ rompiballe, e in questo momento è sottopressione, già ci sono io a bastonarla quindi voi trattatela nei migliori dei modi, se c’è qualche problema io sono reperibile a qualunque ora! Ora saliamo!” – così dicendo suonò e subito si aprì il portone.
 
 
Lucia aprì la porto e scrutò tutti, Bice non le rivolse neanche un sorriso, solo un misero buonasera
“Questa è la tua scorta!” – così venne interrotto il silenzio da Bice
“L’avevo intuito!” – rispose lei sarcastica
“Mi fa piacere,noi andiamo la scorta è a sua disposizione!” – disse velocemente Bice per poi avvicinarsi alla porta
“Orlando!” – Orlando venne chiamato da Lucia lui si avvicinò  a lei e Bice uscì
 
Bice dal pianerottolo sentì solo :” Non ti voglio ascoltare!” – per vedere poi uscire Orlando dall’appartamento
 
Il tragitto verso casa di Bice fu lungo e silenzioso, appena arrivati Bice disse solamente “Sali?”
Orlando spense la macchina  e scese seguendo silenziosamente Bice, lei aprì il portone per poi dire con un ghigno in viso “Sei ancora lento a salire le scale?” – Orlando vide sfrecciare Bice e lui sfrecciò dopo poco dietro a lei, arrivarono al terzo piano con il fiatone, volevano ridere, ma non ce la facevano così Bice dopo aver dato una pacca sulla spalla d Orlando entrò in casa
Orlando si buttò sul divano guardò Bice e trovò nel suo viso un sorriso che non prometteva nulla di buono infatti lei gli si buttò sopra.
“Ti ho fatto male?” – chiese Bice mezza seria e mezza divertita
“Un po’, il tuo ginocchio mi stava per castrare!” – disse lui accarezzandole dolcemente i capelli
“Madonna che sei esagerato!” – così dicendo si sistemo un po’ meglio su di lui e si addormentarono così
 
 
Il sole che filtrava debolmente dalle finestre colpì dritto in faccia Orlando, che si sveglio, trovò su di se la creatura più bella che aveva mai visto, pensò lui, quei capelli rossi brillavano al sole, quel viso così perfetto  e quel corpo così esile  la rendevano unica, fu portato alla realtà quando sentì un tocco leggero sulle labbra, Bice sorrise e lui di rimando, lei si stava per alzare quando la stretta di dietro la schiena si fece più forte “Non mi puoi lasciare così!” – disse solo questo Orlando per poi prendersi le labbra di Bice. A Bice non dispiaceva affatto, forse era l’unica cosa buona che stava succedendo in quel periodo poi però pensò a quello che le aveva detto Lucia, che gli aveva rubato tutto e che non se lo meritava, forse era vero, scese velocemente per dirigersi in cucina.
Bice si muoveva per la cucina quando Orlando la bracco fra lui e il tavolo –“Pensi ancora alle parole di Lucia! Vero?” – disse lui guardandola negli occhi
“Tu lo sai che io prendo ciò che voglio, non mi faccio intimidire da nulla! E lo sai bene! Io non ti voglio è stato solo divertimento!” – disse lei sostenendo a mala pena il suo sguardo
“Allora perché mi tieni il polso?” – chiese lui dolce e calmo, lei non rispose l’unica cosa che riuscì a fare fu quella di buttare le braccia al collo di Orlando e baciarlo, quel bacio era tutto ciò che ci voleva, per cominciare un week-end a lavoro.
 
“Andiamo a fare colazione con Ghiro e Bart? Gli avevo detto che ci saremmo visti prima di andare in caserma!” – disse Bice staccandosi dal contatto fisico che c’era fra lei e Orlando.
“Ma…”
“Niente ma! Sono ancora le cinque e mezza tanto! Vado a fare la doccia!” – così dicendo uscì dalla prigione fatta da Orlando e il tavolo, poi si voltò e disse “Andiamola a fare tutte e due, non si sa mai finisce l’acqua calda!”
Corsero in bagno, si spogliarono a vicenda con una tale foga da far cadere anche i prodotti che c’erano nel lavandino essendo che Orlando molto amorevolmente ce l’aveva spinta contro, Bice prese una salda presa con le gambe sul corpo di Orlando per poi entrare nella doccia, Bice era stretta fra le fredde mattonelle della doccia e Orlando che si eccitava ogni secondo di più, avevano avuto sempre un buon filing su tutto, raggiunsero l’apice del piacere insieme.
Quando si furono calmati si lavarono e uscirono dalla doccia, dopo poco erano insieme ai loro amici a mangiare insieme, per poi cominciare di nuovo la lotta contro il Lupo.
 
Quella giornata stava per svolgere al termine, quando la chiamata di Lucia al cellulare di Bice preoccupò gli animi, non l’avevano sentita per tutto il giorno e proprio a quell’ora esce fuori lei? Si chiesero tutti essendo che stavano facendo quattro chiacchiere davanti la porta a vetri del R.I.S. tutti si azzittirono  “Pronto!”- riispose Bice mettendola in vivavoce
“Sono la Brancato!”
“Si, mi dica!” – chiese allora Bice
“La ragazzetta è troppo impertinente!” – disse Lucia
“Capitano, è tardi, io non posso farci nulla, al massimo domani passo e vedo cosa posso fare, ma cos’è successo?”
“Mi ha rimproverato per come mi sono fatta soffiare l’indagine!” – Lucia era infastidita e Bice se la rideva sotto i baffi
“Capitano, ascolti faccia finta di nulla, buona sera!”
“Arrivederci!” – salutò Lucia
 
“Si lamenta sempre!” – esordi allora Orlando
“Orlando, ma smettila! L’ho buttata fuori, si ritrova sconosciuti per casa, vorrei vedere te, tu saresti ancora più incazzato di lei!” – disse Bice azzittendo tutti – “Ora possiamo andare! A domani!” – così dicendo uscirono tutti
 
Erano davanti la macchina e Orlando abbracciò Bice “E’ ritornata la mia Temi!” – disse Orlando sorridendo, Temi è la dea della giustizia, e Bice era giusta, non esisteva nulla di più importante per lei, Bice sorrise poi disse “Non mi chiamare così, è bello il nome, ma non sono una dea e non sono poi così giusta!” – aveva la voce pacata ed era diventata un po’ più triste
“Ehi Bice, che hai?” – gli chiese Orlando tenendo il viso di Bice tra le mani
“E’ passato ormai tanto tempo, il nomignolo è bello, ma il passato è passato possiamo lasciarlo la…”- rispose Bice cercando di evitare lo sguardo di Orlando
“Ascolta, tu sai tutto di me, si vede lontano un miglio che mi nascondi qualcosa sul tuo passato, ma io non lo voglio sapere almeno per ora, appena vorrai io ti ascolterò!” – disse Orlando, aveva la voce calma e capiva sempre di più che Bice era la persona più giusta per lui, si capivano solo guardandosi
Bice si avvicinò a lui per posargli un bacio sul mento, lo faceva sempre, quando era in accademia era più bassa e delle volte Orlando scherzava e quindi Bice gli dava il bacio sul mento invece che sulle labbra, ora invece era alta abbastanza, si levano sette centimetri praticamente nulla, ma questo bacio ricordava loro.
“Andiamo a casa !” – esordì Orlando sorridendo, pensando che il passato lo dovevano lasciare alle spalle, ma lei era la prima a riportarlo a galla
“Domani alle quattro e mezzo suoneremo a casa di Lucia, semplice controllo!” – disse Bice tranquilla
“Tu sei matta! Sono già l’una! Alle tre ci alziamo a mano tua!” – sbottò Orlando scocciato
“Vedi di smetterla!”
Erano arrivati a casa, Bice aveva lavato i denti e si era messa a letto e Orlando con lei.
Orlando la stuzzicava, si coccolarono per un po’ , Bice poi disse “Dormiamo.”
Così spensero le luci
 
“Poi dormimmo abbracciati per un'oretta. Era in un certo qual modo anche meglio che far l'amore.*” Pensò Orlando svegliato da un dolce bacio dato da Bice alle 03.00 di mattina
 
“Orly, dai alzati!” – disse Bice affacciandosi alla porta – “Che poi devi andare a prendere i cambi a casa di Ghiro!”
“Ok…” – disse Orlando buttandosi giù dal letto
“Vado a fare la doccia!” – gridò Bice
“Aspettami!” – gridò Orlando entrando nella doccia dietro a Bice
“Uffa Orlando! Non possiamo, perdiamo tempo così! Esci per favore!”  - disse Bice nel mentre che Orlando le baciava il collo
“Cara, non sei molto convincente!” – disse Orlando staccandosi un attimo
“Orlando esci!” – così dicendo Bice buttò fuori Orlando, lo voleva, ma non era il momento
 “Siamo in ritardo porca miseria! “ – disse Bice agitata
“Dai non preoccuparti, ho una camicia nella valigetta la porto sempre, non si sa mai!” – affermò Orlando con un sorriso, questo fece rilassare al quanto Bice
“Ti adoro! Veramente!” – disse Bice andandogli a dare un bacio
Alle quattro e mezza erano davanti la porta di Lucia, Bice cominciò a suonare, come se dovesse svegliare un pregiudicato da arrestare, era l’alba lei a quest’ora in Sicilia andava a prendere i mafiosi, questo li passò per la mente.
La scorta aprì, erano armati e in pigiama
“Buon giorno, scusate l’orario!”- disse Bice appena tutti abbassarono le armi
“Ma questo è modo? E’ violazione di domicilio!” – gridò Lucia infuriata
“Ascolti, la smetta!  Le avevo detto che ci saremmo visti oggi, ed eccomi qua come promesso!” – rispose Bice tranquilla, così facendo si accomodò al tavolo della cucina
“Cos’è venuta a fare a quest’ora a casa mia?” – chiese allora Lucia, mantenendo a stento un tono di voce normale
“A trovarla, a vedere se andava bene con la squadra, soprattutto con la ragazzina! La Tragna!” – disse rivolta prima a Lucia e poi alla ragazza
“La smetta di chiamarmi ragazzina! Mio padre invece di morire doveva far morire lei! E’ pure maleducata!” – disse a tono la ragazza
“Come? Lei ha un tono insolente verso i superiori! E’ già successo con il capitano, mi è stato riferito questo ieri! Questa sarà una nota negativa nel suo curriculum, vedrò comunque di sostituirla, non mi piace lavorare con persone poco rispettose verso me o verso qualunque altro superiore che soprattutto è nella mia squadra! Arrivederci! Capitano si sistemi che dobbiamo andare da Abrami!” – disse Bice calma rivolgendosi con un sorriso a Lucia
“Certo arrivo!”
“Vi aspettiamo giù!” – disse Bice
Orlando non aveva aperto bocca, però quando erano soli con Bice decise di parlare “Bice, ma perché hai fatto così! Hai fatto irruzione a casa di Lucia e hai trattato malissimo quella ragazza!” – disse Orlando
“Faccio finta di non aver sentito! Ricordi come ci comportavamo! Come ci svegliavano? Io quello che sono l’ho guadagnato, ubbidendo, facendo il mio lavoro, svegliandomi alle tre ogni giorno dopo neanche un’ora di sonno! Tutti vengono trattati nello stesso modo! Nessuno escluso!” – disse Bice azzittendo Orlando
 
Erano da Abrami e Bice aveva raccontato tutto l’accaduto “Allora, Lucia, l’hai fatta grossa, ma si può risolvere tutto, tornerai fra un mese a lavoro, ringrazia Bice, se era qualcun altro non so se eri ancora un carabiniere, comunque non seguirai le indagini del Lupo, anche se spero vivamente che Bice lo prenderà prima! Buona giornata!” – così dicendo tutti erano usciti dall’ufficio di Abrami , si salutarono per andare ognuno per conto suo.



Spazio autrice:
Pensavate che ero morta? Lo potevo capire, non ho un momento di tempo, questo capitolo l'ho fatto in un mese se non di più! Che vergogna! Sono veramente desolata! Spero che il capitolo sia di vostro gradimento, se siete arrivati a questo punto significa che avete letto ben tredici pagine del mio noiso racconto! Fatemi sapere cosa ne pensate! 

Au revoir 
L.

  
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