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Autore: Free spirit in a can_    05/10/2012    1 recensioni
Spesso mentre scrivo ascolto la musica, perchè mi fa sentire in un posto migliore, più tranquillo, in un limbo non troppo nitido abbastanza lontano dalla realtà, dove non sento altro che quello che voglio sentire, e riesco a leggermi meglio. Questo testo l'ho scritto ascoltando Sail di Awolnation, che adoro:3
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'unico abbraccio che desidero è quello delle coperte.
L'unico bacio che aspetto da anni è quello che si dice gli angeli ti posino sulle palpebre la notte per far avverare i sogni che farai.
L'unico tocco che al contatto con la pelle mi fa sentire viva è quello della pioggia.
Fredda. Indipendente. Cruda. Reale.
Non ho bisogno di qualcuno nel mio letto per dormire.
Cosa vuoi? Per anni esprimi lo stesso desiderio di qualcuno accanto e ora te ne penti? Sei codarda! Scappi da quello che potrebbe farti sentire bene. Scappi quando le cose si fanno serie.
Forse è il mio destino, scappare.
Come gli uccelli quando la stagione cambia, io sono costretta a seguire quello che più mi fa stare meglio. Senza altra scelta.
Possibile?
Hai davvero la possibilità di essere allegra, magari di cancellare il pessimismo che ti opprime da troppo, troppo tempo, e la butti via!
Cerchi il motivo per buttarla, ti fa schifo, non vuoi che l'idea ti sfiori.
Sei  masochista.
No.
 Basta.
 Io lo faccio per raggiungere quello in cui credo.  Io lo faccio perché nella vita mi hanno detto che non ti devi accontentare, mai, di nulla... Che se ti accontenti ti fai bollare come chi lascia che il vento detti le sue parole.
Sei sbagliata. Nessuna ragazza agisce così.
 Allora non sono una ragazza. Hai ragione, forse non sono nemmeno umana. Voglio andarmene, vivere, toccare la mia assenza.
 Non sono pronta a giurare amore eterno ad un falò, perché non sarà mai  l’inferno.
 Non mi butto a capofitto in qualcosa di cui so poco e niente, qualcosa di troppo, troppo concreto. Ho paura di quello che può succedere. Preferisco affidarmi una soffice leggerezza dei pensieri, al cullare della mente, dove le cose vanno come è giusto che vadano, dove il mare sparisce se apri gli occhi.
Che codarda, direte.
Io non sono codarda, io provo, sento, piango e non ho paura di gridare al mondo, per quanto se ne freghi di quello che ho da dire.
Io so che lui c'è. Forse nel palazzo di fronte, che beve coca-cola e guarda un film ora che fuori ancora non piove. Quando pioverà, aprirà le finestre, e inspirerà a pieni polmoni, chiudendo gli occhi se necessario.
Sarà un po' lì a guardare la pioggia, ma non troppo, perché ha paura dei lampi.
Io non ho paura dei lampi, li vedo per quello che sono, scariche di elettricità.. E non ha paura di innamorarmi, perché so che succederà, ma non oggi. No, oggi siamo io e la pioggia e una penna, per l'ennesima volta. Ma al contrario delle altre volte ora non mi sento stupida a pensare ciò che scrivo, non mi nascondo e mai lo farò.
Non piove ancora.
 È tutto così piccolo e opprimente qui. Sembra che le pareti siano fatte apposta per soffocare il respiro, per contenere  i pensieri.
Ho paura che una volta scritti spariscano, i pensieri, ecco perché uso l'inchiostro. La memoria non  basta. Anzi sì, la memoria ha già fatto abbastanza, cerchi di dimenticare, ma lei è lì, incancellabile. E come per un macabro scherzo cancella solo quello che volevi ricordare.
Sembra che qualcuno si diverta a scrivermi i suoi pensieri in testa, cose che odio, si diverte nel sapere che mi scervello per cancellarle.
Ho paura dei ricordi. Ho paura che mi facciano male. Ho paura che un giorno torneranno più forti di prima e mi faranno tornare quella che ero.
No.
Non ho bisogno della memoria, che se ne vada.
Salpa! Vattene da qui! Vivi il tuo sogno, non farti incatenare ai ricordi. Lascia perdere le voci nella testa e usa i piedi per correre lontano. Senza fare ritorno. Non andare dove sei amata, vai dove amerai.
Che aspetti? Aspetto. Io aspetto. Aspetto che il cervello si decida e liberi da parte di me che vuole volarsene via , così che quella stupida che vuole rimanere, la mia coscienza, si diverta, nello schifo di mondo a cui tiene tanto. Anche se so che senza di lei, perdo anche l'ultimo freno inibitorio e allora sì che volerò.
O come volerò.
Da sola.
Verso l'infinito.
  
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