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Autore: MaCk_a    05/10/2012    6 recensioni
Raccolta di momenti più o meno intimi della famiglia Brief :)
Hope you like it!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Bulma, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il divano di quella sala ospitava da sempre le serate della famiglia Brief; Vegeta vi sedeva a braccia incrociate e senza scopo apparente, Bulma leggeva riviste, Trunks guardava la tv. Questo, di solito. Bra invece aveva sempre preferito il tappeto, lì aveva più spazio a disposizione per ricostruire il mini-mondo delle sue bambole, che erano davvero tante e tutte dai capelli rigorosamente azzurri, perché le voleva a sua immagine e somiglianza. Quel giorno la madre le aveva regalato anche un ‘fidanzato’ per una delle sue barbie e la bambina ne era stata davvero contenta, in un batter d’occhio i due si erano sposati (‘hai capito, papà? Lui non fa tante storie come te!’, aveva precisato) e ora, dopo una giornata passata nella loro nuova e lussuosissima casa, si apprestavano ad andare a letto. Guardò la madre. ‘Perché tu e papà dormite nella stessa stanza e io che sono piccola devo dormire sola?’.
C’è da dire che, per Bra, l’essere grande o piccola cambiava a seconda della situazione; era una semplice questione di convenienza. ‘Quando due persone adulte stanno insieme e mettono su una famiglia, dormono anche insieme’, era stata la risposta. La bimba guardò il padre. ‘Secondo me sono tutte scuse perché mamma ha paura di dormire sola’, disse a bassa voce. ‘Lo credo anch’io’.
Però la cosa non le andava giù.
 
Aveva faticato per tenersi sveglia fino a quell’ora, ma finalmente era arrivata la mezzanotte; si alzò dal letto in direzione della camera dei genitori. Sentiva qualche rumore, bussò; evidentemente non stavano ancora dormendo, però non rispondevano. Il rumore, comunque, era cessato quando lei aveva bussato la seconda volta, aggiungendo un sonoro ‘Mammina, aprimi!’.
‘Un attimo, tesoro!’ si era poi sentita urlare, dopo un po’.
Si aprì la porta. ‘Sei stata lenta, mamma’, la guardò. ‘Come sei sudata!’
La donna accennò una risatina ‘ehm si, fa caldo tesoro, no? Come mai sei venuta qui?’
Bra sgattaiolò dentro prima di rispondere. ‘C’è un mostro in camera mia!’ disse buttandosi sul letto. Il padre le dava le spalle, si avvicinò per fargli una carezza. ‘Ma sei sudato anche tu!’ esclamò. ‘In camera mia invece non avevo caldo. Se vuoi puoi andare a dormire lì’
L’uomo si voltò. ‘Che diavolo vuoi, Bra? Non ti basta venire qui a scocciarmi? Vorresti anche cacciarmi fuori dal mio letto?’.
La bimba non si aspettava quella reazione. Assunse un’aria torva. ‘Non è che per caso voi due stavate facendo un fratellino?’
I due si guardarono.
‘Ho indovinato, eh?  Vi stavate baciando?’
Un sospiro di sollievo.
‘Va be’, io dormo con voi stanotte’, si era sistemata sotto le lenzuola e rivolta verso il padre. ‘Raccontami una storia, papi’, cominciò a toccargli le guance col ditino.
‘Smettila, Bra. Non c’è nessun mostro e devi tornare nel tuo letto’.
‘Dai, papino’, gli faceva tante carezze, quello funzionava sempre. Ma in quel momento si trovavano a lottare il padre e l’uomo, che bramava con impazienza di riprendere ciò che la figlia aveva interrotto. ‘Perché devo dormire sola? Io sono piccola!’
‘Eri piccola anche ieri eppure hai dormito nella tua stanza’; dicendo ciò la prese in braccio, si alzò e la riportò dove era giusto che stesse.
A Bulma si strinse il cuore, ma quella bambina rischiava di venir su troppo viziata.
 
Si mise a letto, per la terza volta. ‘Bra, non devi essere gelosa di tua madre’. Aveva capito il problema.
‘Tu vuoi più bene a lei che a me!’ aveva sbottato, arrabbiata. Non le piaceva essere presa e trasportata come un oggetto.  ‘Tu non vuoi mai stare solo con me!’
Ora era lui ad carezzarle il viso paffutello col dito. ‘Non dire sciocchezze’, il tono della voce più pacato del normale. ‘vi voglio bene esattamente nella stessa misura’.
‘Anche a Trunks?’, il padre annuì.
Uno sbadiglio. Tese le braccine cercando il viso paterno. ‘Fatti dare il bacino, papi!’
Quella sera il gesto fu anche ricambiato.
 
Tornò dalla compagna. ‘Perché sei ancora vestita?’ 
  
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