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Autore: Unintended    16/04/2007    5 recensioni
"Vivere e morire. Queste due parole hanno perso qualsiasi accezione per me, perchè io vivo e muoio continuamente[...]" Questa è una brevissima One-Shot incentrata su un personaggio un po' insolito. Le recensioni sono gradite.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ossequi. Questa è la prima FanFiction che pubblico su questo sito. È una brevissima One-Shot che tratta di un personaggio piuttosto insolito, inusuale.

Spero che comunque la lettura per voi sia piacevole, e sarei estremamente contenta che qualcuno di voi la recensisca, in modo che io possa sapere se è qualcosa di buono (o quantomeno  di accettabile)  o di veramente pessimo.

E dopo questa premessa… Buona lettura!

 

Vivere e morire

Vivere e morire.

Queste due parole hanno perso qualsiasi accezione per me, perché io vivo e muoio continuamente, in una danza infinita, senza paura.

Vivo osservando tutto ciò che mi sta attorno, quasi nel totale silenzio, ma anche se parlassi, difficilmente mi si capirebbe. Io ho visto tutto, tranne che me stessa.

Ho visto i loro sguardi di assoluto stupore, i sorrisi incerti pieni di gratitudine, occhi giovani e curiosi che mi fissavano insistentemente, senza comprendere.

Ma qual è il mio aspetto? Mutevole e misterioso. Che cambia, che trasfigura in un processo senza fine, perché nemmeno la morte mi può sfiorare.

Eppure io muoio, e continuerò a morire. La mia morte non rattrista nessuno, la mia morte è veloce e leggera, nessun rumore, nessun dolore.

La mia è una morte avvolta dalle fiamme.

Avverto la Morte che mi afferra, con i suoi lunghi artigli e mi allontana dal mondo; ma poi, schiudendo le mani mi libera e io torno a vivere.

E il mio unico scopo è quello di riportare la felicità sulla Terra, e per far ciò ho dovuto rinunciare alla mia, e alla possibilità di amare.

Sono una compagna fedele, ma nello stesso tempo rimango sola, per tutta la mia vita.

Non ho nemmeno un Maestro, perché io mi creo da me.

Non ho bisogno di nessuno, ma gli altri hanno bisogno di me. La mia sofferenza dona benessere agli altri; una lacrima, un canto… Bastano per rasserenare qualcuno.

Io vivo così, nella speranza che ci sia almeno una persona al mondo ad avere bisogno di me, a necessitare di cure; una persona che però mi porti al contempo rispetto, perché io ne sono degna.

Ma io non chiedo mai nulla in cambio.

 

Odo una serie di colpi, poco distanti da dove mi trovo: veloci, agitati, quasi timorosi. Oltre quell’uscio avverto una presenza, ma una presenza conosciuta.

Ci siamo incontrati più volte, noi due. Lo sento.

La porta si apre, ma non riesco ancora a vedere di chi si tratta, in modo da rischiarare i miei dubbi.

Poi, la voce che mi fa compagnia in tutte le mie vite, mi si rivolge:

«Fanny, guarda un po’: Harry è venuto a trovarci…»

 

  
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