Serie TV > I Tudors
Segui la storia  |       
Autore: LadyPalma    06/10/2012    1 recensioni
Potranno Caterina e Maria trovare la felicità dopo inganni, tradimenti e fughe? Forse, ma questo è ciò che può accadere dopo. All'inizio c'è solo una lettera e un altro piano dei Bolena!
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
3.


Lucia era rimasta per quasi più di un’ora ferma davanti al Palazzo nel buio ad aspettare qualche segnale che però non era mai arrivato. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per aiutare Maria, ma non sapeva proprio cos’altro poter fare. Sperava solo che quell’uomo avrebbe trovato un modo per farlo più di lei. Immersa nei suoi pensieri, non si accorse della figura che si materializzò affianco a lei.

“State bene?” chiese una voce in tono preoccupato.

“S-si grazie” rispose sussultando per quell’apparizione.

“Oh non intendevo spaventarvi, scusatemi” disse subito quello che appariva alla tenue luce lunare come un ragazzo.

“Non fa niente” disse semplicemente lei sorridendogli, capendo le sue buone intenzioni.

“Ad ogni modo sono Gregory Cromwell” si presentò poi con un cenno del capo “non frequento molto la Corte a dire il vero ma non credo di avervi mai visto, voi chi siete?” domandò poi incuriosito da quella bella ragazza.

Lucia esitò un attimo, poi un sorriso si formò sulle sue labbra. Si, avrebbe fatto qualunque cosa per aiutare la sua amica e aveva un piano per poter arrivare alla verità.

“Sono Lady Lucia, una delle dame della Regina Anna”

**

“Grazie dell’ospitalità, Lady Potter” disse Charles raggiungendo la porta in legno della camera che gli era stata concessa per quella sera.

“Di nulla, Vostra Grazia” rispose l’anziana dona “Piuttosto chi è la graziosa dama che avete portato con voi?” chiese poi con la curiosità tipica di chi è rimasto all’oscuro dai pettegolezzi per troppo tempo.

Charles sorrise a quella domanda, ben ricordava il temperamento della donna, che aveva vissuto a Corte per gran parte della sua vita e solo recentemente si era ritirata nel suo palazzo di famiglia per accudire il marito malato. Aveva sempre avuto un buon rapporto con i coniugi e così, nella sua fuga da WhiteHall aveva pensato di chiedere rifugio per quella notte proprio presso i Potter che non abitavano molto distante. Ovviamente, per quanto potesse avere fiducia in loro, aveva taciuto l’identità della Principessa.

“Una dama” rispose evasivo, certo che non sarebbe bastato alla signora.

“E ha un nome questa dama?” incalzò ancora lei sempre più curiosa.


“Lady Violet” disse dopo un attimo di esitazione.

Lady Potter restò un attimo ferma davanti a lui, aspettandosi di ricevere ulteriori informazioni; quando però non ottenne nessuna risposta, non poté far altro che allontanarsi leggermente irritata e delusa, lasciandosi dietro la risata dell’uomo, che dopo aver aspettato qualche altro secondo, bussò alla porta accanto a quella della sua stanza.

“Come state?” domandò entrando nella stanza, una volta che la porta fu aperta.

“Lady Violet?” chiese confusa Maria, ignorando la domanda.

“Si, è meglio che la gente non sappia chi siate per un po’… E Violet è stato il primo nome che mi è venuto in mente” spiegò semplicemente.
“Il primo nome che vi è venuto in mente?” ripetè la Principessa adesso divertita.

“Ma cos’è, vi divertite a ripetere ciò che dico?” chiese Charles leggermente irritato, con un pesante sospiro.

Non era bastato l’aver rischiato la pelle ed essere adesso praticamente un ricercato, pensava  almeno  che la parte dell’interrogatorio l’avesse affrontata già con Lady Potter e invece adesso doveva anche subire l’ironia di quella ragazza che sembrava parlare solo ripetendo le parole degli altri. E ancora riusciva a credere che quella ragazza fosse proprio la piccola Maria, la figlia di Enrico. Forse era stato un po’ troppo brusco, ma la giovane non sembrava affatto risentita.

“E’ un nome che mi piace molto, insomma avrei voluto dare questo nome a mia figlia, ma non ho ancora avuto il privilegio di averne una” disse finalmente alludendo al matrimonio con Margaret, sorella del Re, che se n’era andata prima di dargli un erede.

Maria percepì la nota di tristezza nella sua voce e così annuì semplicemente, rimanendo un po’ in silenzio.

“E’ un buon nome” disse alla fine, accennando un sorriso.

Sorridendo a sua volta a quella che fondamentalmente era sua nipote, Charles lasciò la stanza, stranamente felice di averla fatta sorridere. Ma quel sorriso era durato solo un attimo e quando la porta fu nuovamente chiusa, la Principessa tornò ad indossare la sua solita espressione triste, e a pensare, a sua madre.

**

Quando Caterina si era svegliata  era già mattina, ma dalle porte e finestre completamente serrate sarebbe stato impossibile saperlo. L’uomo che invece la teneva prigioniera aveva tenuto sotto controllo l’orario per tutto il tempo e aveva seguito alla lettera ciò che gli era stato ordinato, aveva preparato tutto per l’esecuzione del suo piano. Era bastato solamente un bicchiere d’acqua sul tavolino vicino al letto riempito di veleno e quando lei, una volta svegliata, l’avrebbe bevuto, sarebbe stata la sua fine.

“Vi siete svegliata finalmente” disse semplicemente vedendola muoversi.

La Regina continuò ad agitarsi ancora un po’ prima di spalancare gli occhi in preda al terrore. Per un momento, un semplice momento, aveva dimenticato tutto, ma pian piano i ricordi cominciarono a riaffiorare prepotentemente e la scoperta di non trovarsi nel suo letto a The More, né tantomeno quello di WhiteHall, era stata fatale. Si voltò rapidamente e alla vista dell’uomo che stava di fronte al letto, sussultò e balzò subito seduta.

“Voi!” esclamò spalancando ancor di più gli occhi azzurri.

L’uomo di fronte a quello sguardo abbassò lo sguardo, in preda ad un intenso senso di colpa. Si, aveva preparato tutto nei minimi particolari mentre lei dormiva, ma quando si era svegliata, gli era bastato guardarla negli occhi per vederne riflesso la sua convinzione vacillare.
“Perché mi fate questo?” chiese poi la donna quasi disperata costringendolo ad alzare lo sguardo.

“Non sono altro che una pedina e voi lo sapete” rispose lui guardandola.

“E la vostra coscienza?” chiese lei nuovamente mentre l’irritazione cresceva nella sua voce.

“Eseguo gli ordini del Re, come fareste anche voi” rispose lui velocemente, troppo preso nella sua difesa che non si era accorto dell’inconsistenza dell’accusa che aveva appena rivolto alla donna.

“Io eseguo prima gli ordini dettati dalla mia coscienza, e poi voi non state eseguendo quelli del Re adesso, ma dei Bolena, o sbaglio?” ribattè Caterina un’ultima volta prima che un silenzio assoluto si impadronisse della stanza.

L’uomo abbassò nuovamente lo sguardo, improvvisamente indeciso. Forse era il momento di dare ascolto alla sua coscienza e a qualcos’altro che non riusciva ancora ad identificare, ma lo teneva legato a quella donna. Era l’unica che fosse davvero riuscita a tenergli testa, l’unica che avrebbe potuto fargli cambiare idea, l’unica che avrebbe potuto infondergli il desiderio di cambiare stile di vita. Forse sarebbe stata sconfitta lo stesso alla fine, ma non poteva essere lui a condannarla. Era tempo di prendere una decisione.

E intanto Caterina si era avvicinata il bicchiere di veleno alle labbra.
 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > I Tudors / Vai alla pagina dell'autore: LadyPalma