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Autore: OttoNoveTre    06/10/2012    6 recensioni
- Oh, ma io non ti sto offrendo un branco in cui sentirsi meno soli. Ti sto offrendo un ingresso nella nostra società di, come dice Zelime?, rimandati indietro. E uno scopo. Se una vita mortale senza uno scopo è tollerabile, so di alcuni di noi che hanno preferito il fuoco al quarto secolo di vita. Da quanto è che sei in vita, dicevi?
Santiago rise per la sfacciataggine dell’uomo.
- Mi state offrendo un contratto a vita eterna?
- Sarai libero di andartene quando vorrai, nessuno resta con me se non vuole.
Genere: Song-fic, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Aro, Nuovo personaggio, Santiago
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga
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Malfini Mèt


Imperdonabile ritardo, ma è tutta per te, Fila





- Tu sei stato ricacciato indietro dal Barone.
La donna che lo fissava non l’aveva detto con tono interrogativo: fissava i suoi occhi rossi che gli altri abitanti non volevano nemmeno intravedere, e aspettava a braccia conserte una sua risposta. Santiago ne rimase affascinato.
- E tu sei una strega, mia bellissima creola?
Non era una succhiasangue come lui, non ne aveva la pelle o l’odore.
- E non sei uno zombie. E non sei un loa. Tu sei stato ricacciato indietro, come Malfini Mèt.
- Non conosco tutti i nomi dei tuoi dei.
La donna scosse la testa.
- Non è un mio loa, è il mio padrone, ma ora non è sull’isola. Io mando avanti schiavi e zucchero e frutta, ma non ho braccia così forti e gli schiavi sono pochi. Così ho chiesto ad Agwe quando sarebbe arrivata la nave con nuovi schiavi, ma lui non mi ha fatto vedere nessuna nave. Mi ha detto “Incrocia la strada con il ricacciato indietro dal Barone” e basta. Credevo parlasse di un ritorno del mio Mèt, però ora so che sei tu.
- Sei la seconda donna che arriva da me dicendo di essere guidata dagli spiriti, devo essere una persona importante.
- O una da tenere molto d’occhio, ricacciato.

Santiago guardò Zelime che tracciava un disegno con la farina sopra le mattonelle rosse della cucina. La farina cadeva, precisa, a formare il disegno di un cuore, riempito da una rete fitta fitta di righe.
- Questo è il veve di Erzulie, perché Brigitte ha un innamorato e bisogna che qualcuno pensi a quei due ragazzi. La avverto anche di tappare gli occhi e le orecchie di tutte le mie bambine quando passi vicino a loro: ou kase kè yo paske yo li epi kriye lap. Spezzi il loro cuore e loro piangono.
Santiago rise, procurandosi un’occhiataccia da Zelime, prima che tornasse concentrata sul suo cuore magico.
- E tu non hai paura del malvagio e bellissimo Loa Santiago?
- Ho detto bambine, lògèy.
Santiago face finta di non aver sentito.
- Mi piacerebbe incontrarla, questa Erzulie.
- Erzulie non ha una faccia, montre sèlman kè a, lei è amore e basta. I nostri Loa a volte hanno volti, ma quando vuoi chiedere a loro fai i disegni così, niente facce.
- Credo di aver capito come mai ai vostri spiriti piace rubare: non hanno nulla, nemmeno una immagine, solo queste linee.
Zelime concluse il disegno e sorrise.
- Mi piace quello che hai detto. Però non è rubare, quello lo dice solo Malfini Mèt. Ma capisci bene quello che sto per dire: Malfini Mèt se a pi gran vòlè, Santiago. E’ lui il più grande ladro. Manyen – Zelime gli mise una mano sul petto - ak pran, - e fece il gesto di sottrargli l’anima. - Tocca e prende.
Dalla casa padronale, giunsero dei suoni, qualcuno che accordava un violino.
Zelime se ne accorse solamente una manciata di secondi dopo di lui, nonostante non avesse il suo udito da vampiro. Cancellò con la mano il cuore di farina e scattò in piedi.
- E' tornato, solo lui suona con la mano sinistra. Gli altri non vogliono ascoltare quando suona, sono tutti dentro in casa. E sarà meglio che ci mettiamo in casa anche noi.
Quindi il famoso padrone europeo era tornato ad Haiti.
- Non mi sembra che abbia qualcosa da rimproverarti.
- Non temo nessuna frusta. Malfini Mèt può rubare molte cose.
Un europeo ladro di anime. Abbastanza interessante da rischiare.
- Voglio vedere questo tuo Maestro, Zelime. Da come ne parli, finché non lo vedo potrebbe anche essere un Loa, solo strisce di farina e un immenso potere.
La donna non lo ascoltò nemmeno e si mise a tappare metodicamente tutte le finestre della cucina. Poi andò verso la porta e la spalancò.
- Se vuoi tu puoi andare ad ascoltare. Ma sai che lui ti porterà con sé, non mi sbaglio quando te lo dico. Ma tu sei come lui, se vuoi puoi andare.
- Tanto certa gente sostiene che io l’anima l’abbia persa da un pezzo.
- Gente molto stupida.
- Non mi importa, strega mia, voglio proprio ascoltare il tuo malvagio padrone adesso.
- Non malvagio, Santiago, stai attento, - sbuffò come se avesse davanti un bambino piccolo a cui ripetere la lezione per l’ennesima volta – solo un ladro molto astuto.
Gli chiuse la porta in faccia, e Santiago si ritrovò nel cortile solo con la melodia del violino. Anche gli animali della giungla si erano azzittiti. Ghignò e si diresse verso la casa: anche tutti i viali che andavano verso la casa erano deserti. Allora sentì il primo brivido, perché Zelime era davvero chiusa nelle cucine, e Zelime non aveva paura di nulla.
Sulla veranda, alla luce di una mezza candela, un uomo col cilindro aveva incastrato tra collo e spalla un violino di legno rosso. Cominciò a suonare un pezzo che Santiago non conosceva, ma sentiva che chiunque lo avesse composto lo aveva pensato più lento, meno nervoso… più umano?
Santiago si avvicinò ancora di qualche passo: l’uomo non diede segno di averlo sentito, ma aveva gli occhi coperti da un paio di lenti nere e non si capiva bene se si stesse guardando attorno o se suonava a occhi chiusi.
Finita la canzone, avvolse il violino con un panno e lo ripose nella custodia. Fu mentre si rialzava, ancora di spalle, che parlò per la prima volta.
- Santiago Moreira, il preziosissimo aiutante della mia Zelime durante i mesi in cui ho dovuto occuparmi dei miei affari europei.
Santiago salì i tre gradini della veranda e si trovò faccia a faccia con Malfini Mèt: era interamente vestito di scuro, con capelli lunghi e neri; gli arrivava a malapena alle spalle, ma Santiago era pronto a scommettere che non era un problema: era un uomo che, se trovava qualcuno più alto di lui, doveva solo aspettare che si prostrasse.
- Non potevo aspettarmi un lavoro migliore. Perché non rimani alle mie dipendenze? Assicuro una dimora sicura, un lavoro di prestigio e nessuna brutta occhiata per le nostre comuni abitudini alimentari.
Il violinista si tolse gli occhiali neri e mostrò gli occhi dello stesso rosso vermiglio di quelli di Santiago.
- Oh sì, ce ne sono altri come noi, e molti che hanno capito che allearsi è meglio che combattersi. Io posso rispondere a molte domande, e ti offro tutto il tempo che vuoi per trovare altre risposte.
- Sono due secoli che vivo e non ho mai avuto bisogno di alleati.
- Oh, ma io non ti sto offrendo un branco in cui sentirsi meno soli. Ti sto offrendo un ingresso nella nostra società di, come dice Zelime?, rimandati indietro. E uno scopo. Se una vita mortale senza uno scopo è tollerabile, so di alcuni di noi che hanno preferito il fuoco al quarto secolo di vita. Da quanto è che sei in vita, dicevi?
Santiago rise per la sfacciataggine dell’uomo.
- Mi state offrendo un contratto a vita eterna?
- Sarai libero di andartene quando vorrai, nessuno resta con me se non vuole.
Santiago si strinse nelle spalle e rise ancora.
- Ho la sensazione che sarebbe meno rischioso fare un patto con un Loa, Malfini Mèt.
- Oh, ma a me non servono galletti squartati o farina sacra, mi accontento di una stretta di mano.
L’uomo col cilindro si sfilò il guanto e gli porse la mano. Santiago gliela strinse con in mente le parole di Zelime e con l’aria strafottente di chi ha deciso di cacciarsi in un guaio.
- Maestro Avvoltoio…
- Chiamami Aro. Anzi, Maestro andrà benissimo, Santiago, protetto del tobago.
Malfini Mèt è il più grande ladro, Santiago. Tocca e prende.







La tana di Otto

La storia è stata pubblicata ieri in fretta e furia perché non ho internet a casa in questi giorni, quindi sfrutto reti promiscue in giro per Venezia.
Alur, ora che si ha tempo un po' di noticine,
AUGURI FILA!
Si chiacchierava del modo in cui Santiago ha incontrato Aro e ne è entrato a servizio, lo ho immaginato a vagabondare per il suo amato sud America (qui siamo ad Haiti) e trovarlo coinvolto in uno dei suoi viaggi esplorativi. La storia dovrebbe essere ambientata a fine 1700.
Un po' di voodoo creolo: i loa sono gli dei della religione voodoo, e la loro rappresentazione, nei riti, avviene solo attraverso disegni geometrici. Agwe è uno dei loa principali, quello che si occupa di navigazione. Erzulie invece è la dea dell'amore.
Le frasi pronunciate da Zelime sono in creolo, più o meno le ho tradotte tutte prima o dopo nel testo. Se EFP avesse un utente madrelingua creolo e io avessi scritto bestialità, sono qui per prendermi la lavata di capo!
Poi, questa storia è anche un po' una songfic, perché l'apparizione di Aro è molto ma molto presa dalla canzone El Baron (in particolare, il violino di legno rosso e la gente che non vuole sentire il suono dello strumento).
Grazie a chi passa di qui!
   
 
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