“Oh, vediamo un po’ chi c’è qui. Il-ragazzo-che-è-sopravvissuto-ancora-una-volta-ma-sta’-a-vedere-che-è-l’ultima, la pezzente Weasley, Weasleyuccio e.. non mi dire! La schifosa Mezzosangue Granger!”
Non appena ebbe esordito con queste parole, Draco si avvicinò ad Hermione, il che provocò lo stato di allerta di Ron, pronto a scattare contro di lui in caso di mosse false. Intanto lui aveva tirato fuori la bacchetta e la aveva puntata alla gola di Hermione, tirandole su il mento.
“E brava la nostra piccola Granger. Siamo cresciute proprio bene! E’ un po’ che ci penso, sapete, – si rivolse a Tiger e Goyle che lo guardavano divertiti – e.. sì, sei proprio diventata niente male! Bel visino, bel corpicino..”
Detto questo fece scivolare la bacchetta lungo il petto di Hermione, con una lentezza metodica e subdola da far rabbrividire chiunque. Hermione ansimava. Fu in quel momento che Ron scattò su, puntando la sua bacchetta contro Malfoy.
“Tieni giù le mani, Malfoy!”
“Aha! Weasleyuccio ti difende, eh Granger? Cos’è, sei geloso? Non sto facendo nulla di male!”
“Bada che..” Ron non riuscì a finire la frase che Draco lo aveva disarmato con un inaspettato expelliarmus, facendogli volare la bacchetta dal finestrino dello scompartimento. Malfoy lo guardò divertito.
“Ah, Weasley, Weasley. Sempre il solito inetto. Neanche capace di difendere una sudicia Mezzababbana!”
Non appena ebbe finito di proferire queste parole, Malfoy fece un gesto ignobile: si voltò verso Hermione e, con l’indignazione di tutti i presenti, le sputò in faccia. Non fece neanche in tempo a ridere di quel che aveva fatto che si ritrovò a terra, Ron a cavalcioni su di lui che brandiva il pugno appena pochi centimetri sopra la sua testa.
“BRUTTO PEZZO DI MERDA DI UN MALFOY! SCUSATI SUBITO! SCUSATI!”
Ron era fuori di sé. Harry scattò in piedi per allontanarli, ma sembrava impossibile. Ron, la voce colma di rabbia, lo aveva preso per i capelli e minacciava di strapparglieli, se non avesse chiesto il perdono di Hermione. Lei intanto gridava, cercando di farlo rinsavire.
“Ron! RON! Mettilo giù! Lascialo, non fa nulla”
“Oh, fa eccome. CHIEDI SCUSA!”
Ron era paonazzo in volto, Malfoy sul punto di piangere dal dolore.
“Ronald Weasley.. aspetta che lo sappia mio padre! AAAAAAAAAH, va bene, va bene! Scusa Granger, chiedo umilmente scusa.”
Ron mollò la presa con tale rabbia che l’altro sbatté la testa con violenza per terra. Si rialzò quanto più in fretta possibile, con una certa difficoltà, gli occhi iniettati di sangue. Hermione afferrò il braccio di Ron appena in tempo, impedendogli di ritornare all’assalto ma non di urlare.
“Draco Malfoy, ringrazia che la stessa persona che tu hai insultato mi stia trattenendo, perché altrimenti sappi che non esiterei neanche un istante prima di fracassarti di botte.”
“Ron..” – sussurrò Hermione flebilmente.
“Oh no, Hermione, non la smetto. Per tua informazione, Malfoy, la “sudicia Mezzosangue”, come la chiami tu, è la ragazza che amo da circa sei anni. E adesso è la MIA ragazza - Hermione avrei voluto chiedertelo in un modo più romantico ma è andata così -. Quindi, fatti sorprendere ancora una volta a chiamarla in questo modo e sappi che non risponderò più di me stesso. E non toccarla mai più, SONO STATO CHIARO?”
Malfoy girò sui tacchi e svanì dietro la porta dello scompartimento, non prima di avergli lanciato un’occhiataccia. Tiger e Goyle lo seguirono spaventati, quasi fossero le sue ombre. Il silenzio che fino a un quarto d’ora prima aleggiava tra i sei ragazzi lasciò posto a grida di gioia e congratulazioni. Tutte le attenzioni erano rivolte a Ron, le cui orecchie erano diventate irrimediabilmente scarlatte, e che aveva rivolto lo sguardo verso Hermione cercando approvazione. E se per approvazione intendeva un bacio appassionato della sua amata, aggrappata a lui con tutte le sue forze, be’, la ebbe appieno.
*
Quando il treno si fermò nella stazione di King’s Cross, l’umore dei ragazzi era migliorato palpabilmente. Ginny non aveva fatto altro che complimentarsi con il fratello per tutto il tempo rimanente del viaggio di ritorno e Ron, ancora un po’ imbarazzato, si era goduto il suo inaspettato momento di gloria. Anche Hermione era piacevolmente stupita; non si aspettava assolutamente che potesse succedere una cosa simile in quel momento. Solo la sera prima Ron non dava quasi segni di attività cerebrale e temeva che, a causa della morte del fratello, il loro rapporto sarebbe andato via via raffreddandosi. C’era anche da considerare il fatto che, ormai, la scuola era definitivamente finita. Quando si sarebbero potuti vedere? Avrebbero avuto i loro impegni, ciascuno i propri; avrebbero trovato del tempo da dedicarsi? E quell’idea che le ronzava in testa da un po’, ormai, non avrebbe reso tutto più difficile? Fra questi ed altri innumerevoli dubbi, la sua mente era ormai diventata un raccordo di informazioni caotiche in circolo sul punto di farle scoppiare una terribile emicrania quando una proposta a lei inaspettata sorse sulle labbra di Ron:“Vieni con me alla Tana!” - disse senza preamboli.
“Come?”
“Potremmo passare le vacanze insieme, noi due.. sì, insomma, dai miei..”
Ron mostrava una certa impazienza ma Hermione era incerta. Effettivamente non aveva programmi per il periodo estivo: non doveva tornare a casa dai suoi a Londra, dato che, tempo addietro, aveva deciso di lanciare su di loro un incantesimo obliante per far sì che non fossero in pericolo durante il periodo in cui lei, Harry e Ron erano alla ricerca degli Horcrux di Lord Voldemort e quelli, sotto l’effetto della fattura, si erano diretti in Australia con le identità fittizie di Wendell e Monica Wilkins. Ron lo sapeva e, evidentemente, faceva leva proprio su quel punto.
“Non voglio che tu stia sola a Londra”
“Sola? Andiamo c’è Grattastinchi a farmi compagnia.. e poi ti scriverei ogni giorno!”
“Capirai che compagnia. Miseraccia, Hermione, non capisci? Non voglio starti lontano. E poi tu, da sola, a Londra: solo a pensarci mi vengono i brividi. Non starei affatto tranquillo. E diventerei geloso di chiunque sapessi si trovi vicino a te. Non si può vivere con quest’ansia!”
Nel dire questo, sul volto di Ron si era aperto un sorriso, ricambiato.
“Ascolta, – disse Hermione – io voglio assolutamente passare l’estate con te. Ma, ecco.. penso che sia un po’ indelicato presentarmi a casa tua come ospite dopo la storia di Fred.. Non vorrei essere fuori luogo..”
Ron tornò serio. Poi le rivolse un sorrisetto forzato e la guardò malinconico:
“Io penso che tu debba venire. Abbiamo bisogno di distrarci, di non pensare a Fred. Se tu non venissi, avremmo, per tutta la durata delle vacanze estive, una sedia regolarmente vuota a tavola e il ricordo di mio fratello costantemente in agguato. Averti accanto può farci solo bene. E io, be’.. io ho bisogno di te.”