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Autore: IlariaJH    05/10/2012    2 recensioni
Appena tirata su, la colazione perde tutta la sua importanza. Non sento più l’odore di brioches e caffè. Non presto nemmeno attenzione al mio stomaco che continua a brontolare dalla fame. Sono seduta davanti all’attore per cui ho una cotta da quando avevo sedici anni. Sono seduta davanti a Josh Hutcherson.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: PWP
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Teenage dream

My heart stops when you look at me.
Just one touch, now baby I believe this is real.
So take a chance and don’t ever look back.
Katy Perry – Teenage Dream

 
 
 

«Dove siamo?»
La macchina é parcheggiata davanti ad un palazzo alto quattro piani completamente dipinto di bianco con tantissimi finestroni di dimensioni enormi. L’entrata dell’edificio è semplice. Come una qualunque entrata di un qualunque edificio. L'unica cosa che potrebbe darmi un'indizio è l’insegna nera in cima all’edificio: “J. McGregor”.
«Jimmy McGregor è il mio stilista personale.» dice.
«E perché siamo qui?» chiedo cautamente.
«Per tre motivi. Jimmy è uno dei miei migliori amici, e quindi volevo presentartelo. Voglio farti vedere il tuo vestito per premiere…»
«tralasciando il fatto che é assurdo che tu abbia fatto fare un vestito solo per me, farmelo vedere non mi farà cambiare idea.»
«Sinceramente, non capisco. Venire ad una premiere con me non ha niente a che fare col tornare nel mondo del cinema. Anzi, per quanto ne so, ti odieranno in tutto il mondo. Perciò non mi interessa se non vuoi, io riuscirò a convincerti.»
Il suo commento mi fa sentire un po' in soggezione, perché in effetti ha ragione:é solo una semplice uscita. Però continuo a pensare che sia un'idiozia: che la nostra prima uscita pubblica sia davanti a centinaia di paparazzi e gente assetata di gossip, in fondo, é una cosa assolutamente normale!
«E il terzo motivo?» decido di citare l'argomento.
«Non posso dirtelo.»
«E perché mai?»
«Perché se te lo dicessi scapperesti a gambe levate.»
Sto per ribattere, ma lui si avvicina e mi posa un leggero bacio sulle labbra. Rimango spiazzata e appena mi accorgo che mi sta porgendo un paio di occhiali. Lo guardo interrogativa mentre lui si infila un cappellino da baseball blu e un paio di occhiali da sole. Quando vede il mio sguardo interrogativo si limita a dire «Paparazzi.»
Certo, siamo nel centro di Los Angeles. Saranno ovunque.
Mi infilo gli occhiali da sole e scendo dal fuoristrada. Raggiungo Josh dall’altro lato della macchina e lui mi prende la mano. Poi ci avviamo verso l’edificio.
 
Quando entriamo mi sembra di essere all’entrata dell’edificio di Mode della serie televisiva “Ugly Betty”. D’istinto mi tiro un pizzicotto per capire se questo è solo un sogno o è veramente la vita reale. Le pareti sono tutte dipinte di bianco. Dall’altra parte dell’entrata, colorata in oro, c’è la stessa insegna che c’è sopra la parete dell’edificio. Al centro della stanza c’è una grande bancone rotondo con una centralinista seduta al centro. Josh le fa cenno con la testa e lei quasi si scioglie. Non sembra neanche notarmi, così io mi avvicino a Josh, gli stringo forte la mano, e lo tengo stretto accanto a me come un cagnolino che sta per segnare il suo territorio. Quando la centralinista mi vede, arrossisce e si gira dall’altra parte per rispondere al telefono. Josh mi guarda e scoppia a ridere scuotendo la testa, ma io non posso prestare attenzione a lui. Sono troppo occupata a lanciare occhiatacce alla centralinista sexy che fa gli occhi dolci al mio ragazzo. Prendiamo l’ascensore e saliamo fino all’ultimo piano. Arriviamo in un ufficio che si affaccia sulla strada con, al posto delle pareti, vetrate enormi. Un scrivania di vetro è piena di fascicoli con schizzi e modelli di vestiti. Dietro la scrivania c’è un enorme sedia girevole bianca in pelle. Tutto attorno alla scrivania ci sono appendi-abiti stracolmi di vestiti. Ci sediamo sulle sedie di pelle e aspettiamo Jimmy. Un rumore di tacchi sul parquét e subito dopo una voce infastidita ci avvisa dell’arrivo di qualcuno.
«No, Joannah!» grida una voce affemminata «Non ho intenzione di sentire scuse! Te lo avevo chiesto…»
La voce si spegne quando raggiunge l’entrata dell’ufficio. Mi giro verso l’entrata e mi trovo davanti ad una spilungona con i capelli perfettamente lisci, dei vestiti bellissimi e un trucco perfetto, che immagino essere Joannah, e un uomo che è la metà della ragazza, vestito completamente di nero con un gilet bianco, i capelli perfettamente in ordine le braccia e il petto, se ne intravede un po’ da sotto la camicia sbottonata, depilati, che immagino essere Jimmy. Senza prestare attenzione a Josh, mi squadra dalla testa i piedi con un espressione scioccata sul viso. Il suo sguardo si sofferma sulle maniche della felpa tirate su. Si gira verso Joannah e le bisbiglia «Fai preparare la sala.»
Joannah sembra scioccata almeno quanto lui e corre letteralmente via dall’ufficio dirigendosi verso l’ascensore. Credo di essere finita in una gabbia di matti, mentre abbasso lo sguardo sulle mie braccia. Non c’è niente di così scioccante, solo un po’ di peluria.
«Josh!» dice con un urlettino che mi fa rabbrividire. Sembra il suono che fanno le unghie sulla lavagna. «Come stai, caro?»
L’uomo si avvicina verso Josh e gli stringe la mano. Poi il suo sguardo si posa un’altra volta su di me, questa volta cercando di mascherare il suo shock. Josh mi guarda incoraggiante e poi si rivolge all’uomo.
«Lei è Ilaria, Jimmy.»
Mi alzo e gli porgo la mano, ma il suo sguardo si posa di nuovo sulla mia leggera peluria e lo vedo rabbrividire. Ritiro la mano e guardo Josh, che alza gli occhi al cielo e scrolla le spalle, come per dire di lasciarlo perdere.
«Oh, ma certo.» dice ancora un po’ schifato. «Proprio qualche ora fa è arrivato il suo vestito.»
Si allontana da noi e si dirige verso uno dei tanti appendi-abiti stracolmi. Il suo modo di fare mi infastidisce. Non solo si é rifiutato di stringermi la mano, ma mi guarda anche storto. Sta per tirare fuori uno dei tanti abiti, ma un ticchettio di tacchi alti lo distrae.
Joannah si ferma sull’uscio dell’ufficio e dice «La sala è pronta.»
Mi guarda con un misto di pietà e schifo e poi se ne va.
«Josh, non ti da fastidio se ti porto via Ilaria per un po’, vero?»
Cerco di guardare Josh nel modo più intimidatorio che conosco, ma lui non mi guarda. Lo vedo che scrolla le spalle e dice «Fai pure.»
Jimmy si dirige verso l’uscita dell’ufficio e mi fa segno di seguirlo. Mentre esco lancio un’occhiataccia a Josh e lo seguo con riluttanza.
 
Trafficano per due ore su tutto il mio corpo. Mi sembra di essere Katniss mentre la preparano per la sfilata sui carri, prima degli Hunger Games. Ovviamente non sono in condizioni pietose. Le mie gambe sono perfettamente depilate e l’inguine altrettanto, ma trovano comunque qualcosa da ridire. Poi passano alle braccia, mi mettono a posto le sopracciglia e mi puliscono il viso. Quando finiscono è come se il mio corpo non fosse stato toccato. La pelle è liscia e senza segni di recente ceretta, e sul viso non ho nemmeno un segno rosso che faccia supporre la pulizia del viso. Mi rivesto e seguo di nuovo Jimmy nel suo ufficio. Mentre siamo in ascensore mi osserva e poi mi rivolge un sorriso uguale a quello che aveva rivolto a Josh quando l’aveva visto.
«Io sono Jimmy, cara.» dice stringendomi la mano «Ora che sei sistemata sei bellissima!»
Poi guarda i miei vestiti e un tremolio gli prende tutto il corpo.
«Beh, a parte per i vestiti. Ma ci sarà tempo per questi!»
Sono scandalizzata. Sono veramente finita in una gabbia di matti! Il cambiamento di sentimenti nei mi confronti da parte di Jimmy mi lascia scombussolata. Se basta una ceretta a renderlo così… inoltre sono arrabbiata con Josh. Non solo mi ha portata qui, ma ha lasciato che mi torturassero! Quando entriamo nell’ufficio però, vederlo seduto che mi sorride raggiante fa sciogliere tutta la rabbia che provavo nei suoi confronti. Lui gioca sporco! Sapeva dove mi avrebbero portata e sapeva che sarei tornata furiosa, così crede che qualche sorriso mi possa addolcire. Ma se pensa che gliela darò vinta facilmente si sbaglia di grosso. Mi siedo e evito di guardarlo, mentre Jimmy tira fuori il mio vestito.
È qualcosa di meraviglioso. Bianco, fascia il seno, per poi cadere giù largo. È corto ed è interamente ricoperto di un tessuto nero che, posto sopra il vestito, gli dà una sfumatura bellissima di nero-viola. Jimmy me lo porge con un sorriso e io lo prendo in mano come se stessi tenendo qualcosa di sacro. Poi vedo le scarpe abbinate. Una tacco decisamente troppo alto per i miei standard. Sono nere e ricoperte dello stesso tessuto del vestito, ma bianco. C’è anche una poshette abbinata, nera pure lei con il tessuto bianco sopra che, assieme alle scarpe formano un bellissimo contrasto col vestito. Tutto è così meraviglioso, che mi viene voglia di vedere come mi starebbe addosso, dato che è stato studiato apposta per me. Jimmy deve avermi letto nel pensiero perché mi mette le scarpe in mano e mi indica un divisore di bambù dall’altro lato della stanza. Mi ci dirigo quasi correndo, seguita a ruota da un super eccitato schizzofrenico e dallo sguardo attento di Josh. Mi cambio con l’aiuto dello stilista e poi mi infilo le scarpe. Jimmy mi prende per mano e mi conduce fuori dal divisore, davanti ad uno specchio.
«Wow.» è l’unica cosa che riesco a dire.
Il vestito non solo mi calza a pennello, ma mi sta anche bene. Il colore dell’abito riesce a far sembrare il mio corpo sexy, cosa che non avevo mai pensato potesse succedere. Sulle scarpe barcollo un po’, dato che sono sempre stata abituata solo alle converse, ma sono incredibilmente comode. I miei capelli sono legati e non sono truccata, ma Jimmy ha già pensato anche a questo.
«Ovviamente, avrai i capelli slegati e forse, per quella data, anche senza doppie punte. Ti truccheremo gli occhi di nero, in modo che risalti il tuo bellissimo colore castano-verde.» poi, con un impeto di gioia, cinguetta «Oh, sarai meravigliosa!»
Con indosso quel vestito e con Jimmy dietro che cinguetta orgoglioso del suo lavoro, non posso fare a meno di sentirmi a disagio. Cerco Josh con lo sguardo e lo trovo immediatamente. Mi guarda sorridendo con dolcezza. I suoi occhi sono luminosi e incredibilmente belli. Incontra il mio sguardo ed è come se mi stesse dicendo le migliore parole gentili del mondo. E in quel momento, so di essere caduta nella sua trappola. Sapeva benissimo che il vestito mi avrebbe fatto impazzire e che mi sarei lasciata convincere dal cinguettio fastidioso del suo stilista. Così finisco per rifilargli un’occhiata truce e poi mi giro verso Jimmy, che ancora sta tessendo le sue lodi. Quest’uomo ha un ego smisurato!
«Oh, e va bene!» dico esasperata, guardando per l’ennesima volta quel meraviglioso vestito che ho addosso. «Andrò alla premiere!»
Jimmy inizia a saltellare felice come un bambino che sta per scartare i suoi regali di Natale, e non riesco a fare a meno di sorridergli sinceramente. È una di quelle persone che, con il loro modo di fare, ti fanno fare tutto quello che vogliono. Poi, guardo Josh. Ha la stessa espressione di vittoria dipinta sul viso di quando mi aveva estorto le parole “mi arrendo” dopo avermi fatta morire col solletico.
 
«Alla fine, non abbiamo parlato del terzo punto» dico a Josh, con una punta di curiosità.
Sono ancora arrabbiata perché ha giocato sporco, ma non posso tenergli il muso tutta la vita. Quando siamo tornati a casa, abbiamo trovato Connor intento a cucinare e Josh gli ha raccontato della mia sconfitta. Si erano divertiti un mondo a prendermi in giro, mentre io continuavo a guardarli con aria truce. Poi, quando avevano smesso, mi ero ricordata del terzo punto che Josh non mi aveva voluto dire e, sotto un impulso di improvvisa curiosità, avevo messo da parte lo sguardo assassino e glielo avevo chiesto.
«Oh, per quello dovrai aspettare la premiere.» dice lui finendo di masticare un pezzo di carne. «Diciamo solo che se il vestito piacerà, Jimmy non ti lascerà più vivere.»
Lui e Connor scoppiano a ridere, ma io non ho tempo per ucciderli con lo sguardo. Lascio che i miei pensieri si affollino, per capire perché diavolo Jimmy non dovrebbe più lasciarmi vivere. Ripenso a tutta la giornata, ma non mi viene in mente niente di niente. Mi dimentico perfino di continuare a mangiare, quando un battutina di Connor mi riporta alla realtà.
«Attenta a non pensare troppo, Ila. Potresti consumarti il cervello!»
Scoppia in una sonora risata che fa tremare il tavolo. Gli lancio un’occhiata assassina e poi gli faccio la lingua. Dopotutto mi ero promessa di riconsiderarlo da quando avevo trovato il suo bigliettino sotto il tovagliolo durante il primo appuntamento tra me e Josh. Con Josh non ne avevo mai fatto parola. Non so perché, ma il fatto di averlo trovato sotto il mio tovagliolo mi aveva fatto pensare che fosse un qualcosa riguardante solo me e lui. Come una specie di segreto che dovevo mantenere. E da come Connor si comportava avevo la sensazione che nemmeno lui ne avesse fatto parola con Josh.
Quando finiamo di mangiare, io e Josh saliamo in camera sua. Quando chiude la porta, sento come se qualcosa nell’aria mi spingesse verso di lui. Mi sento strana. Non riesco nemmeno a concentrarmi su qualcosa che non sia la sua presenza nella stanza. Decido di chiudermi in bagno per un po’. Mi lavo i denti con lo spazzolino che Josh mi ha fatto trovare in bagno e poi mi sciacquo la faccia. Spero che quella sensazione se ne vada, ma il sentire nell’altra stanza Josh salire sul letto, la fa crescere ancora di più. Faccio un respiro profondo ed esco dal bagno. Cerco di evitare di seguire la sensazione che mi dice di andare a sedermi accanto a Josh. Faccio qualche passo e rimango in piedi a guardarlo. Sul suo viso compare quel sorriso che ogni volta mi fa sciogliere. Lui si alza dal letto e io mi immobilizzo all’istante. Si avvicina piano e appoggia le mani sui miei fianchi. Ha ancora quel sorriso stampato in faccia, quel sorriso di quando gioca sporco.
«Che ti avevo detto riguardo a quel sorriso?» dico cercando di prendere le redini del gioco.
«Quale sorriso?» chiede avvicinando lentamente il suo viso al mio.
«Questo sorriso!»
«Non ricordo niente riguardo a questo sorriso…»
«Non ti ricordi niente riguardo al fatto che sono un semplice essere umano?»
«No. Credo di avere un vuoto di memoria al riguardo.»
«Ma davvero?!»
Le sue mani si posano sulla mia schiena e avvicinano i nostri corpi. Tra le nostre labbra c’è appena un centimetro di distanza. Ora capisco cosa c’era nell’aria. Tensione sessuale. Riesco a percepirla su tutto il corpo. Vorrei assecondare la mia voglia di baciarlo, ma mi ricordo come è andata l’ultima volta, e non voglio un altro rifiuto. Perciò lascio che sia lui a fare la prima mossa. Le sue labbra si avvicinano un po’ di più e, quando sono sicura che mi bacerà, lui cambia direzione e scocca un tenero bacio sulla mia guancia. Rimango basita. Quando torna a guardarmi negli occhi, ha di nuovo quel sorriso furbetto sul viso. Mi viene quasi voglia di prenderlo a sberle. Mi mordo il labbro inferiore e abbasso lo sguardo sulla sua maglietta cercando di tenere a freno l’imbarazzo. Fortunatamente la stanza è buia. Mi sto ancora mordendo il labbro quando un movimento del pomo d’Adamo di Josh richiama la mia attenzione. Non credo che il momento lo richieda, immagino che a questo punto dovrei sfruttare l’occasione per prendere le redini del gioco, ma scoppio a ridere.
«Che c’è?» chiede lui incuriosito dalla mia improvvisa ilarità. E’ evidente che non se lo aspettava.
«Vuoi farmi credere che questo…» dico mordendomi il labbro come ho fatto prima «Ti eccita?»
Non dice nulla. In effetti, ho quasi paura che se ne esca con una frase del tipo “In questo momento, sei tu che mi ecciti”. Non saprei come passare oltre. Ma lui non dice niente. In compenso, annulla la distanza tra le nostre labbra e mi coinvolge in uno di quei baci che ti tolgono il fiato. E capisco quanto tutto ciò che sto vivendo sia veramente reale. Nessun sogno ad occhi aperti, nessuna fantasia che si confonde con la realtà. Lui non è più quel Josh Hutcherson che guardavo nelle interviste e vedevo al cinema. Lui è un ragazzo che mi ha portata a casa con lui ubriaca fradicia e che mi ha invitata ad un appuntamento quasi galante. Un ragazzo che si chiama Josh Hutcherson e che adesso è il mio ragazzo. E mentre con il nostro avvicinarsi al letto vi è un allontanamento dai vestiti che fino ad un momento prima avevamo addosso, mentre tutto diventa appassionato e movimentato e incredibilmente meraviglioso, mi faccio un appunto mentale di ringraziare Jimmy per il trattamento di oggi.

 
 

SPAZIO AUTRICE

 

Ok… beh, non so che dire.
Sta volta non voglio commentare, voglio lasciare a voi i commenti!
 
Dico solo due cose:
La prima è che Jimmy è ovviamente gay. La sua storia la scopriremo più avanti, anche se spero di avervelo fatto capire quando c’è stata la presentazione.
La seconda è che nel prossimo capitolo, Ilaria avrà a che fare con il gossip e… con sua madre.
 
Dopo questo spoiler, come sempre, ringrazio tutte le belle gioie che seguono la mia storia e che la recensiscono, siete M E R A V I G L I O S E u.u
 
Un bacio grandissimissimissimo, e al prossimo capitolo! <3
 
P.S. Ottobre, oltre a essere il mese in cui compio gli anni :3, è il mese della lotta contro il bullismo. Per chi avesse Twitter, ovviamente è cosa nota, ma è un’iniziativa che è stata portata anche su facebook. Voglio solo dirvi di continuare a lottare. Sempre. Perché nessuno è migliore di voi. Chi si permette di trattarvi male non deve provare felicità nel vedere che si sta riuscendo. Bisogna continuare a lottare il bullismo, perciò
KEEP FIGHTING.  

  
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