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Autore: Fuuma    04/10/2012    2 recensioni
Era un mostro che avrebbe dovuto salvare.
Doveva esserci un modo, qualcosa che potessero fare, solo per questa volta.
«You tried. I know you tried. But this is all there is left. Help me, Sam. I want you to do it. I'm asking you to save me. Please.»
[missing moment 2x17 ~ Home]
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altro Personaggio, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incest | Contesto: Seconda stagione
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Titolo: Just. One. Shot. (...please...)
Serie: Supernatural
Character: Sam Winchester, Dean Winchester, Madison Owens
Pairing: SamxMadison, DeanxSam {oneside; platonic - wincest}
Rating: Nc-14
Genre: Drama, Death
Warning: Slash, Missing moments
Words: 834
Note: Supernatural mi uccide. E uccide anche i miei feelings. Oh, anche Sam mi uccide... e uccide pure tutte le tipe che mi piacciono e con cui sta troppo bene... maledetto, è proprio vero quello che si diceva di te: sei un porta-sfiga di prima categoria! Certo è, che per finire a letto con Sam, potrei comunque immolarmi alla causa... magari evitando di venir bruciata viva, ecco. coff. Scherzi a parte, ho appena finito di guardare la puntata 17 della seconda serie e il finale ha distrutto il mio cuore già troppo piccolo e inutile, straziandomi per le suppliche di Madison, per la disperazione di Sam e per il modo in cui si chiude la puntata, con Dean che piange e lo sparo che trancia via ogni possibilità di salvezza.
Dannato Supernatural e dannati Winchester!
Disclaimers: i personaggi appartengono agli aventi diritto, anche perchè se fossero miei ci sarebbero molte più scene come questa e il cuore dei fan si spezzerebbe in continuazione.
missing moment della puntata 2x17 ~ Heart
 

«I'm a monster.»
«You don't have to be.»

Stringere il calcio della pistola.
Caricare il proiettile.
Guardarla negli occhi e sapere che è soltanto la vittima di un destino crudele, aver visto quanto sappia essere dolce e intelligente e divertente, conoscere il suono della sua risata ed il calore del suo corpo, ricordare ancora il profumo dei suoi capelli ed il sapore della sua bocca contro la propria.
E poi...

Sam aveva voluto credere di poterla salvare -di poter salvare entrambi- e aver trovato un modo per strapparla da quella natura crudele che non le apparteneva, ma che qualcun altro aveva deciso di far affondare in lei, così profondamente che, forse, soltanto un proiettile d'argento l'avrebbe guarita.
Ci aveva provato, Dio solo sapeva quanto ci avesse provato e quanto avesse pregato perché funzionasse. Ogni fottuto minuto delle due notti precedenti, ogni secondo da quando il proprio sguardo si era spalancato sul volto deforme di Madison, sulle sue fauci spalancate in un ringhio animale e sui suoi occhi sostituiti da quelli della Bestia.
Ma gli esseri umani sono destinati al fallimento, vero? Era questa la morale che avrebbe dovuto imparare da una vita passata a cacciare mostri, demoni, spiriti, poltergeist, fantasmi, trickster, shapeshifter, wendigo, vampiri... mannari...
Tutto qui? Altri decidono al tuo posto di farti diventare un fottuto mostro, contro la tua volontà, ed è TUTTO QUI?!
Il rumore dello sparo era riecheggiato per le pareti del piccolo bilocale per qualche secondo, facendo vibrare le finestre una volta sola e poi c'era stato solo un pesante silenzio.
Dean era rimasto in corridoio, i pugni stretti e un'unica lacrima a rigargli la guancia. Aveva aspettato il ritorno di Sam, ma il ragazzo non era più uscito dal salotto. Aveva sparato, uccidendo un altro essere umano -e potevano dire quello che volevano, ma Madison non era un mostro, non aveva scelto lei di esserlo- ed era rimasto lì, a guardarla morire.
Non l'amava. Forse, però, avrebbe potuto, col tempo, con un po' di fortuna, con qualche difficoltà, qualche litigio e qualche "Ti prego, non andare a caccia stanotte, stai con me".
Non l'amava, ma forse Madison avrebbe potuto renderlo felice per un po', per quel poco che chiunque si merita e Dean sapeva che suo fratello lo meritava più di chiunque altro, perché era buono, perché era dolce, perché era gentile, perché era più umano di quanto non lo sarebbe mai stato lui che non era stato contagiato dal sangue demoniaco o morso da un lupo mannaro.
E sì, forse una parte di sé -crudele, egoista e bastarda-, voleva che quella storia si chiudesse in fretta e che quella ragazza uscisse presto dalla vita di suo fratello (suo, suo, suo), ma non a quel prezzo. Non facendolo soffrire a quel modo. Non sporcando le sue mani di sangue innocente.
Quando ebbe la piena coscienza di quello che Sam aveva dovuto fare, si affrettò ad affacciarsi alla porta, temendo che potesse togliere la vita anche a se stesso e dare finalmente una fine all'agonizzante speranza che stava ormai andando a puttane, in tutti e due.
Non farmi questo, Sammy. Non lasciarmi da solo.
Lo trovò inginocchiato in una pozza di sangue che continuava a colare dalla ferita aperta al petto di Madison e in cui si mischiavano le sue lacrime.
Piangeva e ne stringeva il corpo a sé, ancora caldo contro il proprio, nonostante fosse ormai morta da un pezzo.
«Sam...»
«Non...»
La cullava piano, dolcemente, guardandone il volto rilassato, le labbra piegate ad esalare un ultimo respiro e un ultimo disperato "Sam... thank y..." che lui aveva spezzato con una pallottola soltanto.
Una pallottola dritta al cuore.
Non era servito altro ed era esploso anche il proprio.
«Sam...»
«Rimani lì, ti ho detto.» implorò con la voce rotta dai singhiozzi, il corpo ampio piegato su quello di Madison e lui che, in fondo, era ancora così piccolo. «Aspetta... solo un altro po'... please... please... please...»
Dean annuì, morendo ad ogni "please" dell'altro, guardandone le spalle tremanti e il capo chinato, i capelli arruffati e la pistola abbandonata accanto alla propria gamba.
«D'accordo Sammy, prenditi tutto il tempo che vuoi. Non c'è fretta.» affermò, indietreggiando di un passo, poi un altro, per tornare a voltarsi, con le spalle al muro e lo sguardo spalancato davanti a sé, verso un futuro che prima o poi avrebbe dovuto affrontare anche lui.
Una pistola puntata al petto.
Una pallottola dritta al cuore.
E questa volta, il dito sul grilletto sarebbe stato il suo.
Poteva non crederci, Sam, poteva pensare che fosse un ipocrita e che non gli importasse molto degli altri, al di fuori di loro due, ma aveva davvero, davvero -davvero!- sperato che quella potesse essere la via giusta per regalare uno schifoso e misero happy ending a quella ragazza e che, quindi, ne esistesse uno anche per suo fratello...
Non doveva finire così.
«Mi dispiace, Sam... Mi dispiace da morire...»
Una pallottola, era bastata una sola pallottola al petto.
E i cuori maciullati e fatti a pezzi furono tre...

   
 
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