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Autore: suni    05/10/2012    10 recensioni
“Siamo pronti?” chiese Steve affacciandosi alla porta in quel momento. Aveva un completo nero, una cravatta grigia e sembrava l'archetipo del bravo ragazzo americano dopo un'overdose di steroidi.
“Cosa c'è che non va in voi?” sbottò Tony ignorandolo. “Cosa c'è che non va oggi? Sono veramente io l'unica persona che abbia un cuore, qui dentro? Tu sei un medico!” esclamò con foga, indicando Bruce. “E tu sei il re dei boy-scout! E tu... Ok, tu sei un sicario, ma fa lo stesso,” concluse all'indirizzo di Clint.
Steve non sembrò particolarmente impressionato. Si abbottonò il polsino della camicia con aria concentrata.
“Qual è il suo problema?” chiese pratico, all'indirizzo degli altri due.
Bruce sospirò scrollando la testa.
“Credo gli stia crescendo da qualche parte intorno all'esofago quella cosa chiamata emotività, ma dovrei fare delle analisi prima di confermarlo,” rispose, vagamente divertito.
“Non vuole lasciare Psycho qui da solo perché è Natale,” borbottò Clint con aria sdegnata.
[Segue "Glucosio", è consigliata previa lettura]
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bruce Banner/Hulk, Clint Barton/Occhio di Falco, Loki, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Molecole di genio'
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Questa roba dovrebbe essere la logica, si fa per dire, continuazione di quell'altra boiata che è "Glucosio"e seconda parte della serie "Molecole di genio". E' altrettanto poco verosimile e quasi altrettanto scema che quell'altra, quindi se state cercando una lettura intelligente e plausibile è davvero, davvero meglio che andiate da un'altra parte. Se invece state solo cercando di far passare un quarto d'ora, avanti per di qua.



Cloruro di sodio




Tony non riusciva a capacitarsi di quanto Steve l'avesse fregato. L'aveva infinocchiato alla grande, ragazzi, soltanto perché aveva quell'espressione così quieta e dolente di rassegnazione e quello sguardo che sembrava dire “non importa, amico mio, lo capisco” e lui in qualche modo assurdo e del tutto contro la sua stessa volontà, perdendo il controllo momentaneo delle sinapsi, aveva parlato prima di poterselo impedire.

E va bene, Cap, vengo al pranzo di Natale dello SHIELD.”
Era assurdo che un tizio grosso come Steve Rogers riuscisse talvolta a sviluppare una somiglianza tanto sbalorditiva con un micetto abbandonato sotto la pioggia - in effetti era lo stesso con Thor, forse c'era qualcosa nei geni degli omoni biondi e pompati che determinava questa caratteristica e lui doveva proporre a Bruce di aiutarlo a studiare il loro DNA, per svelare quale segmento genetico corrispondesse a una tale qualità. Sarebbe stata una scoperta di portata incredibile - il Nobel, finalmente.
Era riuscito a resistere fino alla sera prima, anche se Steve aveva passato tutta la settimana a ipotizzare che magari poteva unirsi a lui, Clint e Natasha per le celebrazioni al quartier generale. All'inizio, Tony aveva semplicemente riso.
C'è veramente un pranzo natalizio dello SHIELD?” aveva chiesto incredulo, senza riuscire in nessun modo a immaginare la segretissima base addobbata con festoni colorati e lucine intermittenti.
Di solito hanno tacchino ripieno e panettone italiano,” lo aveva informato Clint di sfuggita, stringendosi nelle spalle. “E spumante.”
Fury lo permette?” aveva insistito lui, perplesso.
Gli alcolici gassati gli danno alla testa,” era stata la pronta risposta di Natasha, mormorata con tono formale.
Mezzo bicchiere e parte per la tangente,” aveva spiegato Clint annuendo. “A quel punto non si oppone più a nulla. Tre anni fa siamo persino riusciti a fargli cantare Jingle Bells.”
Era stato allora che, senza nessuna valida ragione, il cervello di Tony aveva partorito un'immagine di cui lui avrebbe volentieri fatto a meno, disturbato profondamente nell'intimo dall'idea di Fury con una barba bianca posticcia che esclamava “ho ho ho!” e, beh, non ci aveva quasi dormito, in effetti. Soltanto dopo un alka-seltzer e uno shot di vodka, non necessariamente in quest'ordine, era riuscito a calmare i crampi allo stomaco.
Non voleva assistere a niente di simile, aveva deciso, ma senza calcolare il fattore Steve.
In realtà, Tony sapeva che Steve insisteva non soltanto per il piacere di avere la sua compagnia il giorno di Natale, ma anche perché era in pensiero per lui. L'anno prima lui e Pepper avevano fatto pranzo a Malibu, invitando Rhodey e Happy, e c'erano state molte risate, una quantità indecente di bottiglie di champagne francese e un incidente di cui nessuno aveva più voluto parlare con la glassa del dolce, e Tony si era divertito, anche se la sua parte preferita era iniziata dopo che i suoi due amici se n'erano andati a smaltire la sbronza lasciandolo solo con la sua donna. Poteva essere che avesse accennato alla cosa con entusiasmo, quando si era ritrovato con gli Avengers il 26.
Ma Pepper non c'era, quell'anno, perché avevano deciso che fosse meglio non vedersi per un po', prendere tempo per capire cosa volessero davvero, e a Tony non piaceva il fatto il modo in cui diceva che l'avevano deciso, l'aveva deciso lei; lui era perfettamente capace di prendersi le responsabilità delle sue innumerevoli e incalcolabili decisioni ad cazzum ma non di quelle che non aveva preso e no, era quasi certo che non c'entrasse nulla quell'episodio delle due bottiglie di bourbon e delle due ragazze discinte della festa di beneficenza per il Ringraziamento.
Comunque, era questo che preoccupava Steve. Lui aveva tentato di fargli capire che non c'era motivo di stare in pensiero e che avrebbe sopportato benissimo la giornata anche rimanendo alla torre a lavorare al Mark IX. Tony non era mai stato un fan accanito del Natale, perché tutte quelle luci, quella carta colorata e quell'allegria forzata lo avevano sempre messo a disagio – c'era stato un tempo, quand'era piccolo e c'era sua madre, in cui la sera della vigilia andava a letto trepidante, col cuore incastrato in gola per l'aspettativa, ma lei era morta e il Natale era diventato un giorno spento in cui tutti festeggiavano con le loro famiglie e lui no, perché suo padre rimaneva in ufficio o in laboratorio e la maggior parte del tempo non si ricordava nemmeno del Natale, non ci faceva caso, e Tony aveva smesso di badarci anche lui, fino a quando era stato un uomo adulto e Rhodey e Pepper l'avevano costretto a festeggiare suo malgrado.
Comunque era andato tutto bene e Tony era riuscito a svicolare con classe per tutta la settimana. Questo, fino alla sera delle lucine colorate, il 22 dicembre. A quel punto era andato un po' in confusione anche se la Sirenetta non c'entrava nulla e Loki nemmeno, per nessuna ragione, assolutamente, era stato solo molto strano andare in un centro commerciale con un alieno e si era sentito tanto Elliot con E.T. e così, durante la cena, soltanto perché era distratto e stava domandandosi se Loki non avesse fame o se preferisse evitarli perché l'avevano mandato all'ipermercato con un tranello – ed era demenziale, in effetti, cercare di fregare uno che era conosciuto sul loro pianeta come il dio dell'inganno – quando Steve aveva detto che di certo, se fosse andato anche lui allo SHIELD l'atmosfera sarebbe stata più rilassante, Tony aveva meccanicamente mormorato “vedremo”.
L'inizio della fine.
Così, ora era la mattina del 25 dicembre e lui la sera prima aveva capitolato, sconfitto da una specie di Ken superdotato con il costumino a stelle e strisce, ed era al bancone del suo bar a servirsi un Martini ghiacciato sistemandosi il nodo della cravatta, mentre aspettava che i suoi tre compagni di team lo raggiungessero per partire. Aveva voluto vestirsi normalmente – non vedeva il punto di indossare un completo quando la maggior parte delle altre persone presenti al pranzo sarebbero state inguainate nelle tute dello SHIELD – ma Steve aveva insistito sul fatto che loro erano degli invitati e che era Natale e che era una tradizione e che lui non poteva, per l'amor di Dio, indossare una maglietta degli Iron Maiden in un'occasione del genere.
Così, Tony si era cambiato senza protestare. Ormai, comunque, era incastrato.
Fu mentre si ribadiva mentalmente quella tetra conclusione che vide comparire Bruce con la giacca addosso e la borsa da medico in mano.
Dottor Banner,” gli sorrise ampiamente, prima di aggrottare la fronte. “Dove te ne vai?”
Bruce accennò a sua volta un sorriso, infilandosi in testa un berretto di lana.
Harlem. Ho un pranzo di volontariato in ospedale.”
Cosa?” chiese Tony. Questo sembrava esattamente il genere di cosa poco divertente che poteva fare Bruce. sì. Era proprio il suo stile.
Quello abbassò la testa con uno sguardo sfuggente, e si stropicciò la mano sul naso.
Sì, c'è, mh, questa associazione medica di volontariato che organizza cose del genere. Gli ospedali sono sempre scoperti durante le festività e il personale è ridotto, così...”
Ad Harlem?” ripeté Tony stancamente.
Sì.”
Bruce. Bruce. Bruce,” esclamò lui avvicinandosi con solerzia, per lui era Tony Stark e non poteva permettere a un caro amico di rovinarsi la giornata in quel modo. Gli poggiò la mano sulla spalla. “So che ti senti in colpa per aver quasi raso al suolo il quartiere ma, mh, Bruce, guarda noi. Io sono responsabile di un numero difficilmente calcolabile di morti. Ma non per questo oggi eviterò di brindare,” e cercò di farla passare per una cosa brillante sorridendo ampiamente, ma non era sicuro di poter suonare davvero convincente. “Oppure, prendi Loki... Aspetta.”
Si interruppe di scatto, irrigidendosi. Aveva dato per scontato che Bruce sarebbe rimasto all'Avengers Tower perché aveva detto di voler portare avanti certe sue analisi, durante il periodo delle feste, nemici permettendo - perché sì, il Natale istituzionalmente attirava non solo un alto numero di tentativi di suicidio ma anche una quantità insospettabilmente alta di exploit di supercattivi che volevano conquistare il mondo, probabilmente perché infastiditi da tanta allegria invernale di cui loro poveri orfanelli non avevano goduto da bambini o stronzate del genere.
Bruce, se tu esci, Loki rimane qui da solo?”
Mh-mh,” confermò Bruce, guardando nervosamente l'ora. “Ha detto che intende approfittare della quiete per qualcosa che vuole fare in laboratorio. Spero che 'qualcosa' non significhi 'far collassare New York su se stessa',” spiegò con tono rapido, frettoloso.
Credevo saresti rimasto con lui,” borbottò Tony, rifiutando di tenere conto del fatto che la cosa lo stesse disturbando.
E' un problema?” intervenne Clint accigliandosi. Era appena entrato, in divisa regolamentare, e li osservava circospetto. “Non è la prima volta che rimane alla torre da solo. L'hai trovato strano, di recente?”
Uououh, Legolas, relax,” rispose immediatamente Tony, alzando le mani. “Il nostro hobbit non sta per diventare di nuovo un Uruk-hai. È solo che, ragazzi, è Natale.”
Clint sembrò perplesso, mentre Bruce lo osservava con vaga confusione, prima di schiarirsi la voce.
Gli asgardiani non lo festeggiano,” gli fece notare, pacato. “Thor è andato in New Mexico da Jane solo perché lei l'ha invitato,” precisò, guardando nuovamente l'ora.
Sì, Thor il giorno prima si era preparato alla partenza con aria gioiosa sventolando in giro l'immenso pacco regalo che aveva comprato per la fidanzata, sul cui contenuto Tony preferiva rimanere all'oscuro. Ad accompagnare il principe nella sua caccia al dono infatti era stato Clint, e Tony aveva pensato misericordiosamente di far notare a Thor che forse Hawkeye non era la persona giusta cui rivolgersi, se non voleva che Jane gli spaccasse quel che rimaneva del Bifrost sulla fronte dopo aver scartato il regalo, ma dopotutto quello era un mondo deprimente, duro e difficile e se Thor voleva affidarsi a un arciere disadattato con un senso dell'umorismo distorto, in fondo erano fatti suoi.
Siamo pronti?” chiese Steve affacciandosi alla porta in quel momento. Aveva un completo nero, una cravatta grigia e sembrava l'archetipo del bravo ragazzo americano dopo un'overdose di steroidi.
Cosa c'è che non va in voi?” sbottò Tony ignorandolo. “Cosa c'è che non va oggi? Sono veramente io l'unica persona che abbia un cuore, qui dentro? Tu sei un medico!” esclamò con foga, indicando Bruce. “E tu sei il re dei boy-scout! E tu... Ok, tu sei un sicario, ma fa lo stesso,” concluse all'indirizzo di Clint.
Steve non sembrò particolarmente impressionato. Si abbottonò il polsino della camicia con aria concentrata.
Qual è il suo problema?” chiese pratico, all'indirizzo degli altri due.
Bruce sospirò scrollando la testa.
Credo gli stia crescendo da qualche parte intorno all'esofago quella cosa chiamata emotività, ma dovrei fare delle analisi prima di confermarlo,” rispose, vagamente divertito.
Non vuole lasciare Psycho qui da solo perché è Natale,” borbottò Clint con aria sdegnata.
Steve voltò verso Tony uno sguardo lievemente sorpreso, prima di aggrottare la fronte.
Non può venire allo SHIELD. È temporaneamente fuori dalla lista di nemici, ma non è un Avenger e non ha la nostra fiducia,” commentò con tono limpido, autorevole.
Col cazzo che ce l'ha,” commentò sottovoce Clint, meno formale ma altrettanto efficace. “Thor lo ha invitato in New Mexico. Lui ha risposto che non intendeva infliggersi il dispiacere di sopportare la sua presenza anche fuori dalla torre, visto che deve tollerarlo già qui dentro. Lo stronzetto.”
Lo so, lo so,” si difese Tony. E poi lui non era mica preoccupato per Loki o cose del genere. Bruce aveva capito male, e Clint pure, e Steve era stato messo fuori strada dalle loro conclusioni errate.
Non ho la minima intenzione di portarlo con me in un ospedale. Dove ci sono malati e feriti e persone vulnerabili... E se mi fa incazzare? Ho già distrutto Harlem una volta,” intervenne Bruce con sicurezza, scuotendo la testa.
Lo so!” ripeté Tony stizzito. “Seriamente, ragazzi, perché mi state dicendo tutte queste stronzate? Non ve l'ho chiesto. Non ho chiesto di far festeggiare Loki con noi. Perché lo state pensando?” protestò con fare spazientito.
Steve distese la fronte con espressione perplessa, quasi la domanda fosse stata ridicola. Tony lo trovò sinistro.
Perché è tuo amico.”
Infatti era sinistro.
Osservò Capitan America come si guarda un idiota.
Cosa?”
Bruce sbuffò tra sé.
Sentite, sono in ritardo, ci vediamo stasera. Salutatemi Fury. Anzi, no,” sorrise brevemente, mentre imboccava la porta, e se la chiuse alle spalle dopo i saluti di Clint e Steve. Tony era ancora doverosamente immobile, allibito. Quindi, decise che quella conversazione aveva superato ogni possibile soglia del ridicolo.
Non è mio amico!” sbottò sdegnato, sventolando il bicchiere ormai vuoto. “Mi ha buttato giù da una finestra!”
Sì, prima di diventare il tuo compagnuccio di laboratorio,” sbuffa Clint incrociandosi le braccia al petto.
Gli sto insegnando la nostra tecnologia!”
Ti sei stancato di insegnare a me dopo quella volta del telefono cellulare,” ribatté Steve senza scomporsi.
E grazie al cavolo, pensò Tony stringendo le labbra per impedirsi di ribattere. Steve era così negato con qualunque cosa tecnologica che avrebbe esaurito persino la pazienza di Pepper. E Pepper sopportava lui da molti anni. E non si sarebbe licenziata, perché probabilmente le Stark Industries avrebbero fallito senza di lei e Pepper lo sapeva, e lui non sarebbe stato in grado di riprendere le redini degli affari principalmente perché non gli interessava e tutto sarebbe collassato su se stesso e gli Avengers non avrebbero più avuto una torre omonima che sarebbe stata pignorata e non avrebbero più potuto salvare il mondo e sarebbe stata la fine e Pepper, di certo, non voleva sentirsi responsabile di una tragedia simile.
Impara velocemente... Sei geloso, per caso?”
Steve fece quell'espressione che lui adorava provocargli, quella rassegnata ed esasperata e altre cose molto Capitan America.
Lasciamo perdere. Dov'è Natasha, Barton?” sospirò senza badargli.
Stava facendo una doccia. Credo. Cioè, non ero lì.”
Certo, Legolas,” annuì Tony con fare condiscendente.
E' la verità.”
Ma certo, Barton. Certo. Lo sappiamo. Non è vero, Cap?”
Beh, ecco...”
E' la verità!”
Tony ridacchiò tra sé, soddisfatto della piega presa da quella conversazione, prima di aggrottare rapidamente la fronte.
Sospettava che il Ben&Jerry's e il saccarosio in generale avessero effetti drammatici di lunga durata. Forse era avvelenato per sempre. Il fatto che durante la notte precedente avesse mangiato mezza teglia di zuppa inglese probabilmente non aveva aiutato, ma non c'era altro in frigo che non richiedesse di essere cucinato e Tony stava lavorando, e non mangiava da una trentina di ore e comunque sì, ok, aveva mangiato un dolce, era diventato un crimine? E no, non importava che si stesse accusando e difendendo da solo, nella propria testa, estraniato dalla realtà, era un genio, ok? L'eccentricità era un tratto distintivo.
Il fatto, forse, era che aveva passato un sacco di Natali da solo e sapeva che la cosa deprimente – la cosa che anche un sociopatico misantropo come lui aveva trovato deprimente senza mai ammetterlo – non era il voler festeggiare il Natale o meno, ma il sapere che tutti gli altri fuori lo stavano facendo e lui no.
Ho dimenticato di mettere i gemelli alla camicia,” annunciò spiccio. “Arrivo subito.”
Sbrigati, Natasha sarà qui a momenti,” commentò Steve dopo aver annuito brevemente.
Tony gli fece un cenno rassicurante prima di allontanarsi e infilarsi in ascensore. Non appena le porte si furono chiuse, sbuffò tra sé.
JARVIS?”
Sì, signore?”
Dove si trova Loki?”
Nella sua stanza, signore. Devo comunicargli qualcosa?”
No, JARVIS. Sto andando lì.”
Quella di Loki, inizialmente, non era stata una stanza ma una sorta di cella. Adesso c'era qualche libro appoggiato sugli scaffali – Tony aveva trovato una collezione interessante di manuali sull'esoterismo e sull'alchimia, e poi c'erano i suoi vecchi volumi di approfondimento scientifico, e Loki si era comprato dei romanzi. Gli piaceva la fantascienza, aveva letto Asimov e Tony a volte, se ci ripensava, era ancora incredulo del fatto che un essere alieno del tutto ignaro dell'evoluzione della cultura terrestre fosse andato a colpo sicuro su Asimov e l'avesse capito. Sembrava una specie di miracolo, tipo quella cosa di Gesù che cammina sulle acque.
Quando fu arrivato al piano ed ebbe percorso il corridoio gli bastò dare due colpetti leggeri alla porta per avere una risposta immediata.
Sì, Stark?”
Aprì leggermente l'uscio e fece scivolare la testa all'interno.
Loki era sdraiato sul letto, con una specie di pigiama nero di cotone che aveva un che di funereo ma che non attirò nemmeno di sfuggita l'attenzione di Tony, immediatamente catturata da qualcosa di molto più strabiliante: il paio di inequivocabili calzini a bande blu e verdi che fasciavano i suoi piedi allungati sul copriletto. Tony cercò di smettere di fissarli insistentemente, ma era un'impresa titanica. Calzini a righe. Loki. Calzini a righe. Loki. Calzini. Righe.
Come facevi a sapere che ero io?” mormorò distrattamente, senza spostare gli occhi.
Nessuno a parte te e Thor verrebbe mai qui da solo di sua spontanea volontà. E non ho sentito tremare i muri a ritmo coi tuoi passi, quindi ho escluso l'altra possibilità,” rispose Loki noncurante. Aveva tre o quattro libri aperti sparsi intorno, sul letto, e uno più spesso in grembo da cui leggeva attentamente.
Qualcuno doveva spiegargli che il verde e il blu non andavano accostati. Qualcuno doveva spiegargli che un supercattivo, ancorché semi-redento, non poteva indossare dei calzini a righe. Non dopo aver rivoluzionato il concetto di “telegiornale in fascia protetta” sfoggiando quella sua mise sadomaso tutta cuoio, borchie e laccetti. I calzini non andavano bene. Doveva indossarne con dei teschi, magari.
Giusto,” borbottò Tony cercando di spostare lo sguardo. Le righe sembravano calamitarlo. Scosse la testa con un certo sforzo e si concentrò sulla faccia dell'asgardiano, che continuava a leggere senza considerarlo.
Cos'è?”
Quantistica.”
Oh.” Tony sorrise, intimandosi di non guardargli di nuovo i piedi. “Te la cavi?”
No, Stark. Sono completamente smarrito nella vostra avanguardistica visione dell'universo,” rispose Loki con tono mellifluo.
Tony decise di non cogliere la provocazione. Decise anche di non ribattere con un commento mordace sui calzini, perché anche in quella stanza c'era una finestra.
Noi stiamo, uhm, uscendo.”
Loki alzò finalmente lo sguardo su di lui, con espressione vagamente condiscendente.
Qual è la risposta socialmente accettabile alla tua affermazione?” domandò, con tono pensoso. “Proverò con divertitevi.”
E' appropriata,” commentò Tony annuendo. “Tu, ehm... Non hai bisogno di nulla, giusto? Bruce mi ha detto che vuoi lavorare in laboratorio.”
Loki aggrottò la fronte.
E' un problema?” chiese, secco.
No, se non stai progettando di farlo esplodere o di creare una piaga che stermini la popolazione terrestre.”
Se lo stessi facendo non lo verrei a dire a te, Stark,” mormorò Loki con un'ombra di sorriso.
Giusto,” ammise lui senza scomporsi. “Se hai bisogno di qualcosa rivolgiti a JARVIS. Se ne occuperà o mi avviserà in caso di necessità. E hai il mio...”
...Numero di telefono,” concluse Loki, apparentemente tediato, prima di piegare leggermente la testa e osservarlo attentamente. “Sei per caso preoccupato di lasciarmi qui da solo il giorno della vostra festività midgardiana?” chiese vago, ma le sue labbra si stavano arcuando leggermente verso l'alto e Tony pensò che forse doveva dire all'Altro di ucciderlo, la prossima volta, anziché limitarsi a sbatacchiarlo sul pavimento come un bambolotto.
Assolutamente no. Che razza di idea.”
Loki non rispose. Continuò a scrutarlo in silenzio e Tony informò il proprio cervello che se solo avesse osato pensare alle strofe di una certa canzoncina Disney lui non avrebbe più risposto delle sue azioni e si sarebbe auto-praticato una lobotomia. La minaccia andava da intendersi come avente effetto immediato.
Sarai in grado di prepararti il pranzo?”
...Stark, sei disturbante.”
Me l'hanno già detto.”
E tu hai deciso di ignorare questa informazione? È spiacevole.”
Mi piace essere spiacevole. È gratificante, ma questo lo sai già.”
Loki corrugò la fronte, chiudendo il libro sulle proprie gambe.
Stai insinuando che io sia spiacevole?”
Tony sollevò una mano e sgranò gli occhi con innocenza.
No, io non l'ho detto, sei...”
Perché sembrava proprio, sai, e...”
...Tu che lo hai detto. Io non ho insinuato...”
...Ci sono creature che sono morte per meno, puoi...”
...Quello che tu insinui io abbia insinuato, assolut...”
...Chiedere a Thor di raccontarti di quel guerriero, come si...”
...Amente, non mi permetterei, solo perché sei...”
...Chiamava, non me lo ricordo. Qualcosa con...”
...Lievemente, ma proprio solo lievemente acido, io non...”
...La bi, forse, o era la zeta? Non ricordo molto a parte...”
...Mi baserei mai sua una piccolezza del genere per decretare che tu...”
...Lo scricchiolio delle sue ossa che si frantumavano sul...”
Per favore, non defenestrarmi. Di nuovo. Non ho neanche i bracciali.”
Loki socchiuse le labbra e si lasciò sfuggire una risatina, piccola e breve, che gli arricciò il naso.
Beh, se questa non è un'informazione preziosa...” commentò con fare interessato.
Tony non si sentì nemmeno minacciato. Supponeva che la zuppa inglese gli avesse dato definitivamente il colpo di grazia.
Quando ridi in quel modo sembri uno psicopatico. E vorrei tu notassi che ho detto sembri,” disse, cercando di non ridere a sua volta. Gli sembrava che Loki, quando lui era entrato nella stanza, fosse non solo concentrato ma anche malinconico, mentre ora quel vago sorriso gli sembrava promettente. Non riusciva a decidere se fosse più preoccupante il fatto che la cosa lo facesse sentire sollevato o che conoscesse Loki abbastanza bene da capire quando il suo umore migliorava e peggiorava. Erano tutt'e due cose spaventose.
Signore,” intervenne JARVIS neutro. “Il Capitano Rogers chiede se è pronto. La stanno aspettando.”
Tony annuì. “Vado. Quindi, ci vediamo stasera,” concluse all'indirizzo di Loki, sentendosi sollevato all'idea di andarsene immediatamente, perché non volevano arrivare in ritardo al quartier generale SHIELD, giusto? Cioè, lui ci arrivava tardi sempre, anche per i meeting, ma Steve probabilmente avrebbe avuto un attacco epilettico e delle crisi convulsive, forse sarebbe stato necessario un ricovero coatto e lui non voleva essere il colpevole di un eventuale internamento di Capitan America.
A stasera, Stark.”
Tony si richiuse la porta alle spalle e trotterellò di nuovo in ascensore, ritornando verso la cima della torre. Steve, Clint e Natasha stavano osservando distrattamente la vista su New York. Steve sembrava anche mediamente nervoso e tamburellava un piede a terra.
Finalmente, Tony.”
Scusate. Non ho trovato i gemelli che volevo mettere, così ho lasciato perdere,” annunciò, senza nemmeno mettere un piede fuori dall'ascensore. Gli altri tre lo raggiunsero senza esitare ulteriormente e un attimo dopo sfrecciavano verso il garage sotterraneo. Tony meditò su quale macchina prendere, aveva voglia di guidare la Bugatti, che però aveva solo due posti, e non era sicuro di voler affidare le sue bambine ad altre mani che le sue, ma era pur vero che difficilmente qualcuno dei presenti, tutti umani, avrebbe avuto l'idea brillante di ignorare un semaforo rosso e delle strisce pedonali come qualcun altro di sua conoscenza - ne era quasi del tutto certo.
Ti senti dell'umore per l'Audi, bro?” chiese distrattamente, osservando lo scorrimento del numero dei piani sullo schermo dell'ascensore.
Sì, diavolo!” esclamò Clint, con un afflato d'entusiasmo.
...Parlavo a Natasha, veramente,” precisò Tony, mentre le porte scorrevoli si spalancavano.
E' uno scherzo, vero?” La voce irritata di Clint rimbombò nel garage, mentre Tony sorrideva tra sé e tirava fuori lo Starkphone dalla tasca in quello che stabilì essere un gesto rivelatore di grave demenza precoce.
Nope...” mormorò, aprendo la schermata dei messaggi.
Già, dimenticavo, buon Natale, digitò, affrettandosi a inviare il testo prima che l'intelligenza, il buon senso e l'istinto di conservazione glielo impedissero, e poi non aveva mai avuto un gran bel rapporto con nessuno dei tre, comunque.
Stava già uscendo dal parcheggio e Steve aveva già rischiato di manomettere accidentalmente tutti i comandi cui arrivavano le sue mani nel tentativo di accendere il riscaldamento, quando lo schermo s'illuminò con un vibrazione. Tony lo sollevò dal cruscotto.
Non dovresti usarlo mentre guidi, Tony,” glie fece notare Steve.
Rilassati, Cap.”
Einstein era un midagardiano interessante. Perché chiamano te un genio?
Strinse le labbra per non ridere.
Io sono rilassato, è solo che non dovresti usare il telefono mentre guidi,” protestò Steve calmo.
Yep,” mormorò Tony, osservando nel retrovisore per controllare che anche Natasha e Clint, che probabilmente non gli avrebbe rivolto la parola per il resto della giornata e sicuramente avrebbe fatto qualcosa di disgustoso con la sua cena, la prima volta che gli fosse capitata a portata di mano, fossero usciti dal garage, quindi ne avviò la chiusura a distanza prima di tornare a guardare il telefono.
So che è il tuo modo di rispondere “altrettanto”. Sei un NERD.
Ti capita mai di ascoltare quello che dico?” s'informò Steve rassegnato.
Mh, fammici pensare... Succede, talvolta,” sorrise Tony voltandosi rapidamente verso di lui.
Lo schermo s'illuminò di nuovo.
Solo più questo, Cap,” mormorò Tony imboccando la strada principale. Non c'era traffico, era il giorno di Natale.
Cosa significa questo NERD?
Questa volta Tony non poté soffocare del tutto un principio di risata.
Cerca su Internet. Non defenestrarmi.
Posò il telefono sul cruscotto e sorrise sfacciatamente a Steve, che lo scrutava con blanda disapprovazione.
Andiamo, Cap, dovevo fare degli auguri di Natale,” lo blandì, sornione. “Non fare la faccia scura, non vorrai che ti vengano le rughe proprio adesso.”
Steve sospirò cercando di non sorridere. Era comunque di buonumore e Tony decise di approfittarne facendogli ascoltare un po' di heavy metal. Era abbastanza speranzoso di sviluppare in lui dei gusti contemporanei accettabili, anche se per il momento Steve continuava a tapparsi un orecchio di riflesso negli assoli più frenetici, il che lo rammaricava profondamente ma, ehi, la perseveranza è la virtù dei forti e Tony ne aveva a bizzeffe.
Era già all'imbocco della tangenziale quando il suo Starkphone segnalò la ricezione di un nuovo messaggio. Steve lo scrutò severamente.
Tony...”
Oh, andiamo, Capsicle! Non sono mica John Wayne!”
Cosa c'è che non va in John Wayne?” borbottò Steve mentre lui afferrava il telefono.
Non sapeva fare due cose in contemporanea,” mormorò Tony distrattamente, sorridendo nel leggere il messaggio. “Io ne so fare sei. Ho contato.”
Come dicevo, io non chiamerei genio qualcuno di così incauto da usare epiteti offensivi verso il Signore della Magia che è attualmente l'unica persona in custodia della sua torre.
Solo quest'altro, Steve, giuro.”
La prossima volta guido io,” affermò Steve irritato.
Non penso proprio...”
Forse dovresti metterci qualche altra maiuscola a quel Signore Della Magia. Non sembrava ancora sufficientemente egocentrico, così.
Quando, un paio di minuti dopo, il telefono s'illuminò nuovamente, Tony sentì distintamente il sospiro d'insofferenza di Steve anche al di sopra della musica.
Quanto mi odi?” chiese ironico.
Sufficientemente.”
Oggi sembri più suicida del solito.
Scoppiò a ridere prima di poterselo impedire, sottovoce.
C'era qualcosa che non andava, decise mentre rimetteva a posto il telefono, forse non era solo la zuppa inglese, forse era molto peggio e tutti i glucidi che aveva accumulato negli anni probabilmente ormai era incrostati ai suoi neuroni come cancri e li stavano corrodendo. Era una fine tristissima, molto peggio del palladio che se non altro non aveva danneggiato la sua intelligenza.
La cosa più preoccupante – più preoccupante di quelle già elencate e quindi passabile di passare al grado di evento angosciante - comunque successe due ore dopo, mentre sorseggiava dello spumante decoroso e rispondeva frettolosamente a un messaggio, ascoltando in sottofondo il chiacchiericcio di Maria e una sua giovane collega, affiancate da Fury.
Con chi stai flirtando?”
Tony, sussultò, sorpreso di sentire la voce di Clint. Era convinto che non gli avrebbe parlato per giorni, forse settimane intere, visto che non l'aveva lasciato guidare l'Audi e che Clint aspettava un momento simile da mesi e invece lui aveva lasciato appositamente il volante a Natasha per indispettirlo e questo lo sapevano tutti e due, perché in realtà si divertivano così. Dopodiché, fece caso a quel che l'altro Avenger aveva detto.
Cos...? No!” protestò allibito. “Non sto flirtando!”
Oh, andiamo. È il quarto messaggio a cui rispondi da quando siamo arrivati, stando ai tuoi canoni è ufficialmente flirtaggio telematico” ribatté Clint scuotendo le spalle. “Ti conosco, sai. Pepper?” aggiunse, e Tony avrebbe voluto non accorgersi di quanto suonasse speranzoso, pensando che probabilmente erano tutti inquieti all'idea che lei lo piantasse in asso del tutto, lui andasse in rovina economicamente, sprofondasse nell'alcolismo e li uccidesse accidentalmente in un'esplosione non voluta del reattore ARC.
Non...” iniziò stizzito. “Forse sto solo rispondendo a degli auguri di Natale, sai.”
Sì, certo,” ammise Clint ragionevole. “Non ci credo minimamente,” aggiunse, con un'alzata di spalle. “Con chi stai flirtando?”
Non sto...”
Non stava flirtando. Per niente! Era un'ipotesi del tutto ridicola e campata per aria! Aveva solo risposto a Loki relativamente al suicidio e gli aveva chiesto se davvero gli piacessero le teorie einsteiniane e ne stavano discutendo, ed era semplice, innocuo nerdismo tra menti superiori, niente che un individuo che viveva in simbiosi con un arco potesse capire.
D'accordo, non era mai successo prima. E Loki non era mai stato così comunicativo. Di solito si limitavano a condividere gli spazi di lavoro parlando il minimo indispensabile e Loki era scontroso o lo infastidiva di proposito o sembrava solo di cattivo umore. Non quel giorno, però. Quel giorno sembrava aver voglia di scherzare e Tony non conosceva questa veste inedita del personaggio, non sapeva neanche perché, improvvisamente, fosse venuta alla luce, era possibile che gli asgardiani subissero gli influssi nefasti dei calzini a righe nello stesso modo in cui lui subiva quelli del saccarosio. Doveva chiedere delucidazioni a Thor in proposito.
Comunque fosse, lo divertiva. Non c'entrava niente con la Sirenetta, questa cosa andava chiarita subito – il fatto che nessuno l'avesse minimamente insinuata e che l'intera arringa stesse avendo luogo nella sua testa passò in qualche modo in secondo piano – e, anzi, dopo quell'episodio lui e Loki non si erano nemmeno più parlati fino a due ore e mezza prima. Quindi, toh.
Dovrei interpretare questo improvviso silenzio come un momento di presa di coscienza?” s'informò Clint con tono cortese.
Non... No!” sbottò Tony. “Perché mai dovrei prendere coscienza del fatto che sto prendendo coscienza di qualcosa di cui non sto prendendo coscienza perché non è reale? Non prenderò coscienza di qualcosa di cui non si può prendere coscienza.”
Sai, se tu ripetessi un'altra volta 'prendere coscienza' potrei anche cominciare a pensare che abbia qualche importanza.”
E ti sbaglieresti, Barton.”
Si voltò e lo piantò lì con una smorfia. Poi il numero di bicchieri che aveva svuotato cominciò a diventare notevole e alla fine del pranzo, quando l'ufficio andava ricomponendosi, alcuni agenti che finivano il turno e con cui aveva iniziato a chiacchierare decisero che i festeggiamenti potevano continuare altrove e insistettero perché Iron Man e Capitan America si aggregassero a loro. Steve non sembrava molto entusiasta, ma Tony annunciò che aveva sempre sognato di giocare ai Marines in licenza, così li seguirono in un bar appena più vicino al centro cittadino in cui venne proposto immediatamente un giro di tequila sale e limone. Sale!, fu immediatamente il pensiero, forse non completamente lucido e profondo, che raggiunse Tony. Il sale era proprio quello che ci voleva per combattere la sua brutta intossicazione da zucchero. Doveva solo darci dentro col sale – il che implicava, accessoriamente, anche con la tequila, ma Tony era pronto a sacrificarsi.
Quindi non c'era poi niente di molto strano nel fatto che, tre ore dopo, Steve gli stesse rubando di tasca le chiavi della macchina mentre lo costringeva a stare fermo e non divincolarsi.
Posso guidare!” stava ripetendo Tony, senza dare troppo peso al fatto che le sue gambe non sembravano reggerlo. Del resto, se si guidava da seduti un motivo c'era.
Ne hai bevuti almeno otto,” lo riprese pazientemente Steve, riuscendo finalmente a cavargli via le chiavi.
Qualche secondo dopo Tony era inspiegabilmente seduto in macchina e l'istante successivo riaprì gli occhi dentro al garage della torre.
Ci siamo teletrasportati?” biascicò confusamente, uscendo dall'auto con mosse sicure. O almeno era stata quella l'intenzione, perché in realtà ne barcollò fuori inciampando nella portiera e rischiò di schiantarsi contro uno dei pilastri che reggevano la struttura.
Puoi cercare di non ucciderti?” sospirò Steve chiamando l'ascensore.
Io non cerco mai di uccidermi,” rispose Tony meccanicamente, sparando in piena consapevolezza una balla clamorosa. La testa cominciava a fargli seriamente male, ma almeno con tutto il sale che aveva ingerito sperava che l'indomani le cose sarebbero andate meglio – o quello, o una cirrosi. Non dovuta principalmente al sale, andava ammesso.
Steve lo schiaffò dentro l'ascensore come se fosse stato un maglione da infilare nell'armadio, prima di seguirlo all'interno.
Sono le nove di sera e tu sei completamente ubriaco,” osservò torvo.
Non hai il diritto di fare questo. Non sei mia moglie,” protestò Tony piccato.
Steve sospirò qualcosa che lui non capì bene, o non capì affatto.
Sali pure su in camera, io mi fermo in laboratorio,” continuò quindi lui, aggrottando la fronte e strizzando gli occhi per cercare di vedere quale pulsante dovesse premere. Steve lo allontanò prima che cadesse contro il touchpad e li premesse tutti, selezionando il piano di propria mano.
Cercherai di andare a dormire a un'ora decente?” chiese senza troppa convinzione.
Non prometto nulla,” borbottò Tony.
Cercherai di andare a dormire?” ritentò Steve senza demordere.
Questo è più probabile.”
La porta scorrevole si aprì pochi secondi dopo e Tony ne scivolò fuori in equilibrio precario.
Notte, Cap.”
Buona notte, Tony.”
Tony non lo avrebbe mai ammesso nemmeno sotto tortura, neanche se Thor lo avesse preso a martellate sugli alluci di lì all'eternità, neanche se l'avesse menato per qualche secolo, ma una delle ragioni per cui si era fermato lì, una delle tante insieme al Mark IX, al fatto che aveva nel cassetto dell'ottimo bourbon e a quello, niente affatto secondario e anzi degno della massima considerazione, che l'ascensore gli aveva fatto venire voglia di vomitare e difficilmente avrebbe sopportato di salire altri piani, si presentò ai suoi occhi annebbiati sotto le sembianze di un semidio in pigiama nero chino su una serie di tabulati, il viso pallidissimo illuminato dal riflesso dell'immagine tridimensionale.
Guarda un po' chi abbiamo qui,” commentò gioviale, afferrandosi al muro per evitare un capitombolo.
...Quell'individuo sporco e ubriaco che gira sempre intorno alle cucine del palazzo reale,” mormorò Loki distrattamente, quasi all'indirizzo di se stesso.
Scusa?” bofonchiò Tony senza capire, prima di arrischiarsi a ciabattare verso il tavolo e appoggiarsi ad esso, a un paio di metri di distanza da Loki.
Abbi la generosità di non avvicinarti più di così, Stark. L'odore si sentiva già prima che scendessi dalla macchina.”
Tony sbatté gli occhi un paio di volte, sdegnato.
Sai, questo è il mio laboratorio,” osservò. “Quindi se io desidero puzzare a morte qui dentro, posso farlo. Nessuno me lo può impedire. È un diritto sancito dalla Costituzione Americana.”
Oh, e quale meraviglioso ricettacolo di leggi illuminate dev'essere,” osservò Loki con un sorriso affilato, sarcastico.
Esattamen...te,” confermò Tony, annuendo vigorosamente. “Inoltre, questo è profumo di tequila.”
Estremamente delicato,” lo assecondò Loki, scorrendo velocemente la pagina che stava osservando. “E nient'affatto mischiato a sudore umano, sigaro, altre sostanze alcoliche, quella cosa puzzolente che appendi negli autoveicoli...”
Arbre magique,” lo corresse Tony istintivamente, prima di sciogliersi in una smorfia di ammirazione. “Complimenti per il naso.”
Loki si degnò di voltarsi verso di lui, in quel momento, e gli rivolse una smorfia scocciata. Tony, nonostante l'ubriachezza, non era così stupido da non rendersi conto che, qualunque fosse stata la cosa che aveva provocato l'apparente impennata di allegria in Loki quel pomeriggio, doveva essersi esaurita. Sembrava rigido e infastidito, con gli artigli metaforicamente sguainati. Tony pensò che, per quanto non si trovassero troppo in alto rispetto alla struttura globale della torre, lo erano comunque a sufficienza perché le conseguenze di un eventuale volo d'angelo lo uccidessero - era una vita estremamente difficile, quella del coinquilino degli alieni.
Sono venuto a lavorare,” affermò cambiando tono, in modo più cauto e meno ridente.
Loki si strinse nelle spalle e tornò a dargli la schiena. Tony si diresse verso il suo tavolo con tutta l'intenzione di immergersi nell'attento esame delle nuove opzioni di cui fornire il Mark IX, ma fu in quel momento, mentre avviava il software, che l'istinto di preservazione della specie lo tradì, cosa che d'altra parte succedeva spesso – o forse era il sale, maledizione, anche le sostanze saline avevano conseguenze pestilenziali sul suo intelletto, dunque era costretto a digiunare a morte.
Sai, il nome tecnico è disturbo bipolare, in psichiatria,” biascicò distrattamente.
Loki voltò a malapena la testa verso di lui, di profilo.
Perdona?”
Disturbo bipolare. Ciclotimico, direi, nel tuo caso. Consiste nell'alternarsi di stati d'animo euforici e manie di grandezza a fasi di depressione e apatia. È una malattia mentale di tipo maniaco-depressivo.”
Tony realizzò la portata di quello che aveva detto nel momento in cui le sue labbra si richiudevano e desiderò ordinare a JARVIS di preparare il Mark IIX, ma sarebbe stato come invitare Loki a ridurlo in briciole prima che l'armatura fosse pronta. Rimase fermo immobile, deglutì piano e trattenne il respiro. Sentì il tavolo a cui era seduto Loki tremare rumorosamente sbatacchiando sul pavimento e chiuse istintivamente gli occhi immaginando che era ironico che stesse per trovarsi con la lama di uno scettro magico piantata nella schiena, come Phil.
Invece il tavolo smise di muoversi e l'unica cosa che colpì Tony fu il cessare improvviso del sibilo dato da computer di Loki che si spegneva. Poi le ruote di una sedia scivolavano indietro in un fruscio metallico. Non si azzardò a voltarsi e non sentì i passi, ma solo lo scorrimento della porta. Quando quella si chiuse, rimase soltanto un perfetto silenzio.






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Il cloruro di sodio, cioè il sale, provoca forte bruciore quando viene a contatto con le ferite aperte.
E un grazie a duedicoppe per aver dato un'occhiata e collaborato in fase di stesura

Alla prossima.



   
 
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