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Autore: Beauty    05/10/2012    14 recensioni
E se Belle e Rumpelstiltskin si fossero incontrati nella vita reale?
Mr. Gold, attraverso i suoi patti, tiene in pugno l'intera Storybrooke. E' considerato un uomo malvagio e incapace di amare, ma quando Belle French, per saldare i debiti del padre, accetta di lavorare per lui, le cose si rivelano diverse da come appaiono. Ben presto, Belle e Mr. Gold si ritroveranno inaspettatamente a provare dei sentimenti l'uno per l'altra, ma qualcuno intanto sta tramando nell'ombra...
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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A Christmas Carol for a Lonely Heart

 

- Ogni anno mi riprometto di non ridurmi così, e ogni anno mi ritrovo più incasinata di prima!- Mary Margaret sbuffò, appoggiando la fronte sul ripiano della cattedra. Ruby le diede delle pacche sulla spalla, mentre Belle non riusciva a spostare lo sguardo dalla scena di fronte a sé.

Si trovavano nella palestra della scuola elementare di Storybrooke, in cui era stato allestito un palco di legno in occasione dello spettacolo. Le audizioni erano appena terminate – con somma felicità dei timpani di Ruby – ma benché fossero ormai le dieci e mezza di sera, Belle disperava di poter finalmente raggiungere il suo letto in tempi brevi. Lo spettacolo sarebbe stato fra una settimana, e il palco era invaso da alberi di cartone mezzi scoloriti, polistirolo buttato qua e là a casaccio, mobili di fortuna rovesciati, il tutto condito da cocci di oggetti vari e improbabili coriandoli e stelle filanti che qualcuno dei bambini doveva aver sparso.

- Che macello…!- commentò Ruby.- Quasi peggio di Nicholas che cantava Total eclipse of the heart

- Povero piccolo, ha fatto del suo meglio…- tentò di giustificarlo Mary Margaret, nonostante avesse ancora nelle orecchie il suono ben poco piacevole della voce stridula e stonata del ragazzino.

- Non ne dubito, ma resta comunque il fatto che non lo selezionerei mai per America’s got talent.

Belle si alzò dalla seggiola.

- Mary Margaret, che ne facciamo di quel polistirolo?- chiese, indicando la finta neve. - Magari potremmo lasciarlo…

- Non credo, Belle…- mormorò Mary Margaret.- La prima scena è quella nello studio di Scrooge.

- In tal caso…- Ruby si alzò e recuperò tre scope dallo sgabuzzino dei bidelli, lanciandone due alle amiche.- Forza e coraggio, Cenerentole!- rise.

Le tre ragazze si misero al lavoro, in silenzio.

- Hai qualche idea su chi saranno i protagonisti, Mary Margaret?- domandò Belle a un certo punto, ripulendo il pavimento da alcune stelle filanti.

- Scelta ardua, data l’amenità delle voci dei pargoletti!- sbuffò Ruby.

- Penso che la parte di Scrooge andrà a Henry Mills - disse Mary Margaret.- E quella di Belle, la sua fidanzata, a Paige Jefferson. Ava invece potrebbe essere il fantasma del Natale passato, mentre quello del Natale presente forse…

- Henry Mills sarà Scrooge?- fece Ruby.- Che strano, ce lo vedevo più come il piccolo Tim. Sarà felice il sindaco…

- La madre non c’entra niente, lui e Paige sono quelli con la voce meno stridula…

- Comunque, carina l’idea di fare un musical, quest’anno…- commentò Belle.- La trovo originale, come idea. Sei stata tu a proporlo?

- A dire il vero, molti genitori lo speravano - rispose Mary Margaret.- Nessuno l’ha detto esplicitamente, ma le chiacchiere di corridoio si diffondono in fretta. D’altronde, lo spettacolo dei bambini della scuola elementare è l’evento più atteso dell’anno, qui…

- Altro particolare che ci ricorda in che triste buco viviamo…- commentò Ruby, rimettendo in piedi una sedia.- Dio, avete mai pensato a quanto sia patetico?

- A me piace - disse Belle.- I bambini ci mettono sempre tanto impegno, e poi le storie sono molto carine…

- Sì, ma è stucchevole!- esclamò Ruby.- Insomma, hai mai notato chi ci viene? Papà con le telecamere, mamme esultanti e nonnine con le lacrime agli occhi. Per non parlare delle coppiette.

- Le…coppiette?- fece Mary Margaret.

Ruby annuì.

- Sono sempre storie dolci e romantiche. L’ideale per due fidanzatini in vena di effusioni.

- Sei così acida solo perché l’anno scorso non ci sei venuta con nessuno!- ridacchiò Mary Margaret.

Ruby inarcò un sopracciglio.

- Sean invece ci ha portato Ashley, e guarda un po’ che casino è success…- s’interruppe improvvisamente, come ricordando qualcosa.- Che scema, non ve l’ho detto!- afferrò la sedia e ci si sedette a cavalcioni.- La sapete la notizia?

- Che notizia?- chiese Belle, interessata.

Mary Margaret si avvicinò.

- Il padre di Sean si è deciso a non rompere più le scatole!

- Che cosa?- incalzò Belle, sedendosi a sua volta.- Ashley ci aveva detto che l’aveva cacciato di casa…

- E’ così, infatti - disse Ruby. - Ma la settimana scorsa, magia, si è presentato a casa loro!

- E che è successo?- chiese Mary Margaret.

- Beh, a quanto ha detto Ashley, all’inizio ha fatto il sostenuto. Diceva che voleva solo vedere come se la cavava suo figlio, ma poi Alexandra si è messa a piangere. Lui si è avvicinato alla culla, l’ha presa in braccio, e…beh, si è ridotto a un brodo di giuggiole!- Ruby scoppiò a ridere.- A quanto pare s’è deciso a dargli una mano, per il bene della bambina, o almeno così ha detto. Pensate che si è perfino offerto di pagare il matrimonio! Ashley avrà un matrimonio da principessa, statene certe.

- Come sono contenta per lei!- Belle sorrise.- Dopo tutto quello che ha passato, se lo meritava.

- Come ho detto io! Cenerentola diventa regina!- rise Ruby.- Ehi, MM, e tu non dici niente?- incalzò, notando lo sguardo perso dell’amica. Mary Margaret si riscosse.

- Che? Come hai detto, scusa?

- Hai sentito una sola parola di quello che ho detto?

- Io…sì, certo che sì. E’ solo che…- Mary Margaret raddrizzò il capo, schiarendosi la voce. Belle notò che si tratteneva a stento dal sorridere.- Beh…anch’io ho una notizia da darvi…

- Che cosa?

Mary Margaret finalmente sorrise, guardandole entrambe.

- David ha lasciato la moglie!

La maestra non fece in tempo a rendersene conto che le due amiche le erano saltate addosso e le avevano gettato le braccia al collo.

- Era ora!- esclamò Ruby.

- Che farete adesso?- domandò Belle.- Andrete a vivere insieme? Vi sposerete?

- Beh, non credo, è ancora troppo presto, ma…Lui mi ha detto che ama me e che vuole stare con me. E’ un bel passo avanti, no?

- E così, stasera abbiamo non uno, ma ben due lieto fine!- esclamò Ruby, staccandosi da Mary Margaret. La maestra riprese fiato.

- E tu, Ruby, che ci racconti?- Belle assunse improvvisamente un’aria maliziosa. Lei e Mary Margaret si scambiarono un’occhiata complice. Ruby le guardò, perplessa.

- Io?

Le due ragazze annuirono.

- L’ultima volta che siamo state da Granny, io e Belle abbiamo notato che rivolgevi la tua attenzione a qualcosa di particolare…- ghignò Mary Margaret.

- Come dei capelli rossi…e un paio di occhiali…- ridacchiò Belle.

- Oh, e c’era anche un cane dalmata, se non sbaglio…

- Non starete insinuando che mi sono presa una cotta per il dottor Hopper?- sbottò Ruby, arrossendo vistosamente.

- Noi non stiamo insinuando, noi stiamo facendo delle accuse precise!- rise Belle.- E la quantità extra di cacao nel cappuccino del dottor Hopper è un fatto alquanto sospetto…

- E’ solo che ad Archie piace la cioccolata, e allora…

- Oh, è Archie, adesso?

- E dai, smettetela!- Ruby cercò di rimanere seria, ma era evidente che era imbarazzata.- E va bene, va bene, forse ho una cotta per Archie…

- E che c’è di male?- Belle si alzò e riprese la scopa, continuando a pulire.- Il dottor Hopper è una brava persona, e poi innamorarsi è naturale…è una cosa bella, insomma…

Ruby ghignò.

- Sembri molto sicura di quello che dici, Belle…

La ragazza si voltò a guardarla.

- Come?

- Dicevo che sembri molto a tuo agio nel parlare d’amore - Ruby si esaminò le unghie con apparente noncuranza.- Quasi come se ci fosse qualcuno nel tuo cuore, non è vero, Mary Margaret?

Belle avvampò, chiedendosi perché si sentisse improvvisamente tanto a disagio. Ruby stava solo scherzando, in fondo.

- No, Ruby, mi spiace ma sei proprio fuori strada.

Ruby sbuffò.

- E che cavolo, Belle, quando ti deciderai a innamorarti finalmente di qualcuno?- sbottò.- Non hai mai avuto un ragazzo in vita tua, hai quasi diciannove anni e sei ancora tristemente vergine, quando un tipo ti guarda per strada tu distogli lo sguardo, mi sembri una suora!

- Non posso amare qualcuno a comando, Ruby - disse, concentrandosi sul liberare il palco dal polistirolo.- Sto solo aspettando la persona giusta…

- Ma ci dev’essere qualcuno che t’interessi!- insistette Ruby. - Che ne so…come si chiamava quel tipo che ti faceva la corte…ah, sì, Gaston!

Belle sentì un tuffo al cuore.

- Ehm…no, lui non fa per me…

- Lo dicevo, io. Una suora!

- A parte questo, Belle, anch’io penso che dovresti uscire dal guscio - Mary Margaret, alzandosi dal pavimento e andandole incontro.- Che ne so, esci, vedi qualcuno…stai tutto il giorno chiusa in quel posto insieme al signor Gold. Che, diciamocelo, non è esattamente la migliore delle compagnie. Belle…io e Ruby stiamo veramente cominciando a preoccuparci, per te, lo sai?- Belle la guardò negli occhi.- Da quando lavori per quell’uomo…ecco, sei…come dire…diversa. Non vorrei che Gold stesse avendo delle cattive influenze su di te.

- No, lui…Mary Margaret, so che sembra assurdo, ma sto cominciando a pensare che il signor Gold non sia così…

Belle s’interruppe, notando con la coda dell’occhio l’espressione di Ruby. La ragazza s’era irrigidita, fissava un punto indistinto di fronte a sé e si mordeva il labbro inferiore.

- Ruby?- chiamò Belle.- Ruby, ti senti bene?

- Sì, io…sto bene, è solo che…non mi piace parlare del signor Gold - rispose Ruby, senza guardarla.- Io non so come tu faccia a sopportare la vicinanza con una persona del genere…

- Che intendi dire?

- Sono anni che si diverte a dissanguare me e mia nonna - il tono di voce di Ruby s’indurì ancora di più.- Il mese scorso è venuto da noi, e ci ha detto che l’affitto era raddoppiato. Il Bed & Breakfast è tutto quello che rimane dei miei genitori. Mia nonna mi ha cresciuta, ha tirato avanti quel posto da sola, e io la vedo ogni giorno più stanca e più preoccupata per colpa di quella serpe. Per favore, ragazze, non parlatemi del signor Gold. Non stasera.

Ruby si alzò e afferrò nuovamente la scopa, riprendendo a pulire. Le due ragazze fecero altrettanto.

Continuarono in silenzio fino a quasi mezzanotte. Uscirono insieme dalla palestra e si salutarono; Ruby era tornata sorridente, sembrava più serena di prima, quasi avesse dimenticato tutto ciò che aveva detto, ma Belle non poté fare a meno di pensarci durante tutto il tragitto di ritorno, entrando in casa e mettendosi a letto con le parole dell’amica che le frullavano in testa.

Si sentiva stranamente in colpa. Ma non sapeva perché.

 

***

 

Henry Mills uscì da casa trotterellando, avviandosi verso il parco giochi con il libro di favole sottobraccio. Jefferson faceva i turni extra all’ospedale nel week-end, e quindi, se non pioveva o non faceva troppo freddo, Paige in sua assenza andava a giocare al parco. Henry gettò un’occhiata al cielo: quel giorno era nuvoloso e c’era un vento leggero, ma la neve sulle strade si stava sciogliendo e con un po’ di fortuna non avrebbe piovuto. Sì, forse avrebbe trovato Paige.

Tuttavia, Henry non si sentì per niente sollevato quando la vide. Si sarebbe aspettato di trovarla in bicicletta con le sue due amiche del cuore, oppure sull’altalena, o a giocare a nascondino con Ava e Nicholas. Invece, Paige se ne stava da sola seduta su una panchina, i capelli biondi seminascosti dalla cuffia calata sul capo e infagottata nel suo solito cappottino blu un po’ stinto. Il kilt che indossava sopra il collant era troppo leggero per quella giornata, ma lei non sembrava soffrire il freddo, se ne restava immobile con le gambe penzoloni e lo sguardo fisso di fronte a sé.

Henry le si avvicinò, e vide che aveva gli occhi cerchiati, come se avesse pianto.

- Ehm…ciao…- disse, intuendo al volo che ci fosse qualcosa che non andava.

- Ciao - pigolò Paige, senza guardarlo.

- Io…ehm…come stai?

Paige fece spallucce, sempre con lo sguardo fisso di fronte a sé. Henry si sentì improvvisamente a disagio. Non gli era mai capitato di trovarsi di fronte a un atteggiamento del genere.

- Sai che hanno assegnato le parti per lo spettacolo dell’Epifania?- disse, tanto per dire qualcosa.- Io sarò Scrooge e tu Belle, la sua fidanzata…Hai capito? Belle. Proprio come la protagonista della favola - sollevò il libro per mostrarglielo, ma Paige non gli badò.

Henry si sentì ancora più a disagio.

- Pensavo…pensavo che potessimo continuare a leggere la storia…oppure giocare, se preferisci…

- Io non posso più giocare con te!- sbottò Paige, scoppiando in lacrime.

Henry arrossì. Non gli era mai successo di vedere una femmina piangere! Aiuto, che si faceva in quei casi?

Paige singhiozzò, asciugandosi le lacrime con la manica del cappotto.

- Io e te non possiamo più essere amici.

- Ma…ma perché?- riuscì a balbettare Henry.

Paige cercò di calmarsi.

- La tua mamma si è arrabbiata con il mio papà - disse.- Quella sera che sei venuto da me. Ha detto al mio papà che mi avrebbe portata via da lui.

- La mia mamma ha fatto questo?- Henry era incredulo.

Paige annuì.

- E’ per questo. Se sto con te, tua madre mi porterà via da mio padre.

Henry ammutolì. Non si sarebbe mai aspettato una cosa del genere, anche se, pensandoci bene, non era del tutto improbabile. Lui voleva bene a sua madre – la sua madre adottiva –, ma sin da piccolo si era reso conto che c’era qualcosa che non andava in lei. Regina era severa, questo sì, ma c’era qualcosa di più. Sua madre aveva un carattere molto particolare, forte e deciso, ma a volte anche straordinariamente egocentrico e accentratore. Pretendeva che tutto le fosse dovuto, voleva tutte le attenzioni su di sé, e se non aveva ciò che desiderava, allora faceva di tutto per ottenerlo. E con di tutto intendeva proprio di tutto. Senza contare che, sebbene con lui il più delle volte fosse gentile e si dimostrasse affettuosa, di tanto in tanto, quand’era nervosa o c’era qualcosa che non andava al lavoro, rivelava un lato di lei che era stato sepolto con molta cura, una parte aggressiva e isterica, che non tardava a sfogare nei modi peggiori. Era stato anche per questo che Henry aveva cercato di rintracciare sua madre, la sua madre naturale. E da quando Emma Swann era arrivata a Storybrooke ed era diventata Vicesceriffo…

Un momento.

Henry ebbe un’improvvisa illuminazione. Si sedette sulla panchina accanto a Paige.

- Mia madre non ti porterà via da tuo padre - disse con sicurezza.- Se proverà a farlo, lo dirò alla mia altra mamma che la fermerà.

- Altra mamma?- fece Paige, stupita.

Henry annuì, sorridendo.

- Io ho due mamme. Una è il Vicesceriffo Swann. Lei è la giustizia, e se mia madre cercherà di portarti via, la fermerà.

- Ne…ne sei sicuro?

- Sicurissimo. Allora…- Henry esitò.- Amici?- le tese una mano.

Paige si asciugò gli occhi, quindi sorrise e gli strinse la mano.

- Amici.

La ragazzina si avvicinò di più a lui.

- Continuiamo a leggere la favola, vuoi?

Henry annuì, aprendo il libro. Paige si sporse per vedere meglio.

- Che cosa succede ora?

- La Bestia si è innamorata della Bella.

 

***

 

La palestra della scuola era gremita di persone, la maggior parte delle quali in piedi con la schiena appoggiata contro la parete o accovacciata sul pavimento. Solo pochi fortunati erano riusciti ad accaparrarsi una seggiola, e la gente non smetteva di entrare dalla porta. Tutte le luci erano spente, fatta eccezione per i riflettori puntati sul palcoscenico di legno, dove il fantasma del Natale passato stava mostrando al vecchio e avido Scrooge il suo primo incontro con la donna amata.

- Beh, direi che per ora non se la stanno cavando male…- bisbigliò Mary Margaret all’orecchio di Belle, mentre sul palcoscenico il coro dei bambini stava intonando una canzone che mischiava i testi di I’m wishing on a star da 10th Kingdom e Wishing you were somehow here again da Il Fantasma dell’Opéra.

- E tu che eri preoccupata!- ridacchiò Belle di rimando. Mary Margaret sorrise, decisamente rincuorata.

La canzone terminò. Ora veniva il momento del triste addio fra i due innamorati.

Belle si girò a guardare la folla alle sue spalle. Ruby e Mary Margaret avevano ragione, c’era mezza Storybrooke quella sera. Ovviamente Moe non c’era – anche se questo sotto sotto non era un male, pensò la ragazza –, e nemmeno Gaston. Belle aveva tremato al pensiero di poterselo ritrovare di fronte quella sera, ma fortunatamente il ragazzo non s’era fatto vedere. Il ricordo del messaggio che le aveva inviato il giorno di Natale la faceva ancora rabbrividire, benché fossero passate ormai due settimane senza che succedesse nulla. Comunque, Belle non si sentiva ancora abbastanza tranquilla da permettersi di abbassare le antenne.

La ragazza si girò nuovamente, senza sapere bene cosa stesse cercando. Individuò senza problemi volti noti – Ruby, Granny, Sean e Ashley, il dottor Hopper e il Vicesceriffo Swann, sicuramente venuta per assistere alla recita del figlio, Leroy e David Nolan –, ma presto la sua attenzione venne attirata da qualcuno che mai si sarebbe aspettata di vedere quella sera.

Belle si voltò di scatto, quindi si alzò dalla seggiola sotto lo sguardo interrogativo di Mary Margaret. La ragazza costeggiò il muro con discrezione, cercando di non farsi notare per non disturbare lo spettacolo, raggiungendo nella penombra l’uomo che se ne stava in disparte, in piedi in un angolo in fondo alla palestra.

- Buona sera, signor Gold!- bisbigliò, abbastanza forte per farsi notare dall’uomo.

- Buona sera, Belle…- rispose Gold, con una smorfia.

Belle sorrise, appoggiandosi al muro accanto a lui. Gold le lanciò un’occhiata in tralice.

- Non mi aspettavo di trovarti qui…

- Potrei dire lo stesso di lei…- sorrise Belle.- Le piace lo spettacolo?

- Non sono qui per lo spettacolo, dearie - rispose il signor Gold, secco.- Dovevo incontrare una persona, e lei mi ha dato appuntamento qui stasera.

Belle seguì lo sguardo del signor Gold, individuando fra le persone sedute il sindaco Mills. La donna sedeva rigida e non sembrava prestare troppa attenzione allo spettacolo. La sua espressione era più dura e impassibile del solito. Belle non ci avrebbe messo la mano sul fuoco, ma era molto probabile che lei e il signor Gold avessero discusso di soldi. E che Regina Mills fosse uscita sconfitta dal diverbio.

- Però è rimasto - disse, un po’ per cambiare argomento e un po’ perché davvero era incuriosita.- Quindi le piace…

- Ammetto che sia sopportabile. E tu, che cosa ci fai qui? Apprezzi anche tu questo genere di sciocco intrattenimento?

- A dire il vero, ho aiutato la maestra Blanchard ad allestire lo spettacolo, ma comunque, sì. Apprezzo anch’io questo genere di sciocco intrattenimento.

- Lo immaginavo.

- Come sempre. Lei ha un grande intuito.

Gold non rispose, limitandosi all’ennesima smorfia. Rimasero in silenzio per tutto il resto della rappresentazione. Quando lo spettacolo finì e i bambini si fecero avanti per l’inchino, Belle batté le mani con entusiasmo, unendosi all’applauso generale. Il signor Gold alzò gli occhi al cielo.

- Si unisca a noi, se lo sono meritato!- esclamò Belle, ma Gold non si degnò di risponderle.

- Direi che la tortura è terminata - commentò l’uomo, afferrando il suo bastone.

Belle sbuffò. Gettò un’occhiata all’orologio.

- E’ ancora presto. Le va di fare un giro?- propose, chiedendosi immediatamente perché le fosse venuta un’idea simile. O meglio, perché l’avesse detta ad alta voce. L’idea in sé non le dispiaceva, in fondo.

- E dove, dearie?- Gold la squadrò inarcando un sopracciglio.

Belle fece spallucce.

- Da nessuna parte. Un giro e basta. Non l’ha mai fatto?

- No.

- Beh, è l’occasione buona per provare - Belle indossò il cappotto.- Andiamo! Solo cinque minuti! Se si annoia, può sempre piantarmi in mezzo alla strada e andarsene.

- Non lo farei mai - disse il signor Gold, uscendo insieme a lei.

- Lei è un vero gentiluomo!- rise Belle.

- Non è questo, è che reputo impossibile anche per me salvarmi dalle tue chiacchiere.

Belle rise nuovamente, camminandogli a fianco.

 

***

 

- Ma quella non è la figlia del fioraio?- bisbigliò Leroy, rivolto a Graham, indicando la ragazza che era appena uscita in compagnia del signor Gold.

- Parrebbe di sì - lo Sceriffo si passò una mano fra i capelli.- Mi pare che si chiami Annabelle, o Isobel…

- Isabelle - lo corresse Ruby, acida. Granny scoccò un’occhiata a sua nipote. La ragazza teneva le mascelle serrate, e i suoi occhi si erano ridotti a due fessure.

- Ho sentito dire che lavora per Gold - s’intromise Emma. - Moe French deve aver combinato qualche casino, povera ragazza…

- A me non sembrava tanto dispiaciuta - borbottò Leroy.- Da quando in qua esci con il tuo capo?

- Non sono usciti insieme!- protestò Ashley, leggermente sconcertata.

- Quante persone hai visto uscire da quella porta?

- Ma sono solo usciti insieme, non vuol dire che…

- …che sono usciti insieme?

- La volete piantare con questo stupido gioco di parole?!- sbottò Ruby, con le guance arrossate.

- Ti senti bene?- le domandò Granny.

- Sì. Sì, sto bene - rispose la ragazza, senza guardarla.- Lei…Belle non lo farebbe mai…

- Non farebbe mai, che cosa?- fece una voce alle loro spalle. Tutti si voltarono.

Regina se ne stava a braccia conserte, lo sguardo puntato sul gruppo.

- A me pare che le cose siano abbastanza chiare - aggiunse il sindaco.- L’avanzo di galera ha ragione: non ho mai visto una ragazza guardare in quel modo il proprio capo, né il signor Gold provare così tanto affetto per una persona…

- Avanzo di galera, a chi, strega?- ringhiò Leroy.

- Il signor Gold che prova affetto per qualcuno?- Sean scoppiò in una sonora risata.- Per carità, è inconcepibile anche solo da pensare!

- Questo è vero - ghignò David, stringendo a sé una perplessa Mary Margaret.- Ma è ancora più inconcepibile che qualcuno possa provare affetto per lui. Sarebbe come affezionarsi a un cobra!

Tutti scoppiarono in una risata liberatoria, ma il sorriso di Ashley era tirato almeno quanto la risata di Mary Margaret era forzata. Ruby non si unì all’ilarità – vera o falsa che fosse –, tenendo lo sguardo fisso sulla porta della palestra.

Regina seguì il suo sguardo, indispettita per non aver colpito nel segno. Ma, forse, si disse, era solo questione di tempo. David Nolan aveva buttato l’intera questione sul ridere, ma Storybrooke era una cittadina piccola, e i pettegolezzi non tardavano a divenire notizia di cronaca. Se le dicerie riguardanti il signor Gold e Isabelle French erano infondate, allora non la riguardava. Ma se invece quello che pensava era vero, allora la cosa si sarebbe potuta evolvere a proprio vantaggio.

Doveva solo scoprire se i suoi sospetti erano veri.

 

***

 

A Belle piaceva passeggiare lungo il molo. Le piaceva l’odore dell’acqua e il suono delle onde che s’infrangevano contro gli scogli. Anche al signor Gold piaceva, o almeno così le sembrava. Continuava a sbirciare la sua espressione per capire che cosa stesse pensando in quel momento, ma quell’uomo era come un libro sigillato.

- Hai detto di aver aiutato la signorina Blanchard ad allestire lo spettacolo - disse a un certo punto il libro sigillato.- Posso chiederti come mai?

Belle si strinse nelle spalle. Era la prima volta che il signor Gold attaccava discorso per primo; in genere era lei a farlo.

- Mary Margaret è un’amica, le ho fatto un favore. E poi, mi piaceva la storia - rispose.- Io adoro A Christmas Carol. Credo che sia una storia molto commovente.

- Ho letto il libro, una volta. Troppo sentimentale e buonista, per i miei gusti.

- Mai un’opinione positiva dalle sue labbra, eh?- rise Belle.

- Dico solo ciò che penso. E reputo impossibile che una persona cambi completamente carattere solo a seguito di un sogno, o un’improbabile visita dall’aldilà, o il ricordo di un amore.

- Si può imparare dai propri sbagli - disse Belle, distogliendo lo sguardo.- E non lo dico per fare la moralista. Scrooge era un uomo solo, in fondo, credo che si fosse pentito di aver respinto la donna che amava.

- L’ha fatto in nome di ciò che riteneva più importante - ghignò Gold.- E, personalmente, non mi sono mai pentito delle mie scelte.

- Oh!- esclamò Belle.- Quindi, lei ammette di sentirsi solo?

- Ci risiamo con la psicanalisi.

- Scusi.

- Ammetto di essere una specie di Scrooge - concesse il signor Gold. Guardò negli occhi la ragazza, con il suo solito ghigno sulle labbra.- Non sono un uomo buono, dearie, questo l’avrai compreso da te. E non mi lascio intenerire se di mezzo c’è un accordo da rispettare.

- Così non permette agli altri di vedere il buono in lei.

- Ti ho già detto che non c’è molta bontà in me. E sono un uomo difficile da amare.

- Questo è quello che pensa lei - borbottò Belle.- Io non credo sia così. Penso che sia lei che non permette agli altri di avvicinarsi.

- La maggior parte delle persone che fingono di volermi conoscere hanno un secondo fine. Conoscere i punti deboli della bestia e approfittarsene, il più delle volte. Non mi fido di nessuno, dearie.

- Nemmeno di me?

Gold non rispose, né la guardò. Belle si sentì infinitamente stupida per aver posto quella domanda.

Il signor Gold la riaccompagnò a casa come ogni sera.

- Te la senti di venire al lavoro, domani?- le chiese, non appena furono sulla porta di casa. - Hai lavorato anche per la signorina Blanchard, stasera, devi essere stanca…

La ragazza lo guardò, sorpresa. Era la prima volta che Gold s’interessava a come lei stesse. Si sentì arrossire, ma trovò la sensazione stranamente piacevole.

- Se vuoi, domani puoi riposarti…

- No!- si affrettò a dire Belle.- No, io…sto bene, grazie…

Il signor Gold ghignò.

- Spero tu sia sicura di quello che dici, non sperare che te lo chieda di nuovo.

- Non voglio che lo faccia. Verrò al lavoro volentieri - Belle aprì la porta.- Allora, buona notte…e…beh, grazie per…aver fatto un giro con me…

Gold sorrise.

- E’ stato un piacere, Belle.

La ragazza sorrise, ed entrò in casa.

Non appena mise piede dentro, Belle sentì dei rumori provenire dalla cucina, quindi dei passi strascicati coronati da vistose imprecazioni. Maurice fece capolino sulla porta, ubriaco come sempre.

- Dove cazzo sei stata tutto questo tempo, stronzetta?- biascicò.

Belle indietreggiò.

- Allo spettacolo di Mary Margaret - rispose, cauta.

- Quella merda è finita almeno un’ora fa. Con chi cazzo eri?

- Ho fatto una passeggiata.

- Stronzate!- urlò Maurice.- Con chi eri? Con quel coglione del figlio di Prince?

Nel sentire il nome di Gaston, la ragazza dimenticò per un attimo la sua paura.

- Per una volta hai ragione, papà. Gaston è un coglione.

Belle si voltò, prendendo a salire velocemente le scale. Maurice ringhiò, battendo un pugno sul muro così violento da far tremare la porta.

- Se ti becco a fare la puttana con chissà chi, parola mia che ti ammazzo, troia!- urlò.

Belle accelerò il passo, correndo lungo il corridoio fino a raggiungere la sua stanza. Vi scivolò dentro, quindi serrò la porta e la chiuse a chiave. Era un’abitudine che aveva preso fin da ragazzina, quando suo padre era più irritabile del solito.

Belle stette ad ascoltare le imprecazioni di suo padre, finché non lo sentì attraversare il corridoio incespicando nei mobili, fino a raggiungere la propria camera da letto, per poi entrarci sbattendo la porta. Solo quando i rumori furono cessati si concesse nuovamente il lusso di riprendere a respirare.

Belle si gettò sul letto, fissando il soffitto.

La maggior parte delle minacce di suo padre si erano sempre rivelate infondate, o comunque meno gravi di quanto decantato, ma la ragazza era sicura che, se avesse detto a Moe che per tutto quel tempo era stata in compagnia del signor Gold, allora l’avrebbe davvero ammazzata.

Belle si accorse che le sue guance avevano ancora un colorito roseo. L’interessamento di Gold per lei le aveva fatto piacere, era inutile negarlo. Così come le aveva fatto piacere la passeggiata in sua compagnia. E quando l’aveva chiamata per nome…La ragazza si era resa conto che il signor Gold, benché si ostinasse a volerla chiamare dearie, stava prendendo l’abitudine di chiamarla Belle. E questo non le dispiaceva affatto, anzi. Era stato bello, quella sera, quando l’aveva fatto.

Sarebbe stato tutto perfetto, se lei alla fine non se ne fosse uscita con quella frase idiota.

Grazie per aver fatto un giro con me.

Belle gemette, affondando il viso nel cuscino.

Isabelle French, tu sei una cretina!

 

Angolo Autrice: Ebbene sì, sono ancora viva XD. Magari qualche spiritosone, vedendo che non aggiornavo, avrà pensato “vabbé, è morta”. No, dolcezza, io vivo eccome XD. Questo per dirvi che mi dispiace per questo clamoroso ritardo, cercherò di essere puntuale, in futuro.

Dunque, chi ha visto il primo episodio della seconda stagione di OUAT? Chi non è svenuto nel vedere il bacio fra Belle e Rumpel, nonché tutte le scene fra di loro? Io ho gongolato per un’ora di fronte al pc, giuro…Eh, sì, pc…a questo proposito (e sono serissima), devo fare un appello: siccome quando sono nata qualche fata maligna deve avermi fatto un malocchio tecnologico, domenica scorsa ho combinato un casino con il digitale e mi sono persa la prima puntata, che ho visto in inglese su You Tube…quindi, per favore, qualche anima pia potrebbe dirmi se è effettivamente su ABC la domenica e a che ora inizia? E’ un appello serio, giuro, domenica scorsa ero disperata :’(.

Non mi resta che ringraziare a_lena, Lady Palma, LifeCristal, sosia, e Tinotina per aver aggiunto questa ff alle seguite, LadyAndromeda per averla aggiunta alle seguite e per la sua recensione, Chihiro, GaaRamaru e Rayne per averla aggiunta alle ricordate, elechan33, Naill, qwerty123, e Rachel_Star per averla aggiunta alle preferite e Valentina_P, Samirina, Daniawen, Niniel Virgo e Sylphs per aver recensito.

Ciao a tutti, ci vediamo al prossimo capitolo :).

Dora93

  
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