Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: Najara    05/10/2012    4 recensioni
Due regni, due principesse. Un desiderio antico e uno presente, a volte il destino sceglie delle strade parallele per riportare l'equilibrio.
Una favola tutta Brittana!
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Buona lettura

Buona lettura!

 

 

Primo capitolo: Il Destino in uno starnuto

 

“Che barba!” Santana sbuffò mentre il sarto le si avvicendava attorno,

“Un attimo e ho finito principessa…”

“L’hai detto un attimo fa! Mi piacciono i vestiti, ma potresti usare un altro manichino!”, sbuffò ancora ma non si mosse, quell’abito era per la festa e doveva essere perfetto!

“Un manichino non potrà mai essere alla vostra altezza, mia signora!” Cinguettò il sarto e Santana sbuffò di nuovo,

“Smettila di fare il mellifluo Kurt! Sarai il miglior sarto del regno però…”

“Creatore di abiti!” La corresse coraggioso lui, “E dei due regni se permettete!” Aggiunse, Santana gli scoccò un’occhiataccia,

E se non permettessi?” L’artista delle forbici e dell’ago fece una smorfia e Santana rise di gusto, “Potrei farti tagliare la testa… ho letto che lo fanno nei regni più a Nord…”

“Sono dei barbari nei regni più a Nord!” Rispose lui rabbrividendo,

“Già… allora potrei rinchiuderti per… una settimane e un giorno… così perderesti ogni occasione di vedere gli abiti del ballo del Sole e della Luna!” Santana si godé l’espressione scioccata del ragazzo che era anche impallidito.

“E… poi… il vostro vestito…” Questa volta Santana rise,

“Non lo farò… mi piace la vostra impudenza… sempre se non passerà il limite!” Lo ammonì, Kurt si rilassò e riiniziò a girarle attorto mormorando cose comprensibili solo a lui.

“Principessa è giunta l’ora!” Gli annunciò il suo intendente, facendola sbuffare,

“Accidenti! Non ho voglia di vederla! E’ sempre così…” Si interruppe cercando la parola giusta e Kurt le venne in soccorso,

“Solare?” Santana gli scoccò un’occhiata e lui si zittì subito tornando ad occuparsi del vestito.

“Non capisco mai perché sorride o cosa diavolo dice!” Si lamentò ancora,

“Ho finito!” Annunciò allegro Kurt, “Sarete magnifica!”

“Come sempre, ovvio!” Fece lei scendendo dallo sgabello e liberandosi dell’abito non ancora finito.

Indossò un vestito scuro, nella più tipica tradizione del suo regno per raggiungere la carrozza che era in sua attesa.

 

Il Paladino alzò gli occhi verso il cielo azzurro lasciando che il sole gli illuminasse il volto, sospirò felice, poi sfiorò appena le redine del suo cavallo spingendolo al passo e poi al galoppo. Il vento lo avvolgeva e lui sentiva i possenti muscoli del suo destriero muoversi con armonia sotto di sé. Scoppiò a ridere, felice di essere lì, felice di essere libero. Un rumore di cavalieri gli fece tirare le redini. Quando sbucò la carrozza nera, con le tende abbassate non ebbe bisogno di vedere lo stemma della luna per sapere di chi si trattava. Dieci cavalieri scortavano la carrozza, eleganti e solenni nelle loro uniformi rigorosamente nere.

Il Paladino fece spostare il cavallo di lato permettendo il passaggio del convoglio che però fu arrestato. Con sua grande sorpresa, la porta della carrozza si aprì.

“Paladino, vorrei avere un colloquio con voi!” Il Paladino rimase un attimo immobile sulla sella, poi consapevole che non avrebbe potuto rifiutare smontò dal suo destriero ed entrò nella carrozza.

Davanti a lui c’era lei, la famosa principessa Santana,

“Principessa…” Disse abbassando il capo, un piccolo cenno di sottomissione,

“Paladino, sono anni che vi vedo combattere per la principessa della luce ed è la prima volta che ho l’occasione di parlarvi…” Disse lei, sorrideva, mai la principessa aveva sorriso così, almeno non da quello che sapeva lui.

“Sì” La assecondò lui, non gli era stata fatta una domanda e non sapeva proprio cosa volesse da lui la principessa.

“Mi sto recando all’incontro con la principessa Brittany” spiegò lei e il Paladino dovette trattenersi dal battersi la mano sulla fronte, se ne era dimenticato! “Non sono brava nelle introduzioni!” Disse lei sempre sorridendo, “Quindi: perché vi battete per lei?”, il Paladino sbatté le palpebre assolutamente sorpreso,

“E’ la mia principessa…”

“Non è vero, siete comparso dal nulla, ergo non siete di questo regno” Lo corresse lei facendogli un altro sorriso che lo confuse, possibile che i suoi occhi potessero diventare così… morbidi?

“Forse, ma a lei va la mia fedeltà”,

“Capisco…” Fece una faccia triste poi gli lanciò un’occhiata e disse,

“Se foste il mio Paladino vi avrei impedito da tempo di combattere contro i miei pretendenti! Non vi lascerei rischiare la vostra vita ogni volta!”

“Come?” Chiese lui confuso,

“Sposandovi, ovvio!” Ridacchiò lei facendogli sgranare gli occhi,

“State…”

“Paladino, volevo solo dire che potete pensarci…” Disse lei, gli fece un ulteriore sorriso e l’uomo si ritenne congedato. Uscì di nuovo alla luce del sole e osservò la carrozza allontanarsi in direzione del castello.

 

“Sei in ritardo!” Brittany si alzò dal letto stropicciandosi gli occhi,

“Rachel…”

“Alzati! Vestiti! E’ praticamente ai nostri cancelli!” Brittany si stiracchiò poi visto che la sua dama di compagnia sembrava sul punto di avere un attacco di cuore la accontentò.

“Ti farò una treccia… non è la migliore acconciatura ma almeno ci metterò poco…” Brittany si strinse nelle spalle indifferente.

Quest’anno toccava a Santana venirla a trovare, mentre l’anno prima era stata lei ad andare al palazzo nel regno della notte.

“Ho fame!” Disse ma Rachel non la ascoltò,

“Non capisco, come hai fatto ad addormentarti!” Continuò a rimproverala fino a quando non fu pronta,

“La principessa Santana aspetta nel salone delle udienze” Annunciò un servitore, così Brittany prese un profondo respiro e si avviò. Lei non odiava nessuno, trovava che ognuno avesse le proprie qualità apprezzabili, eppure trovava Santana assolutamente insopportabile. Era fredda e cattiva. Non aveva voglia di vederla!

Cercò di assumere una faccia gioiosa e entrò nella sala,

“Era ora! Quanto pensavi di farmi aspettare?” La aggredì subito lei e Brittany sentì il suo sorriso vacillare,

“Ciao Santana, è un piacere rivederti!” Rispose però, l’altra sbuffò,

“Facciamola breve, la visita è stata fatta, i dettagli lasciamoli ai nostri servitori!”

“Come preferisci...” Le rispose, sollevata che l’altra se ne andasse già via. Però poi la donna si voltò sorridendo, un sorriso che si poteva definire malefico,

Ho potuto parlare con il tuo Paladino, finalmente… non mi stupirei se…”

“Non ci pensare neppure!” La interruppe lei ora davvero infastidita,

“Oh oh… ma allora ce l’hai una spina dorsale!”

“Certo! Se no come potrei camminare e stare in piedi e tutto il resto?” Le chiese lei confusa da quel commento privo di senso nella conversazione, Santana la guardò confusa a sua volta poi scosse la testa,

“Capisco che tu volessi tenere lontano da a me quel bocconcino… ma ora che mi ha incontrata non penso che ci metterà molto a venire da me!”

“Non lo farà mai!” Le ritrose contro lei,

Ma certo! Convincitene!”

“Ne sono sicura!”

“Scherzi vero, perché dovrebbe stare con te se può avere me?”

Perché tu sarai bella e attraente e affascinante, ma sei perfida! Il tuo dentro non è come il tuo fuori! Vorrei tanto che combaciassero!”

“Oh tu lo vorresti?” Gli chiese la donna in tono di sfida, sembrava colpita dalle sue parole,

“Sì, io lo desidero!” Brittany si tappò la bocca con le mani, rendendosi conto del suo errore.

Che c’è? La buona, dolce e gentile principessa Brittany ha appena detto una cosa cattiva?” Gli chiese la donna divertita dal suo gesto,

“Io… non…” Santana sorrise,

“Tu cosa?”.

 

Dall’altra parte del bosco, esattamente sul confine tra i due regni una donna alzò la testa, forse fu a causa del sole che le abbagliò un occhio, forse del freddo della notte che colpiva metà del suo corpo e che la fece starnutire, in fatto è che quello che aveva in mano le cadde nel ribollente pentolone. Le conseguenze di quel semplice evento si videro solo a molti passi da quel luogo.

 

Santana sentì i suoi muscoli tendersi. Trattenne un gemito di dolore perché le appariva poco principesco, eppure quando furono le sue ossa a tendersi non ci fu più pensiero cosciente nella sua mente, solo un accecante dolore.

 

 

 

Note

 

Non sono molto in vena oggi… me hei il capitolo ve lo dovevo!

Spero vi sia piaciuto e grazie a tutti! Che l’abbiate già tra i vostri preferiti è davvero lusinghiero! Grazie!

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: Najara