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Autore: Bluemoon Desire    06/10/2012    2 recensioni
Un duplice omicidio apparentemente casuale che nasconde una verità raccapricciante...su questo sfondo si muovono i personaggi di questa storia, tra sentimenti nascosti, mezze verità ed enigmi insoluti...mentre il destino attende il momento giusto per scagliare la sua mossa!
Genere: Commedia, Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo Ottavo 
                                         
                                          Save You
 

"Ryan non sento più il battito!"
"L'ambulanza sta arrivando, Beckett..."
"Rick, resisti ti prego...resta con me, Castle, resta con me!"
 
Quando Kate riaprì gli occhi, le tempie le pulsavano dolorosamente. 

Si sollevò a sedere sul letto e, dopo aver afferrato il cuscino con una mano, lo scaraventò con rabbia attraverso

la stanza.  

Aveva il respiro affannoso, il cuore sembrava volerle esplodere nel petto e le mani le tremavano in

grembo...esattamente com'era accaduto quella notte. 

Tutte le tisane e i tranquillanti del mondo, non sarebbero mai riusciti a cancellare quei ricordi dalla sua

memoria, ma soprattutto dal suo cuore. 

Le urla di Cooper che rimbombavano tra le pareti del sotterraneo, l'espressione confusa e, allo stesso tempo

piena di rabbia, stampata sul volto di Daniels, le sue dita che si avvicinavano inesorabilmente al grilletto della

pistola e...il rumore sordo di uno sparo. 

Poi tutto diventava confuso. Rarefatto.

A volte, nel bel mezzo di quell'incubo, le sembrava perfino di poter sentire ancora il sangue di Castle scorrerle

caldo tra le dita, mentre cercava di far pressione con forza sulla sua ferita al petto. 

Pochi istanti e attorno a lei si era letteralmente scatenato l'inferno. 

Non riusciva più a ricordare con esattezza cosa fosse accaduto dopo la sparatoria. 

Era tutto molto confuso.

Un momento prima si trovava in piedi davanti alla scrivania di Montgomery e quello seguente era nel suo

appartamento, con Lanie ed Esposito che le parlavano ininterrottamente, senza che lei fosse davvero in grado

di comprendere le loro parole.

Il telefono e il campanello della porta suonavano in continuazione e, ogni volta, Kate saltava sul divano come

se una scossa elettrica l'avesse appena attraversata da capo a piedi. 

Le sembrava di essere tornata indietro nel tempo di quindici anni. 

Se ne stava seduta lì, in silenzio, con gli occhi rossi di pianto, ad aspettare con il cuore in gola che arrivasse LA

NOTIZIA.

La stessa che tanti anni prima le aveva strappato via sua madre. 

Cercando di scacciare dalla mente quei ricordi cupi e dolorosi, schizzò fuori dal letto e si diresse in cucina per

prendere un bicchiere d'acqua, magari lasciandoci annegare dentro una bella pastiglia di aspirina. 

Quella martellante emicrania la stava torturando. 

Mancavano soltanto un paio d'ore al suono della sveglia, sarebbe stato inutile tornarsene a letto. 

In quelle condizioni, il solo pensiero di potersi riaddormentare era pura utopia. 

 
QUALCHE ORA PIU' TARDI...
 
New York Police Department 
12th Distretto Squadra Omicidi
ore 8.00 a.m.
 
Dopo tutto ciò che le era accaduto nelle ultime settimane, rimettere piede in quel posto, si rivelò tutt'altro che

facile e indolore. I corridoi non le erano mai sembrati così stretti, infiniti ed opprimenti. Camminava a testa

china, con passo spedito, sperando di non incrociare nessuno di familiare lungo il breve tragitto che la

separava dalla sua postazione. Non aveva granché voglia di parlare, non ancora, e quando finalmente riuscì a

riprendere possesso della sua scrivania, non potè evitare di tirare un sospiro di sollievo. 

"Ehi Beckett, non eri in malattia fino a domenica?"

La voce di Esposito la fece sobbalzare.

"In realtà sì, però mi sento meglio e così...eccomi qua..." 

Accennò un sorriso forzato che non avrebbe ingannato neppure un cieco, ma 

Esposito fu abbastanza sveglio da lasciar correre la cosa, senza fargliela pesare.  

"Ryan ne sarà felice" aggiunse imperterrito, fingendo massima indifferenza "Sono giorni che si lamenta del

fatto che il peso di lavoro sia triplicato...sembra una casalinga disperata, povero Latte e Miele!"

Kate si lasciò sfuggire un timido sorriso. 

"Ti ho già detto di smetterla di chiamarmi in quel modo!" brontolò Ryan contrariato, raggiungendoli alla

scrivania "Sono felice di rivederti, Beckett, ci mancavano due occhi e un cervello in più, anche perché su quelli

di Javier non si può sempre contare al cento per cento! E dimmi hai notizie di..."

Ma non fece in tempo a terminare la frase, perchè Esposito gli sferrò a tradimento una gomitata nello stomaco,

mozzandogli il fiato. 

Beckett si sforzò di mantenere un'espressione impassibile, ignorando la domanda appena accennata da Ryan.

Non voleva liberare di nuovo il drago dal vaso di Pandora. Meglio tenerlo sigillato, ora e sempre.

Ormai era andata così e non c'era nulla che potesse o volesse fare per cambiare ciò che era successo. 

L'unica cosa che non aveva considerato era che il destino ha sempre un modo tutto 

suo per cambiare le carte in tavola e rimettere tutto in gioco...

"Parlando del caso Cooper, come si è risolta la faccenda in tribunale? Tutto bene con le vostre deposizioni?"

domandò, cambiando repentinamente argomento "Lanie mi aveva accennato al telefono che i legali di Cooper

le avevano dato del filo da torcere durante la sua deposizione in aula..."

"Oh sì, puoi dirlo forte" annuì Esposito "Credo di non averla mai vista così in difficoltà..."

"Già ma alla fine ce la siamo cavata benone!" gli fece eco Ryan, ancora intento a massaggiarsi lo stomaco

dolorante.

"Cooper è stato accusato di omicidio colposo e, con un po' di fortuna, riuscirà a scontare almeno metà della

pena dietro le sbarre" aggiunse Esposito, con una smorfia "Se non fosse così schifosamente ricco, marcirebbe

lì dentro fino alla morte...pidocchio spocchioso..."

"Mi dispiace solo che anche Daniels sia stato condannato" aggiunse Ryan, amareggiato"In fondo però, la giuria

non poteva decidere altrimenti...aveva rapito Cooper, aveva sparato ad una persona e ..."

"Due persone, Ryan, ha sparato a due persone" lo interruppe bruscamente Beckett.

Esposito e Ryan si scambiarono un'occhiata complice.

"Noi andiamo a prendere un caffè, ne vuoi una tazza?" esordì Esposito.

L'espressione di Beckett si rasserenò di nuovo.

"No, grazie...magari più tardi..." 

Incredibile, il solo pensiero di lui le faceva salire il sangue alla testa. 

Più tentava di non pensarci e più si materializzava dal nulla nella sua mente e in ogni singolo aspetto della sua

stramaledetta vita. Sembrava quasi che l'Universo si stesse prendendo gioco di lei e questa sensazione la

faceva impazzire. Si alzò dalla poltrona con l'intenzione di uscire sulla terrazza a prendere un po' d'aria, ma

non appena si voltò, si ritrovò faccia a faccia con l'ultima persona che si sarebbe aspettata di incontrare in quel

posto. 

"Castle?" esclamò quasi senza fiato. 

"Oh quindi ti ricordi ancora il mio nome, detective, sono lusingato!" ribatté lui, rivolgendole uno dei suoi

meravigliosi sorrisi beffardi. 

Kate cercò per quanto possibile di mantenere il controllo della situazione, nonostante il battito del suo cuore

fosse pericolosamente aumentato, a tal punto da farle quasi rimbombare il sangue nelle orecchie. 

"Che...che cosa ci fai qui?" balbettò infine, rivolgendogli un'occhiata sfuggente.

"Sai come si dice, se Maometto non va alla montagna..." 

"Parlo sul serio, Castle" il tono di Beckett si fece inflessibile e severo "Pensavo di essere stata sufficientemente

chiara con te l'ultima volta..."

Con una mano appoggiata sulla scrivania e l'altra che stringeva saldamente il bastone, Castle mosse qualche

passo verso di lei. 

"L'ultima volta che ci siamo parlati, ero ancora sotto l'effetto degli antidolorifici, perciò probabilmente il 90% di

ciò che credo tu abbia detto, me lo sono solo immaginato..."

"Ne dubito!" esclamò Beckett, indispettita.

Castle tirò un sospiro.

"Ascolta, credo di aver capito perché ti sei tirata indietro in quel modo...ma...beh, non ti sembra di aver

esagerato?! Insomma...guardami..." spalancò entrambe le braccia " ...sono ancora vivo e vegeto...beh sì, vado in

giro con il bastone, ma la riabilitazione finirà tra qualche settimana e poi, a dirti la verità, non mi dispiace

affatto perché mi da un'aria alla "Dr House" che piace tantissimo alle donne..."

Beckett fece scattare uno dei suoi famigerati sguardi omicidi verso di lui.

"Tu pensi che io abbia esagerato, Castle?! Non hai la benché minima idea di quello che ho passato quel

maledettissimo giorno, mi hai capito?" ruggì, incurante degli sguardi dei colleghi fissi su di loro "Stavi

morendo tra le mie braccia in quel dannato sotterraneo e tutto quello che riuscivo a fare era stare lì in

ginocchio accanto a te, a fissare le mie mani ricoperte del tuo sangue...IL TUO SANGUE SCORREVA SULLE MIE

MANI, MALEDIZIONE...come diavolo pensi che mi sia sentita, eh?!"

Batté un colpo violento contro la scrivania, facendo rovesciare rumorosamente il portapenne. 

"Kate, mi dispiace...io non..."

Castle si protese in avanti per abbracciarla ma lei lo scostò bruscamente.

"Non posso farlo, Castle, non posso perdere altre persone" gli disse con tono freddo e distaccato, evitando

accuratamente di guardarlo in faccia "Ho perso mia madre e, ancora oggi, dopo tanti anni, devo capire come

superare la cosa...non posso permettermi di perdere nessun altro, non lo sopporterei...adesso devo

proteggere prima di tutto me stessa, non posso pensare anche a te, non più..."

"E così vuoi cancellarmi definitivamente dalla tua vita?" replicò Castle con una nota d'astio nella voce "Ti rendi

conto di quello che dici?! E' una follia! Vuoi isolarti dal mondo solo perché hai paura di soffrire ancora? E che

cosa vorresti fare? Tagliare i ponti con tutte le persone che ami? Comincerai con me, e poi a chi toccherà? A

tuo padre? A Lanie? A Ryan ed Esposito?"

Kate inghiottì il vuoto, cercando di ricacciare indietro le lacrime.

"Ti ho già detto come la penso e non torno indietro" dichiarò in un tono che non ammetteva repliche "Ora se

non ti dispiace avrei da lavorare e, visto che non sei più un nostro consulente, dovresti proprio andare via..."

Castle aprì la bocca per replicare, ma qualcosa lo fece desistere. 

Si era presentato lì quella mattina, perchè sperava di riuscire a convincerla a superare insieme quella

situazione, a non mandare all'aria ciò che avevano costruito con tanta fatica, ma non aveva fatto i conti con la

sua insopportabile intransigenza. Aveva deciso di proteggerlo a tutti i costi, ma per portare a termine il suo

piano, aveva preso in considerazione l'opzione peggiore, e cioè, quella di allontanarlo per sempre da lei.

Lontano dalla polizia, lontano dal pericolo. Un ragionamento di testa, perfettamente razionale...ma il cuore? Di

certo quello non lo aveva interpellato prima di prendere la sua decisione. Kate Beckett non era una persona

semplice da frequentare, questo lo aveva sempre saputo. Eppure, con il passare del tempo, si era convinto di

poterla aiutare a lasciarsi andare, a riprendere un minimo contatto con quella parte di se che aveva deciso di

abbandonare dopo la morte di sua madre. Le cose sembravano procedere alla grande tra loro e poi...poi era

arrivato il giorno della sparatoria e tutto era svanito davanti ai suoi occhi, come neve al sole. 

"Se questa è la tua decisione, immagino di non avere più niente da dirti..." mormorò a mezzavoce,

guardandola a malapena negli occhi "Buona fortuna, Beckett, per tutto quanto..."

E picchiettando con il suo bastone sul pavimento, si allontanò lungo il corridoio diretto agli ascensori. 

Malediceva ogni singolo giorno delle ultime due settimane. 

Si era risvegliato in quel maledetto letto d'ospedale e niente era più come prima. 

Kate aveva deciso di tagliarlo fuori dalla sua vita, Alexis gli rivolgeva a malapena la parola e aveva perso il suo

ruolo di consulente presso il distretto. 

Buffo come una semplice pallottola avesse potuto sconvolgergli così tanto la vita!







ANGOLO DELL'AUTORE: Ok, non è il capitolo più allegro del mondo, ma una risoluzione con l'happy ending scontato non è nel mio stile...perciò...ho deciso di aggiungere un po' di pepe! Nel prossimo capitolo ci saranno dei flashbacks che chiariranno meglio ciò che è accaduto dopo la sparatoria, come e perchè Beckett abbia deciso di rinunciare a lui e tante altre belle cosine che scoprirete solo continuando a leggere la storia ^^  
   
 
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