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Autore: Silhouette    06/10/2012    0 recensioni
Una giovane ragazza che scopre di avere qualcosa di speciale, qualcosa di magico, che giunge a Camelot per scoprire il suo destino..
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Per affrontare il lungo viaggio che la aspettava doveva essere riposata, per questo motivo quel giorno aveva detto ai suoi genitori che non si sentiva bene ed si era preparata al meglio per il suo viaggio. Cinque giorni a cavallo le avrebbero permesso di giungere a Camelot, mentre radunava le sue cose raccoglieva i pensieri per la lettera che avrebbe lasciato ai suoi genitori. Come spiegare loro il motivo per cui se ne andava, come cercare di convincerli a non preoccuparsi e a non cercarla, fargli capire che quello era il suo modo per capire il suo destino e riuscire a comprendere l’origine dei suoi poteri…no, quello non poteva dirglielo, non poteva rivelare a nessuno quel segreto, non in un mondo che aveva rinnegato la magia per non entrare in guerra con Uther Pendragon, che l’aveva bandita dopo che era stata la causa della morte della sua amata moglie.
Ormai l’oscurità della notte era calata su Edoras ed era giunto il momento per Violet di intraprendere il suo viaggio; indossò il mantello blu notte sopra un paio di pantaloni e una camicia, prese le sue cose, posò la lettera sul cuscino del letto, diede un’ultima occhiata alla sua stanza e si chiuse la porta alle spalle. Cercava di scivolare nei corridoi facendo il minor rumore possibile in direzione delle stalle, dove avrebbe trovato il suo fedele cavallo pronto per l’avventura. Si sentiva quasi scrutata dai dipinti degli antenati lungo le pareti del castello, giudicata per questo suo gesto avventato, irresponsabile per una pretendente al trono, quelle espressioni serie e regali di re e regine che nella buia notte avevano quasi un aspetto spettrale, ma presto subentrò un sentimento di tristezza quando passò davanti al loro ritratto di famiglia. Sorridenti e uniti in un ritratto che sarebbe durato in eterno, una famiglia allegra, però piena d’impegni, che le aveva dato affetto ma quel luogo ormai la stava privando della sua felicità perciò la fuga era la sua unica via di salvezza.
Era giunta nelle stalle e si diresse verso il suo amato cavallo, mentre preparava la sella si chiedeva come poteva uscire dal castello, come evitare le guardie e si ricordò dell’incontro con Gaius e degli incantesimi che gli aveva detto per esercitarsi un po’, realizzò solo in quel momento che Gaius aveva già capito all’ora che se ne sarebbe andata da Edoras. Violet iniziò ad elencare gli incantesimi: per il cambio dei colori, per respingere gli oggetti, per la levitazione e per rendere invisibili; proprio l’ultimo era quello che le avrebbe consentito di lasciare indisturbata il castello sotto gli occhi delle guardie.
Ormai tutto era pronto per partire, salì a cavallo, sistemò il pugnale in vita, era l’ultima cosa che ci si aspetta che una principessa porti con se ma la strada era lunga e non priva di ostacoli e poi fin da piccola si era allenata con suo fratello quindi era più che pronta a difendersi. Si calò il cappuccio sulla testa, recitò l’incantesimo per l’invisibilità “ invisibilis corpus” e si diresse in direzione dell’entrata della città; non incontrò nessuna guardia in perlustrazione ed essendo invisibile passò inosservata dalle guardie di vedette, quindi procedette tranquilla fino all’ingresso principale dove stanziavano due sentinelle, procedette con calma e passò oltre con tutta tranquillità. Era finalmente uscita da Edoras, non era mai uscita se non per impegni reali e mai da sola, sempre scortata da qualcuno, dopotutto era la principessa ma da quella notte era una ragazza qualunque che viaggiava incontro al suo destino.
Si era allontanata abbastanza per annullare l’incantesimo e tornare visibile, riprese tranquilla il suo viaggio verso il confine del regno di Edoras ma i pericoli sono sempre dietro l’angolo, stava procedendo tranquilla a cavallo quando un brigante spuntò dagli alberi e la minacciò con un pugnale. Violet non ci pensò un attimo e spronò il cavallo per andarsene, ma non avrebbe potuto sapere che il brigante aveva un cavallo nascosto su cui partì all’inseguimento; aveva poco tempo per capire cosa fare, avrebbe potuto rendersi invisibile e aspettare che se ne andasse ma era troppo vicino e l’avrebbe scoperta, restava solo un’alternativa: affrontare il brigante. S’infilò senza pensarci tra gli alberi a lato della strada, si tolse il mantello, che le impediva i movimenti, e si preparò a combattere. Salì in groppa al cavallo e si lanciò per afferrare un ramo sopra di lei, sua madre si era sempre lamentata che non era un comportamento da principessa arrampicarsi sugli alberi ma a lei era sempre piaciuto; il brigante non si aspettava un gesto simile e venne colto alla sprovvista quando Violet si lasciò cadere e lo disarcionò da cavallo. Il brigante cadde a terre e fece appena in tempo a rialzarsi che Violet aveva già estratto il suo pugnale ed era pronta ad affrontarlo, si avventò contro di lei pensando di riuscire a sopraffarla in poco tempo. Non aveva idea che Violet sarebbe stata pronta al contrattacco e che gli avrebbe tenuto testa, schivò e respinse tutti i colpi del brigante e gli assestò dei colpi che il brigante fece fatica a respingere.
Violet riuscì a bloccare un colpo con la lama del suo pugnale, un colpo al braccio del bandito e un colpo di gomito disarmò il bandito facendo cadere il suo pugnale qualche metro lontano da lui, il bandito restò stupito e si voltò verso il bosco dandosi alla fuga. Dopo aver rimesso nella custodia il pugnale Violet fece un fischio lungo, passò qualche secondo e dalla boscaglia arrivò il suo fedele cavallo, Leaf, che si fermò proprio di fronte a lei e chinò il muso per farsi accarezzare. Risalita a cavallo tornò sul sentiero in direzione del confine del regno, stava cavalcando verso l’alba di un nuovo giorno e doveva affrettarsi per evitare che i suoi genitori mandassero degli emissari a cercarla all’interno del regno.
Di certo l’inizio della sua avventura era stato più movimentato di quanto avrebbe potuto pensare, non aveva pensato di certo che sarebbe stato facile attraversare i regni fino a Camelot ma un inizio così era fuori da ogni sua aspettativa; la notte era passata senza troppi problemi e, dopo aver aumentato la distanza da Edoras, avrebbe potuto riposarsi in una qualche radura che avrebbe incontrato lungo il cammino. Stava andando a passo sostenuto da un paio d’ore e sia lei sia Leaf erano stanchi, trovò un piccolo ruscello a cui fare abbeverare Leaf e poi, procedendo a piedi, raggiunse una piccola radura dove decise di fermarsi a riposare un po’.
Non si rese conto di essere tanto stanca e ben presto si addormentò, quando si svegliò il sole stava quasi per tramontare e per lei era meglio incamminarsi verso il confine, procedette tutto il giorno a passo sostenuto pensando a ciò che l’avrebbe aspettata oltre il regno di Edoras, sperava di riuscire a trovare ospitalità presso Gaius e migliorare i suoi poteri. Sapeva che andare a Camelot sarebbe stato rischioso, andare proprio dove la magia era stata vietata era un azzardo per qualcuno che aveva appena scoperto i suoi poteri magici ma sapeva che Gaius l’avrebbe aiutata.
Il sole stava tramontando alle sue spalle, sentiva un po’ di nostalgia ma non poteva arrendersi proprio ora, continuò a cavalcare per tutta la notte, il vento le sferzava la faccia e i capelli si muovevano nel vento. La notte procedette più tranquilla della precedente, non ci furono imprevisti, la luna era alta nel cielo, una luna piena che illuminava il bosco con una luce quasi spettrale ma a Violet questo non importava, voleva solo giungere a Camelot il più presto possibile, le mancavano ancora quasi quattro giorni di cammino ma aveva una tappa prima di Camelot, la città di Ealdor nel regno del re Cenred, ancora un giorno di cammino e si sarebbe potuta riposare al meglio.
Aveva rallentato un po’ l’andatura quando il sole cominciò a sorgere davanti a lei, il freddo vento della notte stava iniziando a calare, le sue guance erano diventate rosse per il vento che le sferzava il viso ma i colori dell’alba le stavano facendo tornare il buon umore. Cercò di riposare durante la mattinata ma continuava a rigirarsi senza riuscire a prendere sonno, riuscì a riposare un po’ e poi si rimise subito in cammino. Ormai il sole splendeva alto nel cielo quando vide in lontananza un fiume che scorreva placido e tranquillo, rallentò fino a fermarsi in prossimità della riva, guadato quel fiume e sarebbe stata fuori dal regno di Edoras, rimase per un attimo a fissare il fiume che scorreva. Il suo destino dipendeva da quello, spronò Leaf e cavalcò alla volta di Ealdor. 

  
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