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Autore: Sabu_chan    07/10/2012    4 recensioni
Lina Inverse intraprende un viaggio lontano dai suoi compagni alla ricerca di determinate risposte.
Ogni cosa è stata scritta, l'unica concessione sarà decidere se ascoltare o meno. Se poi avvengono strani fatti o improvvisamente un gatto con ciondolo diventa tuo amico, non c'è da starsene allegri...
Genere: Fantasy, Introspettivo, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Amelia, Gourry Gabriev, Lina Inverse, Zelgadis Greywords
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Scelte e Potere

Capitolo 1

 

 

 

 

 

La luna era alta in cielo e irradiava tutto ciò che i suoi raggi riflessi potevano toccare, nonostante alcune nuvole minacciose avanzavano da occidente. Brutto segno, dicevano le anziane del paese scuotendo il capo. Si stava avvicinando una tempesta impetuosa e probabilmente non avrebbe giovato ai raccolti già scarsi nella zona, promettendo una bella distruzione di quel poco che rimaneva.

I campi erano secchi e disastrati, come se fosse passato un tifone nei mesi passati: campi di grano letteralmente rasi al suolo, prati dall'erba secca, un pullulare di animali razziatori.

Del resto, ben pochi erano consci della ragione dell'enorme devastazione. Sì, ben pochi, che avevano pensato bene di raccogliere le loro cianfrusaglie e battere in ritirata di fronte a cotanto potere.

Poiché la disgrazia aveva un nome e un cognome, non di certo quello che solitamente attribuiscono i veggenti che controllano le condizioni del tempo. Era un nome impetuoso, seguito da un elenco fantasioso di nomignoli affibiati da chi la temeva.

Ma come avrebbe potuto difendersi una giovane fanciulla che viaggiava sola, attaccata da un gruppo di numerosi banditi armati e desiderosi di metter mano ai propri averi e non solo, se non richiamando qualche innocua Fireball e distruggendo casualmente una minima porzione dei terreni circostanti?

Ok, devo ammettere che mi ero fatta prendere un po' la mano.

- Tu... sei quella maga!- gridavano mentre le spade scivolavano dalle loro mani – Il terrore di ogni ladro! La famigerata sterminatrice di regni! Colei che sarebbe capace di divorare un drago... anzi no, di trasformarsi in un'orrenda creatura assetata di sangue!-

Vorreste forse dire che, dopo una simile offesa alla mia persona, io, l'unica e inimitabile Lina Inverse avrei dovuto lasciar correre?

Ovviamente, la zona circostante aveva subito la mia collera quanto l'avevano sicuramente ben saggiata quei bifolchi. Senza dimenticare un'ingente somma di denaro raccattata dalle loro borse e qualche ninnolo interessante, altrettanto ovvio risarcimento per aver disturbato il mio quieto vivere.

Sì, ho detto quieto, non fate quelle facce.

Dopodichè, conscia del piccolo danno da me creato mi sono rimessa in marcia spedita, cappuccio ben calato in testa, con l'unico desiderio di redimere i miei peccati con una saziante cena, un buon bagno caldo e un comodo letto in una locanda del paese vicino al luogo dei fatti.

Un giorno gli abitanti di queste catapecchie mi saranno riconoscenti. Potevano rischiare di dover affrontare alcuni ostici briganti! Non per me, ma è un'altra questione.

Dicevamo... ah si. La luna.

Quella maledetta aveva deciso di mostrarsi completamente proprio la notte in cui avrei preferito un'avvolgente oscurità. La sua luce bianca entrava dalla finestra della mia stanza, riempendola in quasi tutti gli angoli. Niente tende per una locanda che contava tre alloggi minuscoli e vitto discutibile per il mio palato raffinato.

Dopo le ultime vicende, avevo deciso di prendermi un periodo di pausa dalla vita di gruppo, promettendo a Gourry, Zellgadis e Amelia di rivederci entro un mese dalla mia partenza. Avevo fatto bene i miei calcoli, a circa metà mese l'astro si sarebbe oscurato come norma nel suo ciclo e sarebbe giunto il momento propizio per usare un certo incantesimo. Ma tra una scorribanda e l'altra, qualche combattimento noioso e il riposo necessario per recuperare le energie spese, il mio piano aveva incontrato la grazia di qualche dio burlone.

Ero seduta all'unica sedia disponibile in stanza, appoggiata a un tavolaccio con la grazia e la delicatezza che si confà a una signorina del mio rango, e fissavo il cielo.

Non importa, - pensai, puntando inconsciamente il dito contro la sfera luminosa – ho aspettato anche troppo. Tu e io faremo i conti, un giorno.”

Oh, se li avremmo fatti. Sarebbe bastato un incantesimo abbastanza potente da sferrargli addosso e vederla frantumarsi in polvere stellare, con sommo rammarico dell'Associazione dei Maghi che ne trae energia.

Non so se rendo l'idea, ma il delirio provocato dal mio stomaco insoddisfatto stava dando i suoi frutti. La cena a base di misero stufato in porzioni limitate non aveva sicuramente giovato al mio stato fisico e tanto meno a quello psicologico. Forse alla mia linea, ma non è un argomento interessante di cui parlare.

Mi alzai e, dopo un'attenta osservazione dello spazio circostante e una bella ripulita ai vestiti, mi diressi verso quello che i più osavano chiamare letto. Vorrei descrivervelo per dimostrarvi che non ero né l'ultima né la prima degli schizzinosi: la struttura di legno era scheggiata e storta in diversi punti, le lenzuola sicuramente non avevano l'aria di essere delle più pulite e potevo sentire indistintamente il richiamo addolorato del cuscino che chiedeva pietà, con diversi rattoppi e qualche piuma che curiosava al suo esterno.

Era fuori discussione interrogarsi sui precedenti ospiti del giaciglio, quanto il dormire in biancheria intima. Detestavo profondamente dover usare gli stessi abiti da viaggio anche per la più dolce delle concessioni divine, ma avrei detestato di più il dover stare a contatto con quel genere di... insomma, chiamatelo come volete.

Avrei potuto puntualizzare su tantissimi aspetti del servizio, ma il tempo stringeva e non volevo rimandare ancora, senza contare che avrei così allungato il mio viaggio in solitaria facendo preoccupare uno zuccone ansioso, una chimera lamentosa e una principessa irrequieta.

Dopo essermi tolta gli stivali e aver constatato la sostanza del letto, mi buttai infine sul il materasso senza la grazia di delicata fanciulla citata poco fa. Non era decisamente il caso di rispettare la mobiglia altrui quando questa non rispettava né te né il tuo senso di pulizia.

E il tuo senso estetico, non dimentichiamolo.

Fortunatamente, almeno il capo del letto si trovava in un angolo di ombra, dove la luce lunare non aveva ancora dato una sbirciata. Potevo godere di un po' di oscurità almeno per la zona del capo, cosa piuttosto essenziale per ciò che mi apprestavo a fare.

Non avevo ancora rimosso i miei amplificatori magici dalla veste e dai polsi, poiché mi sarebbero serviti per compiere l'incantesimo. Teoricamente sarebbe bastata una notevole quantità di energia oscura per richiamarlo, ma ci sarebbe voluto decisamente più tempo che a castare un Dragon Slave e vedere i prodigi che poteva compiere.

Prodigi, sì.

Così decisi di servirmi dei Demon's Blood per velocizzare il processo. Certo è che richiamare il potere dei grandi Signori dei demoni con dei talismani di arcana fattura non è mai cosa buona e giusta. E' piuttosto un atto di ragione e coraggio, cose che a me modestamente non mancano.

Era altrettanto sicuro che, senza un'amplificazione degna e il loro potere occulto, il mio incantesimo non avrebbe potuto aver luogo o effetto assicurato. Non che fossi comunque certa del risultato, ma avevo una buona percentuale di riuscita.

Posizionandomi alla meno peggio su quel surrogato di materasso, gambe e braccia larghe quanto bastava, osservai per l'ultima volta il soffitto prima di chiudere gli occhi. In quel momento il buio era più che necessario e potevo crearlo solo in quel modo, visto che qualche simpaticona aveva deciso di fare la sua comparsa proprio quella notte.

Non ammetterò mai di aver sbagliato un calcolo così sciocco.

Controllai il respiro e svuotai completamente la mente, nessun pensiero disturbatore doveva permettersi di ostacolare la mia concentrazione.

- Invoco la fonte di tutti i poteri. Che la Madre Terra abbia cura del mio essere materiale e che il mio spirito sia in grazia agli spiriti acquatici. Che il vento cosmico mi indichi la via e il fuoco eterno mi doni la forza di affrontare le avversità future.-

Un sussulto improvviso prese vita nel mio petto e una scarica di energia mi pervase dalla testa ai piedi. Sentivo indistintamente un terribile dolore alla nuca, con un conseguente brivido caldo lungo la spina dorsale. I miei arti tremarono, alcune fitte percorsero anche quelli.

Decisamente i sintomi che desideravo.

Aprii lentamente le palpebre e tutto ciò che vidi fu il soffitto della stessa camera, patinato però di una sottile nebbia biancastra. Pareva decisamente più vicino al mio naso di quanto lo era prima. Sicuramente mi trovavo a un paio di metri da terra, spiegazione più che logica.

Mi volsi verso il basso e osservai con un ghigno trionfante la scena: il mio corpo era avvolto da una lieve barriera energetica di colore azzurro, alcuni frammenti di energia danzavano nell'aria tutt'attorno, la posizione era rimasta la stessa che avevo assunto prima di pronunciare la formula. Anche il letto, nella sua diversa magnificenza, non aveva subito variazioni di nota.

Cosa? Vi state davvero chiedendo cosa stesse succedendo? Prendete appunti, Lina Inverse sarà per voi un'insegnante molto ligia al dovere: avevo semplicemente separato il mio spirito dal corpo attraverso un rito di richiamo al piano astrale. In sostanza, osservavo la scena attraverso il mio corpo spirituale, legata al corpo materiale attraverso un sottile ma forte filo di energia che ne creava un legame diretto. Per i meno esperti, risulterebbe molto difficile separare l'anima dalla carne, poiché quest'ultima manifesta una notevole attrazione per lo spirito, inoltre a distaccarsi completamente rischierebbero di spezzare quel legame. Il resto lo lascio alla vostra immaginazione.

Ovviamente l'energia che circondava il mio corpo era visibile solo da un mago esperto e da me stessa, diversamente chiunque fosse entrato nella stanza avrebbe ammirato l'affascinante ragazza quale sono immersa in un sonno profondo.

La lezione è finita, ma non provateci a casa se non siete sicuri della vostra abilità!

Qualsiasi cosa mi fosse successa da quel momento in avanti, avrei potuto tornare al mio vero corpo in caso avessi percepito un imminente pericolo. O meglio, svolazzare nel circondariato e spaventare qualche nonnetta non era propriamente nel mio stile, specie se non ero in grado di lanciare qualche sonora sfera infuocata, e dato che non era quello il mio intento dovevo assolutamente prestare attenzione a qualsiasi intenzione malvagia riuscivo a captare.

Non sapevo quanto avrei dovuto trattenermi sotto quella forma né se qualcosa avrebbe impedito il mio ritorno.

O qualcuno.

Non ebbi però il tempo di interrogarmi su cosa sarebbe successo in seguito a un attacco, anche se avevo a lungo pensato alle possibili conseguenze. Sentii indistintamente uno strappo al ventre.

D'istinto mi portai le mani nella zona di dolore, pur non potendo fare alcunché dato che non ero altro lo spirito di me stessa, quindi portai lo sguardo al mio corpo.

Nessun segno di ferita o strana macchia di sangue faceva capolino dai miei vestiti. Il mio viso era rilassato quanto il resto delle membra, solo i talismani demoniaci continuavano a pulsare d'un colore cremisi. Probabilmente si era manifestata un'interferenza tra il piano reale e quello astrale, cosa da non escludere considerando l'enorme dispendio energetico a cui ero sottoposta.

La zona del ventre, però, continuava a pulsare e ciò accadeva alla mia forma spirituale. La sensazione era simile a una forte mano che ti strattona per buttarti a terra.

Grandioso, qualcuno vuole giocare a guardie e ladri?

D'un tratto, sentii sbattere la finestra della camera. Sussultai e gli occhi corsero in sua direzione: un forte vento era riuscito a penetrare la stanza, oltrepassando il misero scudo creato dal vetro sottile montato su una struttura instabile. Come minimo avrei dovuto chiedere i danni di eventuali malanni.

Il vento però non investì il mio corpo fisico, bensì quello astrale. - Dannazione...!- ebbi il tempo di pronunciare con una voce non udibile ai di fuori di quella condizione, che una nube nera avvolse il mio campo visivo, ricreando attorno al mio corpo astrale una sterminata oscurità. Non ero ancora in grado di decretare di quale materia fosse composta, ma esercitava sul mio essere una spaventosa stretta pari alla morsa di una corrente marina.

Pensa, Lina. Pensa. Non può essere andato qualcosa storto.” e tempo per pensare ne spesi parecchio, visto che il nero mi avvolgeva come una ventosa insidiosa. L'unica soluzione era far fluire l'agitazione e sostituirla con un'assoluta concentrazione, cosa che solitamente mi riesce bene quando non mi trovo nella bocca di un enorme demone nero. Chiunque abbia intenzione di fare dello humor su quanto ho appena detto, si ricordi che ho ben presente il suo volto.

Lentamente rilasciai la preoccupazione delle conseguenze che poteva avere la situazione sul mio corpo fisico e tentai, seppur con difficoltà, a non pensare a chi o cosa mi stava avvolgendo.

Non ci volle molto, in effetti: la stretta si allentò gradualmente e rilasciò il mio spirito, permettendomi di fluttuare liberamente in quel grande buio. Non avevo ricevuto danni spirituali e il corpo che avevo lasciato solo nella stanza mi inviava pulsazioni regolari, il tutto mi fece tirare un sospiro di sollievo.

Ipoteticamente parlando, ovviamente.

Ero piuttosto sicura che fosse il luogo da me tanto desiderato.

Dovevo solo attendere e credevo bene che il fautore di tanta oscurità opprimente non avesse intenzione di evitare il nostro incontro.

Mi ero preparata per diverso tempo, avevo pianificato il discorsetto da recitare e lo conoscevo a memoria, ma ero altrettanto pronta a deviazioni del caso. Ringrazierò sempre Madre Natura per avermi fornito una parlantina invidiabile e uno spiccato senso di cognizione, nonostante la maggior parte degli altri comuni mortali non riesca a comprendere l'importanza del mio dono.

Per mia fortuna, quella creatura aveva avuto il buon gusto di creare una via illuminata di pallida luce, così tenue da esser difficilmente visibile a occhio nudo. Essendo sotto forma di spirito, non avevo quel genere di problemi.

Fino a quel momento ero rimasta rannicchiata a mezz'aria avvolta nel mio scudo energetico, quindi provai a comportarmi normalmente poggiando i piedi per terra o quel che sembrava il sentiero indicato dalle luci. Pur essendo gli unici punti illuminati nei dintorni, parevano poggiare su una qualche sostanza mediamente solida, cosa che volli verificare di persona seguendo il cammino.

Effettivamente percepivo qualcosa di non meglio identificato, come se camminassi su un tappeto di gomma morbida. Anche uno spirito ha il piacere di avere i cinque sensi attivi, anche se alcuni di quelli funzionano solamente se a contatto con materia e esseri del piano astrale.

Proseguii senza prestare attenzione al tempo che scorreva. In quei luoghi il tempo si poteva dire congelato o addirittura assente, eterno. Potevo aver camminato per pochissimi secondi terreni, come per cento anni se fossi entrata in una deformazione spazio-temporale.

Giunsi infine al termine del sentiero illuminato. Letteralmente: oltre a non esserci più alcuna illuminazione di sorta, ero andata nuovamente incontro a un infinito buio. Non c'erano strade secondarie né altra apparente possibilità di perdersi, inoltre voltandomi indietro potevo osservare il resto del sentiero che avevo percorso. Nulla era mutato nel mio passato cammino, dunque qualcosa sicuramente attendeva la mia presente fermata.

Non ho tempo da perdere con queste sceneggiate da poppanti.” pensai incrociando le braccia e osservando il diversamente interessante paesaggio che mi si protraeva dinnanzi. Chiunque avesse creato quel santuario nemico della luce, aveva sicuramente caro il proprio borsello rispetto ai fornitori di olio per lampade da camera. Come se non bastasse, il mio stesso sarcasmo non mi aiutava ad ammazzare il tempo, o quel che ne rimaneva.

- Non essere così severa, Inverse. Presto avrai le tue risposte.-

Eh si, anche con un corpo spirituale potevo percepire un tremendo sobbalzo al cuore.

Qualcuno mi stava osservando.

Quel qualcuno sapeva benissimo che ero lì.

Sfido, era casa sua e poteva muovere ogni elemento a suo favore, non ero altro che un'ospite autoinvitato a una festa che poteva diventare la mia.

Ma soprattutto, quel qualcuno aveva anche il peculiare potere di leggere i miei pensieri.

La cosa poteva risultare molto imbarazzante, considerando che stavo per sfoggiare qualche sgradito insulto in direzione delle più alte cariche demoniache e chissà, magari anche contro qualcuno di più alto.

Una luce si accese davanti a me, squarciando l'oscurità con un cono luminoso di dimensioni ridotte.

Una figura femminile sorse dall'ombra e si fermò esattamente tra il taglio di luce e quello di buio. Non potevo scorgere il suo volto dalla mia posizione, ma anche avessi potuto non avrei potuto.

- Speravo non fossi così esibizionista, ma ammetto che l'atmosfera ti si addice. - dissi a gran voce in sua direzione, inviandole un sorriso beffardo. Avevo appena pronunciato un'ovvietà nell'ovvio, anzi potevo proprio risparmiarmela, ma la mia persona mi impone prima di tutto la fedeltà a me stessa.

- Hai buon gusto, Inverse. - disse in un filo di voce, ma udibile con un sibilo alle mie orecchie. - Il tuo viaggio ha avuto buon esito.-

Alzò la mano in mia direzione, il polso ingioiellato di cerchi d'un materiale a me sconosciuto, il palmo verso l'alto e le dita protese.

- Vieni, - mi invitò, un sorriso si dipinse su quelle labbra perfette – risponderò a tutte le tue domande.-

 

 

   
 
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