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Autore: Aout    07/10/2012    1 recensioni
PRIMA classificata a parimerito del contest "Mago del Mese" indetto sul forum di EFP da xXxVeleno IpnoticoxXx e vincitrice del Premio Originalità.
Avete presente i “Maghi del Mese” del calendario sul vecchio sito della Rowling?
Ebbene, oggi vi parlerò di una di loro.
Mnemone Radford: sviluppò gli incantesimi sulla memoria. Primo ministero degli Obliviatori Magici.
Queste sono le uniche informazioni che possediamo.
Ma se volete conoscere la sua storia, almeno dal mio punto di vista, entrate pure e leggere di lei e dei suoi simpatici animaletti.
Sapete come si dice, no? Hai proprio una memoria da pesce rosso!
Spero recensirete
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto, Dai Fondatori alla I guerra
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Titolo: Goldfish
Autore: Aout.EFP (Aout su Efp)
Personaggio scelto: Mnemone Radford (1562-1649): sviluppò gli incantesimi che modificano la memoria. Primo ministero degli Obliviatori Magici.
Rating: Verde
Genere:Generale/Slice of life 
Avvertimenti: Nessuno
Note d'autore: Nessuna
 
 
 
Ogni mattina si alza dal letto, infila ai piedi le scarpette in raso riposte sotto l’armadio e, dopo aver sussurrato il solito Aguamenti alla tinozza davanti allo specchio, scende in cucina, dove ordina a due uova in camicia di cuocersi e riscalda l’acqua per il tè, che poi beve con tre biscotti al burro preparati la sera prima.
Due uova in camicia, un tè, tre biscotti al burro.
Sempre.
Ogni singolo giorno due uova in camicia, un tè e tre biscotti al burro.
Un po’ d’acqua ai giacinti, solo qualche goccia per le piante grasse e una bella innaffiata alle rose.
Uno sguardo nell’orto, una spolverata in salotto e un’aggiustata ai cuscini del divano.
Tutte le mattine.
Ogni mattina, di ogni giorno, di ogni mese, di ogni singolo anno.
Nulla di strano, dite? Eppure è da cinque lustri a questa parte che la storia si ripete, identica in ogni sua parte.
Forse vi chiedete cosa accadde dunque in quel fatidico mattino di venticinque anni or sono, quando Mnemore si recò al Ministero in ritardo perché aveva scoperto un molliccio in un vecchio capanno.
 
Adesso ve lo spiego.
 
Dovete sapere che la Londra del 1600 è una Londra sporca, pericolosa ed estremamente crudele.
È ormai più di un secolo che streghe e maghi sono costretti a tenere un profilo basso, a parlare solo con i babbani giusti e ad evitare sfoggi pubblici delle loro capacità.
Non che il pericolo sia poi così imminente, che volete che siano torce e forconi in confronto a una bacchetta e ad un mago abile nell’usarla? Ma il rischio esiste e porta sempre con sé un po' di paura, difficile da scacciare.
Così, il neonato Ministero si trova a combattere contro babbani fanatici, che altro non fanno se non accusare loro simili innocenti, e, sul fronte opposto, contro maghi sconsiderati, il cui unico divertimento consiste nel compiere fughe rocambolesche dai rozzi assalitori a cui si sono volontariamente consegnati, per poi seminare il panico nella folla con qualche trucchetto da quattro soldi.
Sono loro il vero problema, sostiene Mnemone Radford, la più giovane tra i membri del Wizengamot. Loro che, dando tale spettacolo, alimentano l’odio babbano che altrimenti si estinguerebbe nel giro di qualche generazione.
E così è dato il via ai nuovi incantesimi, il cui scopo consiste nell’arginare quella guerra violenta, quella “caccia alla strega”, che da troppo tempo ormai scuote la coscienza del mondo magico.
Ultimo, e assai controverso, è l’Imperius, invenzione di un certo Magnus Picaroon, mago dalla lugubre fama, che sembra aver trovato il modo di comandare a distanza le azioni e le volontà di chiunque cada sotto il suo incanto.
Se questo incantesimo divide diametralmente l’opinione pubblica, ciò che ha in mente Mnemore, che fra l’altro è tra i massimi oppositori di Picaroon, è qualcosa che negli anni a venire diverrà essenziale per la sopravvivenza del mondo magico.
 
Immagino sappiate che un incantesimo, per venire sviluppato al meglio, necessita di anni di pratica e anche di tanta tanta fortuna.
E se Mnemore di anni ne ha spesi tanti nel tentativo di modificare la memoria di una colonia di pesci rossi che popola il laghetto dietro casa sua, procedimento che applicato a babbani inferociti servirebbe a ridurre gli effetti di qualche azione sconsiderata, di fortuna ne ha avuta poca.
Alcune delle sue cavie sono riuscite in parte a dimenticare attimi della loro breve vita passata, altre hanno ricevuto una memoria di durata appena superiore al minuto.
Anche adesso che, seduta sulla riva dello stesso laghetto, osserva i piccoli pesci scarlatti nuotare e ne ascolta i ricordi svanire, non riesce davvero a comprendere cosa non vada nel verso giusto.
Pensa ancora a quello sfrontato di Magnus, a come ingenuamente gli aveva confidato le sue idee, per poi vedersi inesorabilmente tradita.
In realtà non si può proprio dire che lui l’abbia copiata, i due incantesimi non sono poi così simili, anzi: se l’Imperius è in grado di confondere, più che modificare, la mente umana per il tempo in cui viene esercitato, l’Oblivion, o almeno come lei lo ha immaginato, mira ad un cambiamento più radicale, quasi definitivo.
Se l’uno agisce su qualcosa di immediato come il pensiero, l’altro si interessa alla memoria, una “centro raccolta” che immagazzina continuamente nuove informazioni e che è in grado di ampliarsi forse addirittura all’infinito.
Un momento, ma allora sono poi così diversi alla fine, pensiero e memoria?
I pensieri non si trasformano essi stessi in memoria, una volta pensati?
Come ragionamento parrebbe confuso, forse persino troppo ovvio.
Eppure Mnemore non l'aveva mai vista così, si era sempre concentrata su quelle cause che sono in grado di provocare la perdita di memoria, come l’età o uno shock improvviso.
Che Magnus, nella sua doppiezza, l’abbia aiutata a rintracciare quella piccola tessera del mosaico che le mancava?
Veloce si alza dalla roccia su cui è seduta, e quasi non cade in acqua dalla fretta. Torna nel suo studio dove subito si mette al lavoro, convinta com’è di essere arrivata ad un punto di svolta.
Le ci vogliono altri tre anni per portare a termine la realizzazione di quel nuovo, strabiliante incantesimo, quello che sarà la più grande scoperta della sua vita. E altri tre per presentarlo adeguatamente ai maghi del Ministero, divenuti refrattari ai nuovi incanti dopo che l’Imperius aveva seminato molti più problemi di quanti prometteva di risolverne.
Ma Mnemore è fiduciosa, consapevole di aver trovato una soluzione opportuna a un problema che si è posta tanti anni fa, quando rischiò il rogo perché un gruppo di babbani l’aveva vista esercitare quella magia che, al tempo, era troppo piccola per controllare.
Tuttavia è strabiliante anche per lei vedere la reazione degli stregoni che, entusiasti, decidono subito di mettere in pratica misure che consentano di diffondere quel nuovo portentoso incantesimo.
 
È il 3 Marzo del 1608 e nasce ufficialmente il primo Ministero degli Obliviatori magici.
Ancora oggi, nei manuali di storia della magia, si parla di Mnemore, della sua incredibile scoperta e di come, inconsciamente, abbia aperto le porte allo statuto di segretezza, che, quasi un secolo più tardi, sarà approvato dalla confederazione internazionale dei maghi.
 
Ma spesso, nei manuali di storia, non tutto è detto.
Sbaglio o non vi ho ancora spiegato cosa accadde in quella fredda mattina d’autunno?
Dovete sapere che Mnemore era una donna pignola ed estremamente intelligente, che aveva studiato per anni e anni i lunghi processi mentali che coinvolgono la memoria e i ricordi.
Ma a una cosa non aveva più pensato: ai pesci rossi.
Quei piccoli esserini scarlatti di cui, dopo la sua brillante deduzione, si era completamente dimenticata, ma che avevano invece ancora qualcosa da raccontare.
Se la loro memoria era pari a un minuto l’ultima volta che lei li osservò, se fosse tornata da loro, una volta perfezionato il suo incantesimo, si sarebbe accorta che si era ridotta ad appena qualche secondo.
Perché tanto più ci si espone agli incantesimi che agiscono sulla mente, tanto più essi divengono potenti.
 
Era il 23 settembre 1617 quando Mnemone entrò nell’aula dove gli apprendisti obliviatori si stavano esercitando.
Probabilmente le chiesero di dar loro una dimostrazione, chissà, forse proprio in memoria dei vecchi tempi.
Lei non si rifiutò, contenta di aver finalmente raggiunto quel prestigio che aveva cercato da tanto tempo.
Ma, sotto sguardi increduli degli astanti, accadde qualcosa che nessuno si aspettava.
Lei svenne.
Si riprese pochi minuti dopo e tornò a casa, solo un tantino confusa.
Nessuno si preoccupò. Perché avrebbero dovuto?
Ma, dopo una settimana che nessuno aveva più sue notizie, decisero di andare a trovarla e le chiesero se si fosse ripresa completamente da quel piccolo incidente.
Lei disse di sì, che era tutto a posto, ma che, visto che era successo appena un giorno prima, voleva prendersi una giornata libera.
Lo crede ancora oggi e non si è riusciti a capire il perchè.
Peccato che nessuno si sia dato la pena di chiederlo ai pesci rossi.




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