Draco Malfoy guardò fuori
dalla finestra della sua casa a Goddric Hollows, era una notte serena, le onde
del lago davanti casa s’infrangevano contro la riva e davano riflessi argentei
grazie alla luce della luna piena. Ma nonostante quella pace si sentiva
inquieto. Erano anni ormai, precisamente quattro, che era sfuggito dalla sorte
di diventare Mangiamorte, e si era unito agli Auror per cercare di dare una
parvenza di stabilità e tranquillità ad uno stato che per anni era vissuto
sotto il costante ricordo e la costante paura di Voldemort, ma da quando il
Bambino Sopravvissuto l’aveva ucciso nell’ultima battaglia la gente sembrava
essersi dimenticata di tutto quello che aveva passato, morti, assalti,
maledizioni, e tutti si erano rinchiusi in una specie di guscio che non faceva
vedere loro che i problemi c’erano … eccome.
Gruppi sparuti e senza capo di
Mangiamorte giravano ancora per l’Inghilterra, come pecore senza pastore,
seminando ancora terrore tra gente innocente, ma se prima erano pecore che
seguivano fedelmente e senza pensare gli ordini di un pazzo, ora si erano fatti
furbi, gli Auror non riuscivano a catturarli, sembrano fumo, fumo impossibile da
prendere.
Draco chiuse la tendina della finestra e guardò
il salotto si soffermò su un tavolino in legno scuro con sopra un centrino
fatto ad uncinetto, sopra di esso si trovavano delle fotografie, si avvicinò e
ne prese in mano una, sorridendo. Sua moglie, la bellissima donna che aveva
sposato tre anni prima, che l’aveva aiutato ad alzarsi da quel baratro di
tristezza e paura che sua padre e i suoi amici gli avevano procurato. La dolce
Hermione Jane Granger, la saccente e insopportabile So-Tutto-Io di Hogwarts, la
donna che amava oltre ogni limite da più di tre anni ormai.
Ripose accuratamente la foto
sul tavolino e usci dal salotto spegnendo la luce. Salì le scale e andò in
camera da letto dove percepì un respiro lento e regolare, Hermione. Sorrise amaramente
e andò nel piccolo bagno attiguo alla camera e preparandosi vide nello specchio
un uomo di ventitre anni bellissimo, capelli biondi un po’ lunghi lasciati
ricadere sul viso ovale senza una sola imperfezione, l’unica pecca dell’uomo
che vedeva allo specchio erano gli occhi, occhi azzurro ghiaccio privi di vita.
Ad un tratto sentì un forte
rumore come uno scoppio fuori casa, si precipitò giù dalle scale rimettendosi
in fretta e furia la maglia che si era tolto. Aprì la porta di casa e vide
Weasley
sulla soglia della porta col
volto pallido ed emaciato e le vesti sporche di sangue.
-Malfoy! Siamo sotto attacco!
I Mangiamorte sono più forti che mai, Londra è nel caos più totale devi venire!
Presto! Harry è ferito, e non riusciamo a tenere testa e quegli assassini!-
Senza dire una parola Draco si
chiuse la porta alle spalle, e si smaterializzò con il rosso davanti al
Ministero della Magia e li, vide l’inferno.
Detriti cadevano giù dall’edificio
vide parecchi feriti e morti notando però con piacere che c’erano anche
Mangiamorte tra questi.
Riuscì a parare uno
schiantesimo e guardando attorno vide la strada sconnessa che ospitava duelli
violenti all’ultimo sangue tra Mangiamorte e Auror.
Poi una voce, quella voce.
-Draco, come stai figlio mio?-
Il biondo si girò e vide un
uomo sulla cinquantina con in testa un cappuccio nero con ciuffi di capelli
biondi che ne fuoriuscivano: Lucius Malfoy.
- Tu… tu… non chiamarmi mai più
figlio, non sono più tuo figlio! Per quello che mi riguarda non lo sono mai
stato!-
L’uomo ghignò sotto il
cappuccio - Dio come ti sei rammollito, prima odiavi questa … feccia.-
indicando un giovane Auror cadere a terra privo di vita, - ma poi con l’arrivo
di quella sudicia mezzosangue non sei stato più lo stesso.-
-no io non sono mai stato me
stesso con voi, ora sono me stesso!- e sguainò la bacchetta puntandola contro
il padre.
-oh, non ce la farai mai ad
uccidermi, sei sempre stato un debole come tua madre, avrei dovuto ucciderti
quando ho ucciso lei.-
Il Mangiamorte sguainò a sua
volta la bacchetta e tentò di disarmare il figlio che riuscì a spostarsi all’ultimo.
Nella mente di Draco
risuonavano le parole “ sei sempre stato un debole come tua madre”, tua madre … tua madre … tua madre. Si sua
madre morta sei anni prima perché aveva cercato di proteggerlo dal padre che
all’età di diciassette anni voleva farlo diventare Mangiamorte, morta per lui, per aver disubbidito al suo
padrone, suo marito.
Improvvisamente si ricordò
quando quattro anni prima era stato condotto a forza nel covo del Signore Oscuro per essere
marchiato. Ormai era rassegnato a morire, o meglio a diventare Mangiamorte, l’equivalente
della morte per lui, non c’era più sua madre a proteggerlo, nessuno avrebbe
avuto pietà di lui. Era stato legato e torturato, l’avevano messo sull’altare
per marchiarlo, quando all’improvviso entrò un angelo, o così gli parve. Una
donna bellissima con la bacchetta sfoderata che iniziò a schiantare Mangiamorte
su Mangiamorte, riuscendo a farsi largo verso di lui e a porgergli la mano per
tirarlo fuori da quella situazione. Si, il suo angelo, la sua Hermione.
Hermione… Hermione… già suo
padre la chiamava sudicia mezzosangue, anche un anno prima nello Yorkshire,
durante l’ennesimo attacco da parte delle forze oscure, quando ancora il
signore oscuro doveva essere sconfitto.
*Flash back*
Era andato a combattere con la moglie anche lei Auror,
nella pianura dello Yorkshire, lui era
impegnato in un combattimento con Nott,
era un bravo combattente, gli stava dando filo da torcere, con la coda dell’occhio vide Hermione combattere contro il padre e si
disse che la sua Hermione era forte, ce l’avrebbe fatta. Uno scoppio, si voltò e vide Potter scontrarsi con il suo
nemico di sempre in un duello, che in futuro sarebbe stato chiamato la
battaglia finale. Con un ultimo schiantesimo batté Nott e si avvicinò alla zona
dove stavano combattendo Hermione e suo padre. I Mangiamorte ormai erano stati
sconfitti, i pochi ancora sani combattevano per difesa, non più per attacco, ma
lui no, suo padre no.
Aveva trovato la vera ragione per cui suo figlio non
era stato marchiato, la stava schernendo dandole della sudicia
mezzosangue, della stolta… l’Auror non
ci faceva caso, combatteva e basta. All’improvviso
Draco avvicinandosi sempre di più si sentì veramente male come mai si era
sentito in vita propria, in uno stato d’animo: disperazione. Una luce verde
scaturì dalla bacchetta del padre e il
tempo sembrò fermarsi, vide il getto di luce verde arrivare addosso ad Hermione
a rallentatore, e vide l’ultimo sprazzo di vita negli occhi della donna quando
appena prima di morire voltò la testa e gli sorrise, l’ultimo sorriso. Guardò
incapace di muoversi il corpo dell’amata cadere a terra senza vita sentendo il proprio cuore morire insieme a
lei. Nello stesso momento in cui il corpo della donna toccava terra un altro
corpo privo di vita cadeva, il corpo dell’Oscuro Signore. Che strana coppia, un
angelo e un diavolo, morti nel medesimo istante, una volata fino alle porte del
paradiso aperte ad accoglierla, l’altro sprofondato nelle fiamme dell’inferno,
due poli opposti. Ma per Draco non ci fu gioia, la gioia di non essere più in
guerra con l’Oscuro, no, Draco pianse, pianse per la prima volta in vita sua.
Il suo angelo era morto, non c’era più, la sua vita era volata via, spiegando
le grandi ali bianche degne di lei, immacolate come era stata lei.
Gli occhi di Draco tornarono a
fissarsi in quelli del padre con rinnovata ira, l’ira di un disperato, l’ira di
chi ha perso tutto, e di questo il padre se ne accorse ghignando. Draco disse
con la voce che fremeva di rabbia - Questo è per avermi rovinato la vita!
CRUCIO!- il padre cadde a terra contorcendosi di dolore ma sempre con quel
maledetto ghigno sulla faccia - ti farò patire tutto il dolore che mi hai
fatto, maledetto! Il male che hai fatto a me e mia madre!-
Dopo quella che per lui sembrò
un’eternità ma che furono in realtà pochi minuti, interruppe la maledizione e
disse -e questo è per aver ucciso mia
moglie! Addio padre! AVADA KEDAVRA!-
Il getto di luce verde raggiunse Lucius Malfoy
che cadde a terra spirando l’ultimo alito di vita, ucciso da suo figlio. Ma
Draco non riuscì a distogliere lo sguardo mentre la maledizione colpiva il
padre, no, perché nella luce maledetta vide il viso dell’unica donna che amava,
che gli mimava con le labbra di girarsi, l’espressione del viso triste, un
amaro sorriso sulle labbra, lacrime scendevano dai bellissimi occhi dorati
mentre gli diceva di voltarsi, ma lui non ne volle sapere gli occhi fissi in
quelli della donna che amava e sorrise mentre la maledizione peggiore peggiore
di tutte lo colpiva inesorabile e morì, Draco Lucius Malfoy morì in quella
notte calda d’estate, il corpo esanime
abbandonato su quello del padre.
Lui, la sua anima persa, incapace di liberarsi da un corpo oramai privo
di vita, ma venne salvato.
Un bellissimo angelo dai
capelli ricci e dagli occhi dorati con un sorriso sulle labbra gli diede la
mano e lo portò via con se, e Draco Malfoy, fu di nuovo felice, questa volta
per sempre.
Salve a tutti! È da un po’ che
non scrivo più per mancanza d’ispirazione, ma ora eccomi di nuovo con una shot!
Non so se ci ho perso la mano a scrivere ( ce l’ho mai avuta?!) perciò se mi
lasciaste una piccola recensione con su
scritto se vi è piaciuta o se non vi è piaciuta… mi farebbe molto piacere!
Bacioni
GMP90