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Autore: Sabu_chan    08/10/2012    1 recensioni
Lina Inverse intraprende un viaggio lontano dai suoi compagni alla ricerca di determinate risposte.
Ogni cosa è stata scritta, l'unica concessione sarà decidere se ascoltare o meno. Se poi avvengono strani fatti o improvvisamente un gatto con ciondolo diventa tuo amico, non c'è da starsene allegri...
Genere: Fantasy, Introspettivo, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Amelia, Gourry Gabriev, Lina Inverse, Zelgadis Greywords
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Scelte e Potere

Capitolo 2

 

 

 

 

 

Lo spazio circostante pulsava, come se qualcuno stesse percuotendo un tamburo a ritmo sostenuto con pause regolari. L'oscurità non era solo più una visione opprimente, ma era diventata percettibile a livello fisico o come preferite chiamarlo. Non voglio badare a questi inutili particolari, ricordate la situazione precedente, vero?

La mia condizione di spirito, come già spiegato, mi permetteva comunque di percepire ogni senso e non ero certo immune a quelle pulsazioni, che via via trasformavano la visione in sensazione.

In un luogo in cui regnava anche un profondo silenzio, l'atmosfera creatasi improvvisamente regalava un certo pathos, cosa che avrei preferito evitare visto che non ero in grado di usare i miei poteri. Suonerà strano, ma proprio perchè ero in quel posto che non mi era concesso ricorrere alla magia.

Essere momentaneamente lo spettro di me stessa non era cosa semplice. Se mi fossi trovata su un altro genere di piano astrale avrei potuto tranquillamente lanciare onde di energia verso chiunque avesse manifestato intenzioni maligne nei miei confronti. Sfortunatamente avevo a disposizione solo una barriera magica e il filo conduttore al mio corpo fisico.

Perchè, perchè non sono in grado di tenermi fuori dai pericoli? Forse fa parte di una deformazione professionale.

Stava di fatto che il pulsare stava prendendo il sopravvento anche sul mio spirito stesso. Io e lei, in uno spazio tutt'altro che sicuro, e un'irritante formicolio che percorreva il mio scudo energetico. Situazione piuttosto stressante e che andava a consumare velocemente la mia energia: nel momento in cui si fosse esaurita, avrei dovuto abbandonare il piano astrale e tornare a terra, come se non fosse già abbastanza stancante giacere su quella cosa in quella locanda.

La figura avanzò di un passo in mia direzione, continuando a sorridere. - Calma il tuo cuore. Ti renderai conto che non è necessario essermi ostile.-

Calmarmi? Dei, quando si parla di essere di fronte a un essere della sua importanza, è poco ma sicuro che un misero essere umano si sarebbe messo a piangere dalla disperazione o almeno chiedersi chi gliel'aveva fatto fare.

Curioso, anche io mi chiedevo chi me l'aveva fatto fare. Taglierò corto rispondendo che era necessario, qualunque domanda mi porrete verrà bellamente ignorata. Avvisati.

La figura allargò le braccia e rivolse i palmi delle mani verso l'alto, scuotendo il capo, e infine alzandolo ancora per affrontare il mio sguardo. O meglio, quella che doveva combattere in uno scontro di occhiate ero io, tutto meno che certa della sua innocenza.

- Se lo farai, non consumerai inutilmente le preziose energie che ti hanno portata qui.-

Effettivamente non aveva tutti i torti: mi ero preparata psicologicamente a quel viaggio per molti mesi addietro, accumulando grandi quantità di energia nei miei talismani protettori durante i viaggi in compagnia dei miei amici, ovviamente il tutto a loro insaputa. Sprecare quegli sforzi equivaleva come minimo ad aver reso vane tutte le volte che non avevo partecipato alle sagre di paese, alle quali erano invece molto interessati loro. Avevo dovuto accontentarmi dei soliti cinque pasti giornalieri, per un totale di dieci portate ciascuno, senza quei succulenti extra delle bancarelle.

Ammetto che non era né il caso né il luogo per rammaricarsi di una simile perdita, ma il solo pensiero mi fece realmente decidere di svuotare la mente da pensieri ostili.

Con l'annullamento di questi ultimi, lentamente cessò anche la pulsazione e il suono da essa provocato. Magnifico, tutta quella sensazione era dovuta dal mio battito cardiaco che rimbombava in tutto il mio essere spirituale. Grandioso, davvero: Lina Inverse che si crea un'illusione e se la cancella da sola, prendendo in giro sé stessa e credendosi la più forte e calma delle creature dinnanzi a lei.

A volte sono capace di azioni che perfino io stessa ignoro.

Mi passai distrattamente una mano tra i fluttuanti capelli, cercando di ritrovare il contegno perduto. Osservai lo spazio circostante notando quanto fosse sempre lo stesso noioso nero, di certo non speravo di veder comparire interessanti costruzioni dell'epoca della Grande Guerra o qualcosa di simile.

Alzai infine lo sguardo verso la figura, che ora pareva ancor più vicina di quanto non fosse prima. Sì, diciamo un paio di metri, sufficienti per farmi venire un altro colpo al cuore. Ah, quanto amo queste situazioni, le anziane sagge dicono spesso che qualche buon spavento aiuta lo spirito a fortificarsi, una sorta di elisir di lunga vita. Poi inaspettatamente cambiano idea, quando qualche simpatico demone fa la sua comparsa nel cuore della notte. Decisamente coerenti.

Ma mi ero promessa seduta stante di non perdere altro tempo. Non si trattava di affrontare una stancante battaglia, ma porre delle domande e ricevere risposte, proprio quel che l'essere aveva promesso poco prima. Quindi tenetti a bada i sentimenti di oppressione e paura che albergavano un po' in tutto il mio spirito, facendoli tacere con una forte determinazione.

- E' saggio da parte tua darmi ascolto. - ah ah, come se avessi avuto scelta – La mia unica richiesta è di accomodarti e pormi le tue questioni. Il resto spetterà a me, come pattuito.-

Prima di tutto, quando eravamo scese a tali patti? Secondo ma non meno importante, dove avrei dovuto accomodarmi?

La prima domanda si risolveva con una semplice intuizione: richiamando quell'enorme quantità di energia oscura per tutto l'arco di tempo precedente e pronunciando il conseguente incantesimo, era più che probabile che avesse percepito il mio intento. Fortuna voleva che mi aveva accolta e pareva volermi esaudire.

La seconda domanda non fece tardare la sua risposta: mi guardai attorno piuttosto perplessa, con uno sguardo che si potrebbe tradurre in “ti stai maledettamente prendendo gioco di me?”, e improvvisamente sorsero dal buio un paio di poltrone finemente decorate. Bè, diciamo pure che erano comparse improvvisamente senza nessun effetto speciale degno di nota, come una transazione da quello che potevo chiamare pavimento o una nuvola di fumo che le avrebbe fatte comparire.

Tornai con lo sguardo alla mia interlocutrice, per trovare al suo posto il vuoto. Cercate di capire, quei famosi colpi al cuore non erano previsti nel contratto e vedere il nulla dentro al nulla suonava abbastanza ridicolo, ma dovevo aspettarmi anche questo.

Portai nuovamente l'attenzione alle due poltrone, di cui potevo ammirare una lavorazione certosina e una certa qualità estetica. La scena era illuminata dal solito cono di luce giallastra, che irradiava anche la stessa figura comodamente adagiata su uno dei due posti, le gambe accavallate, un gomito appoggiato al bracciolo e la mano a sorreggerle il mento.

Prendere nota: smettere di organizzare meeting con esseri megalomani e narcisisti.

Sospirai e mi diressi al secondo posto, posizionandomi proprio di fronte a lei. Istintivamente avrei voluto assumere il suo stesso cipiglio agiato, ma una conversazione specchio era l'ultima delle chiccherie che volevo concedermi.

Trassi un profondo respiro, abbassando lo sguardo verso il terreno inondato di luce e sfregando le mani tra loro nervosamente. - Dunque, immagino che saprai già cosa ho intenzione di chiederti. - dissi continuando a osservare l'interessantissima assenza di cura dei dettagli del pavimento.

- Sì.- ammise la figura, prendendosi una lunga pausa in cui trovò il tempo di sistemarsi i gioielli che le decoravano i polsi. - Conosco ogni tuo pensiero, ma non sarebbe interessante risponderti esclusivamente perchè ho percepito i tuoi dubbi.- e terminato di dire questo, si sporse in mia direzione, dipingendo quelle dannatissime labbra con l'ennesimo sorriso malizioso – Dimostrerò buona creanza permettendoti di pormi le tue domande a voce.-

Oh, grazie tante, Miss “lo so già ma voglio divertirmi lo stesso”.

Alzai volontariamente un sopracciglio per denotare una certa incredulità di fronte a tali parole, ma preferii ricompormi subito. Non era il caso, non era il luogo, non con lei. Queste parole continuavano a ronzarmi nella mente per porre un limite fermo al mio carattere (che diciamocelo, non ha nulla di così sconveniente, sono una povera incompresa). In altri casi, avrei reagito secondo il galateo che più mi si confaceva: una bella frecciatina sorniona, magari seguita da qualche vera freccia infuocata a simboleggiare il ringraziamento per cotanto interesse verso la mia persona.

La domanda con cui volevo iniziare un lungo discorso era piuttosto semplice, anche se il freno maggiore era rappresentato dalle ipotesi che erano scaturite da quando inizia il mio percorso magico. O meglio, da quando fui consapevole che tutto ciò che mi accadeva era tutt'altro che normale.

Allargai le ginocchia e ci poggiai i gomiti, mentre le mani chiuse a pugno sorreggevano la mia fronte. Scossi più volte il capo, facendo dondolare diverse ciocche davanti agli occhi. Sapeva benissimo cosa stavo per chiederle, ma mi era stato richiesto esplicitamente di ripetermi. Ammetto che il coraggio stava scemando. Dopo un lungo respiro, restando sempre nella stessa posizione e non affrontando direttamente il suo guardo, mi decisi a parlare. - Perchè io?-

Non ossevandola, non ero in grado di stabilire quale espressione avesse assunto il suo viso. Dannazione, era ovvio che la domanda non l'avesse sorpresa, considerando che già conosceva la prima e perfino l'ultima del mio repertorio. Qualsiasi reazione si fece però attendere e non avevo la minima intenzione di sollevare il capo per controllare di persona.

Udii un sospiro, seguito da un'altra lunga pausa. Se voleva far crollare i miei nervi, ci stava pericolosamente riuscendo, che si trattasse di quella persona o di chiunque altro.

Tanto per cambiare, ci fu un altro lungo, lento e profondo sospiro.

- Domandi qualcosa di molto vago, Inverse. - si decise finalmente a parlare, e notai una certa sconsolazione nel suo tono – Perchè tu, cosa? Perchè durante la tua vita hai incontrato alcuni temibili avversari? Perchè hai fatto ricorso a grandi forze non del tutto conosciute? O forse... - ulteriore pausa, altro silenzio assoluto. Fui tentata di alzare lo sguardo per verificare che la mia interlocutrice non si fosse addormentata, vista la lentezza con cui intendeva rispondermi.

- O forse ti stai interrogando sulla fonte del tuo potere. -

Finalmente.

Annuii silente, proseguendo la mia personale ricerca di dettagli nel profondo buio cosmico del pavimento. Ammetto che si stava facendo piuttosto interessante: anche il nero assumeva una nuance particolare se mischiato ai frammenti di ombra perpetua formata dalla mia figura. Un colore molto delicato e caloroso. Nero.

- Vorrei capire principalmente cosa sta capitando alla mia persona. - dissi a voce bassa, chiudendo gli occhi – Da parecchi anni mi ritrovo per mano qualcosa di grande e non so nemmeno perchè. Insomma, parliamoci chiaro, non è propriamente la fortuna che mi ha fornita di determinati poteri.- terminai il mio ragionamento, tralasciando appositamente qualsiasi congettura per ascoltare il seguito dalla sua bocca.

- Una giusta osservazione, cara.- e tutta questa confidenza da dove salta fuori?- Si dia il caso che sia stata una scelta ragionata. - un'affermazione che aveva necessariamente bisogno di una pausa per creare più suspance, a quanto pareva. - Nel periodo in cui scelsi tua sorella per far sorgere il nuovo Cavaliere di Ceipheed, era richiesta urgentemente una figura che controllasse la stabilità del mondo. Fu casuale, cosa che non accadde con te. - e come se non fosse già abbastanza originale, altra pausa. - Ammetto di aver scorto un potenziale interessante in te, visto il successo della precedente Inverse, ma meritavi qualcosa di più. In parole povere, potrei affermare che sei la mia preferita.-

Sussultai al punto da sbilanciarmi e rischiare di cadere dalla poltrona.

Non tanto per aver sentito nominare Luna, il mio trauma famigliare personale, né per essere stata definita come la “preferita” di quell'essere. Sì, indubbiamente era una frase d'effetto e apriva la mente a svariate soluzioni ai molti arcani di una vita, ma ciò che mi fece scattare e portare lo sguardo alla mia destra fu l'udire quelle parole soffiate dentro il mio orecchio, con la sensazione di percepire il suo caldo respiro contro la pelle.

Un affanno inutile dato che non c'era nessuno al mio fianco, ma rimaneva una sensazione opprimente come quando avevo messo piede in quel luogo per la prima volta: un abbraccio tutt'altro che caloroso mi stava cingendo le spalle, come se fosse un residuo della sua vicinanza. Eppure di lei non vi era traccia.

Udii un colpetto di tosse, come per richiamarmi a quella realtà distorta. Mi voltai verso l'altra postazione e incontrai lo sguardo addombrato della figura, aggiungerei inoltre che aveva un'espressione tra il contrariato e il confuso.

Carina, scherzi con me solo perchè non sarei in grado di combatterti.

Cercai di ricompormi, osservando lo stato della mia barriera energetica. Avevo ancora tempo ma non dovevo sprecare un secondo di più.

- Capisco. Anzi, non capisco ma credo faccia parte di qualche sorta di segreto della vostra specie. - dissi ostentando una certa calma – Riassumendo, in un periodo di crisi hai tirato a sorte e, andando bene la prima scelta, hai pensato che potevi puntare anche sulla sorellina.- feci un gesto rotatorio con la mano in aria, per sottolineare che la fortuna l'aveva assistita. Sarebbe stato assurdo il contrario.

La figura sogghignò, congiungendo le mani dalle dita affusolate e posandole sul ventre – Si può dire che sia accaduto esattamente questo. Dopodiché dimostrasti di reagire bene al potere che ti avevo infuso.-

Annuii ma per niente convinta né contenta, sensazioni che aveva sicuramente captato quanto era sicuro che mi stava segretamente deridendo per questa blasfema incredulità. Una maga della mia fama, però, deve essere sempre pronta a dimostrare che nulla può intimorirla, eccezion fatta per invertebrati viscidi e la propria sorella.

- Se non hai nulla in contrario, passerei alla domanda successiva. - e non essendoci alcun cenno da parte sua, proseguii – Se le cose stanno così, vorrei dunque essere informata anche parzialmente di quale altro compito dovrò affrontare.-

La mia richiesta pareva averla turbata, o almeno così sospettavo dal movimento delle sue labbra che divennero da sorridenti a piatte e serrate. Forse pretendevo di conoscere troppo, probabilmente concedermi di sapere avrebbe causato conseguenze spiacevoli. Cosa potevo aspettarmi da un essere del suo rango se non un qualche terribile problema per il futuro dell'umanità? Era un'ovvietà a cui perfino i bambini erano preparati, anche se per loro si trattava di innocenti paure nate dalle storie che i loro genitori gli raccontavano.

Improvvisamente, il cono di luce che ci illuminava prese a ridursi gradualmente, fino a diventare una striscia verticale incandescente. Era comunque abbastanza da risaltare i miei lineamenti e quelli della mia interlocutrice.

Comparve una sfera di medie dimensioni, sospesa a mezz'aria davanti alla figura. Questa fece un cenno con il capo e l'oggetto si mosse in mia direzione, andando incontro al fascio luminoso. La scisse perfettamente in due semisfere che, come se fossero state di materiale plasmabile, si ricomposero a formare due palle fosforescenti.

Avevo già detto di non frequentare più esseri così appariscenti?

Le due piccole sfere si avvicinarono, fermandosi a pochi passi di distanza. Mi aspettavo che prendessero vita da un momento all'altro, guizzando di colori e saette, ma nulla di tutto ciò che la mia fantasia richiamava avvenne.

Presa dall'attenta osservazione dei due nuovi arrivati, non prestai attenzione all'essere che mi teneva compagnia: scoprii solo dopo aver aguzzato la vista oltre alla linea illuminata che non vi era più traccia di lei. Fantastico, davvero fantastico, voleva nuovamente apparire in qualche posto strambo per decurtarmi un po' di anni di vita?

- E tutto questo dovrebbe darmi delle risposte? - dissi beffarda al nulla, aspettandomi da un momento all'altro la sua comparsa o almeno una voce che avesse la compassione necessaria a spiegarmi quella messinscena.

Avevo anche messo in conto la grandiosa capacità di attesa della mia cara compagna, così mi misi ben comoda sulla mia postazione, accavallando le gambe e poggiando il capo sulla mano aperta. Contai mentalmente il tempo che passava, pur non passando effettivamente in quella dimensione. E in tal proposito percepii che il mio viaggio astrale stava per giungere al termine.

Fortunatamente la mia interlocutrice conosceva il limite imposto dall'incantesimo e non tardò a tornare. Ero ormai convinta che mi volesse davvero al suo fianco, visto che la sua nuova trovata fu di poggiarmi le mani sulle spalle, per poi farle scivolare in un abbraccio attorno alla mia gola.

Vorrei sfidare chiunque di voi che state seguendo la vicenda a non sentirvi terribilmente a disagio in una situazione simile, oltre a provare un imbarazzo inverosimile. Cioè, cerchiamo di capirci, lei stava avendo un contatto diretto col mio spirito, molto più forte di quanto potesse averlo con il mio corpo reale. Mi toccava direttamente e intendo proprio nel profondo. Il minimo che potessi fare era irrigidirmi per la sorpresa ma soprattutto per la sconcertante soggezione.

Deglutii il nulla quando allungò il braccio indicando davanti a me, con un dito proteso in direzione delle due piccole sfere. Rabbrividii quando mormorò le seguenti parole direttamente dentro l'orecchio, sfiorandolo con le labbra: - Consideralo un regalo. Ti guiderà nel futuro cammino, ma non avrà alcun effetto se non ci infonderai il tuo spirito. Ti dono l'opportunità di scegliere. -

In altre parole, stai scaricando il barile su di me.

Era difficile controllare le proprie emozioni quando le sue braccia parevano tizzoni ardenti contro la mia barriera protettiva, quasi mi stesse marchiando a fuoco sulla carne viva. Non bruciava in realtà, ma potevo percepire il suo immenso potere sotto forma di immenso fuoco distruttore.

- Quindi, grazie a queste cose potrò affrontare le sfide future. - dissi con voce tremante, sentendo il calore aumentare attorno alla gola. - Cosa sono esattamente? E come saprò che arriverà il momento di usarle?-

Il suo braccio teso tornò a cingermi, accarezzandomi lentamente la guancia. La barriera era ormai scemata e ogni sensazione spirituale si stava trasmettendo al mio corpo fisico. In quello stesso punto, anche parte del mio corpo astrale si stava disgregando. Fui colta dal timore di subire danni permanenti, ma non percepivo alcun intento malvagio rivolto a danneggiarmi.

Anzi, ne ero sicura.

- Puoi chiamarli veicolatori di karma, se preferisci.- mormorò sempre all'interno del mio orecchio, che si stava scomponendo lentamente come il resto del corpo. Ero paralizzata dalle sue parole, o meglio dall'influenza che esercitava sulla mia mente. - Come ho già detto, la Scelta sarà la chiave del tuo percorso e il Potere agirà a seconda di come preferirai comportarti.-

Anche le mani e i piedi si stavano gradualmente trasformando in frammenti luminosi che danzavano nell'aria. Avevo avuto il tempo di immagazzinare i dati da lei forniti, che mi ritrovai immersa nel più profondo buio come in principio. Erano scomparse sia le sfere che il fascio di luce, per non dimenticare le due famose poltrone. Non percepivo nemmeno la sua calda stretta. Tutto era ripiombato all'origine delle cose, all'origine del niente.

Un sussulto si presentò nel mio petto proprio come quello che mi aveva trascinata in quel luogo. Evidentemente il tempo concesso dall'incantesimo era ormai terminato e stavo tornando al mio vero corpo terreno, fui sollevata dal constatare che le zone toccate dalle sue mani non avevano subito alcun danno e stavo semplicemente compiendo il viaggio di ritorno. Avevo sicuramente molte cose su cui riflettere.

- Se permetti, ora ti porrò io un quesito.-

Non la potevo vedere, ma la sua presenza era costante e avvolgeva ogni singola particella dell'oscurità circostante. Annuii, conscia che non potevo certo scampare a una sua richiesta.

- Se ti donassi anche la Scelta di tornare indietro, modificheresti ciò che sei stata?-

Interessante.

Insomma, mi stava forse chiedendo se avessi voluto essere compensata con qualche modifica spazio-temporale? Se avessi desiderato un premio per le enormi fatiche che avevo affrontato? D'accordo, non intendeva proprio questo, ma sarebbe stato carino da parte sua dimostrare un po' di gratitudine.

Incrociai le braccia frammentate portandomele al petto, chiudendo gli occhi per richiamare concentrazione. Ci voleva una risposta ad effetto, anzi no, una risposta spiazzante ma ragionata. Non sarebbe stato nel mio stile mentire così spudoratamente a una domanda tanto banale. Sapevo benissimo cosa avrei modificato.

- Se potessi modificare la mia vita, - iniziai a dire – se potessi davvero farlo, io...-

Aprii gli occhi.

Travi. Travi ammuffite di un soffitto non restaurato.

Il corpo mi doleva in diversi punti, mi risultava doloroso perfino respirare.

Avevo consumato una notevole dose di energia, anzi direi che chiamarla dose non è esatto. Mi ero servita di tutta la mia energia. Un viaggio astrale non è sempre così stancante, ma mi ero trattenuta più del dovuto e soprattutto in un luogo così lontano e particolare.

Sbuffai, cercando riposo in quello pseudo-letto che non poteva far altro che regalarmi un riposo assicurato, ma solo perchè la stanchezza era perfino superiore a qualsiasi lamentela potessi scagliargli contro. Sentivo picchiettare sul vetro della finestra fastidiose gocce d'acqua. La terribile tempesta si era trasformata in una rinfrescante pioggerella autunnale, ma che per i miei sensi risultava come macigni lanciati con forza contro una barricata.

Avrei dovuto riordinare i pensieri e mettere a fuoco la situazione, ma l'urgenza maggiore era tutt'altra. Gettai uno sguardo attorno al mio corpo e non scorsi nulla che richiamasse una forma sferica. Risolvere l'arcano non rientrava nelle mie priorità.

Chiusi nuovamente gli occhi e mi concessi un lungo e meritato riposo.

   
 
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