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Autore: xSabri    05/10/2012    3 recensioni
[...] Sapete quante volte nella mia vita ho sognato di essere una di loro?
Sapete quante volte ho immaginato di addormentarmi cullata tra le braccia di uno di voi?
Tante, troppe.
Oggi i miei figli si sono avventurati in soffitta.
Ho due maschietti: Andrew James e Edward William. Sono gemelli, hanno solo 6 anni e sono tanto curiosi e tanto allegri per la maggior parte della giornata. [...]
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Non sono mai stata brava a trovare le parole adatte per descrivere le mie emozioni, sapete? Ma le vostre canzoni sembravano essere scritte apposta per me, per quello che sentivo nel mio cuore.
Sono passati tanti di quegli anni dall’ultima volta che ho sentito la vostra voce uscire dalle casse del mio stereo ma ricordo a memoria tutte le variazioni, le differenze delle vostre tonalità.
Ricordo il tono dolce di Niall e Louis, gli acuti di Zayn e Harry e la potenza della voce di Liam. Ricordo il modo in cui vi muovevate su quel palco, facendo impazzire tutte le ragazzine che erano lì solo per voi. Ricordo il vostro modo di sorridere a noi e il modo in cui stringevate le vostre ragazze.
Sapete quante volte nella mia vita ho sognato di essere una di loro?
 Sapete quante volte ho immaginato di addormentarmi cullata tra le braccia di uno di voi?
Tante, troppe.
Oggi i miei figli si sono avventurati in soffitta.
Ho due maschietti: Andrew James e Edward William. Sono gemelli, hanno solo 6 anni e sono tanto curiosi e tanto allegri per la maggior parte della giornata. Mi stancano tanto, ma li amo così tanto che non riuscirei a farne a meno. Devo accontentarli su quasi tutte le loro richieste ed esplorare la soffitta è stata la richiesta di qualche giorno fa.
Dopo pranzo ci siamo armati di buste per la spazzatura e torce e ci siamo saliti. C’era polvere dappertutto e Andrew ha cominciato a starnutire, ma non si è lasciato intimorire, trovando uno scatolone di fotografie di suo padre alla sue età. E’ rimasto affascinato dalla Ferrari telecomandata rosso fiammante che mio marito aveva quand’era piccolo. Penso che tra qualche giorno me ne chiederà una simile.
Edward si è entusiasmato alla vista di un baule, molto simile a quello dei pirati e ha iniziato a giocarci. Imitava il capitano di un grande veliero. Si è fatto legare attorno alla testa un fazzoletto per coprire un occhio ed è corso in camera sua per prendere un cappello da pirata.
Più li osservavo e più mi rendevo conto che nella mia vita avevo avuto tutto ciò che avevo desiderato, anche inconsciamente.
Ricordo che a 16 anni dicevo a tutti che non volevo figli perché gli avvocati non avevano tempo per avere una famiglia numerosa e per accudire dei bambini. Invece ora pratico la mia professione, in Inghilterra, e sto crescendo due piccole pesti che prosciugano le mie energie quando torno da lavoro. Certo, i nonni mi aiutano tanto, ma nessuno bambino cresce bene senza aver passato metà della sua infanzia con loro.
Ero seduta su una panca che avevo salito qualche giorno prima perché in garage non c’era spazio e li guardavo sorridendo. Mi ricordavano tanto mia sorella. Sempre superattiva.
Mentre li vedevo andare avanti e dietro per la camera una scatola azzurra attirò la mia attenzione. Me la feci porgere da Andrew. Su di essa c’era un’etichetta bianca con scritto “Moments”.
L’aprì con le mani tremanti e mi sentì improvvisamente troppo debole per osservarne il contenuto. La richiusi immediatamente e scesi in soggiorno chiedendo a mio marito di sostituirmi su in soffitta per guardare i bambini, non ne avevo più le forze.
Lui li raggiunse annuendo confuso e io mi accovacciai in un angolo del divano azzurro. Cercai di calmarmi in ogni modo, ma il mio cuore orami andava a mille. Era bastato leggere quella parole per rievocare nella mia testa miliardi di ricordi.
Quando mi decisi ad aprirla, sospirai e mi misi seduta più comoda.
C’erano tanti dischi dalle copertine sgargianti e visi sorridenti. C’era DVD bianchi con delle frasi che indicavano cosa ci avessi salvato sopra.
Lessi sulle copertine dei dischi i brani che contenevano e tante di quelle immagini mi tornarono alla mente, come se non fossero passati quasi 20 anni. Sentì i brividi salirmi lungo la schiena leggendo il testo di “What makes you beautiful”. Ricordo di aver bestemmiato per giorni contro la modella che aveva fatto la parte della ragazza di Harry nel video. Non era bellissima, ammettiamolo.
Ma la cosa che contava era vedervi in quel video, era sentirvi miei per quei 3 minuti. Ricordo i pianti ascoltando Moments e le risate con la mia migliore amica mentre come delle pazze ballavano sulle note di Up all night.
Ricordo i milioni di tweets che vi ho inviato e che puntualmente non avete calcolato, ma lo facevo perché volevo che voi sapesse che c’ero anche io, che avreste sempre contato sul mio misero appoggio.
Sfogliai le pagine impolverate di Dare to Dream e Forever young e rividi i vostri visi giovani e allegri. Non sapevate ancora cosa fosse la vita, l’avevate ancora tra le vostre mani e potevate farne tutto quello che volevate.
Ricordo l’orgoglio che ho provato quando ho visto per la prima volta “A year in the making” e le urla di mia madre mentre mi ordinava di andare a letto.
Mi avete fatto passare talmente tante notti in bianco soprattutto per starvi a vedere durante qualche premiazione. Sono arrivata anche ad odiarvi perché c’erano notti in cui non dormivo abbastanza per colpa vostra e io amavo dormire!
Ma sapete qual è stata la cosa migliore di tutte?
Vedervi.
Sentirvi cantare dal vivo.
Eravate tornati in Italia dopo due anni dalla prima volta che ci avevate messo piedi. Se non sbaglio era il 3 ottobre. Si,  3 ottobre 2011. Ero rimasta a casa io. Abitavo nel sud e voi eravate andati a Milano. E mi sentivo così inutile, così poco soddisfatta di me stessa.
Secondo mia madre sarebbe stato inutile fare tutti quei chilometri per vedervi solo per mezzo minuti, ma a me sarebbe servito. Volevo che mi bastasse!
Quando uscirono le tappe del vostro concerto mia madre non si oppose. Sapeva quanto teneva a voi ed era convinta che fosse una cosa passeggera. Se solo sapesse che ora vi sto scrivendo una lettera riderebbe.
Sono stata in fila 7 ore per vedervi, sotto il sole cocente di maggio. Eravamo a Napoli, i vostri manager si erano convinti a farvi fare tre tappe in Italia!
Ricordo che quando siete saliti sul palco e ho visto che eravate reali ho pensato che niente al mondo, allora, si sarebbe potuto mettere tra me e i miei progetti. Così è stato.
Ho pianto, urlato, cantato con voi quella sera!
Ricordo la voce tremante di Liam mentre pronunciava una frase in un italiano tutto suo e Zayn che cercava di sdrammatizzare la situazione con qualche sua battuta squallida. Io penso di aver riso per pena.
Ricordo la luce negli occhi di Niall mentre cantava i suoi solo e la complicità che c’era tra Harry e Louis. Ancora oggi credo che voi due stiate reprimendo un sentimento forse troppo grande per voi, ma questi sono dettagli.
Ricordo i brividi lungo la schiena mentre urlavate che ci amavate, tutte sapevamo che avevate un debole per noi italiane.
In fondo alla scatola c’era quel biglietto che mi ha dato la possibilità di vivere uno dei giorni più belli della mia vita.
Poi siete cambiati e abbiamo iniziato a non riconoscervi più.
I vostri manager  sembravano aver preso il sopravvento sulle vostre azioni. Cantavate solo per i soldi, entravate su twitter sempre più raramente. Sembrava quasi che non contassimo più nulla per voi.
Avete fatto in totale 6 dischi insieme e poi vi siete divisi.
Avete deciso che una pausa avrebbe fatto bene al gruppo.
Avete iniziato a cantare singolarmente, cercando di trasmettere quelle emozioni che trasmettevate quando eravate tutti insieme. Non ci riuscivate più però. La magia era in quelle cinque voci coordinate perfettamente tra loro.
Non era colpa vostra o colpa delle vostre voci. Erano i vostri cuori che non riuscivano a entrare in sintonia con la canzone. Eravate troppo abituati a stare insieme.
Alla fine il vostro egocentrismo ha preso il sopravvento e vi siete allontanati sempre di più l’uno dall’altro. Da fratelli siete diventati conoscenti, da conoscenti estranei. E noi fans osservavamo tutto senza parlare perché avevamo il cuore diviso in pezzi.
Non c’erano più i ONE DIRECTION, c’erano Liam, Niall, Harry Louis e Zayn.
Vivevamo i nostri idoli come un lontano ricordo.
Non vi ho più visti insieme e ci avete liquidato con un semplice:
“scusate ragazze, ma la nostra carriera insieme finisce qui. Abbiamo altre ambizioni per la nostra vita.”
Ho pianto giorni per quella frase e ogni ora aggiornavo il vostro account di twitter sperando che quel tweet sparisse, che non l’avesse mai scritto!
Dopo quel giorno vi ho messo in una scatola, in fondo all’armadio perché orami ero cresciuta e dovevo prendermi le mie responsabilità.
Ancora oggi mi chiedo come sarebbe stata la mia vita se voi non foste entrati scombussolando tutto. Ero incondizionatamente innamorata di ognuno di voi e segretamente lo sono tutt’ora.
Non ho mai parlato a mio marito di voi, non perché me ne vergognassi, ma perché parlarne mi fa venire tanta di quella nostalgia.
Ora avete le vostre vite.
Due di voi sono addirittura sposati e hanno bambini. Harry sei stato il primo a mettere su famiglia ed è la cosa che mi ha meravigliato più di tutte. Niall ora vivi in Australia con la sua di famiglia. Liam continui a cantare e pubblicare  qualche disco ma penso che siano diminuiti i tuoi ascoltatori. Louis, dovunque sei, spero che tu sia felice e Zayn, non c’era bisogno di girare per il mondo per riprodurti come un coniglio!
Mi sono innamorata di voi quando stavo per perdere tutto. Non è stata coincidenza questa.
Mi sono innamorata di quei cinque ragazzi che non riuscivano a fare i seri su quegli scalini ad x-Factor.
Mi sono innamorata della risata di Niall sempre tanto contagiosa, degli acuti di Harry, della pelle olivastra di Zayn, della simpatia di Louis e del grande cuore di Liam.
Mi sono innamorata di cinque ragazzi che hanno creduto in quello che facevano senza dare  tutto troppo per scontato fin quando non sono annegati nei loro soldi.
Mi sono innamorata di voi perché eravate semplicemente tutto ciò che volevo. Volevo credere in qualcosa che andava oltre ciò che conoscevo.
Ho anche un tatuaggio sulle costole che lo dimostra. E’ una frase di una vostra canzone, una delle mie preferite.
Grazie ragazzi, per tutto.
Vostra per sempre,
una Directioner.



S.








Forse si è già vista una cosa del genere in giro ma mi andava ugualmente di pubblicarla.
Fa strano scrivere una cosa del genere.  Ho dovuto raccontare e invetarmi cose che non ho vissuto.
Spero che a coi piaccia.
  
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