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Autore: Portos    05/10/2012    1 recensioni
John Deacon e Roger Taylor vanno a spasso per Londra, travestiti da donna
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3: Fulminato

 

Come no.

Essere felice?

Trip si sentiva leggero come una piuma, stranamente leggero come una piuma.

Non riusciva a staccare gli occhi da quel piccolo visino grazioso, incorniciato da due occhi da cerbiatto e quella boccuccia, così rosa.

I capelli biondi raccolti in due codini sfioravano le spalle.

Senza contare quel corpicino sexy nascosto sotto gli abiti provocanti da studentessa e quelle splendide gambe, sul quale lo sguardo di Trip si era posato.

E quella ragazza pareva squisitamente timida, dolce che si preoccupava della sua vecchia nonna, non somigliava lontanamente alle altre ragazze che dopo essere uscite con lui lo scaricavano al primo appuntamento.

Trip era stato travolto da un autentico colpo di fulmine...in meno di un quarto d'ora.

 

Roger si sentiva a disagio.

Sorbì lentamente il caffè, cercando di evitare lo sguardo insistente di Trip su di sé.

Perché lo stava fissando come se fosse stato l'ottava meraviglia del mondo? Non si era accorto che era un uomo?

Non aiutava molto la situazione, John continuava a parlare o per meglio dire stava sparando un sacco di cazzate lamentandosi sul fatto di avere parecchi acciacchi per la sua età, dei giovani che non avevano più rispetto per loro, quant'altro.

Quindi toccava a lui, Roger trovare una soluzione indolore per uscire in grande stile.

“E di grazia giovanotto, lei che lavoro svolge?” domandò John.

“Sono un tecnico del suono”

Trip non pareva molto felice di flirtare con la nonna, quindi lanciava di continuo occhiate furtive a alla bionda, nella silenziosa speranza che si accorgesse di lui.

“Quindi lei è un tecnico del suono”

“Già”

“Per chi esattamente?” domandò Roger con la sua boccuccia rossa aperta in un sorriso.

“I Queen”

“Che figata!” trillò Roger fingendo entusiasmo.

“Oh puoi dirlo forte! I Queen sono davvero bravi” disse Trip, gongolante.

John continuava a sorridere.

Stava cominciando a prendere gusto a prendere per il culo, il tecnico del suono.

“Oh a proposito non ci siamo ancora presentati...” attaccò Trip, abboccando ancora di più allo scherzo, facendo divertire John e allarmare Roger.

“Ha ragione, piacere sono Johanna questa è la mia graziosa nipotina Laila Mills”

“Piacere tutto mio, Johanna e...Laila”

“Trp Khalaf”

Roger evitò di fulminare John con lo sguardo.

Ma che razza di nomi si era inventato? Sembravano quelli di hot line, maledizione!

Trip strinse velocemente la mano a John.

Invece a Roger toccò la parte peggiore: Trip gli fece baciamano.

John strabuzzò gli occhi e si sarebbe messo a ridere come un dannato, se non fosse stato per il secondo calcio sotto al tavolo da parte del collega.

Il batterista ritirò la mano, costringendosi a non pulirsi sulla giacca.

Roger guardò l'orologio.

Le lancette segnavano le tre e trenta del pomeriggio, ancora mezz'ora e quella tortura sarebbe terminata.

E ormai stufo delle appiccicose attenzioni di Trip, decise che era venuto il momento di svignarsela.

“Nonna dobbiamo andare” fece Roger alzandosi all'improvviso.

“Eh di già?”

Trip parve dispiaciuto.

“Mamma dice che devo...fare i compiti ti ricordi?” insistette Roger.

John annuì. A malincuore dovette alzarsi dalla sedia.

“Non importa offro io, voi se dovete andare andate è stato un vero piacere conoscervi” disse il tecnico del suono sorridendo.

“Arrivederci”

Trip rimase seduto e guardò le due donne allontanarsi, con la speranza nel cuore di rincontrarle il prima possibile.

Pochi metri dopo, al sicuro John scoppiò in una grassa risata.

“Santo Cielo ci è cascato! E poi si è messo a flirtare con te incredibile!”

“Che schifo!”

“Tanto quanto Fred che ti chiama e ti considera tua moglie, ma Trip no!” esclamò John, per poi piegarsi in due dal ridere.

“Stronzo”

“Non te la prendere...”

Il batterista si avviò lungo la strada offeso, allontanandosi da lui.

ìJohn dovette mettersi a correre per raggiungerlo.

Entrambi si resero conto subito dopo, di aver commesso un grosso errore ad infilarsi in quella via isolata: videro due tipi poco raccomandabili vestiti di borchie, creste punk con la faccia infilzata da piercing e spille da balia, se ne stavano pigramente addossati ad una cancellata e li stavano fissando in maniera poco raccomandabile.

“Oh caz...oh nonnina mi sa che abbiamo sbagliato strada” disse Roger cercando di camuffare la voce meglio che poté.

Gli uscì una voce che sembrava quella di una telefonista di quel genere che si telefonano solo di notte...ma troppo tardi vennero pronunciate quelle parole.

“Ehi, ehi ciao piccola” disse il primo dei due avvicinandosi e bloccando ogni via di fuga.

“Già, Cappuccetto sei con la nonna? Ti sei persa?” fece il secondo con un ghigno.

Solo la stretta dolorosa di John sul braccio impedì a Roger di spedirli al diavolo, con conseguenze alquanto dolorose.

“Sì, giovanotti devo andare in ospedale” disse John imitando la voce di una vecchina un po' lamentosa.

“Ci scusi nonna, ma perché non ci lascia in custodia la sua...nipotina?”
Uno dei due fece scorrere lo sguardo sulle gambe di Roger, il quale prima rabbrividì e poi desiderò assestargli un sonoro calcio.

“Non credo, perché non ci lasciate in pace?” disse Roger con gli occhioni da cerbiatto spalancati.

“Oh sei così carina”

La tensione stava salendo. In quella dannata via completamente isolata, ma dove diavolo di erano andati a cacciare?

John sentiva il cuore battere all'impazzata, quei due tizi erano davvero pericolosi...voltò la testa l'unica via di fuga stava alle loro spalle, anche se avrebbe trascinato di peso anche Rog.

Fece un breve respiro.

“Viaa!”

John fece scattare i piedi e si mise a correre veloce come il vento, trascinandosi dietro anche il biondo.

I due punk rimasero quasi scioccati per la sorpresa.

John e Roger si gettarono in una folle corsa.

I passanti rimasero quasi stupiti nel vedere una vecchia correre in modo così veloce e una ragazza così giovane imprecare come un scaricatore di porto, per la seconda volta.

 

 

 

Autore non sa cosa scrivere.

Per il momento è morta, per via di un collasso. Grazie e arrivederci.  

  
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