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Autore: I_me_mine    06/10/2012    2 recensioni
Juditte Evelyn Wood : una ragazza come tante,sognava una vita come quella di tante ,una famiglia come quella di tante.
Invece il destino la ricondurrà al luogo dove tutto il suo dolore ebbe inizio anni addietro ,il luogo che la cambierà ancora una volta e per sempre.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“Jude!”

Lo sguardo di Marianne era serio e preoccupato.

“Non farmi mai più una cosa del genere,mai più..sei tutto ciò che mi rimane..”

Abbassai lo sguardo e fissai la ghiaia del vialetto in tutte le sue forme.
Non sapevo cosa dire o fare; così come avevo fatto con mia madre,le avevo procurato un dolore che difficilmente mi avrebbe perdonato.

Osservai attentamente la piega delle labbra  screpolate in una smorfia indecifrabile;il vento estivo le scompigliava i capelli mentre lei tentava di bloccare la leggera gonna di seta scura per ripararsi.

Inaspettatamente si fece avanti più sicura di quanto non lo fosse mai stata e mi strinse a sé ,senza più esitazioni,colma di amore,dolcezza,che finalmente non temeva di dimostrare.

Le lacrime fuoriuscirono ma questa volta furono per una qualche gioia profonda che attendevo da anni.
Non importava quanto fossi stata lontana,quanto fosse triste e priva di sbocchi interessanti: Liverpool era la mia casa!
                                                                                 
                                                                   
 

I mesi seguenti passarono incredibilmente serenamente e presto anche l’estate finì per lasciar spazio ad un freddo e ricco invero.

Dei Querrymen erano rimasti solo George ,John e Paul .
Oramai le speranze di quei ragazzi andavano  affievolendosi :tra alti e bassi,abbandoni e ritorni,portando avanti un gruppo al quale mancava qualche pezzo.

Io dal mio canto non sapevo come aiutarli se non incoraggiandoli e ricordandogli costantemente quanto fossero incredibili.
Ma a questo problema John pareva avesse trovato una soluzione.
 
“Ragazzi”

John arrivò correndo avvolto nel suo cappotto e con la chitarra a tracolla.

Io ,Paul e George eravamo già a casa di quest’ultimo ad attendere che il signor Lennon si degnasse di arrivare.

“Finalmente si fa vivo ,sua altezza!” dissi ironica.

“Yeeh,guarda,ti ho disegnato una coroncina,è per lei regina Johanna”

Paul fece sventolare a mezz’aria un foglio con alcune scritte a penna e al centro lo scarabocchio irregolare di una corona sfoggiando un’espressione da bambino ritratto nel momento migliore dei suoi giochi.

Il ragazzo  doveva portare con sé qualche grande notizia perché  ignorò la mia frecciatina ,che in tempi non sospetti avrebbe senza ombra di dubbio utilizzato a mio sfavore; inoltre non si curò della presa in giro dell’amico e anzi mi prese in braccio facendomi  compiere un piccolo giro.

“Avanti John,che hai?” disse Paul  sollevando la schiena dalla poltrona come punto da qualcosa che d’un tratto lo infastidiva.

John lo spintonò amichevolmente “Ricordate Stuart Sutcliffe?”

“Si,l’artista,il tuo amico..che fa,vuole farti posare per lui,eh John?” disse divertito George.

“Non dire cazzate! Ora vi spiego..”

“Si magari prima di Natale Lennon” aggiunsi io in preda alla curiosità.

“Ora ci arrivo, Belzejude” mimò un sorriso forzato poi continuò “Stuart ha venduto un suo quadro..”

“e..??” esordimmo noialtri.

“E ha comprato un basso!”

I nostri sguardi interrogativi lasciarono deluso John che evidentemente aveva sperato in una  reazione differente mentre noi tentavamo invano di scoprire il collegamento che si celava tra quell’acquisto e la gioia di John.

“Suonerà con noi,sveglia ragazzi!!!” Aggiunse allora facendo roteare gli occhi.

“Sei serio? Ma ne sarà almeno capace??” Paul sbarrò gli occhi .

“Ovvio,non farti tante paranoie Paul,dai..a proposito l’ho invitato questo pomeriggio!”

Il ragazzo dagli occhi verdi si lasciò nuovamente cadere sulla poltrona sbuffando.

“Beh ,potevi almeno avvisarmi” disse George “Sai com’è..è casa mia” e prese posto sulla poltrona accanto alla mia.

“L’ho appena fatto” Rispose John con un sorriso furbo che mostrava l’intera dentatura.

George sospirò scuotendo la testa “ ora ci manca solo un batterista fisso..” aggiunse.

In tutto ciò Paul continuava ad avere un’espressione seria e cupa e questo non era assolutamente da lui.
Di solito era il più allegro e motivato di tutti,cercava sempre di far filare le cose nel migliore dei modi tanto da sfiorare il perfezionismo talvolta.

“Paul..qualcosa non va?” gli dissi dolcemente.

Lui mi sorrise quasi destandosi da qualche pensiero “No piccola,nessun problema,tranquilla!”mi fece un occhiolino.
Non poteva risolvere sempre tutto usufruendo del suo sguardo magnetico;sapevo bene che qualcosa gli frullava per la testa e di certo non avevo intenzione di dargliela vinta.

“A questo punto è il caso che io tolga il disturbo..” affermai sistemandomi delicatamente la gonna a pieghe sgualcita.

“Ma no,no,resta Jude..devi conoscere Stu anche tu!” mi bloccò John “sei o no la fan numero uno del nostro gruppo?”

“Certo che lo sono!” Sorrisi arrendendomi a quelle suppliche.
“E allora resta!” concluse George.

“Ok,sapete essere molto persuasivi voi!” e mantenendomi la gonna mi accomodai nuovamente mentre i ragazzi iniziavano a suonare la mia canzone preferita.
 
Well, since my baby left me, 
I found a new place to dwell


Mi lasciai trasportare dall’incanto di quelle note.
 
It's down at the end of lonely street 
at Heartbreak Hotel 

 
Il loro modo di far musica era unico.
                                                           

                                                                                              
                                                                                                    ♦



“ Allora McCartney! Forse con i tuoi amici puoi celare il malcontento che ti si legge chiaro in volto,ma non con me ,sai?”

Mi fissò con sguardo tenero e rassegnato e sospirò.

“Sei una cara ragazza Jude,non dovresti preoccuparti sempre così  per tutti..ci sono cose che non si possono risolvere tanto facilmente!” Mi accarezzò leggermente il volto provocandomi il conseguente rossore.

Abbassai lo sguardo mentre Paul prese a fischiettare una melodia che non conoscevo .

Non mi aveva detto cosa provasse,ma non aveva nemmeno negato di essere in pena per una qualche faccenda misteriosa..perché ,a giudicare dall’inspiegabile volontà del ragazzo di non dire nulla a nessuno ,di mistero si trattava !

“No Paul,così non va proprio bene,non hai risposto mica alla mia doman..”
Fui interrotta dal suono acuto del campanello.

“Non finisce qui !” Gli lanciai un’occhiata accusatoria alla quale Paul rispose con un’alzata di braccia.

“Ragazzi miei,vi presento Stuart!” disse John  conducendo nel salone il ragazzo.

In quell’istante capii perché John non facesse altro che parlarci di lui.
Indossava un paio di occhiali da sole ed un maglioncino nero a collo alto; Era un ragazzo minuto ,non particolarmente alto,si muoveva come aleggiasse in quella stanza: la creatività si poteva quasi respirare!

Tolse le lenti scure e mostrò un paio di occhi magnetici.

Aveva un fascino nel modo in cui compiva ogni gesto,nel modo in cui parlava…era una di quelle persone che non puoi fare a meno di fissare e restarne ammaliata !

“Piacere , George,il proprietario di casa!” George porse immediatamente la mano al ragazzo e  da perfetto padrone gli offrì qualche biscotto che la madre aveva gentilmente preparato e dei quali lui era ghiotto.

Paul esitò qualche istante poi si fece avanti anche lui fingendo un sorrisino stentato “Ehilà Stu,come te la passi?”

Da qualche tempo John parlava continuamente di Stuart e del suo talento,di quanto fosse bravo e intelligente e sospettavo che Paul ne fosse geloso.

“Io sono Jude,piacere” fui titubante per qualche istante.

Era molto difficile sostenere quello sguardo.

“Jude..” pronunciò quel nome come stesse cercando di scovarne qualcosa,poi proseguì semplicemente aprendosi in un sorriso mozzafiato “bel nome!”

“Beh,che ne dite di provare qualcosa ragazzi? Così ,per scioglierci un po’!” John era estremamente felice di quella situazione e fremeva perché tutto iniziasse ad andare per il meglio mente io,oramai totalmente persa nell’esaminare i lineamenti di quel ragazzo,non ero per nulla dispiaciuta del nuovo “acquisto”.

“Non sono un granché,devo dirvelo! Ma John è un caro amico ..ha insistito e..mi aiuterete spero?” sorrise ancora una volta e a me girò la testa.

“Piantala Stu ! prendi quel basso e smettila di fare tante chiacchiere” John gli diede una gomitata mentre George e Paul  ora si scambiavano un’occhiata tra l’interrogativo e il perplesso.

“one two three ,four!”

 

                                                                                           ♦



Era vero.

Stuart non si poteva minimamente paragonare ,in quanto  a competenza musicale,agli altri tre!

Ma aveva un qualcosa che nel complesso lo rendeva esattamente adatto al gruppo.
Magari non era un grande musicista,ma anche l’occhio vuole la sua parte e questo John lo aveva compreso molto bene!

L’unico problema era e rimaneva sempre uno: Paul.

Quando Stu lasciò la casa degli Harrison quella sera,non fece altro che ripetere a John quanto poco conoscesse lo strumento e che di certo non avrebbe giovato alle possibilità future del gruppo.

Ma John non voleva saperne,era ostinato nella sua idea di tenere Stuart nella band,con o senza l’approvazione di Paul!

“Dì la verità ,hai paura che le ragazze non bazzichino sempre e solo attorno al tuo bel faccino,eh?” John avvicinò il viso a quello del compagno con fare di sfida.

“Non dire cazzate John! Sto parlando seriamente e tu mi pare voglia perseverare in questa assurdità..ti rendi conto che non è capace?”

“Porca miseria Paul,dagli una possibilità! Lascia che prenda la mano,imparerà..come ho imparato io,come hai imparato tu,è solo questione di tempo!”

“Ragazzi,penso che la questione sia veramente insensata..” George cercò di pacare quell’atmosfera tesa ma nessuno dei due ragazzi gli diede ascolto.

Mi avvicinai a lui e prendendolo per un braccio lo tirai via.

Le sfuriate di quei due sapevano essere molto esagerate e spesso George ci andava di mezzo ingiustamente.

“Al diavolo John,non voglio continuare questa discussione..non si va da nessuna parte”

Paul infilò il giaccone scuro e uscendo all’esterno si accese una sigaretta. Andò avanti e indietro per tutto il tempo,tentando di smaltire il nervoso,poi rientrò con un volto apparentemente più disteso.

“Ok,va bene,proviamoci…ma al primo errore se non lo cacci vado via io John,te l’ho promesso!”

“Staremo a vedere!” rispose l’altro.

Tirai un sospiro di sollievo “Si è fatto tardi ragazzi,direi che è ora di andare per me”

Abbracciai Paul “sogni d’oro dolcezza” e poi  John  “Notte belzejude,salutami i diavoletti “poi,dopo aver cacciato una linguaccia rivolta a Lennon ,diedi un bacio sulla guancia di George che mi sussurrò “guarda che ho visto come fissavi  Stu prima..”

“Sei  forse geloso Harrison? Sorrisi divertita.

“Ne parleremo domani ragazzina,ti tengo d’occhio!”

Salutai ancora una volta quei ragazzi e mi lanciai nel breve tragitto tra casa di George e la mia.

Il vento era forte e bastò quel minuscolo frangente per scompigliarmi totalmente i capelli.
Quell’inverno si prospettava interessante.
 





I_Me_Mine: E’ vero,le date non corrispondono assolutamente a quelle reali,ma per inserire la figura di Stu,che fino ad ora avevo lasciato da parte,ho dovuto scombussolare un po’ di cose.
Se avessi scelto di fare la storiografa avrei veramente fatto cilecca la primo colpo!
Perdonatemi !
In ogni caso la storia è del tutto inventata,perciò ho cercato,per non renderla monotona,di non riprendere pari pari gli avvenimenti reali,quindi prendiamo questa cosa come scusa per questo dettaglio xD
Ringrazio la mia fedelissima Helter Skelter per le sue recensioni magnifiche e ringrazio anche tutti coloro che la leggono silenziosamente!
Mi scuso per eventuali errori e a presto :)
 
   
 
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