Prigioniero
dei tuoi occhi
Salve
a tutti! Eccomi di
nuovo qui con una one shot Larry. Spero la gradiate e che non ci siano
errori
nello scritto. Nel caso in cui ci fossero, mi scuso u.u Un ultimo
avvertimento:
è un po’ introspettiva ed un po’ triste
come one shot, quindi nel caso siate
sentimentali come me, preparate qualche fazzoletto.
Ora
vi lascio.
Buona
lettura
Mio
:)
Pov Louis
You can call me a
thief
Because you know
your part
I’m only here
Because you stole my heart
One Direction -
Stand up
Un
minuto prima stavo
camminando e scherzando con Harry per le strade di Londra illuminate
dalla luce
di un raro tramonto. Poi, dei fari troppo vicini ad Hazza e non pensai
più. Un
minuto dopo, vedevo Harry sopra di me che mi parlava ma io non riuscivo
a
sentire nulla di ciò che mi diceva, vedevo solo le sue
labbra muoversi senza
capire nulla. L’unica cosa che riuscivo a distinguere bene
erano i suoi occhi
verdi, prima preoccupati e
poi colmi di
lacrime. Un dolore acuto alla testa mi fece sussultare e gemere. Fissai
i miei
occhi ancora una volta in quelli di Harry e poi …
più nulla. Il buio mi avvolse
e tutti i suoni e il mondo intorno a me svanirono.
Pov Harry
All’improvviso
sentii
spingermi da due mani e atterrai dall’altro lato della
strada, sul marciapiede.
Mi girai cercando Louis e lo vidi steso in mezzo alla carreggiata,
immobile. Mi
alzai di corsa e andai da lui. Lo scossi.
-
Louis, alzati – mi fissò
negli occhi ma solo per qualche secondo. Poi li chiuse e non li
riaprì.
-
Boo, apri gli occhi. Non
è divertente, Lou, apri gli occhi!! – sentivo le
lacrime riempirmi gli occhi e
scivolare giù lungo le guance. Mi aveva salvato dalla
macchina che stava per
investirmi. Se fosse morto per colpa mia, non me lo sarei mai
perdonato. Mai.
Chiamai
immediatamente
l’ambulanza cercando di spiegare dove mi trovavo con calma ma
non ci riuscii.
Tuttavia in dieci minuti arrivò. Guardai mentre caricavano
Louis sulla barella mentre
il dottore mi chiese come fosse successo.
-
Lui mi ha spinto per
evitare che una macchina nera, di grossa cilindrata, mi investisse ma
… ha
preso lui, in pieno … - non riuscii a continuare. Stavano
per chiudere le porte
dell’ambulanza quando salii e i medici tentarono di fermarmi.
-
Lasciatemi!! Sono il suo
ragazzo, lasciatemi salire!! – mi lasciarono entrare con lui
solo dopo aver
visto che non l’avrei abbandonato per nessun motivo al mondo
e così ci
dirigemmo verso l’ospedale.
Una
volta li, chiamai la madre
di Louis, Johannah, che arrivò subito dopo. Non appena la
vidi, le andai
incontro e la abbracciai, mentre ricominciavo a piangere come
è più di prima.
-
E’ tutta colpa mia, è
tutta colpa mia … - erano le uniche parole che dicevo: ero
ancora scioccato e
sconvolto e non potevo crederci. Non
volevo crederci. Johannah mi accarezzava la testa.
-
Non è colpa tua Harry …
stai tranquillo … - ma la voce le tremava. Come darle torto?
Uno dei suoi figli
era stato investito e lottava tra la vita e la morte. Io mi stavo
sentendo
malissimo, non osavo immaginare quale fosse il suo stato
d’animo.
-
Harry, chiama i ragazzi
… devono saperlo. – Le sue parole mi arrivarono
come un’eco lontana, ma non li
avrei chiamati. Mandai un messaggio: non ce l’avrei fatta a
raccontare tutto
quello che era successo a voce. Dopo neanche cinque minuti erano tutti
li, che
mi abbracciavano stretti, Niall in primis.
-
Harry … di- dimmi che
non è vero … - Nialler era distrutto quasi quanto
me: aveva gli occhi
arrossati dal pianto e tutte le
guance bagnate di lacrime. Io non riuscivo a rispondere, la voce mi si
era
bloccata in gola e non usciva: scossi solo la testa. Il biondo mi
abbracciò
ancora più stretto e io affondai il viso
nell’incavo del suo collo.
Alzai
gli occhi e vidi
Liam che piangeva e Zayn, che di solito non mostrava mai le sue
emozioni, aveva
le lacrime che gli rigavano lentamente le guancie: abbracciava Liam e
lo
cullava quasi, come se fosse una mamma.
Ci
mettemmo seduti sulle
sedie del corridoio e aspettammo
che
qualcuno venisse a darci qualche notizia sulle condizioni di Louis.
Aspettammo
per ore
interminabili.
Erano
le dieci passate
quando vedemmo finalmente il medico avvicinarsi a noi. Io smisi
finalmente di
fare avanti e indietro per il corridoio, dove ormai mi sembrava di
vedere il
solco dei miei passi sul pavimento.
-
Dottore come sta? –
chiesi subito stringendo la mano di Johannah che mi era affianco.
-
Si è stabilizzato ma ha
un trauma cranico. Il problema è che
… -
il dottore esitò.
-
parli la prego … - la
voce di Zayn era così bassa e roca da far paura, sembrava
uscire
dall’oltretomba e potevo chiaramente percepire la sua
preoccupazione.
-
Il problema è che ancora
non si è svegliato e questo non è un buon segno.
– Altre lacrime iniziarono a
scendermi giù lungo le guancie e senti la madre di Louis
stringermi ancora di
più la mano.
-
L’unica cosa da fare è
aspettare. Mi dispiace. –
-
possiamo vederlo? –
chiese Johannah.
-
Certamente ma solo due
per volta … - e detto questo il medico si dileguò.
Lasciai
che Johannah entrasse
da sola: preferivo lasciare madre e figlio a tu per tu per un
po’ anche se non
vedevo l’ora di vedere Louis, vedere che respirasse, vedere che fosse vivo.
Non
sentii che Niall mi
chiamava fin quando non avvertii la sua mano calda sul braccio che mi
fece
sobbalzare.
-
Harry … noi andiamo … -
-
Andate? Di già? E Louis?
– ero completamente spaesato.
-
Siamo appena usciti
dalla sua stanza, non te ne sei accorto? –
Scossi
la testa. Guardai
l’orologio: le 23.35. Quanto tempo avevo passato a pensare?
-
Andrà tutto bene Hazza …
fidati di me … - mi lasciò un bacio leggero sulla
guancia, dolcissimo come era
solito fare, prima di aggiungere – ti aspettiamo a casa.
– e se ne andò.
Iniziai
ad incamminarmi
verso la stanza di
Louis e sentii la
preoccupazione piombarmi addosso, mi attanagliava lo stomaco, di nuovo.
Arrivai
davanti alla porta della sua camera e rimasi a fissare la maniglia: non
avevo
il coraggio di abbassarla, avevo paura di scoprire che Louis fosse
peggiorato e
che non si sarebbe svegliato più …
Scacciai
quel pensiero
scuotendo la testa e finalmente poggiai la mano sulla maniglia ed
entrai:
Johannah era seduta vicino al letto e guardava il figlio con gli occhi
lucidi.
Li alzò su di me e mi fece cenno di avvicinarmi.
-
Harry siediti sul letto
… devo ringraziarti, davvero: se non fosse stato per te ora
Louis sarebbe … -
-
Sarebbe vivo e sveglio
accanto a me come ogni mattina! Per colpa mia è in questo
letto d’ospedale e
non sappiamo neanche se e quando si sveglierà …
è tutta colpa mia … tutta mia …
- ormai le lacrime accompagnavano ogni mia frase e quello che mi dava
fastidio,
quello che non potevo sopportare era che mi sentivo impotente: non
potevo fare
nulla per aiutare Louis e questo mi distruggeva.
-
Harry … Louis è forte,
te ‘ha dimostrato in tante occasioni … non
smettere di credere in lui perché
non ti deluderà mai. Sei l’unico a cui tenga
davvero e credimi se ti dico che
questa è la verità … me l’ha
detto lui stesso che tu se la persona più
importante del mondo per lui … non abbandonarlo Harry, lui
non l’ha mai fatto.
– mi rispose Johannah accennando un sorriso.
A
quelle parole, mi sentii
più leggero e al tempo stesso angosciato: io non avevo mai
detto a Louis quanto
tenessi a lui. Questo lo avrei tenuto a mente, perché non
appena Lou si fosse
svegliato gliel’avrei detto dieci, cento, mille, un milione
di volte che
l’amavo. Si, non glielo avevo mai detto e adesso iniziavo a
pentirmi di questo
fatto.
Vidi
Johannah alzarsi e
dirigersi verso la porta. Poco prima di varcarla si rivolse a me.
-
Te lo affido Harry: so
che avrai ogni sorta di cura per lui quindi sono tranquilla. Devo
andare a casa
e dire a Lottie di rimanere con le gemelle e spiegarle cosa succede
… -
-
Grazie per la fiducia,
Johannah … grazie davvero. –
-
Mi sono sempre fidata di
te Harry: dal primo momento che ti ho visto ho capito che tu eri la
persona
giusta per Louis. – e andò via.
Rimasto
solo con Louis non
sapevo che fare: sentivo le lacrime premere per uscire, ma ne avevo
abbastanza
di piangere, non serviva a nulla in quel momento. Quello di cui avevo
bisogno
era di sentire la voce di Louis, sentire il suo corpo addosso al mio,
sentire
la sua risata cristallina e vedere i suoi meravigliosi occhi, azzurri
come
acquamarina, che si posavano sul mio viso e le sue labbra che mi
sorridevano.
Come in trans, gli presi la mano e la strinsi, sperando che lui potesse
sentire
in qualche modo la mia presenza. Mi addormentai con la testa sul suo
letto,
sperando in chissà quale miracolo che lo riportasse subito
da me.
Pov Louis
Buio.
Era tutto buio. Non
vedevo assolutamente nulla e non riuscivo a muovermi: ci provavo e
riprovavo ma
non ci riuscivo. Non c’era alcun tipo di suono, rumore o
fruscio intorno a me.
Il silenzio era assolutamente perfetto. Innaturalmente
perfetto.
Ma
dove sono? Dov’è Harry?
Provai
a parlare ma la
voce non usciva dalla gola, non riuscivo ad emettere nessun tipo di
suono!!
Andai nel panico più assoluto! Che cosa mi stava succedendo?
Perché non
riuscivo a muovermi e a parlare?
Provai
anche ad aprire gli
occhi ma sentivo le palpebre pesanti come piombo, ci provavo ma era
inutile:
quelle rimanevano serrate. Mi ritornarono alla mente solo un paio di
occhi,
verde smeraldo, brillantissimi e 0pieni di vita. Mi aggrappai a quelli
con
tutte le mie forze: sapevo che erano importanti.
Pov Harry
Mi
svegliai il giorno dopo
con una coperta sulle spalle e un dolore molto forte alla schiena:
avevo
dormito curvo tutta la notte. Notai che la mano di Louis era ancora
nella mia.
Mi scappò un leggero sorriso. Quando alzai lo sguardo, notai
che Johannah era
dall’altro lato del letto, addormentata sulla sedia. Mi alzai
e le misi sulle
spalle la coperta che avevo avuto io fino a pochi minuti prima:
probabilmente
era tornata questa notte e me l’aveva messa lei addosso per
evitare che
sentissi freddo.
Ritornai
dove ero prima e
ripresi la mano di Louis tra le mie. Lo fissai, non mi sarei mai
stancato di
farlo, e osservai ogni dettaglio del suo viso perfetto: le labbra rosee
socchiuse, le ciglia lunghe che proiettavano le ombra sulle guancie e i
capelli
che ricadevano morbidi sulla fronte.
Come
per un riflesso, gli
strinsi la mano e sentii che lui ricambiava quella stretta. Sorpreso,
guardai
le macchine a cui era collegato: davano dei segni diversi da prima.
Ritornai
con lo sguardo su Louis e …
Pov Louis
Mi
ero stancato di provare
e riprovare e così
alla fine mi ero
fermato. Dopo quello che mi sembrava un tempo infinito, decisi di
provare di
nuovo a muovere il mio corpo, anche se lo sentivo molto distante:
percepii una
sorta di pressione da qualche parte alla mano e restituii quella
stretta. Dopo
qualche secondo, qualche minuto, non ne avevo idea, iniziai a vedere
una
piccola luce in lontananza. Con tutte le mie forze la raggiunsi e
trovai un
paio di occhi verdi che mi fissavano. Li conoscevo bene …
Pov Harry
Non
riuscivo a crederci.
Finalmente Louis aveva aperto gli occhi. Un sorriso mi
spuntò in faccia, un
sorriso che andava da un orecchio all’altro. Per la
felicità alcune lacrime
uscirono dai miei occhi.
-
Louis!! Oh, Louis sei
sveglio!! –di slancio lo baciai: non mi importava che
qualcuno potesse vederci,
mi importava solo che lui stesse bene, che fosse sveglio e che fosse
vivo.
Quando mi staccai, mi precipitai su Johannah e la svegliai.
-
Johannah!! Johannah
svegliati, svegliati!! –
-
Che succede? – chiese la
donna ancora insonnolita.
-
Louis si è svegliato! –
la mia voce esprimeva tutta la felicità di
quell’evento. Johannah, sentendo le
mie parole, fu del tutto sveglia e si precipitò sul figlio,
ricoprendolo di
baci.
-
Louis, meno male stai
bene! I medici erano preoccupati perché non ti eri ancora
svegliato! – la donna
sorrideva, sembrava quasi rinata: quelle ore di agonia sembravano come
svanite
ora che Lou era di nuovo tra noi.
-
Vado a chiamare il
medico. – disse Johannah. Mentre faceva un’ultima
carezza al figlio.
-
E io chiamo i ragazzi. –
Presi il cellulare e composi il numero di Niall.
-
Harry!! Dove sei?? E’
successo qualcosa? Perché non sei tornato a casa? Ti ho
aspettato fino alle tre
del mattino!! – il biondino aveva fatto tutte queste domande
d’un fiato, a
raffica e i mi sentii quasi in colpa per averlo fatto preoccupare.
-
Niall, Louis si è
svegliato!! Venite qui!! –
-
Si è svegliato!!
Davvero?? Arriviamo subito Harry! Ma, aspetta sono le sette del
mattino, mi ci
vorranno secoli per svegliare Zayn! –
-
Non mi interessa, fallo
alzare e venite qui: Louis ha bisogno di
vedere delle facce amiche … - chiusi la
comunicazione e ritornai da
Louis che finalmente mi fece un sorriso.
Harry
… se non fosse stato
per te non ne sarei uscito … se non fosse stato per i tuoi
occhi io non mi
sarei svegliato … -
-
Che cosa
… -
-
E’ la verità: mentre ero
addormentato, privo di conoscenza, vedi tu come descrivere il mio
stato, mi
sono apparsi i tuoi occhi, così limpidi, chiari e sinceri
… e sapevo che dovevo
rivederli, dovevo rivedere la persona a cui appartenevano …
grazie Hazza … -
-
Sei tutto ciò a cui
tengo di più al mondo Boo … ti amo …
-dissi sussurrando al suo orecchio.
- Ti amo anche io Hazza … - Mi chinai su di lui e lo baciai piano e con dolcezza. Lo amavo, su questo non c’era alcun tipo di dubbio.
Angolo
autrice
Allora,
ragazzi, spero che la storia vi sia piaciuta. Forse ci sono un po'
tante immagin maaaa... fa nulla vero?? XD
So
di tutta la storia che
è successa con Louis ma io nella Larry ci credo come amore
… per me quei due
vogliono stare insieme ma c’è chi li ostacola e
sono costretti a dire cose non
vere … se poi così non fosse, pazienza, io li amo
lo stesso, sono i miei idoli
e di certo non li lascerò solo perché sono o non
sono etero, gay o quello che
volete voi!! Ora non insultatemi, ognuno può esprimere la
propria opinione e io
lo sto semplicemente facendo u.u
Perfetto,
ora spero solo
di ricevere qualche recensione per sapere quel che ne pensate
perché altrimenti
non ho motivo di continuare a scrivere.
Alla
prossima
Mio
:)