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Autore: Mannu    04/10/2012    0 recensioni
All'improvviso la necessità la sopraffece. Ristabilire il contatto era l'unica cosa importante. Assimilare la tecnologia del luogo per ristabilire il contatto.
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Star Trek: la nuova frontiera'
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2.

- Comandante, ho una nave sui sensori di dritta.
Nove alzò lo sguardo dal datapad dove stava controllando i rapporti della mattina. Il guardiamarina Alterman le stava simpatica: le somigliava, bassa di statura e con la pelle pallida, impianti borg a parte. Purtroppo non poteva dire che la simpatia fosse reciproca.
- Sullo schermo.
Il logo della Federazione fece posto al cielo nero dello spazio al confine tra i settori Eta Eridani e Sirio. Il posto ideale per fare incontri sgradevoli a base di dialetto klingon, ma quella piccola sagoma lucente appena distinguibile non pareva una nave imperiale.
- Dalla traccia di curvatura sembrerebbe una nave nausicaana – aggiunse subito Alterman.
- Sanno che ci siamo, ci stanno sondando – l'avrebbe riconosciuto tra mille: era Th'Karr, il suo primo ufficiale klingon. Non aveva ancora capito se la odiava o se l'ammirava: la sfidava spesso in palestra in combattimenti corpo a corpo al limite del lecito, a volte oltre. Nonostante i trenta centimetri d'altezza che le impedivano di guardarlo negli occhi, l'esito degli allenamenti non era affatto scontato.
- Comunicazione in arrivo, comandante – Nove si voltò verso la console da dove era giunta la voce del suo più giovane ufficiale, un umano appena sfornato dall'Accademia.
- Ebbene? - chiese vedendo l'espressione perplessa del terrestre sotto la zazzera bionda tagliata a spazzola.
- Vogliono parlare con lei – sembrava incredulo. Certo i nausicaani non erano noti per la loro temperanza, anche se erano rinomati chiacchieroni.
- Avanti – lo esortò alzandosi in piedi e volgendosi verso lo schermo grande. Sul quale comparve il feroce viso di un alieno dalle zanne sporgenti e dai lunghi capelli neri aggrovigliati.
- Salute, comandante – non si poteva dire che i nausicaani sapessero sorridere, ma il tono di voce non era minaccioso.
- Salute a voi. Sono il comandante Nove di Ventuno, della Flotta Stellare.
- Non nego che per un momento mi sono preoccupato. È da molto che non si vedono borg da queste parti e una nave assimilata, anche se piccola, può essere molto pericolosa. Ma che imperdonabile comportamento, il mio... Mi chiamo Mh-an-Loort e sono il capitano di questa umile nave da carico.
Troppo loquace e remissivo per un nausicaano, pensò Nove. Notò un cenno di diniego fatto col capo dal guardiamarina Alterman: forse condividevano le stesse perplessità.
- Mi chiedevo – continuò l'alieno dal viso feroce – se per puro caso aveste da venderci delle parti di ricambio... la mia nave ha un noioso guasto al nucleo di curvatura e qualche altro... piccolo fastidio...
- Ci faccia avere una lista di quello che le serve, comandante – si costrinse a rispondergli, sperando di poter ancora sfoggiare un po' di impassibilità borg – la aiuteremo come meglio possiamo.
Il nausicaano ringraziò un po' frettolosamente e interruppe il collegamento.
- Alterman?
Il giovane ufficiale si voltò verso Nove, a labbra strette.
- La traccia di curvatura residua non mostra alterazioni evidenti, comandante. Potrebbero essere usciti dalla velocità curvatura di loro volontà e non in seguito a un'avaria.
- Non possiamo negare loro l'aiuto richiesto – obiettò Nove ricambiando la freddezza del suo ufficiale.
- Non possiamo determinare se si tratta effettivamente di un cargo: siamo troppo lontani – insisté Alterman, gli occhi color nocciola fermi in quelli neri e riflettenti del suo comandante.
- Ne sono consapevole. Rotta di avvicinamento, tre quarti di impulso. Voglio anche una scansione dell'area, riferite ogni anomalia.
Il timoniere confermò rotta e velocità e Nove in persona si avvicinò alla console scientifica dove operava il guardiamarina Alterman. Quella la ignorò ostentatamente, proseguendo nel suo lavoro. Nove la osservò per qualche secondo, studiando la danza delle dita sui comandi.
- Tengo nella massima considerazione le opinioni di ogni membro del mio equipaggio – cercò di mantenere il suo tono più piatto possibile. Le dava fastidio essere messa in discussione per il semplice fatto di essere stata assimilata dai borg. Le aveva sempre dato fastidio: per questo si era iscritta all'Accademia, per questo era diventata un ufficiale tattico prima e comandante poi. Sconfiggere i pregiudizi era stata la sua prima missione, ancora prima del primo giorno da recluta.
Il guardiamarina esitò per un istante, trasmettendole il proprio fastidio. Poi si voltò verso di lei e chiese il permesso di parlare liberamente.
- La mia opinione è che ci stiamo infilando in una trappola, comandante.
- È una possibilità – ammise Nove. Ci aveva pensato, ovviamente. Ma la divisa che indossava le imponeva un comportamento preciso.
- C'è qualcosa che non è al suo posto... quel cargo potrebbe non essere in avaria, potrebbe non essere da solo. Le navi nausicaane di quella classe non sono potenti, è vero. Ma se ci mettessero in inferiorità numerica...
Nove gettò un rapido sguardo alla console del suo ufficiale. Era configurata abbastanza bene e metteva in evidenza i dati critici di quella porzione di spazio interplanetario che era loro dovere pattugliare. Col diminuire della distanza aumentavano le informazioni disponibili sulla nave nausicaana, ma ormai erano a distanza di tiro.
- Vede, comandante? Il loro scafo è ionizzato...
- È coerente con la lista dei guasti che ci hanno trasmesso.
- Ma è un'altra cosa che si può simulare.
Alterman aveva ragione. I nausicaani, rinomati per la loro aggressività, erano sparsi in tutta la galassia come mercenari, pirati, contrabbandieri... ce n'erano perfino a bordo delle navi klingon, apprezzati per le loro doti di combattenti, forti e abili nel corpo a corpo.
- Guardiamarina Virma, contatti la nave nausicaana e chieda il permesso di salire a bordo con una squadra di quattro elementi. Chiami poi il signor B'lagg in sala macchine e gli chieda un tecnico in prestito. Signor Th'Karr, voglio anche due dei suoi uomini, con armamento leggero.
Gli ordini di Nove risuonarono secchi e autoritari sul ponte di comando, il cui silenzio era punteggiato dai suoni degli strumenti. Sarebbe sbarcata sulla nave aliena e avrebbe constatato di persona se c'era effettivamente una minaccia di qualche genere.
   
 
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